Libertà religiosa: al via le intese coi gruppi minoritari in Italia e Austria

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Nel mese di Giugno 2015 due importanti organizzazioni religiose europee hanno ottenuto il riconoscimento dai rispettivi Stati: la Chiesa dell'Unificazione in Austria e l'Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai in Italia.

Il primo a dare l'annuncio relativo alla Chiesa dell'Unificazione è stato FOREF (Forum for Religious Freedom in Europe) che, il 15 Giugno 2015, ha dato la notizia che la Chiesa dell'Unificazione era stata appena registrata dall'Ufficio austriaco degli Affari Religiosi (Kultusamt). Questo importante passo si è verificato a 40 anni dall'interdizione che aveva colpito la comunità austriaca della Chiesa fondata dal Rev. Moon.
Oggi i suoi membri hanno finalmente ottenuto dal governo federale il riconoscimento del loro status di "comunità confessionale". Questo riconoscimento, in Austria, è stato concesso ad altre sette comunità confessionali, e non comporta alcun privilegio. La branca austriaca della Chiesa dell'Unificazione era stata, in passato, accusata di "minacciare la sicurezza e l'ordine pubblico", attraverso i suoi insegnamenti e le sue pratiche. Un'accusa, questa, che era stata ripetutamente sostenuta da "esperti di sette" e accolta dal Governo Federale Austriaco, che, tuttavia, oggi la disconferma, così come avevano fatto, fin dagli anni ottanta, molti sociologi e studiosi accademici della religione.

Anche la Soka Gakkai, in Giappone, ha attraversato momenti storici difficili, negli anni novanta e, in Italia, specialmente agli inizi degli anni duemila, quando, da un certo numero di membri, furono sollevate accuse su alcune prassi che la dirigenza aveva messo in atto in alcune sedi del movimento. Anche in questo caso il ruolo di ex membri ostili ha avuto una certa importanza nella diffusione di siti e forum molto critici verso l'organizzazione, che, però, ha registrato una continua crescita nel nostro paese: dai 13000 del 1993 agli attuali 75.000 membri (dati Cesnur 2015). L'Intesa fra la Repubblica Italiana e l'Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai è stata firmata a Firenze il 27 Giugno 2015 dal presidente del Consiglio Matteo Renzi.

Questi due movimenti religiosi, pur essendo molto diversi per storia, dottrina e prassi, hanno, tuttavia, attraversato vicissitudini e difficoltà molto simili: per esempio, insieme ad altre centinaia di gruppi diversissimi tra loro, sono stati inseriti, alla fine degli anni novanta, nella lista delle “sette pericolose” in Francia, Belgio e Italia. Per ciò che riguarda, in particolare, l'Italia, i due movimenti erano stati inclusi nel famigerato e più volte sconfessato Rapporto del Viminale del 1998, che si occupava di segnalare il pericolo "sette", a ridosso del Giubileo e ripetutamente accusati, dai media e da certa propaganda antisettaria, di fare il "lavaggio del cervello" ai loro membri.

Si tratta, infatti, di organizzazioni da sempre al centro di controversie, e accusate di essere "sette", come accade per molti altri gruppi spirituali minoritari, da quelli che non si definiscono religiosi, come per es. le associazioni di praticanti Yoga, oppure comunità come Damanhur, a quelli che invece rivendicano il loro essere "religione", come i due gruppi menzionati e molti altri.

Tra questi, il caso della Chiesa di Scientology, è, a suo modo emblematico, poichè da decenni difende strenuamente il suo status religioso, ottenendo anche significative vittorie nei tribunali di diversi Paesi (Stati Uniti, Svezia e Spagna, secondo i dati di Human Rights Without Frontiers - Newsletter del 4/11/2013)

Un altro elemento che accomuna Chiesa dell'Unificazione e Soka Gakkai è quello di avere entrambe dei leaders fondatori che sono stati accusati e indagati, in passato, per alcuni reati, amministrativi o penali: il defunto Rev. Moon, e Daisaku Ikeda. D'altra parte, gli stessi leaders, nel corso degli anni, hanno ricevuto premi e riconoscimenti da diverse Istituzioni nazionali e internazionali per i meriti che sono stati loro riconosciuti nella difesa della pace, della famiglia e dei diritti umani.

A dispetto dell'atteggiamento ostile che le istituzioni austriache e italiane hanno avuto in passato verso questi due movimenti, oggi questo duplice riconoscimento, preceduto da quello che è stato ottenuto da altre organizzazioni, non solo in Italia ma anche in altre nazioni europee, è un ulteriore passo avanti verso la promozione della libertà di religione e credo, secondo quanto stabilisce la legislazione europea. Queste vittorie del diritto e delle libertà testimoniano anche il fatto che l'azione di gruppi e persone interessate a stigmatizzare alcune minoranze religiose, nonostante il finanziamento, da parte di alcuni governi europei, di gruppi privati che svolgono il ruolo di "controllo" per loro conto, inevitabilmente si conclude con la sconfitta. Ciò avviene perchè il riconoscimento dello status religioso da parte di uno Stato, in nessun modo protegge quell'organizzazione in caso di violazione delle leggi del Paese in cui si trova. Nello stesso tempo, il suo essere "religione" non può essere messo in dubbio o negato da uno Stato, che, come tale, non ha nè il compito nè la capacità di distinguere le religioni buone da quelle cattive o dividere le religioni dalle "sette".

Ci sono attualmente altre associazioni stigmatizzate e accusate in vari modi che potrebbero, in futuro, vedere riconosciuto il loro status confessionale, senza, per questo, essere esonerate dall'osservanza delle leggi o addirittura sentirsi al di sopra della legge.

Le campagne persecutorie, le discriminazioni e le violazioni dei diritti delle minoranze, che si verificano in tutta Europa, testimoniano ancora una volta l'incapacità delle istituzioni europee di imporre le Linee Guida per la promozione e protezione della libertà di religione o credo, approvate nel Giugno 2013 a Lussemburgo, e di sanzionare, di conseguenza, gli Stati che le violano palesemente e ripetutamente.

Raffaella Di Marzio, Segretaria dell'European Federation for Freedom of Belief (FOB)

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