L'India proibirà le confessioni?

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PierLuigi Zocatelli

Un caso della Corte Suprema sulla Chiesa Siriana Ortodossa Malankarese suscita preoccupazioni anche tra i Cattolici.

di PierLuigi Zoccatelli — Cristiani Ortodossi Orientali e Cattolici Romani in India stanno osservando con preoccupazione un caso della Corte Suprema sulla confessione. La scorsa settimana, la Corte Suprema dell'India ha accettato di prendere in esame un ricorso presentato da tre membri laici della Chiesa Siriana Ortodossa Malankarese che sostengono che il requisito della confessione annuale, obbligatoria nella loro denominazione, viola il diritto alla privacy tutelato dalla Costituzione.

La causa fa seguito a due procedimenti penali, iniziati nel 2018, in cui sacerdoti della Chiesa Siriana Ortodossa Malankarese del Kerala erano accusati di aver abusato della confessione sollecitando donne penitenti ad avere  rapporti sessuali e ricattando i mariti con la minaccia di rivelare i segreti delle loro mogli. Questi procedimenti penali sono ancora pendenti, alcuni sacerdoti sono tuttora in carcere, ma un'indagine canonica svolta parallelamente dalla Chiesa Siriana Ortodossa Malankarese ha stabilito che i sacerdoti erano colpevoli e li ha spretati.

Dopo questo episodio, un membro laico della Chiesa ha intentato una causa presso l'Alta Corte del Kerala, chiedendo ai giudici di dichiarare che l'obbligo di confessare i propri peccati a un sacerdote è una violazione delle disposizioni costituzionali dell'India che proteggono la libertà individuale e la privacy. La corte non si è detta d’accordo, commentando che la libertà dei membri della chiesa era protetta dal loro diritto di lasciare la Chiesa Siriana Ortodossa Malankarese e di unirsi a una denominazione diversa in cui non era richiesta la confessione auricolare.

Questa sentenza è coerente con la giurisprudenza internazionale, che considera come parte intrinseca della libertà religiosa il principio secondo cui i tribunali laici non dovrebbero interferire sull'organizzazione interna di una religione. I membri insoddisfatti di com’è organizzata la loro religione possono semplicemente lasciarla.

Ora, tuttavia, tre laici hanno portato il caso alla Corte Suprema, sostenendo di non avere alcuna possibilità di vincere in Kerala. Il caso, preso in carico dalla Corte Suprema, include anche la richiesta di decretare che il requisito per cui ogni membro della Chiesa Siriana Ortodossa Malankarese debba contribuire finanziariamente alla chiesa è contro la Costituzione.

La Chiesa Ortodossa Siriana Malankarese richiede che i membri si confessino almeno una volta l’anno. Le parrocchie tengono un registro delle confessioni e, teoricamente, i membri che non accettano di confessarsi o si rifiutano di contribuire finanziariamente, possono essere esclusi dalla comunità, sebbene la chiesa insista sul fatto che questo non accade quasi mai.

L’influente Commissione Nazionale per le Donne ha affermato che vietare la confessione obbligatoria è solo un primo passo e ha chiesto una legge che vieti la confessione auricolare in generale, sostenendo che può essere utilizzata per abusare sessualmente delle donne. Ciò ha suscitato una forte reazione anche da parte della Chiesa Cattolica Romana, che chiede ai suoi membri di confessarsi almeno una volta l’anno (sebbene non ci siano sanzioni per coloro che non lo fanno).

Il divieto della confessione proposto “tradisce una totale mancanza di comprensione della natura, del significato, della santità e dell'importanza di questo Sacramento per il nostro popolo; e anche l'ignoranza delle rigide leggi della Chiesa per prevenire qualsiasi abuso ", ha detto il Cardinale Oswald Gracias, Arcivescovo di Mumbai e membro del Consiglio Vaticano dei Cardinali Consiglieri, il cosiddetto C-7. Tale divieto "sarebbe una violazione della libertà di religione garantita dalla costituzione del paese”, ha detto Gracias.

Il caso della Corte Suprema rappresenta un pericolo per due motivi. In primo luogo, una sentenza che chiede alla Chiesa Siriana Ortodossa Malankarese di eliminare i requisiti che i devoti si confessino almeno una volta l’anno e contribuiscano finanziariamente ai bisogni della chiesa, rappresenterebbe una chiara interferenza dello stato laico negli affari interni di un ente religioso e creerebbe un pericoloso precedente. In secondo luogo può, di fatto, portare a un divieto totale della confessione auricolare.

Nella storia è successo che dei sacerdoti abusassero della confessione, anche per scopi sessuali. La Chiesa Cattolica considera questo "crimine di sollecitazione" (favori sessuali attraverso la confessione) uno dei crimini più gravi che un sacerdote possa commettere e motivo per l'immediata riduzione allo stato laico e persino la scomunica. Anche la Chiesa Siriana Ortodossa Malankarese ha agito rapidamente contro i preti canaglia che hanno abusato delle confessioni.

Può sempre succedere che avvengano degli abusi, ma questo non è un motivo per buttare via il bambino con l'acqua sporca. I sermoni possono essere usati per incitare alla violenza, ma questo non è un motivo per vietare i sermoni religiosi in generale. Già gli antichi romani lo dicevano nel modo più chiaro possibile: abusus non tollit usum, l'abuso di una pratica non è motivo per vietarla. Il rischio è che, nell'attuale clima culturale indiano, ciò che si promuoverebbe sarà l'abuso del Cristianesimo.


PierLuigi Zoccatelli insegna Sociologia delle religioni presso la Pontificia Università Salesiana, Torino, Italia, ed è vicedirettore del CESNUR, il Centro di Studi sulle Nuove Religioni. È autore di numerosi libri e articoli sul soggetto dei nuovi movimenti religiosi e dell'esoterismo occidentale, e co-autore dell’Enciclopedia delle Religioni in Italia, ampiamente recensita.

Fonte: Bitter Winter

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