di Bitter Winter — Studiosi e attivisti per i diritti umani protestano contro lo scandalo dell'affitto di un parco da parte di Shincheonji cancellato con un pretesto all'ultimo minuto a seguito di una campagna diffamatoria.
Egregio Signor Presidente Yoon Suk Yeol:
Siamo studiosi di religione e attivisti per i diritti umani di vari paesi del mondo, preoccupati per il crescente numero di violazioni della libertà di religione o di credo in tutto il mondo. Ammiriamo il ricco e vibrante patrimonio religioso e il pluralismo della Corea del Sud e siamo grati al governo sudcoreano per la sua partecipazione agli sforzi internazionali che denunciano le violazioni della libertà religiosa nei paesi totalitari.
È altrettanto importante che gli Stati democratici non si espongano alla critica di aver essi stessi violato i principi internazionali della libertà di religione o di credo.
Ci prendiamo la libertà di scriverle per esprimere la nostra preoccupazione per un recente episodio che, a nostro avviso, ha violato la libertà religiosa di un particolare gruppo religioso, la Chiesa di Gesù Shincheonji, il Tempio del Tabernacolo della Testimonianza (in breve, Shincheonji).
Siamo consapevoli del fatto che alcuni gruppi cristiani sudcoreani considerano Shincheonji “eretico”. Lo scambio di accuse di eresia è un'attività antica quanto la religione, come pure la critica teologica e, quando non degenera in discorsi di incitamento all'odio e alla violenza, è protetta dalla libertà religiosa. È tuttavia un'altra questione quando dei gruppi religiosi chiedono agli Stati democratici di agire come loro "braccio secolare" per limitare la libertà degli "eretici".
Shincheonji ha affittato l’ Imjingak Pyeonghwa Nuri Park a Paju per un "Forum dei leader religiosi e una cerimonia di laurea" dal 29 al 31 ottobre 2024. L’affitto è stato approvato il 22 luglio e la tassa è stata interamente pagata il 2 ottobre alla Gyeonggi Tourism Organization. L'evento era puramente religioso e non politico. Non erano in programma discussioni su questioni relative alla Corea del Nord e le autorità locali ne erano a conoscenza.
Erano attese circa 100.000 persone, tra cui ospiti internazionali e dignitari. Secondo quanto riferito, Shincheonji ha speso circa 7 milioni di dollari per l'evento.
Il 16 ottobre, Paju è stata designata “zona a rischio” per la possibile propaganda nordcoreana per mezzo di palloni o droni. Lo stesso giorno, tuttavia, Shincheonji ha incontrato le autorità locali le quali hanno confermato che il loro evento era conforme alle normative relative alle “zone a ischio”. Ciò è stato ribadito dalle autorità di Gyeonggi-do il 23 e il 28 ottobre, che hanno dichiarato pubblicamente di non avere intenzione di cancellare l'evento. Anche una verifica della sicurezza ha confermato la conformità di Shincheonji a tutte le normative.
A sinistra: due dei firmatari, Massimo Introvigne (a sinistra) e Willy Fautré (a destra) visitano il Palazzo della Pace di Shincheonji e incontrano il leader di Shincheonji, presidente Lee Man Hee (al centro).
A destra: Eileen Barker intervista il presidente Lee nel 2019.
Nel contempo, i cristiani fondamentalisti hanno presentato una petizione alle autorità locali, chiedendo loro di cancellare l'evento dell'organizzazione “eretica”.
Il 29 ottobre, mentre l'evento stava per iniziare e la maggior parte dei partecipanti era arrivata a Paju, il governatore di Gyeonggi-do Kim Dong-Yeon l'ha annullato, adducendo il timore che avrebbe potuto “provocato la Corea del Nord”. Il riferimento alla Corea del Nord era chiaramente un pretesto, poiché a Paju si tenevano regolarmente altri eventi di massa.
La Commissione Statunitense per la Libertà Religiosa Internazionale e altri organismi internazionali di vigilanza sulla libertà religiosa hanno già denunciato in passato le discriminazioni contro Shincheonji in Corea del Sud. Che queste discriminazioni continuino è intollerabile in un Paese democratico.
Il Comitato per i Diritti Umani delle Nazioni Unite nel suo Commento Generale n. 22 del 30 luglio, 1993, all'articolo 18 del Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici ha dichiarato che "L’applicazione dell'articolo 18 non è limitato alle religioni tradizionali o alle religioni e credenze con caratteristiche istituzionali o pratiche analoghe a quelle delle religioni tradizionali. Il Comitato vede quindi con preoccupazione qualsiasi tendenza a discriminare qualsiasi religione o credo per qualsiasi motivo, incluso il fatto che siano di nuova costituzione o rappresentino minoranze religiose che possono essere oggetto di ostilità da parte di una comunità religiosa predominante”.
Come amici sia della Corea del Sud che della libertà di religione o di credo, chiediamo rispettosamente che si svolgano indagini sull'incidente di Paju e che siano prese misure per prevenire ulteriori casi di discriminazione contro Shincheonji e altri gruppi minoritari e di risarcire Shincheonji per la perdita significativa subita a causa del trattamento ingiusto ricevuto.
12 Novembre 2024
Alessandro Amicarelli, Presidente, Federazione Europea per la Libertà di Credo (FOB), Londra, Regno Unito
Eileen Barker, professore emerito di sociologia delle religioni, London School of Economics, Londra, Regno Unito
Luigi Berzano, Professore di Sociologia dei Processi Culturali, Università di Torino, Italia
Stephen Eric Bronner, Direttore, Consiglio internazionale per la diplomazia e il dialogo, Parigi, Francia
Francesco Curto, Presidente, Fedinsieme (Faiths Together), Torino, Italia
Raffaella Di Marzio, Direttore, Centro per gli Studi sulla Libertà di Religione, Credo e Coscienza (LIREC), Roma, Italia
Willy Fautré, Direttore, Diritti Umani Senza Frontiere, Bruxelles, Belgio
Holly Folk, Professore di Storia Religiosa Americana, Western Washington University, Bellingham, WA, USA
Massimo Introvigne, Direttore generale, Centro Studi sulle Nuove Religioni (CESNUR), Torino, Italia
Karolina Maria Kotkowska, assistente professore, Centro per gli studi comparati delle civiltà, Università Jagellonica, Cracovia, Polonia
Camelia Marin, vicedirettore, Soteria International, Copenaghen, Danimarca
J. Gordon Melton, Distinguished Professor of American Religious History (in ritiro), Baylor University, Waco, Texas, USA
Hans Noot, Presidente, Fondazione Gerard Noodt per la libertà di religione o di credo, Langenboom, Paesi Bassi
Marco Respinti, direttore responsabile, rivista “Bitter Winter”, Milano, Italia
Bernadette Rigal-Cellard, professoressa emerita di studi nordamericani e studi religiosi, Università di Bordeaux Montaigne, Francia
Rosita Šorytė, Presidente, Osservatorio Internazionale per la Libertà Religiosa dei Rifugiati (ORLIR), Torino, Italia
Thierry Valle, Presidente, Coordinamento delle associazioni e dei privati per la libertà di coscienza, Parigi, Francia
María Vardé, Istituto di Scienze Antropologiche, Facoltà di Filosofia e Lettere, Università di Buenos Aires, Argentina
Martin Weightman, direttore, All Faiths Network, Londra, Regno Unito
Catherine Wessinger, Rev. H. James Yamauchi, S.J. Illustre professore di storia delle religioni, Loyola University New Orleans, LA, USA
Peter Zoehrer, Direttore Esecutivo, Forum per la Libertà Religiosa (FOREF), Vienna, Austria
Pubblicato anche in Bitter Winter