Lettera aperta al Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Brescia

Sezione:
Asia Bibi

Al Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Brescia
Al sindaco di Brescia

Egregio Avv. Frattini,
Egregio On. Del Bono,

la nostra Federazione opera sul territorio europeo per difendere e promuovere la libertà degli individui di credere o di non credere.

Lavoriamo sul piano culturale, accademico ed istituzionale per assistere i governi nel prevenire e laddove possibile nell’appianare problematiche legate agli abusi di diritti umani fondamentali fra cui in particolare la libertà religiosa, la libertà personale e la libertà di pensiero.

Diritti, questi, che se nel mondo sono (o dovrebbero essere) tutelati dai rispettivi statuti e dai trattati internazionali oltre che dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani del dicembre 1948, in Italia sono garantiti in primis dalla Costituzione.

Abbiamo recentemente seguito la questione di Asia Bibi, la sua travagliata e dolorosa vicissitudine giudiziaria, la risonanza internazionale che essa ha riscosso e la strumentalizzazione di cui è stata oggetto da parte di estremisti e agitatori politici.

Siamo in contatto con Aftab Alexander Mughal, editore della rivista Minority Concern Magazine, già Segretario Esecutivo della Commissione per la Giustizia e la Pace del Pakistan e, con Wilson Chowdhry, segretario della British Pakistani Christian Association. Del dott. Mughal un articolo pubblicato la scorsa settimana sul nostro sito Internet che trattava del caso in questione.

Ci rendiamo disponibili a mettere a frutto i nostri contatti per assistere la Città di Brescia nell’agevolare l’arrivo in Italia di Asia Bibi, collaborando con i fautori di questa lodevole iniziativa.

Sensibilizzare ampiamente sul tema della libertà religiosa e del suo inestricabile rapporto con l’integrazione culturale e sociale è uno degli obiettivi che FOB persegue sin da principio e in ogni ambito, accademico ed istituzionale. Ci mettiamo dunque a disposizione per fornire tutto il supporto che la Città potrebbe ritenere necessario in tal senso.

Cogliamo l’occasione per segnalarVi il volume, pubblicato alcune settimane fa dalla Pacini Giuridica, contenente gli atti del convegno internazionale tenutosi a Firenze in Gennaio scorso (Diritto e libertà di credo in Europa, un cammino difficile), nel quale vi sono relazioni dedicate a temi del tutto attinenti a quanto è avvenuto in Pakistan in reazione alla giusta assoluzione di Asia Bibi.

Ringraziamo sentitamente per l’attenzione.

Cordiali saluti

European Federation for Freedom of Belief (FOB)


Riproduciamo l'articolo del Giornale di Brescia per dare maggior visibilità a questa importante iniziativa.

Asia Bibi a Brescia: «Scelta coerente con la nostra storia»

10 nov 2018

Asia Bibi è rimasta in carcere per 9 anni e 4 mesi: nel 2010 era stata condannata a morte per blasfemia - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it

Asia Bibi è rimasta in carcere per 9 anni e 4 mesi: nel 2010 era stata condannata a morte per blasfemia

«Questa decisione è molto coerente con la nostra storia. Brescia si è sempre dimostrata capace di tutelare i diritti dell'uomo».

Il sindaco di Brescia Emilio Del Bono, accoglie l’appello ricevuto dal Consiglio dell’ordine degli avvocati a «non rimanere inerte» di fronte alla drammatica vicenda che da nove anni ormai coinvolge la pakistana Asia Bibi e i suoi familiari, che, scrive il presidente dell’ordine degli avvocati di Brescia, Luigi Frattini, in una lettera inviata al primo cittadino, «corrono un altissimo rischio di essere uccisi da gruppi di fanatici».

«Noi dobbiamo avere il coraggio di dare dei segnali forti in controtendenza quando avvertiamo che sono a rischio i diritti fondamentali - ha ribadito Del Bono - Abbiamo preso contatto con l'associazione pontificia e vediamo adesso come si evolve la situazione».

Porte aperte quindi per Asia, ma anche per la sua famiglia e per quella del tutore che si è preso cura di loro in questi nove anni e quattro mesi di disperazione, durante i quali la 47enne è stata reclusa nel carcere femminile con l’accusa di blasfemia e, con la sentenza del 2010, condannata a morte, prima di essere assolta in appello lo scorso 31 ottobre dalla Corte Suprema.

Nella lettera si chiede alla Loggia di offrire «ad Asia Bibi e ai suoi familiari la cittadinanza onoraria, come già due anni fa fece la città di Parigi, affinché possano a Brescia trovare adeguato rifugio» nel tentativo «di porre fine a tale barbarie». Di qui, la disponibilità del sindaco che sta attivando tutte le verifiche burocratiche necessarie e che intende chiedere supporto ad associazioni e parrocchie.

«Sulla cittadinanza onoraria vedremo, la priorità adesso è garantire sicurezza ad Asia e alla sua famiglia. Dopo il caso di Sana Cheema  - conclude il sindaco - continuiamo a lanciare segnali agli stranieri e agli itliani perchè il rispetto delle donne, la promozione umana e la non violenza sono per noi principi che valgono sempre».