Vaticano contro Italia sul nuovo disegno di legge sull'omofobia: perché è una questione di libertà religiosa

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Marco Respinti

Il Vaticano sostiene che la nuova legge violerebbe il Concordato tra Italia e Santa Sede, un trattato internazionale. Non si tratta di diritti LGBT, ma di libertà di religione o di credo.

di Marco Respinti — Il Senato italiano sta ora discutendo cosiddetta “legge Zan”, dal nome del suo estensore originale, il deputato Alessandro Zan, del Partito Democratico, che la Camera dei Deputati ha approvato il 4 novembre 2020. Coloro che sono favorevoli al disegno di legge sostengono che esso si limita ad estendere alle persone LGBT+ (e ai portatori di handicap) le disposizioni di una legge del 1993 (nota come "Legge Mancino") contro l'incitamento all'odio, la discriminazione e la violenza per motivi di razza, etnia, religione e identità nazionale, aggiungendo anche l'orientamento sessuale e gli handicap alle categorie protette da quella legge. Ma i critici (tra i quali, tra l'altro, ci sono anche alcuni importanti omosessuali e attivisti femministi) citano alcuni difetti nella legge, mentre approvano le disposizioni contro ogni tipo di violenza e incitamento alla violenza contro le persone LGBT+ (inutile dire che questa è anche la mia posizione). Ci sono due obiezioni principali.

L’obiezione principale

In primo luogo, le attuali leggi italiane già puniscono l'odio, la discriminazione e la violenza contro le persone LGBT+. Infatti, se identificati, gli autori di crimini d'odio contro chiunque, comprese le persone LGBT+, vengono arrestati, citati in giudizio e, se riconosciuti colpevoli, scontano pene detentive. Questo sembrerebbe risolvere la questione, ma il "disegno di legge Zan" introduce una novità. Oltre al sesso, al genere e all'orientamento sessuale, protegge anche l'"identità di genere". L'articolo 1, comma d, del "disegno di legge Zan" definisce "l'identità di genere" come "l'autopercezione percepita e manifestata del proprio genere, anche se non corrispondente al proprio sesso [biologico], indipendentemente dall'aver concluso un percorso di transizione". Ma una "identità di genere percepita", sostengono i critici della legge, non è unanimemente accettata e non può essere chiaramente definita, aprendo così la strada a interpretazioni arbitrarie.

Il rischio, dicono i critici, è che ogni espressione di critica legittima della nozione di "identità di genere" da parte di chiunque possa essere interpretata come discorso di odio, limitando in tal modo la libertà di espressione. Ma c'è di più. I critici sostengono che nel caso di preti e pastori, rabbini e imam, catechisti o semplici credenti religiosi, ogni critica teologica, filosofica e morale di qualsiasi comportamento sessuale basato sulla religione e la teologia potrebbe essere etichettata come "hate speech", e il presunto trasgressore portato in tribunale. È il caso anche degli agnostici o degli atei, che potrebbero essere sanzionati se esprimono opposizione a uno specifico comportamento sessuale sulla base della propria filosofia laica.

Infatti, l'articolo 4 del "disegno di legge Zan", sostiene di proteggere la libertà di espressione nel campo ma, solo se le dichiarazioni non creano un "pericolo di discriminazione" (o di violenza). I critici temono che un prete, un pastore, un rabbino, un imam o un predicatore laico che predichi, per esempio, che coloro che hanno contratto un'unione tra persone dello stesso sesso dovrebbero essere censurate dalla relativa comunità religiosa, o che faccia una lezione al suo gregge contro il matrimonio omosessuale, possa essere accusato di creare una situazione che porti a un "pericolo di discriminazione". Il problema, dicono i critici, non è se siamo d'accordo o meno con tali dichiarazioni. È se una legge dovrebbe impedire ai credenti religiosi di esprimerle liberamente.

Un problema accessorio è l'articolo 7, che istituisce il 17 maggio come Giornata nazionale contro ogni forma di omofobia, da celebrare in tutte le scuole. I critici del progetto di legge temono che questo possa costringere le scuole religiose e gli insegnanti che hanno opinioni alternative sull'omosessualità basate sulla loro religione, a insegnare qualcosa con cui non sono d'accordo, e ad essere sanzionati se non lo fanno.

La risposta del Vaticano

Mgr. Paul Richard Gallagher, Vatican Secretary for Relations with the States
Mons. Paul Richard Gallagher (credits).

Ora, con una mossa senza precedenti, il Vaticano ha chiesto al governo italiano di riconsiderare alcune disposizioni del "disegno di legge Zan", perché potrebbero violare il Concordato tra la Repubblica italiana e la Santa Sede, e quindi la libertà religiosa.

Il 17 giugno, mons. Paul Richard Gallagher, segretario vaticano per i rapporti con gli Stati (in sostanza, un viceministro vaticano degli affari esteri) ha consegnato una "nota verbale" (questa è la definizione tecnica) all'ambasciata italiana presso la Santa Sede.

Il più importante quotidiano italiano, Corriere della Sera, ha pubblicato la frase centrale di quella "nota verbale": «Alcuni contenuti attuali della proposta legislativa in esame presso il Senato riducono la libertà garantita alla Chiesa Cattolica dall’articolo 2, commi 1 e 3 dell’accordo di revisione del Concordato».

Il Concordato, noto anche come "Patti Lateranensi", fu firmato dal Regno d'Italia e dalla Santa Sede l'11 febbraio 1929. Nel 1948, fu inserito nella Costituzione della Repubblica Italiana all'articolo 7, e nel 1984 fu rivisto. L'articolo 2, comma 2, della revisione del 1984 concede alla Chiesa cattolica "libertà di organizzazione, libertà di culto pubblico e libertà di esercizio dell'insegnamento e del ministero episcopale", mentre il comma 3 concede "ai Cattolici e alle loro associazioni e organizzazioni piena libertà di riunione e di manifestazione del pensiero con parole, testi e ogni altro modo di condivisione".

È importante notare che, a differenza degli "intese" con le altre religioni (una parola solitamente tradotta anche in inglese come "concordati"), il Concordato del 1929/1984 con la Chiesa Cattolica non fu stipulato tra l'Italia e i rappresentanti italiani della Chiesa Cattolica. Si tratta di un trattato internazionale siglato con uno stato straniero, il Vaticano, e come tale, sempre a differenza delle "intese", può essere contestato solo in sedi internazionali.

Perché il Vaticano è intervenuto invocando il diritto internazionale? La Santa Sede teme che la libertà di insegnare la sua dottrina tradizionale sull'omosessualità possa esporre sacerdoti e laici alle gravi sanzioni imposte dalla legge contro coloro che creano un "pericolo di discriminazione". Naturalmente, all'interno della Chiesa Cattolica, ci sono diverse posizioni sull'omosessualità. Quello che il Vaticano sta cercando di fare è proteggere l'espressione di tutte, sia conservatrici che liberali.

Le accuse al Vaticano di interferenze con la politica italiana stanno crescendo, ma questo è un falso problema. Il Concordato è un trattato internazionale, non una parte del diritto interno italiano. Quando l'Italia ha firmato questo trattato, ha garantito a vescovi, sacerdoti e laici cattolici un'immunità dai procedimenti giudiziari quando insegnano ciò che il Vaticano ritiene essere parte, o entro i confini, della dottrina Cattolica, non importa se questi insegnamenti sono impopolari, o non condivisi dai non Cattolici (o anche da una parte dei Cattolici).

Non si tratta del potere del Vaticano e nemmeno dei diritti LGBT. Si tratta di libertà religiosa. Il "disegno di legge Zan" riguarda gli omosessuali, ma altri disegni di legge possono impedire alle religioni di creare un "pericolo di discriminazione" contro i loro ex-membri espulsi, o ai politici che possono essere scomunicati dal promuovere certe leggi, o dal criticare le leggi dello stato su una varietà di questioni, dalle politiche sociali all'immigrazione. Mentre il Concordato è unico nella sua natura di trattato internazionale, altre religioni possono avere rimedi interni basati sulle loro "intese", o sul principio generale della libertà di religione o di credo, che è protetto dalla Costituzione italiana e dalla Convenzione Europea dei Diritti Umani. La dichiarazione del Vaticano, in questo senso, può essere utile anche ai non Cattolici.

Fonte: Bitter Winter

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