Il ritorno dell’anti-settarismo in Italia - Una causa persa

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di Massimo Introvigne (si ringrazia www.neweurope.eu)

Nel 2018, due giornalisti italiani, Flavia Piccinni e Carmine Gazzanni, hanno pubblicato un libro mediocre intitolato Nella Setta. Esso include la solita lunga lista di improperi contro le "sette".

Il linguaggio è stato scelto con cura per disumanizzare i membri delle religioni che gli autori non gradiscono.

Ad esempio, in uno dei primi capitoli i giornalisti descrivono la loro visita alla Chiesa di Scientology di Milano. La persona che li ha accolti viene descritta come avente “occhi simili a un alligatore” e “denti da cavallo”.

Nulla è più simile a un libro anti-sette di un altro libro anti-sette. I due giornalisti hanno fatto un copia e incolla di affermazioni contenute in precedenti libri, ricavandone il fantasioso numero di quattro milioni di italiani coinvolti in "sette pericolose". C'è solo un problema con questa statistica che viene spesso citata: è completamente insensata.

Sono il curatore dell’Enciclopedia delle Religioni in Italia, pubblicata dal CESNUR (Centro per gli Studi sulle Nuove Religioni). Tale enciclopedia viene pubblicata periodicamente in forma di libro, mentre la sua versione online viene aggiornata mensilmente. Le nostre statistiche sono normalmente menzionate come altamente affidabili sia da accademici che dai mezzi di comunicazione più seri.

Ad ora, stimiamo che ci siano poco più di due milioni di italiani (escludendo gli immigrati) appartenenti a qualche religione diversa dalla Cattolica. Queste persone non sono tutte membri di "sette" poiché tra di essi vi sono protestanti, ortodossi orientali, mussulmani ed ebrei.

L'obiettivo del libro sembra essere quello di far approvare una legge contro il lavaggio del cervello in Italia, qualcosa molto difficile a farsi dopo che nel 1981 la Corte Costituzionale ha dichiarato che simili disposizioni - introdotte durante il regime fascista e che punivano il plagio (influenza indebita) – sono incompatibili  con una costituzione democratica. Pur senza capirla, gli autori citano la sentenza del 1981. La discussione sul plagio è iniziata in Italia quando per tale reato era stato condannato l’omosessuale comunista Aldo Braibanti (1922-2014), accusato di aver praticato il lavaggio del cervello ad alcuni giovani così da poter avere rapporti sessuali con loro.

Nel libro si dà a intendere che la Corte Costituzionale era intervenuta sul caso Braibanti. Questo è un errore che ho incontrato spesso parlando con connazionali della mia generazione. Ricordano che Braibanti fu condannato per plagio e ricordano che nel 1981 la Corte Costituzionale dichiarò incostituzionale la relativa norma, concatenando i due episodi. Ma la verità è che la Corte Costituzionale si era rifiutata di riesaminare la sentenza di condanna di Braibanti. La Corte era invece intervenuta su un caso successivo, quello riguardante Don Emilio Grasso, un prete cattolico accusato di praticare il “lavaggio del cervello” su alcuni giovani per indurli ad abbandonare la loro vita borghese e porsi al servizio dei poveri e degli indigenti.

Quanto sopra è accompagnato da un altro comune fraintendimento che ha a che fare con l’ambito giuridico. Nel libro si dice che eliminando il reato di plagio, la Corte Costituzionale era consapevole di creare un "vuoto legislativo" e che si sarebbe dovuto produrre una norma diversa per punire i casi concreti di lavaggio del cervello. La Corte affermò invece che il plagio era un reato immaginario e che non erano necessarie norme per punire i reati dell’immaginazione.

Questi non sono elementi di secondaria importanza. Menzionando Don Grasso, gli autori avrebbero dovuto ammettere che le accuse di praticare il lavaggio del cervello o di essere una "setta" possono essere rivolte anche alle religioni maggioritarie.

A tal proposito va detto che Don Grasso non è un prete marginale poiché ha goduto della stima di diversi papi, incluso l’attuale. E questo ci riconduce al punto principale. Che cos'è una "setta"? Oltre che "un gruppo che non piace ai gruppi anti-sette", le risposte sembrano essere veramente poco chiare.

Il libro non è qualcosa a cui riferirsi per una discussione seria sul problema e può essere facilmente liquidato come un ulteriore resoconto sensazionalista. Negli ultimi venticinque anni, in Italia i tentativi di reintrodurre il reato il plagio, o lavaggio del cervello, sono costantemente falliti. Tuttavia, per quanto bizzarro possa sembrare, nell'attuale clima politico populista il libro è stato preso sul serio da alcuni politici.

Il Vice Primo Ministro Matteo Salvini ha partecipato a una presentazione del libro ed è stato fotografato mentre lo teneva in mano. Iole Santelli, deputata del partito di opposizione Forza Italia ha presentato una proposta di legge per introdurre il reato di "manipolazione mentale". Altri hanno proposto commissioni d'inchiesta sullo stile francese o organi anti-sette ufficiali. L’On. Santelli ha affermato che ogni tre giorni in Italia una persona "scompare", rapita o attirata da "sette", alcune o la maggior parte di esse "sataniche".

Le statistiche popolari sul satanismo sono una specialità dei gruppi anti-sette e dei politici populisti, non solo in Italia, ma bisogna dimostrarle quelle cifre. Finora non ci hanno nemmeno provato.

Sostenere che gli italiani svaniscono, dopo essere finiti in qualche "setta", al ritmo di uno ogni tre giorni è ancora più insensato che stimare che gli italiani che "fanno parte di sette" sono quattro milioni. La verità è che le fake news e le bizzarre pseudo-statistiche  vengono messe sul piatto per proporre una repressione generale nei confronti delle minoranze religiose che i gruppi anti-sette non apprezzano. In tempi normali, storie false di questo tipo sarebbero liquidate come assurdità. Nell'attuale clima politico persino teorie assurde possono generare misure illiberali.

Fonte: www.neweurope.tv