Storica intesa tra l'Italia e la Diocesi Ortodossa Rumena d'Italia: un passo avanti per la libertà religiosa

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Alfredo Mantovano e Sua Eccellenza Siluan (Span Ciprian Nicolae)

The European Times (13.02.2025) - Lo scorso 27 gennaio 2025 a Roma, la firma dell'Intesa tra la Repubblica Italiana e la Diocesi Ortodossa Romena d'Italia (DOR) rappresenta un momento significativo per il pluralismo religioso del Paese. L'accordo, firmato oggi a Palazzo Chigi dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, e dal rappresentante legale della DOR, Sua Eccellenza Siluan (Span Ciprian Nicolae), sancisce il riconoscimento giuridico e istituzionale di una delle comunità religiose più numerose e radicate in Italia.

Un sistema di protezione e riconoscimento

L'intesa, il cui iter procedurale si è concluso positivamente, introduce una serie di disposizioni fondamentali che regolano la vita religiosa e amministrativa della comunità Ortodossa Romena in Italia. Tra i punti principali:

  • Autonomia e indipendenza: Lo Stato riconosce alla DOR piena autonomia nella gestione interna della confessione, senza interferenze nella nomina dei ministri di culto e nell'organizzazione della comunità.
  • Protezione del segreto confessionale: i ministri di culto non possono essere obbligati a testimoniare su informazioni apprese nell'ambito del loro ministero pastorale.
  • Educazione religiosa: è garantito il diritto di rispondere alle richieste degli alunni e delle famiglie in merito all'insegnamento della religione ortodossa, purché ciò avvenga al di fuori dell'orario scolastico e a spese della DOR.
  • Riconoscimento dei matrimoni religiosi: I matrimoni celebrati davanti a ministri della DOR, purché trascritti nei registri civili, avranno effetti civili.
  • Status giuridico delle organizzazioni religiose: Le organizzazioni della DOR che si dedicano al culto, all'educazione, all'assistenza e alla beneficenza sono riconosciute dallo Stato italiano.
  • Accesso all'otto per mille: la DOR entra a far parte del sistema di finanziamento pubblico delle confessioni religiose attraverso l'otto per mille dell'imposta sul reddito delle persone fisiche.

Un riconoscimento atteso da decenni

La Chiesa Ortodossa Rumena, con quasi venti milioni di fedeli in Romania e nella diaspora, è una delle più importanti comunità religiose ortodosse in Europa. In Italia, la presenza della DOR risale agli anni '60, con la fondazione della prima parrocchia a Milano nel 1974. Nel 2023, le parrocchie registrate nel Paese erano 285, a dimostrazione di una crescita significativa della comunità, parallelamente all'aumento della popolazione romena in Italia, che oggi è una delle comunità straniere più numerose.

Il Sottosegretario alla Presidenza del Cosiglio, Alfredo Mantovano, e il rappresentante legale della DOR, Sua Eccellenza Siluan (Span Ciprian Nicolae)


Il riconoscimento giuridico attraverso l'Intesa consente alla DOR di consolidare la propria presenza istituzionale e di ottenere una tutela paragonabile a quella di altre confessioni religiose che hanno già firmato intese con lo Stato italiano, come la Chiesa Valdese, l'Unione Buddhista Italiana e la Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni.

Il significato dell'intesa nel contesto della libertà religiosa

L'accordo firmato oggi è un passo importante verso il pieno rispetto della libertà religiosa in Italia, come sancito dall'articolo 8 della Costituzione, che garantisce alle confessioni religiose l'autonomia nel rispetto dell'ordinamento giuridico nazionale. Questo riconoscimento arriva in un momento in cui, in Europa, le politiche di integrazione religiosa stanno assumendo un ruolo sempre più centrale, sia per la tutela dei diritti fondamentali che per la promozione di un costruttivo dialogo interculturale.

La presenza della professoressa Geraldina Boni, presidente della Commissione per le Intese con le Confessioni religiose e per la Libertà Religiosa, ha sottolineato il ruolo cruciale della Commissione nel portare avanti un percorso complesso ma essenziale per garantire pari dignità a tutte le confessioni presenti nel Paese.

Le reazioni della comunità ortodossa rumena

I rappresentanti della DOR hanno espresso la loro soddisfazione per il traguardo raggiunto, vedendo nell' Intesa un riconoscimento non solo istituzionale, ma anche culturale e sociale del loro contributo alla società italiana. Mons. Siluan ha dichiarato: «Questo accordo dimostra il rispetto e l'attenzione dello Stato italiano nei confronti della nostra comunità, che da decenni vive e contribuisce alla crescita del Paese».

Una questione ancora irrisolta: le difficoltà delle altre confessioni religiose

Sebbene la firma dell' Intesa tra la Repubblica Italiana e la DOR rappresenti un importante passo avanti per la libertà religiosa, rimane aperta la questione delle difficoltà che molte altre organizzazioni religiose incontrano nel registrare i propri ministri di culto o nell'essere riconosciute come entità giuridica.

Numerose denominazioni spesso incontrano ostacoli burocratici e legali che ne limitano il pieno riconoscimento istituzionale. Questo crea un sistema di disuguaglianza, in cui alcune comunità possono godere di diritti e benefici riconosciuti dallo Stato, mentre altre rimangono in un limbo giuridico che ne complica il funzionamento e la crescita.

L'Intesa con la DOR può rappresentare un modello per un ulteriore ampliamento della libertà religiosa in Italia, garantendo a tutte le fedi l'accesso agli stessi diritti, in un quadro di rispetto della Costituzione e del principio di uguaglianza. La sfida è ora quella di garantire il pieno rispetto del pluralismo religioso, senza discriminazioni, e di rendere più accessibile ed equo il percorso di riconoscimento di tutte le comunità confessionali.

Un passo avanti verso un modello europeo di integrazione religiosa

L'Intesa tra Italia e DOR si inserisce in un quadro più ampio di riconoscimento delle diverse confessioni religiose presenti nel Paese e può servire da modello per altri Stati europei che ospitano importanti comunità religiose ortodosse. Questo accordo rafforza il principio di laicità positiva dello Stato, in cui il pluralismo religioso non è solo tollerato, ma riconosciuto e valorizzato.

L'Italia conferma così il suo impegno a garantire un equilibrio tra la laicità dello Stato e la tutela delle minoranze religiose, promuovendo un'integrazione basata sulla comprensione reciproca e sul rispetto delle diversità.

Source: The European Times

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