In vista della Giornata internazionale dei diritti umani del 2024, la Chiesa valdese di Piazza Cavour a Roma ha ospitato una mostra d'arte sui diritti umani patrocinata da Amnesty International e dall'Istituto Europeo dei Diritti Umani (IDHAE, Institut des droits de l'Homme des Avocats européens). L'evento mirava a onorare pacificamente coloro i cui diritti sono stati violati. Gli artisti si sono riuniti nella Sala Dionigi e hanno utilizzato i loro dipinti per sottolineare le loro preoccupazioni per i diritti umani.
L'organizzatore ha dichiarato: «La mostra è permanente e itinerante. Presto la vedremo in sedi istituzionali in altre città d'Italia e, speriamo, anche all'estero».
L'8 dicembre, alle 16.30 ora locale, la presidente della Chiesa valdese Laura Ronchi ha inaugurato ufficialmente la mostra. Emanuela Claudia del Re, rappresentante speciale dell'Unione Europea per il Sahel, è intervenuta alla cerimonia di inaugurazione, sottolineando come i diritti umani siano diventati sempre meno importanti nelle discussioni pubbliche, defininendoli la sfida principale del secolo.
Emanuela Claudia del Re interviene alla cerimonia di inaugurazione
Nella sala della mostra sono stati esposti in modo ordinato 83 dipinti che ritraggono le vittime di abusi dei diritti umani in tutto il mondo. Si tratta di persone di ogni estrazione sociale, tra cui insegnanti, attivisti per i diritti umani e civili. Alcuni sono stati rilasciati, mentre altri sono morti a causa della persecuzione subita.
Ogni opera d'arte dimostra l'universalità delle questioni relative ai diritti umani nei diversi Paesi, raccontando al contempo in modo silenzioso le lotte che le persone hanno dovuto affrontare nel corso degli anni per difendere i diritti umani.
Ritratto di Mahsa Amini - Iran
Un dipinto raffigura l'iraniana Mahsa Amini, arrestata il 13 settembre 2022 per aver presumibilmente omesso di indossare correttamente l'hijab. Ai parenti che erano con lei in macchina è stato detto che avrebbe seguito un breve corso di rieducazione. Tuttavia, tre giorni dopo è morta mentre era ancora sotto la custodia della polizia.
Ritratto di Alexei Navalnyj - Russia
Un altro dipinto raffigurava Alexei Navalnyj, fondatore della Fondazione anticorruzione della Russia. Navalny è stato preso di mira per le sue critiche al regime attraverso la partecipazione a eventi sui diritti umani, le sue prospettive e le sue opere d'arte. Nel 2017 ha subito un attacco chimico che lo ha reso parzialmente cieco. Arrestato nel 2021. Nell'ottobre dello stesso anno ha ricevuto il Premio Sakharov del Parlamento europeo per la libertà di pensiero. Nello stesso mese è stato inserito nell'elenco dei terroristi dalla Commissione penitenziaria russa e il 25 dicembre 2023 è stato trasferito nel carcere di Kharp (60 chilometri a nord del Circolo Polare Artico) per scontare la pena. Il 16 febbraio 2024 è stato trovato morto in prigione.
Ritratto di Narges Mohammadi - Iran
La mostra ha messo in evidenza anche l'attivista iraniana per i diritti umani e premio Nobel per la pace Narges Mohammadi. La vincitrice del Premio Nobel per la Pace 2023 è stata imprigionata più volte. È stata detenuta a Shahr-e Rey, a Teheran, dove è stata sottoposta a isolamento e tortura e le è stata negata l'assistenza medica.
Persone che osservano i dipinti e discutono
Ritratto di Zhang Zhan - China
La vittima dietro le sbarre è la giornalista cinese Zhang Zhan. È una cristiana accusata dalle autorità di “aver provocato litigi e problemi” per aver fatto un reportage sul COVID-19 ed è stata imprigionata per quattro anni. Il 13 maggio 2024, Zhang Zhan è stata rilasciata. Il 18 novembre dello stesso anno è stata nuovamente arrestata dalle autorità con l'accusa di “aver scatenato liti e provocato problemi” per aver soccorso degli attivisti democratici. Attualmente è detenuta nel Centro di Detenzione della Nuova Area di Shanghai Pudong.
«Da quando Xi Jinping è salito al potere, la situazione dei diritti umani in Cina è peggiorata rapidamente», ha dichiarato ai giornalisti una cristiana della Chiesa di Dio Onnipotente. Si chiama Wang Xiuqin ed è fuggita in Italia a causa delle persecuzioni subite per la sua fede. Come vittima di violazioni dei diritti umani, lei e altri cristiani con esperienze simili sono venuti a esprimere il loro sostegno all'evento.
Hanno detto di aver provato una libertà senza precedenti in Italia, che qui la loro fede è rispettata e che questa mostra li ha fatti sentire al sicuro. Sperano anche di parlare per coloro che vivono ancora nell'oscurità per mezzo di queste attività.
I cristiani cinesi perseguitati scattano una foto con l'organizzatore dell'evento
Fonte: ADHRRF