Dibattito sulle violazioni della Libertà di religione o credo nell’informazione televisiva

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Il 23 Giugno 2016, presso la Federazione Nazionale della Stampa Italiana, si è tenuto il Convegno “L'informazione televisiva al servizio del Vaticano", promosso e organizzato da Enzo Marzo, della Fondazione Critica Liberale.

Hanno partecipato: Enzo Marzo, moderatore, Alberto Airola, senatore(M5S), membro della Commissione di Vigilanza Rai, Vittorio Emiliani, giornalista, già membro del Cda della Rai-Tv, Claudio Paravati, direttore della rivista “Confronti”, Vincenzo Vita, già membro del Cda della Rai-Tv, il prof. Sergio Lariccia, e la segretaria di F.O.B. (European Federation for Freedom of Belief) Raffaella Di Marzio, che ha presentato il ricorso della Federazione inviato all'Agcom nel mese di Aprile 2016.

Nel corso dell’evento i relatori hanno messo in evidenza innanzitutto i dati che testimoniano la violazione degli articoli della Costituzione e delle leggi vigenti, in Unione Europea e in Italia, e persino le disposizioni della stessa Commissione di vigilanza RAI, in relazione ai tempi e spazi messi a disposizione delle confessioni religiose presenti in Italia dalla televisione di Stato.

La sproporzione di spazi e tempi dedicati alla Chiesa Cattolica richiede un intervento importante e immediato del Garante, richiesto da FOB in un esposto che richiama tutte le iniziative precedenti finalizzate a ottenere il rispetto delle leggi da parte della Televisione di Stato.

I relatori hanno citato la discriminazione nei riguardi delle confessioni con Intesa, di quelle senza Intesa, come i musulmani, di cui la televisione si occupa prevalentemente quando si verificano atti terroristici, diffondendo un’idea errata della religione islamica, identificandola come unica causa di azioni criminali che hanno alla base motivazioni molto più complesse,  e anche la parzialità dell’informazione nei riguardi della stessa Chiesa cattolica, della quale vengono presentati solo alcuni aspetti, parziali, che non danno ragione della complessità del mondo cattolico e del dibattito che vige al suo interno su molte questioni.

La segretaria di FOB, prendendo le mosse da queste riflessioni, pienamente condivisibili, ha aggiunto un’ultima categoria di gruppi discriminati, quelli che non solo non hanno un’intesa ma nemmeno la chiedono, oppure se la vedono rifiutata, e che generalmente sono identificati dagli studiosi come Nuovi Movimenti Religiosi. Di questa categoria di gruppi e movimenti sui generis la televisione di Stato si interessa solo quando ne può parlare in prospettiva “criminogena”, definendoli “sette”, un termine  utilizzato spesso nelle trasmissioni di intrattenimento della RAI, ma anche nei telegiornali e nei talk show di bassa levatura culturale, che sono, purtroppo, la maggioranza.

Il fenomeno della stigmatizzazione delle minoranze religiose da parte dei media non è solo italiano, FOB se ne è occupata anche in sede OSCE, insieme ad altre ONG, e rappresenta uno dei modi più comuni ed efficaci di attaccare gruppi minoritari del tutto innocui: esso  rappresenta una grave violazione  anche delle Linee Guida dell’Unione Europea (FoRB), il documento che rappresenta l’ossatura fondamentale dello Statuto di FOB.

La segretaria di FOB ha ribadito l’impegno della Federazione a non lasciar cadere l’iniziativa che ha avuto inizio con l’invio dell’esposto all’Agcom e a portare avanti questa battaglia per la difesa della libertà di credere e non credere anche in sede OSCE, per mezzo del suo rappresentante.

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Videoregistrazione del Convegno:

https://www.radioradicale.it/scheda/479383/linformazione-televisiva-al-servizio-del-vaticano

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