Spot integrazione, gli intellettuali latitano e la Rai tace

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integrazione

di Michele Anzaldi

Pochi giorni fa la nota giornalista, arabista, esperta di Islam europeo e immigrazione Karima Moual insieme ad un gruppo di intellettuali e studiosi inviava a me e alla Commissione vigilanza Rai due brevi lettere in cui evidenziava più volte e a più riprese quanto i media italiani "con in testa il servizio pubblico, non siano riusciti ad essere rappresentativi nel racconto della pluralità, costituita dalle comunità straniere, con le quali ci troviamo a convivere ogni giorno. Ancor di più questo vale per la comunità islamica, che si trova ad affrontare molteplici sfide e minacce nella convivenza con le altre religioni."

Con forza Karima ribadiva che "mai come oggi è necessario ripensare ai modi della nostra comunicazione sui temi delle differenze culturali." Oggi sono io a scrivere e a lei ed a quel gruppo di studiosi per chiedere di valutare di intervenire in favore di una informazione "che dia spazio a un pluralismo intellettuale" del mondo arabo e islamico come lei ha richiesto con forza alla Rai.

Come certamente saprà da qualche giorno in rete sta girando un spot in favore dell'integrazione razziale in Marocco realizzato dalla fotografa franco-marocchina Leila Alaoui, morta a gennaio nell'attentato compiuto da Al Qaeda ad Ouagadougou, in Burkina Faso. Un video "anti razzismo" censurato da tutte le televisioni nazionali marocchine che si sono rifiutate di mandarlo in onda nonostante l'associazione che lo ha prodotto (la Bladi Bladek, di cui la Alaoui era presidente) fosse anche disposta a pagare.

Le immagini ci raccontano la discriminazione e le difficoltà che gli immigrati di origine subsahariana vivono quotidianamente in Marocco. Un contributo importante in favore dell'integrazione che mette a confronto le diverse condizioni di vita che marocchini e immigrati si trovano ad affrontare pur vivendo negli stessi contesti: la scuola, l'università, il quartiere.

Perché, dunque, non mobilitarsi in favore di una comunicazione, cito le sue parole, "fondamentale per la nostra convivenza"? Tra i tanti firmatari con lei della prima "missiva" destinata alla Rai (Biancamaria Scarcia Amoretti, Massimo Campanini, Paolo Branca, Giancarlo Bosetti, Lorenzo Declich, Igiaba Scego, Mohamed Hashas, Moulay Zidane Al Amrani, Farian Sabahi, Alessandro Leogrande, Karim Metref, Giuseppe Acconcia, Stefano Allievi, Flavia Barca, Mohammed Khalid Rhazzali) nessuno la seguirebbe in questa "lotta" in favore dell'integrazione e della comunicazione in Marocco?

Sarebbe un bel segnale per il mondo e per la Rai che, ad oggi, non ha ritenuto opportuno dare un segnale di attenzione al vostro appello, ai lettori dei giornali, a me in quanto commissario della Commissione di vigilanza (ma io ho già avuto ampi spazi per dire la mia sulla comunicazione e trasparenza della Rai) e soprattutto allontanerebbe ogni dubbio sull'ennesimo caso di sindrome di Nimby (Not in my back yard).

(Fonte: http://www.huffingtonpost.it/michele-anzaldi/spot-integrazione-gli-inte…)

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