La Lituania perde un altro caso di obiezione di coscienza dei Testimoni di Geova a Strasburgo

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Willy Fautré

di Willy Fautre — Il 26 agosto, la Corte Europea dei Diritti Umani nella causa Erikas Rutkauskas c. Lithuania tha sentenziato che la libertà religiosa di un ministro di culto dei Testimoni di Geova era stata violata per non avergli concesso l'accesso al servizio civile in sostituzione del servizio militare.

È la seconda volta che in anni recenti la Lituania perde una causa simile a Strasburgo. Nel giugno 2022, la Corte si era pronunciata a favore di un altro ministro dei Testimoni di Geova, il cittadino lituano Stanislav Teliatnikov, che all'epoca viveva in Turchia. Anche lui nel 2015 si era rifiutato di prestare servizio militare per motivi religiosi e aveva chiesto un'alternativa.

L'ostacolo dei procedimenti nazionali

Essendo stato chiamato alle armi in base alla legge sulla coscrizione, ha rifiutato di prestare servizio militare per motivi religiosi e di coscienza. La sua richiesta di prestare invece servizio civile non ha ricevuto risposta dalle autorità militari, che il 7 settembre 2015 hanno anche deciso di non esentare il ricorrente dall'iniziale servizio militare obbligatorio. Il ricorrente ha impugnato tali decisioni dinanzi al Tribunale Amministrativo Regionale di Vilnius, che il 31 ottobre 2017 ha respinto il ricorso.

Il ricorrente ha quindi presentato ricorso alla Suprema Corte Amministrativa, chiedendo a quest'ultima di sospendere il procedimento e di sottoporre alla Corte Costituzionale la questione se il fatto che lo Stato non abbia previsto nella legge sulla coscrizione un'esenzione sia dal servizio militare obbligatorio che dal servizio civile sostitutivo per gli obiettori di coscienza violasse il diritto alla libertà di religione.

Con sentenza definitiva del 16 ottobre 2019, la Suprema Corte Amministrativa ha confermato le sentenze i impugnate. La Corte ha fatto riferimento alla sentenza della Corte Costituzionale del 4 luglio 2017 e alla precedente sentenza della Suprema Corte Amministrativa del 10 aprile 2019 (cfr. Teliatnikov c. Lithuania, n. 51914/19, §§ 28-30, 7 giugno 2022) e ha stabilito che l'obbligo costituzionale dei cittadini di prestare il servizio militare obbligatorio o un servizio alternativo di difesa nazionale si applicava sia ai ministri delle chiese e delle organizzazioni religiose considerate tradizionali in Lituania, sia ai ministri delle comunità e delle associazioni religiose non tradizionali.

Esisteva quindi una base giuridica per ritenere legittima la decisione delle autorità militari di non esonerare il ricorrente dal servizio militare obbligatorio. Inoltre, le questioni relative allo status del ricorrente in quanto soggetto all'obbligo di leva, quali la sua idoneità fisica a prestare tale servizio, il tipo di servizio a cui avrebbe dovuto essere assegnato (servizio militare o servizio civile sostitutivo) o le condizioni di tale servizio, non erano oggetto del caso in esame.

Il ricorrente ha denunciato, ai sensi dell'articolo 9 della Convenzione, che nonostante le sue sincere convinzioni religiose e di coscienza, gli era stato negato il diritto di rifiutare il servizio militare. Sebbene non avesse mai negato i propri doveri civici, la legislazione lituana non prevedeva alcun servizio civile alternativo.

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Image generated by ChatGPT - ECHR 2024: LITHUANIA VIOLATED RELIGIOUS FREEDOM

Alcuni dettagli della sentenza della Corte Europea

La Corte Europea ha sottolineato che i principi generali relativi alla libertà di pensiero, coscienza e religione, in quanto uno dei fondamenti di una «società democratica» ai sensi della Convenzione, e il margine di discrezionalità degli Stati in questo ambito, sono stati definiti in 

Bayatyan c. Armenia [GC], n. 23459/03, §§ 124-25, nel 2011
Adyan and Others c. Armenian. 75604/11, §§ 63-65, nel 2017
Teliatnikov c. Lithuania, n. 51914/19, §§ 28-30, nel 2022

Nell'ultimo caso, Teliatnikov vc. Lithuania, n. 51914/19 Teliatnikov (§§ 97-110), la Corte ha ritenuto che il sistema del servizio militare obbligatorio non garantisse un giusto equilibrio tra gli interessi della società nel suo complesso e quelli del ricorrente, che non si era mai rifiutato di adempiere ai propri doveri civici in generale.

Erikas Rutkauskas, in qualità di membro dei Testimoni di Geova, ha chiesto di essere esonerato dal servizio militare sulla base delle sue sincere convinzioni religiose e ha fatto riferimento a tali motivi nella sua richiesta alle autorità militari nel 2015, proprio come nel caso del sig. Teliatnikov.

La Corte Europea ha ritenuto che vi fosse stata una violazione dell'articolo 9 (libertà di religione o di credo) della Convenzione Europea e ha stabilito che la Lituania dovesse pagare 1.000 euro a titolo di spese e oneri.

La Corte ha condannato il governo lituano a versare a Rutkauskas un risarcimento di 1.000 euro.

Laurynas Šedvydis, chair of the Lithuanian parliament’s Human Rights Committee, told BNS news agency that the system should be reformed.

«La Lituania dovrebbe garantire migliori opportunità alle persone che desiderano prestare servizio in altri modi a causa delle loro convinzioni religiose o personali», ha affermato. «Perché, ad esempio, il servizio nel settore sanitario non dovrebbe essere considerato altrettanto prezioso?».

La Lituania ha ripristinato il servizio militare obbligatorio nel 2014, in seguito all'annessione della Crimea da parte della Russia.

Fonte: The European Times