Corea del Sud. Il coronavirus e la campagna contro Shincheonji

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Shincheonji parisioners

di Massimo Introvigne (CESNUR)

I media di tutto il mondo si stanno interessando a un nuovo movimento religioso sud-coreano chiamato Shincheonji, dopo che diversi membri della congregazione di Daegu di questo gruppo sono stati infettati dal coronavirus.

Come studioso che si è occupato di Shincheonji e ne ha scritto, sono preoccupato del fatto che media internazionali che non sapevano nulla di questo movimento lo abbiano “scoperto” dalla sera alla mattina a causa del coronavirus, e abbiano ripetuto informazioni imprecise che hanno letto da qualche parte su Internet.

Ancora più preoccupante è il fatto che membri di Shincheonji che hanno contratto il virus, e che sono evidentemente le vittime in questa storia, sono trattati ingiustamente da alcuni media coreani e descritti come “membri di una setta”. Peggio ancora, in Corea del Sud fedeli di Shincheonji sono stati insultati e discriminati e alcuni hanno perso il lavoro, come capri espiatori di un’isteria nazionale e internazionale sul virus.

Per quanto ho potuto accertare, Shincheonji sta cooperando con il Centro coreano per il controllo e la prevenzione delle malattie (KCDC) per contenere il virus, sta obbedendo a tutte le indicazioni delle autorità, e ha anche preso l’iniziativa di testare per il virus tutti i suoi membri coreani a sue spese. A me sembra che alcuni politici e media coreani attribuiscano a Shincheonji responsabilità per l’epidemia allo scopo di distrarre l’attenzione dell’opinione pubblica dalle diffuse critiche rivolte ad autorità e giornalisti per il fatto che, nonostante le raccomandazioni dell’Associazione dei medici coreani, la Corea del Sud non ha bloccato gli ingressi dalla Cina. La stessa agenzia di stampa nazionale Yonhap ha messo in relazione l’epidemia a Daegu con il fatto che la città fosse stata appena visitata da mille studenti cinesi in gita scolastica.

Si preferisce invece biasimare Shincheonji, nonostante il fatto che, meno di ventiquattr’ore dopo avere appreso che una sua fedele era stata infettata, ha fornito alle autorità la lista completa dei suoi membri coreani. Non solo: Shincheonji ha chiesto ai suoi fedeli di informare compagni di lavoro e superiori della loro appartenenza al movimento, pur sapendo che a causa delle campagne ostili avevano sempre tenuto un basso profilo e rivelare la loro fede avrebbe potuto causare insulti, minacce e perfino la perdita del posto di lavoro.

Il fatto che in Corea del Sud ci sia così tanta ostilità contro Shincheonji dipende dall’azione di gruppi cristiani fondamentalisti, che in quel Paese hanno molta più influenza e potere politico che altrove. Questi gruppi sono disturbati dalla crescita di Shincheonji, e da anni organizzano campagne contro il movimento. Ricorrono anche alla violenza, e migliaia di membri di Shincheonji sono stati rapiti e confinati in modo da essere “deprogrammati” nel tentativo di farli rinunciare alla loro fede. Ora gli stessi gruppi fondamentalisti accusano falsamente i membri di Shincheonji di essere “untori” che diffondono volontariamente il virus e chiedono lo scioglimento del movimento. In un momento di crisi nazionale, diffondere queste notizie false è pericoloso e irresponsabile.

L’atmosfera è ulteriormente avvelenata dall’attesa delle elezioni politiche sudcoreane, in programma il 15 aprile. Discorsi di odio contro le “sette” sono usati sia come propaganda elettorale sia per sviare l’attenzione dalla critica che cresce contro politici accusati di non avere gestito adeguatamente l’emergenza virus, e dal fatto che il Reverendo Jeon Kwang-hoon, presidente del Consiglio Cristiano della Corea e leader della maggiore coalizione fondamentalista contro Shincheonji, è stato arrestato il 24 febbraio per violazione delle leggi sulla campagna elettorale.

Alcuni gruppi fondamentalisti stanno usando l’epidemia come pretesto per una escalation della loro campagna contro Shincheonji, sperando che il virus possa ottenere lo scopo che non sono riusciti a conseguire, fermare la spettacolare crescita del movimento che avviene in gran parte sottraendo fedeli alle loro chiese. Certamente Shincheonji ha una teologia peculiare, ed è normale che altri la critichino, ma un certo fondamentalismo sud-coreano sembra impegnato in una operazione di sciacallaggio. I media internazionali spesso non conoscono Shincheonji, ma farebbero bene a non cooperare con queste oscure operazioni.

Fonte: CESNUR