OSCE 2017 - Soteria International: Gli effetti della globalizzazione sullo sviluppo della libertà di coscienza, pensiero e religione

Sezione:
Soteria International

OSCE Office for Democratic Institutions and Human Rights
Human Dimension Implementation Meeting 2017.
Working session 12: Fundamental freedoms I (continued), including
freedom of thought, conscience, religion or belief

27 Settembre 2017

Gli effetti della globalizzazione sullo sviluppo della libertà di coscienza, pensiero e religione

La libertà di coscienza, pensiero e religione è uno dei diritti umani fondamentali riconosciuti a livello nazionale e internazionale. Nel contesto della globalizzazione, la sua portata si sta evolvendo, sorgono altre domande e quesiti riguardo alla sua applicazione.

Poiché il campo delle attività umane si estende oltre i regolamenti dello Stato-nazione, lo Stato che fa parte di organizzazioni internazionali regionali, che condividono gli stessi valori sociali o valori sociali simili, legalità e regole di coesistenza sociale, nella forma attuale diventano esse stesse violazioni libertà di coscienza, pensiero e religione.

La libertà di coscienza e di religione possono essere viste sotto due prospettive: quella interna che coinvolge la libertà dell'individuo di avere le proprie credenze sulla natura delle cose che lo circondano, la fede o la mancanza di fede nei valori di varie denominazioni. La prospettiva esterna è, infatti, la proiezione di quella interna, la libertà della religione che si materializza attraverso la libera esternazione delle convinzioni, delle credenze o dei valori della persona, di fronte ad altri individui e insieme con loro.

La libertà religiosa presenta diversi elementi chiave. Oltre al giusto diritto di credere in qualsiasi dio, idea o cosa, quella libertà include il diritto di condurre pratiche religiose e spirituali legate alla religione, il diritto di organizzare riunioni e manifestazioni pubbliche di natura religiosa, il diritto di costruire luoghi di culti e oggetti, il diritto di promuovere la propria religione in modo pacifico e non offensivo.

Nella nostra società globalizzata, stiamo assistendo a una limitazione della libertà di scegliere un cammino spirituale, perché la società comprende le azioni degli individui basandosi un paradigma locale di comportamento appropriato per le regole della vita sociale di una determinata regione.

D'altra parte, la globalizzazione ha portato all'espansione del campo del comportamento umano.

Possiamo quindi parlare, ad esempio, di alcune religioni, che prescrivono rituali e pratiche, che non possono avere un equivalente nel culto Cristiano - predominante nell’Unione Europea e in Occidente. Alcuni di questi riti e pratiche possono sembrare insoliti o strani nel paradigma occidentale, superando il limite di comodità creato dalle norme tradizionali.

Tuttavia, indipendentemente dalle nostre abitudini personali e percezioni soggettive, questi riti e pratiche sono assolutamente legittimi e normali, finché rimangono pacifici e non offensivi.

Rispettare la libertà degli individui di avere e creare le proprie convinzioni spirituali e rispettare la volontà di ciascuno di seguire il cammino spirituale adatto al proprio sistema personale di valori è imperativo.

Tuttavia, l'ordine sociale e le regole della coesistenza sociale devono adeguarsi ai mutamenti che si stanno verificando a livello sociale, senza limitare abusivamente i diritti e le libertà fondamentali dell'uomo.

In una società democratica fondata sullo stato di diritto, tutti i diritti fondamentali, compreso il diritto alla libertà di religione, sono diritti individuali che appartengono a ciascun individuo, indipendentemente dall'affiliazione alla maggioranza o minoranza e nessuno, neanche la maggioranza, ha il diritto di vietare o impedire l'esercizio di tali diritti.

Siamo giunti a un momento in cui determinati comportamenti, rituali o azioni legate a un percorso spirituale possono essere considerati elementi materiali di una condotta criminale, semplicemente perché non rientrano nei limiti comportamentali noti e accettati dalla società.

Ignorare, per esempio, le pratiche di un tale cammino spirituale come manifestazione ed espressione esteriore di quel cammino spirituale e di analizzare il comportamento delle persone senza tener conto del sistema di valori da cui proviene questo percorso spirituale, porta inevitabilmente alla violazione della libertà di coscienza, pensiero e religione.

Ad esempio, osserviamo ciò che è conosciuto come karma yoga, che è un'azione altruistica: la via dell'azione altruista e distaccata; eseguendo sistematicamente varie azioni altruistiche, con la sincera aspirazione di aiutare gli altri, consente allo yogi di accedere spontaneamente ad alcuni grandi stati spirituali.

Se rivolgiamo la nostra attenzione alla definizione data dalla direttiva 2011/36/UE, "Il reclutamento, deportazione, trasferimento, salvataggio o accoglimento di persone, incluso lo scambio o il trasferimento del controllo su tali persone per mezzo della minaccia o dell'uso della forza o di altre forme di coercizione, di rapimento, di frode, di inganno, di abuso di potere o di una posizione di vulnerabilità o del dare o ricevere pagamenti o benefici per ottenere il consenso di una persona che ha il controllo su un'altra persona, a scopo di sfruttamento".

Analizzando la definizione del reato di traffico di esseri umani, possiamo vedere chiaramente che qualsiasi azione del karma yoga realizzata in una comunità spirituale può diventare un elemento del crimine di traffico di esseri umani.

Non dimentichiamoci che lo scopo della legge è di regolare le relazioni sociali e che le regole di condotta sono in continua evoluzione, e portano l'impronta di ogni individuo che fa parte della società. L'analisi delle azioni di una persona deve tener conto delle loro particolarità spirituali e ignorarle è una chiara violazione del loro diritto fondamentale di religione, pensiero e coscienza, poiché limita la libertà di scegliere un percorso spirituale coerente con i valori intrinseci personali.

Le comunità spirituali, come Ananda Assisi in Italia, la Deutsche Akademie für Tradition Yoga in Germania e la scuola Yoga di MISA in Romania, sono alcuni casi in cui il karma yoga è stato interpretato come traffico umano. Sotto inchiesta e sottoposte a vicende giudiziarie, per diversi anni, queste persone sono state etichettate come colpevoli e le loro convinzioni spirituali sono state ignorate e interpretate in modo errato.

Stiamo prendendo posizione in difesa delle persone che hanno subito abusi, che hanno sofferto a causa delle loro scelte spirituali e del loro credo. Questo è una pecca della società nel suo insieme, del sistema, e dobbiamo lavorare insieme per risolvere questo problema.

Raccomandazioni:

Soteria International suggerisce all'OSCE e ad altri organismi competenti di indagare sulla situazione in cui, azioni legate a un percorso spirituale, possano essere considerate come elementi materiali di una condotta criminale, e di adottare le misure necessarie per evitare l'erronea interpretazione delle credenze e delle scelte spirituali e il potenziale successivo assoggettamento di comunità spirituali o dei suoi praticanti a indagini basate su tali presunti reati.


Download la dichiarazione di Soteria International in PDF