Lettera spedita da F.O.B. al direttore responsabile del settimanale L’Espresso

Sezione:
L'Espresso

Gentile direttore,

FOB (Freedom Of Belief) esprime profondo sconcerto per l'articolo "Sette e santoni crescono, le istituzioni tacciono" di Carmine Gazzanni, pubblicato dalla vostra testata l'8 gennaio 2015. Il termine "setta", che il Consiglio d'Europa già quindici anni fa raccomandava di non utilizzare, non ha alcuna validità scientifica e viene utilizzato unicamente per stigmatizzare in modo arbitrario alcune minoranze religiose. Questo tipo di propaganda ha prodotto varie forme di violazioni dei diritti umani nel nostro continente e anche nel nostro paese: sono due anni che il caso Italia viene portato in sede OSCE per via delle persecuzioni a gruppi innocui bollati come "sette”.

Altrettanto arbitraria appare l'affermazione per cui queste "sette" sarebbero in crescita. I dati CESNUR in merito ai nuovi movimenti religiosi consegnano uno scenario piuttosto minoritario, in cui si può ravvisare un lieve aumento su scala trentennale non paragonabile ai toni allarmistici dell'articolo, che fa riferimento in modo non circostanziato a non meglio identificate "lobby settarie presso i palazzi del potere". L'assenza del reato di manipolazione mentale (concetto privo di qualunque validità scientifica) non dipende da un "vuoto normativo", ma dall'abolizione del reato di plagio, voluto non a caso dal regime fascista per punire i dissidenti, nel 1981 per incostituzionalità. A nostro avviso è grave che s'invochi il ripristino di reati di stampo fascista e incostituzionale nel nostro paese, perché comporta una chiara minaccia al sistema democratico di cui tutti, credenti, non credenti e atei, facciamo parte.

Non è chiara, peraltro, la necessità d'istituire nuove fattispecie di reato, laddove i reati citati nell'articolo, che sarebbero stati commessi da individui singoli o gruppi (indipendentemente dalla loro vocazione religiosa, identità etnica o culturale) sono già tutti ampiamente previsti dal Codice, dagli abusi sessuali alla truffa.

Come i più illustri giuristi e legislatori hanno instancabilmente sottolineato in merito a tale questione, per stabilire una manipolazione mentale che superi il comune raggiro o la circonvenzione d'incapace sarebbe necessario un metro condiviso per misurare la personalità del plagiatore e del plagiato, cosa del tutto impossibile.

Il caso Braibanti aveva infatti condotto a una scandalosa condanna di stampo ideologico e, in seguito, la vicenda di padre Grasso si era conclusa con l'inevitabile abolizione del reato. Pertanto il ripristino di questa legge non fornirebbe alcun deterrente ulteriore nel compiere crimini che sono appunto già previsti come tali e costituirebbe unicamente un limite alla libertà di pensiero, di opinione e di espressione, danneggiando il cittadino senza concedergli alcun beneficio.

Il CeSAP e il FAVIS, inoltre, uniche fonti dell'articolo, sono membri del Forum Anti-Sette e della FECRIS. Il Forum è stato oggetto d'interrogazioni parlamentari a causa di gravi casi di malagiustizia e del "panico morale" intorno alle cosiddette "sette", mentre la FECRIS, oltre ad aver riportato varie condanne penali, è sotto i riflettori per le violazioni dei diritti umani da anni in Francia, che sono state riportate nelle sedi più autorevoli, dall'Unione Europea all'OSCE/ODHIR: sebbene abbia lo status di ONG, è finanziata al 90% dal governo francese, che ha istituito una Missione Interministeriale di lotta alle derive settarie da tempo al centro del dibattito per via delle forme di discriminazione e stigmatizzazione delle minoranze religiose.

Il Forum collabora con la Squadra Anti-Sette (SAS) della Polizia di Stato, oggetto di ben tre interrogazioni parlamentari in cui esponenti politici di colore diverso si sono chiesti la compatibilità del dipartimento con la Costituzione e con il principio di laicità dello Stato, in quanto ha come referente fin dalla sua istituzione nel 2006 un sacerdote cattolico, don Aldo Buonaiuto della Comunità Giovanni XXIII, oltre che la necessità in proporzione all'operato e ai costi.

Secondo gli atti ispettivi, i casi di "sette" e "psico-sette" sollevati dalla SAS in collaborazione con il Forum si sono rivelati sistematicamente infondati in sede di giudizio, esattamente come i casi citati nell'articolo. Uno fra tutti, il caso Arkeon, nato proprio da uno studio del Cesap, in cui il Tribunale di Bari, nelle motivazioni della sentenza del 16 luglio 2012 n. 6445/06 RGNR, "ha sconfessato la sussistenza della principale e più grave delle accuse, costituita dall'essere Arkeon una 'psicosetta', ha portato ad escludere la sussistenza di uno stato di incapacità di intendere e volere per i partecipanti a qualsiasi tipo di seminario e di tecniche manipolatorie della mente, nonché di violenze di ogni genere poste in essere nei confronti di minori".

I danni che gli imputati hanno subito sono gli ennesimi di una lunga serie di infondati casi di "setta" e sono stati riportati in sede OSCE dove l'Italia ha ricevuto ben tre raccomandazioni nel novembre 2013. Il citato rapporto del Ministero dell'Interno del 1998 è stato screditato in ogni sede. I numeri citati dall'articolo non corrispondono ad alcun censimento attendibile, soprattutto in relazione al fatto che l'arbitrarietà del termine "setta" non consente un metro condiviso per valutare quale gruppo sia collocabile in questa definizione.

Per concludere, a F.O.B. preme sottolineare che, benché giudichi riprovevole l'hackeraggio della posta elettronica, quando la dottoressa Tinelli afferma: "Sono entrati nei computer, sono entrati nella nostra posta" sembra riferirsi allo scandalo del sito www.liberocredo.org il quale, tramite corrispondenza pubblica e privata, ha messo in luce a tale proposito degli inquietanti legami fra privati cittadini e forze dell'ordine, operazioni per silenziare i dissidenti a scopi politici, statistiche falsate per procurare allarme all'opinione pubblica e altre preoccupanti azioni in merito alle quali è stata richiesta l'apertura di una commissione parlamentare d'inchiesta, anche all'interno delle citate raccomandazioni in sede OSCE/ODIHR.

Per queste ragioni F.O.B. invita cordialmente "L'Espresso" ad affidarsi a un maggior numero di fonti quando tratta argomenti di tale delicatezza, e a discernere i pericoli effettivi che gli abusi o le violenze in ambito religioso possono rappresentare per il Paese da allarmismi con evidenti finalità politiche, per di più non compatibili con la nostra Costituzione, che puntano al mantenimento di approcci securitari ed emergenziali tanto difficilmente risolutivi quanto costosi dal punto di vista umano ed economico.

Ringraziandola per l'attenzione, cogliamo l'occasione per porgerle cordiali saluti,

Il Consiglio Direttivo di F.O.B. – Freedom of Belief
European Federation for Freedom Of Belief