Emendamento britannico sul genocidio: alla fine, gli interessi economici hanno prevalso sui diritti umani

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Bandiera della Gran Bretagna e Camera dei Lord

L’emendamento sul genocidio al progetto di legge sul commercio britannico, fortemente voluto da Lord Alton che l’aveva proposto, è naufragato, seppur di poco, sotto i colpi degli interessi commerciali del governo di Sua Maestà. Apparentemente, il “vil denaro” ha trionfato ancora una volta.

Pochi minuti prima del dibattito sulla Legge sul Commercio, il ministro degli Esteri Dominic Raab, ha annunciato la decisione del Regno Unito di unirsi ad altri 29 Stati nel sanzionare i funzionari cinesi complici delle atrocità contro la popolazione uigura nello Xinjiang. Ad alcuni, però, è parso un tentativo, se non un vero e proprio segnale, di incanalare il voto sull’emendamento verso un esito favorevole per il governo.

Chissà se Dante riserverebbe anche a Boris Johnson e ai membri del suo governo lo stesso trattamento riservato agli usurai nel Canto XVII dell’Inferno, facendoli sedere sotto una pioggia infuocata in un perenne sventolio delle mani per allontanare le fiammelle. Una fine orribile, ma forse non meno orribile delle torture inflitte (quelle per davvero) alla popolazione uigura da parte del regime comunista cinese. Tuttavia, i sostenitori dell’emendamento (ben 300 contro i 318 che lo hanno affossato) hanno dichiarato di voler proseguire nella battaglia.

A bilanciare l’esito negativo della votazione britannica, ricordiamo l’iniziativa dell’Europa che congiuntamente agli Stati Uniti, al Canada e al Regno Unito ha sanzionato quattro funzionari cinesi, come illustrato in questi articoli di Bitter Winter e dell'USCIRF (United States Commission on International Religious Freedom).


Regno Unito: Emendamento sul genocidio bocciato alla Camera dei Comuni per 318 voti contro 300

Come "risarcimento", sono stati sanzionati dei funzionari cinesi responsabili delle atrocità nello Xinjiang.

di Ruth Ingram — A terra ma non sconfitti. Coi lividi ma non rotti. Ieri, in un concitato finale stile ping pong tra la Camera dei  Lord e la Camera dei Comuni per la proposta di emendamento sul genocidio alla Legge sul Commercio post Brexit, il governo britannico alla fine ha avuto la meglio con 318 voti contro 300. Ma dopo questa sconfitta di misura, gli attivisti sono tornati alla carica giurando che continueranno la battaglia contro gli stati colpevoli di genocidio e gli accordi commerciali corrotti.

I lavori parlamentari sono stati interrotti dal Ministro degli Esteri Dominic Raab, che ha annunciato la decisione del Regno Unito di unire le forze con altri 29 stati e imporre sanzioni Magnitsky ai funzionari cinesi che si rendono complici delle atrocità nei confronti degli Uiguri. Gli attivisti hanno fatto pressione per mesi per imporre le sanzioni e, mentre alcuni parlamentari hanno ritenuto che il tanto auspicato quanto clamoroso annuncio, arrivato a pochi minuti dal dibattito sulla Legge sul Commercio, fosse un tentativo di deviare un voto onesto sull'emendamento, altri hanno pensato che la prospettiva di una sconfitta della Camera dei Comuni abbia accelerato la mossa.

C'è stata delusione ma anche un moderato ottimismo da parte del direttore del World Uyghur Congress di Londra, Rahima Mahmut, che dopo la sessione ha twittato ai suoi compagni attivisti: "Potremmo non aver ottenuto il riconoscimento del genocidio, ma insieme abbiamo ottenuto un maggiore riconoscimento dei crimini contro gli Uiguri, comprese le sanzioni su alcuni che li stanno ordinando". Ha ringraziato i sostenitori e ha chiesto ulteriore aiuto per la lotta in corso per il suo popolo. “Avremo bisogno di voi più che mai, perché il tentativo di distruggerci continua", ha esortato.

Il Ministro degli Esteri ombra Lisa Nandy ha condannato la convocazione a sorpresa. L'ha definita "tempismo sporco e cinico" che, lungi dall'inviare un segnale alla Cina, come sostenuto da Raab, è stato in realtà un segnale ai suoi peònes di non votare a favore dell'emendamento. Si è lamentata del fatto che egli avesse “visto in faccia la sconfitta" e stesse escogitando "ogni possibile trucco" per impedirla.

In questa terza udienza dell'emendamento presso la Camera dei Comuni, la proposta originale di Lord David Alton di istituire un tribunale per determinare lo status di genocida degli Stati che negoziano accordi di libero scambio con il Regno Unito, era stata notevolmente annacquata. I peònes avevano respinto l'idea che dei parlamentari eletti democraticamente si sentissero obbligati nei confronti dei giudici, e la proposta finale è stata di formare un comitato di ex giudici della Corte Suprema che avrebbero determinato l’esistenza di genocidio, prima di inoltrare la decisione definitiva su un accordo commerciale di nuovo alla Camera dei Comuni.

Ma anche questo compromesso non è stato accettato da Greg Hands, Ministro di Stato per il Commercio Internazionale, che ha insistito sul fatto che coinvolgere ex giudici nei procedimenti parlamentari avrebbe confuso le acque del processo democratico.

MP Emily Thornberry
Parlamentare Emily Thornberry (credits)

Il Ministro di Stato ombra, Emily Thornberry, descrivendo l’iter triennale della Legge sul Commercio, ha dichiarato di aver sperato che il commercio non avrebbe prevalso sui diritti umani nella creazione di un nuovo percorso per l’uscita della Gran Bretagna dall’Europa. Pensava che la maggioranza dei cittadini e dei parlamentari britannici volesse tracciare una linea di demarcazione nei rapporti con gli stati che commettono genocidio. Descrivendo in dettaglio ognuno dei crimini di cui il PCC è accusato: sterilizzazione di massa, stupro, tortura, espianto di organi, separazione dei bambini dai genitori e detenzione degli Uiguri su scala industriale, si è chiesta se fosse il caso che la Gran Bretagna firmi accordi commerciali con i colpevoli. L'emendamento sul genocidio di David Alton ha cercato di tracciare la linea, ha detto.

Sir Iain Duncan Smith ha accusato il governo di essersi piegato per convolare a nozze con Pechino. Data la possibilità di consentire a un tribunale britannico di determinare un genocidio, si è tirato indietro. Davanti a un piano di compromesso per mantenere la trasparenza del processo democratico e al contempo permettere alle migliori menti legali e ai saggi del paese di offrire consulenza sul genocidio, ha trovato un motivo per svicolare. "Abbiamo la possibilità di mandare a Pechino il messaggio che non tollereremo tutto questo", ha detto, esortando il governo a non esitare a citare e svergognare il "genocidio" in atto oggi nello Xinjiang. "Non dobbiamo avere paura di gridarlo ai quattro venti", ha detto.

Nonostante un'ondata di indignazione per "l'ipocrisia governativa", "gli stratagemmi procedurali", la posizione morale della Gran Bretagna compromessa agli occhi del mondo, e una campagna che ha visto i Sopravvissuti dell'Olocausto implorare un'udienza con Boris Johnson, più di 100 leader studenteschi presentare una petizione al governo e il Consiglio dei Deputati Ebraico che ha dato priorità al genocidio degli Uiguri in ogni grande evento Ebraico online dell'anno scorso, questo non è stato sufficiente per raggiungere il traguardo.

Imperterrita, la deputata Nus Ghani, una delle forze trainanti dell'emendamento sul genocidio, si è sentita rincuorata dall'annuncio delle sanzioni Magnitsky contro quattro funzionari cinesi e l'Ufficio di Pubblica Sicurezza del Corpo di Produzione e Costruzione dello Xinjiang. Nonostante la sconfitta sul voto, si è sentita rincuorata dalla disposizione contenuta nelle misure di compromesso del governo di istituire un comitato ristretto per valutare il genocidio e dalle garanzie che non ci saranno accordi commerciali con stati che commettono genocidi senza l'approvazione del Parlamento.

I tentativi online di metterla a tacere e di intimidirla da parte di un ministro dell'ambasciata cinese dopo la recente pubblicazione del rapporto del BEIS (Business, Energy, and Industrial Strategy Committee) sul lavoro forzato degli Uiguri, non avrebbero avuto successo, ha detto. "Non sarò messa a tacere".

Fonte: Bitter Winter