Di Anugrah Kumar, Collaboratore del Christian Post — Dopo anni di restauri, due chiese storiche di Mosul, in Iraq, hanno riaperto ufficialmente i battenti, quasi un decennio dopo la loro distruzione avvenuta durante l'occupazione da parte dello Stato Islamico. Le cerimonie di riconsacrazione hanno segnato un raro momento di rinascita per la popolazione cristiana della regione, in costante diminuzione.
Mercoledì scorso, residenti locali, membri del clero e rappresentanti internazionali si sono riuniti per inaugurare la Chiesa di San Tommaso, un sito siriaco ortodosso risalente al VII secolo e la Chiesa cattolica caldea di Al-Tahira, nota anche come “L'Immacolata”.
Fadi, un 27enne cristiano di Mosul che ha studiato per tre anni per poter contribuire al progetto di restauro, ha dichiarato a Vatican News che queste riaperture sono “un segno di speranza” per i profughi cristiani.
«Mostra ai cristiani che vivono all'estero che ora le cose qui stanno migliorando, che possono tornare a casa», ha detto.
Chiesa di Saint Thomas, Crediti
Entrambe le chiese si trovano nella città vecchia di Mosul, dove le forze dell'IS avevano preso il controllo tra il 2014 e il 2017. In quel periodo, la chiesa di San Tommaso era stata trasformata in una prigione, mentre quella di Al-Tahira era stata bombardata e ridotta in macerie.
vita i monumenti culturali nelle zone post-belliche. La Aliph Foundation, un'organizzazione internazionale impegnata nella tutela del patrimonio culturale, ha diretto il progetto in collaborazione con il Consiglio statale iracheno per le antichità e il patrimonio culturale. L'organizzazione umanitaria cattolica L'Oeuvre d'Orient, con sede a Parigi, ha gestito i lavori di restauro giorno per giorno sotto la guida dell'Istituto nazionale francese per il patrimonio culturale.
La popolazione cristiana di Mosul, che un tempo rappresentava il 14% in quella città, ora è ridotta a meno di 60 famiglie in una città di quasi 2 milioni di abitanti, secondo quanto riferisce l'agenzia di stampa cattolica no-profit Zenit.
«Queste chiese non sono semplici pietre. Sono la memoria della fede, della storia e della comunità», ha affermato l'arcivescovo Najeeb Michael Moussa, vescovo caldeo di Mosul, dopo la cerimonia.
Il restauro, ha aggiunto, ha dimostrato che «la fede può essere ferita ma non estinta» e che ogni rintocco delle campane « non richiama solo i fedeli, ma anche il futuro».
Prima di iniziare la ricostruzione, le squadre hanno provveduto a rimuovere dai sit mine ed esplosivi. Tra gli elementi accuratamente restaurati figura la porta in alabastro di San Tommaso, risalente al XIII secolo, scolpita nel marmo locale noto come farsh e raffigurante Cristo con i dodici apostoli.
Le campane della chiesa forgiate dalla fonderia Cornille Havard in Normandia risuonano nuovamente su Mosul. La stessa fonderia ha restaurato le campane di Notre-Dame de Paris, osserva Zenit.
Le iscrizioni sulle campane recano le frasi “La verità vi renderà liberi” e “Vi lascio la pace, vi do la mia pace”.
La riconsacrazione di Mar Toma è avvenuta con una cerimonia ortodossa, mentre giovedì è seguita la riconsacrazione di Al-Tahira.
L'inaugurazione laica, celebrata congiuntamente per entrambe le chiese, ha segnato la riapertura ufficiale al pubblico degli edifici per gli abitanti di Mosul.
Il patriarca Louis Raphaël Sako, capo della Chiesa caldea irachena, ha presieduto la riapertura di Al-Tahira. Ad affiancarlo c'erano il patriarca siriaco ortodosso Mor Ignatius Aphrem II, il ministro della Cultura iracheno Ahmed al-Badrani, il governatore di Ninive Abdul Qadir al-Dakhil, l'ambasciatore francese Patrick Durel e rappresentanti dell'UNESCO e dell'Œuvre d'Orient, secondo quanto riportato dalla Syriac Press.
Sako ha descritto la riapertura «Non si tratta solo di restaurare delle pietre, ma di ripristinare la fiducia: un messaggio di pace e speranza per la popolazione di Mosul e di tutto l’Iraq». Ricordando le 13 chiese caldee e i tre monasteri che un tempo esistevano a Mosul, ha detto che la maggior parte di essi ora sono in stato di abbandono. Ha ricordato ai presenti che Mosul «era una roccaforte cristiana molto prima dell'arrivo dei musulmani alla fine del VII secolo».
Rivolgendosi alla folla, ha esortato alla «fiducia reciproca e alle relazioni umane, fraterne e nazionali», avvertendo che «l'estremismo e il settarismo non potranno mai costruire uno Stato o la pace». Ha sottolineato la necessità di ricostruire la società «sui valori della fratellanza, del rispetto e dell'accettazione degli altri».
In una critica diretta al Movimento Babylon, sostenuto dall'Iran, un partito politico iracheno guidato da Rayan al-Kildani, ha affermato: «Noi cristiani non abbiamo milizie e, se tali gruppi esistono, non hanno nulla a che vedere con l'etica cristiana e noi non li riconosciamo».
Ha esortato affinché i cristiani in Iraq possano vivere con pieni e uguali diritti nell'ambito di coerenti strategie legali, politiche e di sicurezza.
Si ritiene che Mar Toma sia stata costruita nel luogo in cui l'apostolo Tommaso soggiornò durante il suo viaggio verso l'India, mentre Al-Tahira commemora un'apparizione mariana che avrebbe protetto la città dagli invasori persiani nel 1743. Entrambe le chiese hanno a lungo rappresentato un punto di unione tra cristiani e musulmani a Mosul.
Il restauro delle due chiese faceva parte del programma “Mosul Mosaic” di Aliph, che mira a ripristinare i monumenti culturali danneggiati durante il conflitto. Prima di iniziare la ricostruzione, le squadre hanno dovuto rimuovere le mine antiuomo e gli ordigni inesplosi lasciati dalle forze dell'ISIS.
Fonte: The Christian Post via HRWF