OSCE HDIM 2019 - Hate Speech, Fake News e il FORB dei Gruppi minoritari nell'area OSCE

Sezione:
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OSCE Office for Democratic Institutions and Human Rights
Human Dimension Implementation Meeting 2019
Session 13 : Tolleranza e non-discriminazione II, che include:
– Contrasto a razzismo, xenofobia e discriminazione
– Contrasto dell’antisemitismo e dell’intolleranza e discriminazione ai danni dei cristiani, musulmani e dei fedeli di altre religioni

DICHIARAZIONE DELLA EUROPEAN FEDERATION FOR FREEDOM OF BELIEF (FOB)

Hate Speech, Fake News e il FORB dei Gruppi minoritari nell'area OSCE:
the Role of International Cooperation in shaping shared Values and Standards

Martedì, 24 Settembre 2019

Buon pomeriggio.

Il mio nome è Alessandro Amicarelli, sono un avvocato con studio in Londra e mi occupo in particolare di diritti umani e libertà di credo; sono l’attuale presidente della European Federation for Freedom of Belief (FOB), che qui rappresento oggi come negli anni scorsi.

La nostra organizzazione, la European Federation for Freedom of Belief (FOB), partecipa agli incontri HDIM da ormai 5 anni, e siamo grati all’OSCE per lo spazio che concede alla società civile.

Quale ente laico e membro dell’International Religious Freedom Movement, collaboriamo costantemente con altre organizzazioni con fini simili, sia laiche sia di fede, e instauriamo di volta in volta un dialogo costruttivo con le istituzioni e le rappresentanze di diverse nazioni.

Salutiamo con favore e vogliamo enfatizzare l’intervento degli Stati Uniti d’America, nella persona del Segretario di Stato On. Mike Pompeo, e tutti coloro che con lui, già nel 2018, con lungimiranza hanno fatto partire il Ministerial to Advance Freedom of Religion, un incontro già divenuto annuale per favorire la libertà religiosa in tutto il mondo.

Dopo il successo della Prima edizione del Ministerial nel 2018, quest’anno il vertice ha visto le rappresentanze di ben un centinaio di governi e organizzazioni internazionali, che si sono riuniti a Washington DC per la Seconda edizione, cui hanno partecipato anche gli stati membri dell’OSCE assieme a diversi altri paesi, tutti concordi nell’affermare il proprio impegno a migliorare la situazione della libertà di religione nei loro territori.

Noi appoggiamo il principio che un dialogo onesto fondato sul rispetto reciproco e su una conoscenza concreta, così come la libertà di parola basata su un’informazione corretta a proposito dei gruppi di minoranza, siano fattori di primaria importanza in una società democratica.

Alcuni stati membri dell’OSCE fra cui l’Italia, Il Regno Unito, gli Stati Uniti d’America ed altri hanno esplorato la possibilità di iniziative anche di tipo legale per prevenire ed arrestare la diffusione dell’odio tramite Internet e i social media, in considerazione dell’aumento dei casi di hate speech (espressioni di odio e intolleranza) e di istigazione alla violenza contro i fedeli di gruppi di minoranza, fra cui membri di religioni e spiritualità di minoranza, praticanti di yoga e seguaci di fedi o credenze nuove, contemporanee e non tradizionali.

La quantità di fake news create ad hoc da esperti hater su Internet, che si diffondono tramite i social media, è un fenomeno crescente e preoccupante che viene preso in considerazione dalle succitate iniziative adottate dagli stati membri e il cui fine è proteggere i fedeli di gruppi di minoranza dalle aggressioni verbali e fisiche e proteggere i giovani dall’influenza degli hater sui social media.

A questo proposito, serve maggiore attenzione e maggiori iniziative in tutti gli stati membri dell’OSCE.

La prevenzione e l’intervento sono le due principali strade da percorrere per tenere a bada questo fenomeno, e funzionano in maniera combinata.

Infatti, mentre è sicuramente necessario l’intervento per trattare un caso vero e proprio di violazione del divieto alla discriminazione e all’odio al fine di proteggere le vittime e perseguire i responsabili, parimenti è necessaria della prevenzione sia per educare i giovani a rispettare tutti i gruppi e gli individui a prescindere dalla loro fede o dalle loro credenze, background etnico, orientamento sessuale, opinioni politiche, ecc., e anche per sventare le attività dannose e deleterie di certe organizzazioni il cui fine principale è sottoporre ad attacchi le religioni di minoranza, i praticanti di yoga e i fedeli della spiritualità o dei percorsi di vita alternativi.

La libertà di parola è una prerogativa fondamentale e, in quanto tale, al pari della libertà di religione o credo e di altre libertà fondamentali, è tutelata dai trattati internazionali sui diritti umani.

La libertà di parola non è però compatibile con l’odio; la propagazione e lo spargimento di fake news che danneggiano altre persone e mirano a ferirle non è tutelato da nessuna norma in tema di diritti umani.

Di fatto, lo hate speech è diametralmente opposto al necessario dialogo fra individui e gruppi, vero e genuino, fondato sulla conoscenza reciproca e sul rispetto reciproco.

In linea con gli intenti, i fini e lo spirito della cooperazione internazionale, vi sono molti modi in cui è possibile promuovere la comprensione reciproca.

Apprezziamo l’iniziativa di alcuni stati membri dell’OSCE e di alcuni altri stati non dell’OSCE, di nominare degli Ambasciatori per la Libertà Religiosa e di Credo, che in taluni casi sono Ambasciatori per FoRB e stile di vita.

Come ha auspicato Sam Brownback, Ambasciatore straordinario per la International Religious Freedom, noi pure auspichiamo, ci auguriamo e raccomandiamo che altri stati membri dell’OSCE, seguendo l’esempio di successo degli Stati Uniti d’America e di altri stati, possano nominare degli ambasciatori di tale esperienza per diffondere la conoscenza e la comprensione e per mantenere viva la coesistenza pacifica di gente con fedi differenti o anche prive di alcuna fede, promuovendo la pace e il rispetto per tutti.

Considerando la necessità di prevenire e di arrestare l’odio e gli attacchi indebiti ai danni dei gruppi di minoranza e dei loro fedeli, ci auguriamo e raccomandiamo che un maggior numero di stati facenti parte dell’OSCE esaminino delle possibili iniziative, fra cui eventuali leggi ad hoc, per affrontare il grave problema dello hate speech su Internet e sui social media; tali iniziative includono (ma non sono limitate a) il monitoraggio delle attività di taluni gruppi dai dubbi intenti i quali, sovente dichiarando di fornire assistenza alle vittime di quelli che definiscono sette pericolose, oppure celati sotto l’egida di gruppi per l’informazione sul Satanismo e altri culti, in realtà mettono in atto una campagna di disinformazione di massa sostenendo, per esempio, che diversi milioni di persone vengano manipolate da guru che li sottoporrebbero contro la loro volontà al lavaggio del cervello, ad abusi sessuali e ad estorsione.

Tali campagne sono fondate per la maggior parte su fake news, inoltre le cifre e gli altri dati utilizzati in quelle situazioni sono completamente inventati dai gruppi che le mettono in atto e non sono sostenute da alcun ente terzo.

In conclusione, le fake news create intenzionalmente e deliberatamente danneggiano coloro che vengono specificamente presi di mira, siano essi ebrei, cristiani, musulmani, indù, non credenti, oppure seguaci di religioni o spiritualità o percorsi di vita più o meno nuovi, e in quanto tali le fake news non possono essere tollerate né protette sull’ipotetica base del diritto alla libertà di parola o di altre prerogative.

L’odio e i diritti umani sono l’uno all’opposto degli altri.

Quei pochi governi che a tutt’oggi sovvenzionano, finanziariamente o in altro modo, dei gruppi che generano fake news e mettono in atto delle campagne di odio che creano panico sociale, dovrebbero cessare tali condotte e al contrario dovrebbero cominciare a rispettare le leggi internazionali e di conseguenza intraprendere tutte le azioni necessarie per sradicare il pregiudizio, la discriminazione e il maltrattamento dei gruppi di minoranza e dei loro membri.

L’umanità, la giustizia e la pace per tutti prevarranno e noi continueremo a lavorare in quella direzione.

Grazie per la vostra attenzione.

Alessandro Amicarelli
Presidente e portavoce per conto della
European Federation for Freedom of Belief (FOB)

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