L'escamotage del PGT per contrastare moschee e circoli culturali islamici

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Musulmano in preghiera

Una proposta di misure restrittive non solo per la libertà di credo, ma anche per le associazioni culturali. Obiettivo speciosamente proclamato: favorire la sicurezza dei cittadini. Risultato concreto che, invece, inevitabilmente si produrrebbe avallando un inasprimento della legge (dichiaratamente) anti-moschee: vietare a dei liberi cittadini di «associarsi senza autorizzazione, per fini che non sono vietati ai singoli dalla legge penale» (articolo 18 della Costituzione della Repubblica Italiana). In concreto, se questa o quell'altra associazione di liberi pensatori (religiosi in un senso o in un altro, piuttosto che atei o agnostici) risultasse indesiderabile, basterebbe accampare qualche "elemento" a sospetto della presenza, al suo interno, di uno o più «fanatici radicalizzati» per scatenarvi contro le ire funeste della normativa edilizia.

E per quanto balorda possa apparire tale associazione d'idee, più che un timore, una sorta di volo pindarico, incresciosi fatti raccontano che sta già accadendo e che si sono già verificate chiusure e sgomberi di centri religiosi qua e là in Italia con la scusa del "rispetto del PGT" (Piano di Governo del Territorio).

Una deriva preoccupante, questa della Beccalossi, degna della famigerata circolare "Buffarini Guidi", per arginare la quale FOB si impegna a fare sempre più informazione e sensibilizzazione.


Lombardia, moschee mascherate da centri culturali. La Regione: «Ora basta»

Stretta sui centri culturali islamici in Lombardia per evitare che si trasformino in moschee abusive. Ad annunciarla è l’assessore regionale al Territorio, Viviana Beccalossi, incaricata dal governatore Roberto Maroni di mettere in campo azioni di contrasto al radicalismo islamico.

Nei centri culturali «vere e proprie moschee abusive»

L’assessore ha annunciato che presto i vincoli previsti sulla legge regionale sui luoghi di culto saranno estesi anche ai centri culturali islamici. L’obiettivo, ha spiegato Beccalossi, è «chiarire la natura di questi centri, che spesso sono vere e proprie moschee abusive». In questo modo la Regione risponde a una esigenza manifestata dai sindaci, che «avevano sollevato il problema chiedendoci chiarimenti sulla regolamentazione di queste particolari strutture».

La Regione risponde a una richiesta dei sindaci

«Ad agosto e settembre scorsi – ha ricordato ancora Beccalossi – abbiamo inviato due lettere a tutti i sindaci lombardi per poter acquisire i dati e tracciare un quadro della della situazione esistente». «L’indagine, che ha richiesto un processo molto lungo, ci ha permesso di far emergere tutte le difficoltà che i sindaci hanno nel gestire queste realtà», ha spiegato ancora Beccalossi, chiarendo che la riposta alla richiesta di dati «era su base volontaria», ma «hanno aderito in tantissimi». Dopo la prima fase della raccolta di informazioni, quindi, «abbiamo valutato quali fossero i provvedimenti più idonei da adottare e tra la creazione di una nuova legge o l’emendare quella esistente, abbiamo scelto la terza via, peraltro la più semplice, di una circolare interpretativa della legge sulle mosche che consentirà di fare maggiore chiarezza e porre un freno a tutti quei centri che sono diventati un escamotage per bypassare la legge sulle moschee».

Fonte: http://www.secoloditalia.it/2017/02/lombardia-moschee-mascherate-da-cen…

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