Musica, educazione e il caso Tai Ji Men: un nuovo studio di Susan Wang-Selfridge

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Michele Amicarelli

Una relazione presentata a una conferenza internazionale tenutasi a Varsavia in gennaio, pubblicata.

di Michele Amicarelli — Il 21-22 gennaio 2021, l'Università Maria Grzegorzewska di Varsavia, Polonia, con il patrocinio dell'UNESCO, ha organizzato una conferenza internazionale su "L'educazione e le sfide del mondo multiculturale". A causa delle restrizioni di COVID-19, la conferenza si è tenuta online. Alcune delle relazioni presentate sono state pubblicate nella Rivista internazionale di pedagogia, innovazione e nuove tecnologie. Una di queste relazioni è un interessante contributo alla crescente letteratura sul Tai Ji Men e sul relativo caso di libertà di religione o di credo a Taiwan. L'autrice è Susan Wang-Selfridge, che ha conseguito un dottorato in musica presso l'Università della California, Los Angeles (UCLA) che ha una profonda esperienza di insegnamento in campo musicale, anche presso la stessa UCLA.

La relazione inizia osservando che "La musica è l'essenza della cultura, la prima musica che ogni bambino sente è il battito del cuore della madre. Il battito ritmico è pieno di amore e sicurezza, e crea un'associazione che dura tutta la vita". La cultura, come insegnavano gli antichi filosofi greci Pitagora, Platone e Aristotele, si trasmette di generazione in generazione attraverso l'educazione e fornisce gli elementi costitutivi delle civiltà progredite.

«Pitagora, scrive la Wang-Selfridge, credeva che la musica fosse inseparabile dai numeri e considerava la musica la chiave dell'universo spirituale e fisico. Vedeva la musica come un sistema di altezza e ritmo governato dalle stesse leggi matematiche che fanno funzionare l'intero mondo visibile e invisibile». Questo significa che la musica non è solo un piacere, ma può formare il nostro carattere morale e il nostro comportamento. Platone ha aggiunto che la musica ha anche una funzione politica, in quanto può aiutare a costruire uno Stato ideale. Pertanto, Platone «promuoveva l'uso dei modi musicali di Dorian e Phrygian in quanto promuovevano le virtù della temperanza e del coraggio e i modi limitati di Mixolydian, Lydian, e Ionian, in quanto erano considerati di carattere 'morbido e conviviale'». Aristotele concordava con Platone sul fatto che la musica e l'educazione fisica fossero essenziali per educare i giovani a diventare buoni cittadini di uno stato virtuoso.

Susan Wang-Selfridge sottolinea che, anche prima dei filosofi greci, i saggi cinesi della dinastia Zhou (iniziata nel 1046 a.C.) proposero un sistema basato sia sul Li (condotta virtuosa sostenuta da rituali) che sullo Yue (musica). Li e Yue insieme promuoverebbero l'armonia e la pace, e "i caratteri cinesi per l'armonia e la pace apparvero per la prima volta nei documenti Li e Yue".

Più vicino a noi, intellettuali tedeschi come il sociologo Max Weber e il filosofo Max Scheler consideravano la cultura come il ritmo della storia, da trasmettere fedelmente attraverso un'educazione ai principi. E molti saggi, nota l'autrice, dal drammaturgo greco antico Sofocle a Martin Luther King, Jr, hanno identificato la coscienza come il nucleo dell'educazione della cultura. Attraverso la coscienza, riesaminiamo costantemente la cultura che ci è stata trasmessa e siamo in grado di fare una distinzione tra le sue caratteristiche positive e quelle negative.

A portrait of Jimi Hendrix, by Philippe Echaroux
Un ritratto di Jimi Hendrix, di Philippe Echaroux (credits).

Queste, nota la Wang-Selfridge, possono apparire come idee astratte, mentre in pratica gli studenti provenienti da famiglie povere hanno poche possibilità di appropriarsi della cultura, compresa la musica. La sua esperienza, tuttavia, le ha insegnato che "la musica è spesso un percorso per musicisti di talento per sfuggire ad ambienti svantaggiati", anche se l'analfabetismo musicale rende il progresso più difficile. Jimi Hendrix, per esempio, non è mai stato in grado di leggere o scrivere la musica e ha imparato ogni canzone a orecchio. Ci è riuscito, ma solo dopo una lunga lotta. La musica, sostiene l’autrice, dovrebbe essere presa più seriamente come parte di un'educazione integrale e umanistica, e si dovrebbe investire di più nell'educazione alle arti. D'altra parte, è un errore considerare l'educazione musicale come meramente tecnica. Come disse Confucio, educare alla musica non può essere qualcosa di  separato dall'educare a una vita virtuosa e felice.

Le politiche del governo possono avere un impatto sulla cultura e sull'educazione nel bene e nel male. Qui l’autrice introduce il Tai Ji Men come caso da studiare. Il Tai Ji Men e il suo maestro, il dottor Hong Tao-Tze, propongono un'educazione alla cultura sia dei loro dizi (discepoli) che di un pubblico più ampio attraverso spettacoli che includono la musica. Queste attività sono state altamente lodate dalle più alte autorità politiche di Taiwan, compresi diversi presidenti, e da altri paes.

Eppure, nota la Wang-Selfridge, nonostante tutte queste lodi, il Tai Ji Men e il dottor Hong sono rimasti invischiati in una persecuzione giudiziaria che dura da 25 anni. Tutto è iniziato con un giro di vite politicamente motivato su diversi movimenti spirituali e di auto-coltivazione nel 1996, che ha coinvolto anche il Tai Ji Men. Nonostante la Corte Suprema abbia dichiarato il Tai Ji Men non colpevole di evasione fiscale o di altre accuse, la NTB ha continuato a esigere tasse fino a quando le autorità hanno accettato di cancellare tutti gli accertamenti fiscali tranne una, per l'anno 1992. La cosa non fa senso, dato che nel 1992 non è successo nulla di diverso rispetto agli altri anni, ma si sono basati su un cavillo legale che ha generato massicce proteste da parte dei dizi di Tai Ji Men, che continuano ancora oggi.

Queste proteste sono un frutto e un'espressione dell'educazione che i membri del Tai Ji Men hanno ricevuto, e della cultura che hanno appreso e propagano, che è basata sulla nozione di coscienza. La Wang-Selfridge osserva che la coscienza è più di una semplice consapevolezza. La coscienza è "la consapevolezza di sé che è capace di introspezione". L'ingiustizia di cui il Tai Ji Men è stato investito derivava da una mancanza di coscienza in alcuni settori della vita politica e della burocrazia. La risposta del Tai Ji Men era, a sua volta, basata sulla coscienza. Nella lotta di molti che scesero in strada, brillava l'educazione che avevano ricevuto, che includeva le arti e la musica.

Tai Ji Men Protests in Taiwan

Proteste dei Tai Ji Men a Taiwan.


La relazione di Susan Wang-Selfridge è una gradita aggiunta a quanto già pubblicato sul Tai Ji Men, da una prospettiva originale radicata in un'esperienza accademica e personale, unica nel campo della musica. Merita di essere letto da chi è interessato ai diritti umani, alla coscienza, all'educazione e al caso Tai Ji Men.

Questo articolo è stato anche pubblicato su Bitter Wintrer