
La leader della Campagna a favore degli uiguri sta per pubblicare un libro di memorie che esplora la sua storia personale e la sua lotta contro la Cina.
Di Shahrezad Ghayrat per RFA Uyghur — Rushan Abbas è una delle più importanti sostenitrici internazionali dei diritti dell'etnia uigura. Il suo libro di memorie, Unbroken: One Uyghur's Fight for Freedom, sarà pubblicato il 10 giugno.
Il libro esplora il suo percorso personale, dall'attivismo a favore della democrazia come studente in Cina negli anni '80, al suo trasferimento negli Stati Uniti nel 1989, fino ai suoi sforzi per catturare l'attenzione sulla condizione degli uiguri di fronte agli internamenti di massa e ad altri gravi abusi che, secondo il governo statunitense, costituiscono un genocidio.
Tra le persone di cui si è fatta portavoce c'è sua sorella, la dottoressa Gulshan Abbas, imprigionata dalle autorità cinesi nel 2018. Suo padre, Abbas Borhan, un importante studioso uiguro, è stato costretto a lasciare il suo incarico di presidente del Consiglio scientifico e tecnologico dello Xinjiang a causa dell'attivismo della figlia.
Rushan Abbas è attualmente direttrice esecutiva di un gruppo per i diritti umani, la Campagna per gli Uiguri, con sede negli Stati Uniti. Il suo libro, pubblicato da Optimum Publishing International, vuole essere sia una testimonianza personale che un appello politico all'azione rivolto ai governi e ai cittadini di tutto il mondo. Ha parlato con la giornalista uigura di RFA Shahrezad Ghayrat. L'intervista è stata adattata per ragioni di lunghezza e chiarezza.

Il libro “Unbroken” della fondatrice e direttrice esecutiva della Campagna per gli Uiguri, Rushan Abbas (per gentile concessione di Rushan Abbas)
RFA: Il suo libro si intitola Unbroken. Che cosa significa per lei personalmente “unbroken” dopo tutto quello che ha vissuto e di cui è stata testimone?
Rushan Abbas: Unbroken significa che nonostante tutto quello che il mio popolo e la mia famiglia hanno passato - la separazione, la sofferenza, l'oppressione e la detenzione di massa - il nostro spirito, la nostra dignità e la nostra speranza non sono stati spezzati. È una testimonianza di resilienza e dell'idea che, anche nelle condizioni più difficili, il popolo uiguro non sarà sconfitto, lotterà. Lotteremo con una volontà e un coraggio inalterati.
RFA: Lei condivide alcune parti delle memorie inedite del suo defunto padre. In che modo la sua storia ha influenzato la sua lotta per la libertà degli uiguri oggi?
Rushan Abbas: La storia di mio padre, quello che ha passato durante la Grande Rivoluzione Culturale, è al centro della mia battaglia per la libertà degli uiguri. Il suo libro di memorie è stato scritto nel breve periodo in cui si trovava negli Stati Uniti. Durante la Rivoluzione Culturale lui, insieme a mia madre, ai miei nonni e a mio nonno, ha vissuto un'oppressione inimmaginabile, ma ha continuato a sperare nelle generazioni future. Ha sempre nutrito la speranza per le generazioni future e ha aperto la strada alla generazione futura affinché si battesse per i diritti umani.
Se oggi sono qui è anche grazie a lui. Sono come sono fin dalla più tenera età. Grazie a lui mi sono impegnata e dedicata alla causa del mio popolo. Quindi il lbro non descrive solamente una storia politica, e non è solo la mia storia o quella della mia famiglia, ma è una storia per tutto il popolo uiguro nel suo Paese.
RFA: Lei descrive Unbroken sia come una storia personale che come un appello politico all'azione. Chi spera che ascolti maggiormente questo appello: i politici, il pubblico o entrambi?
Rushan Abbas: Entrambi, in effetti: i politici e l'opinione pubblica. Voglio che il pubblico comprenda il costo umano di ciò che sta accadendo e si schieri con noi. E voglio che i politici avvertano l'urgenza di agire. E che comprendano quale sarà il costo di ciò che accadrà al mondo se non il governo autoritario cinese non sarà ritenuto responsabile. E i governi devono agire mettendo pressione e responsabilizzando il governo cinese, perché stiamo parlando del futuro del mondo libero, non solo di ciò che sta accadendo agli uiguri o di ciò che la Cina sta facendo all'interno dei suoi confini.
RFA: Sua Santità il Dalai Lama, il Dr. Adrian Zenz (importante studioso della persecuzione degli uiguri) e altri hanno avallato il suo libro. Quanto è importante la solidarietà internazionale, che include voci di diverse comunità, per contrastare la repressione cinese?
Rushan Abbas: La solidarietà internazionale è essenziale. È molto importante. La repressione in Cina è una questione globale di diritti umani e influisce sul mondo futuro... (Non è) solo una questione uigura. Quindi non stiamo parlando di qualcosa che sta accadendo solo agli uiguri, ma (di) come la Cina avrà un impatto sul mondo se non ne parliamo, se non riteniamo la Cina responsabile. Perché le nostre generazioni future dovranno affrontare le conseguenze di un mondo illiberale se non fermiamo subito il PCC (Partito Comunista Cinese). Quindi, quando le voci di diverse comunità come i tibetani, gli abitanti di Hong Kong, gli attivisti per la democrazia cinese, le comunità musulmane, gli studiosi e i legislatori si uniscono, dimostrano al mondo che l'ingiustizia in qualsiasi luogo si verifichi, richiede un intervento.
RFA: Il suo libro tratta argomenti dolorosi come i campi di detenzione, la sterilizzazione forzata e la sorveglianza. Qual è stato il capitolo più difficile da scrivere e perché?
Rushan Abbas: Come lei ha detto, tutte queste atrocità, i campi di detenzione, le sterilizzazioni forzate, i matrimoni forzati, la sorveglianza, i rapimenti di bambini, sono molto dolorosi da raccontare. Ma l'ultimo capitolo è stato particolarmente difficile da scrivere. L'ultimo capitolo si intitola “Luce di speranza” e riflette alcuni dei risultati raggiunti negli ultimi anni come organizzazione o come attivisti. Scrivere sui risultati raggiunti è stato particolarmente impegnativo e difficile, sapendo che ancora oggi la realtà sul campo per il popolo uiguro rimane immutata. Il genocidio è ancora in corso. Ho continuato a parlare quotidianamente con gli uiguri della diaspora dell'orribile esperienza che il nostro popolo sta vivendo in patria. È stato quindi difficile scrivere dei risultati raggiunti e cercare di dare speranza alle persone mentre la situazione rimane così, come dire, orribile.
RFA: Lei è stata un'accanita sostenitrice sulla scena mondiale. Come vede il ruolo delle comunità della diaspora - non solo degli uiguri, ma anche di altri - nella difesa dei diritti umani in tutto il mondo?
Rushan Abbas: Le comunità della diaspora hanno un ruolo cruciale. Parliamo, ci organizziamo e costruiamo alleanze per portare avanti le storie che i regimi oppressivi cercano di mettere a tacere. Contribuiamo a mantenere sulla scena internazionale le violazioni dei diritti umani, nella conversazione globale, e a sollecitare la presa di responsabilità e la libertà per tutte le persone sottoposte al brutale dominio del PCC. È quindi estremamente importante.
RFA: Con la pubblicazione di Unbroken, quali azioni specifiche spera che vengano intraprese dalla comunità internazionale, in particolare dai governi?
Rushan Abbas: Spero che i governi non si limitino a parole e dichiarazioni vuote. Spero che inizino ad agire imponendo sanzioni alle aziende che traggono profitto dal lavoro forzato, e che impongano sanzioni ai funzionari cinesi responsabili di queste atrocità, vietando i prodotti realizzati con il lavoro in schiavitù degli uiguri; e che diano priorità ai diritti umani nella loro politica estera con la Cina, ogni volta che si parla di commercio o di qualsiasi tipo di impegno diplomatico con la Cina, la questione degli uiguri dovrebbe essere posta in primo piano e al centro. Il popolo uiguro merita di vivere in libertà e nel pieno rispetto della propria dignità umana.

La fondatrice e direttrice esecutiva della Campagna per gli uiguri Rushan Abbas parla a Capitol Hill, il 25 marzo 2025, a Washington. (Shahrezad Ghayrat/RFA Uyghur)
RFA: La repressione transnazionale è un tema importante che lei mette in evidenza. Come ha vissuto personalmente i tentativi della Cina di metterla a tacere al di fuori dei suoi confini?
Rushan Abbas: Ho affrontato continue molestie, attacchi, minacce di morte e diffamazione attraverso minacce online... tentativi di intimidirmi. Ma l'esempio più devastante di repressione transnazionale è il caso di mia sorella. La dottoressa Gulshan Abbas, medico in pensione. È ingiustamente detenuta dal governo cinese come ritorsione a causa del mio impegno di cittadina americana e per aver esercitato la mia libertà di parola negli Stati Uniti, anche se, come sapete, vivo fuori dalla Cina da 36 anni. Continuano... a prendere di mira mia sorella per cercare di mettermi a tacere tenendola in carcere. Questo è l'esempio più duro di repressione transnazionale che sto vivendo a causa del tentativo della Cina di mettermi a tacere. Ma stanno commettendo un errore enorme, tenendo continuamente mia sorella in ostaggio, cosa che non solo mi ha dato la forza di lottare più duramente, ma è stata anche la ragione per cui i palcoscenici internazionali, i forum, i vertici e tutte queste piattaforme mi hanno invitata a parlare perché sono la sorella della vittima che viene tenuta in carcere sulla base di accuse false e inventate. Quindi, questo tentativo del governo cinese gli si sta ritorcendo contro. Non sta dando risultati, anzi, mi sta dando più opportunità di parlare.
RFA: Ripensando a decenni di attività di sensibilizzazione, cosa le dà più speranza oggi per il futuro del popolo uiguro?
Rushan Abbas: Ciò che mi dà più speranza è la resilienza del popolo uiguro e la crescente consapevolezza e comprensione globale che il PCC è una minaccia per tutta l'umanità, per la libertà e la democrazia. Nonostante tutto, la nostra cultura, la nostra identità e il nostro spirito resistono ancora oggi e sempre più persone in tutto il mondo sono al nostro fianco, poiché sempre più persone hanno iniziato a riconoscere e comprendere l'intento del Partito Comunista Cinese di esportare il suo modello oppressivo e autoritario a livello globale.
RFA: Se potesse dare un messaggio direttamente ai giovani uiguri che si sentono spaventati o messi a tacere, quale sarebbe?
Rushan Abbas: Non siete soli, la vostra voce conta. La nostra storia, la nostra identità e il nostro futuro vivono attraverso di voi. E per quanto il PCC ci provi, non può cancellare ciò che siamo. Combattiamo insieme con una forza interiore inalterata e lo spirito contro il sistema totalitario con tutto ciò che abbiamo. La giustizia prevarrà. Dobbiamo parlare. Se non parliamo oggi, le uniche parole che ci resteranno saranno quelle del rimpianto.
A cura di Mat Pennington.
Fonte: rfa | Radio Free Asia
Copyright © 1998-2025, RFA. Used with the permission of Radio Free Asia, 2025 M St. NW, Suite 300, Washington DC 20036.
Foto in alto di NoJin - Opera propria, CC BY-SA 4.0, wikimedia