Altri confini

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Fabrizio d'Agostini

Attualmente molto si parla di confini. La difesa dei confini esterni dell'Europa; la difesa dei confini esterni dell'Italia.
Questa esigenza è divenuta una sorta di motivo ricorrente proprio mentre praticamente tutto dimostra l'inutilità della difesa dei confini esterni.

I paesi, i popoli, gli Stati sono da decine di anni invasi dalle multinazionali, Samsung, Nestlé e ancora Coca Cola e Mc Donald ... il sistema finanziario controlla l'Unione ed essere ricchi o poveri e poter lavorare o meno, dipende solamente dai movimenti finanziari e fiscali e dal costume e non certo da alcuni milioni di migranti che si affannano ad entrare in Europa.

In realtà come in tutte le diaspore della storia occidentale, alla fine le migrazioni dovrebbero essere un bene, ma anche ammettendo che non sia sempre così e che in qualche modo, che non vedo, si possano giustificare in maniera oggettiva i muri dell'Ungheria e si possa sostenere che siano stati e siano nell'interesse degli ungheresi, in un mondo globale l'invasione è già avvenuta ed è ormai completa,  presente nelle case delle famiglie ungheresi così come è presente fra le cataste di legna della via Pal o dell'Orto Botanico.

Vi sono però confini che davvero rischiano di venire attraversati e forse sono già stati ripetutamente attraversati. Sono confini ben più importanti di quelli segnati sugli atlanti politici e sono i confini che l'occidente si è dato nel 1948, dopo che armate formidabili avevano attraversato ogni confine possibile in tutti i continenti. Sono i confini segnati dalla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo; dall'atto fondativo dell'Unione Europea; dalla Costituzione italiana; nel '50, a Roma, dalla  Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo e delle Libertà fondamentali" (CEDU) e poi dalla carta di Nizza.

Questi confini, sono un modello di umanità e civiltà, sono sia la nostra identità sia i nostri confini e sono ben più importanti di quelli fisici, geografici.

Sono nelle dichiarazioni, nelle fondazioni, nelle convenzioni, nelle costituzioni. Sono  i confini dell'occidente e in particolare i confini dell'Europa.

Questi confini invisibili ma formidabili sono confini posti al pensiero, alle emozioni, alla comunicazione, alla morale. Sono i confini attuali dello spirito umano che dovrebbero essere difesi a tutti i costi.

L'evidenza è quello che si sente. È l'emozione che si prova. Con la nuova politica sulla migrazione di alcuni paesi comunitari, quello che è venuto meno è l'orgoglio di essere europei, la superiorità morale - per quanto tormentata - rispetto gli altri paesi e il grande senso di giustizia. Non valeva certo la pena perderli per difendere confini materiali.

Ormai quel confine invisibile è stato attraversato.

Resta la nostalgia.

Fabrizio d'Agostini

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