OSCE 2015: Comunicato della European Federation for Freedom of Belief

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OSCE Office for Democratic Institutions and Human Rights
Human Dimension Implementation Meeting 2015

Working session 15: Fundamental freedoms II
Freedom of thought, conscience, religion or belief

COMUNICATO DELLA EUROPEAN FEDERATION FOR FREEDOM OF BELIEF (FOB)
riguardo la Libertà di credo in Italia

Mercoledì, 30 Settembre 2015

Sono Alessandro Amicarelli, esercito a Londra come avvocato specializzato in diritti umani e sono portavoce della European Federation for Freedom of Belief in acronimo FOB, che rappresento qui quest’oggi.

La nostra Federazione, registrata come gruppo portatore di interessi a Strasburgo e Bruxelles dal dicembre 2014, consiste di ONG ed individui operativi in 6 nazioni e la base si sta accrescendo.

Noi prestiamo cura affinchè tutti gli individui fruiscano del diritto alla libertà di pensiero - sia esso religioso, filosofico o spirituale - nel continente europeo.

Quest’oggi intendiamo focalizzarci principalmente su due argomenti, come segue:

Chiediamo ufficialmente al Governo Italiano di fornire un chiaro commento riguardo l’anomala Squadra Anti Sette - SAS - costituita il 23 Novembre 2006 con semplice lettera circolare del Capo della Polizia a quel tempo in carica - fornendo dati circa le attività svolte da questa unità del corpo di Polizia, gli effetti nel contrasto alle asserite attività criminali di gruppi religiosi semplicisticamente etichettati come sette e dare prova altresì del rapporto costo-benefici; considerato che ad oggi tutti i casi giudiziari avutisi a seguito delle investigazioni della SAS si sono conclusi a favore dei sospetti criminali che erano, invece, persone innocenti che hanno subìto un procedimento iniquo.

Al contempo evidenziamo come benché la Costituzione italiana riconosca il diritto alla libertà di pensiero e alla pratica religiosa a tutti gli individui e che la stessa previsione è contenuta nella CEDU, nondimeno due autorità regionali italiane, segnatamente Lombardia e Veneto, hanno approvato nel primo caso e proposto nel secondo, dure e restrittive legislazioni che impediscono a gruppi religiosi minoritari di costruire propri templi, chiese e moschee attraverso una lunga serie di requisiti che trovano applicazione solo nei confronti di gruppi minoritari, e a prescindere se essi abbiano o meno una Intesa con lo stato.

V’è da osservare inoltre che la precedente legislazione sui luoghi di culto, resa più aspra dalla nuova, ha causato quantomeno nel caso della Lombardia, la chiusura di diversi templi e chiese il cui numero può essere approssimativamente indicato in 50 unità nel solo 2013/14.

Per via di tale legislazione inoltre la popolazione musulmana residente in Lombardia non ha ancora, alla data di settembre 2015, una moschea propriamente detta.

Ciò evidenziato siamo ad insistere affinchè le autorità italiane prendano ogni iniziativa atta ad assicurare il pieno godimento della libertà religiosa da parte di tutti i gruppi religiosi, tanto nella forma del non imporre restrizioni tali da impedire la fruizione di tale diritto, quanto nella forma di adottare legislazioni nazionali che favoriscano un eguale trattamento di tutti gli individui e gruppi nel rispetto e come sancito nei testi della Costituzione italiana (artt. 3, 8, 19..) e degli strumenti internazionali di protezione dei diritti umani (PIDCP art. 18 / CEDU art. 9).

Grazie!

Alessandro Amicarelli, portavoce
per conto di FOB,
European Federation for Freedom of Belief