Persecuzione degli Ahmadiyya in Pakistan: Violazione sistematica dei diritti umani

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di CAP Liberté de Conscience — L'International Human Rights Committee (IHRC) in associazione con CAP Liberté de Conscience, ha continuato a richiamare l'attenzione del mondo sulla grave persecuzione della comunità musulmana Ahmadiyya in Pakistan.

I rapporti dell'IHRC, tra cui “Moschea storica costruita dall'ex presidente dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite demolita dal crescente estremismo in Pakistan,” e “Nuova ondata di persecuzioni anti-Ahmadi in Pakistan: Tombe profanate, case marchiate e moschee a rischio” dimostrano che la situazione nel Paese sta peggiorando.

Un'ondata di violenza e profanazione

I rapporti forniscono dettagli su gravi incidenti avvenuti nel gennaio 2025. Il 16 gennaio, una moschea storica di Daska è stata abbattuta da Sir Chaudhry Muhammad Zafarullah Khan, primo ministro degli Esteri del Pakistan e presidente dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite e della Corte Internazionale di Giustizia.

L'operazione è stata portata a termine con l'aiuto delle autorità locali e gli estremisti hanno chiesto che venisse tolta tutta l'elettricità nella zona e che la polizia fosse chiamata a circoscrivere l'area. I manifestanti che hanno protestato sono stati minacciati di violenze e la demolizione è stata celebrata dagli estremisti come un “grande giorno”.

Tra il 21 e il 24 gennaio, 40 tombe ahmadi sono state profanate a Sheikhupura e Farooqabad. Le lapidi sono state deturpate con vernice nera e sulle abitazioni private sono stati scritti slogan carichi di odio come “I qadiani sono infedeli”. La comunità Ahmadiyya ha denunciato l'accaduto alla polizia e ha fornito prove fotografiche dell'accaduto, ma la polizia non ha fatto nulla.

Tuttavia, gli estremisti non si sono fermati qui: hanno preso di mira le moschee ahmadi, compresa la moschea di Sultanpura a Lahore, dove i religiosi hanno chiesto di abbattere i minareti.  La polizia, invece di proteggere la comunità, ha detto agli estremisti che le loro richieste sarebbero state soddisfatte.

vede la comunità Ahmadiyya privata del diritto al culto, alla sicurezza e alla dignità. L'IHRC e CAP Liberté de Conscience collaborano da molti anni per denunciare queste violazioni a organismi internazionali come l'OSCE e il Comitato per i diritti umani delle Nazioni Unite.

Visita in Pakistan del Rappresentante Speciale dell'UE per i Diritti Umani

Si tratta di gravi violazioni dei diritti umani, che coincidono con la visita in Pakistan del Relatore Speciale dell'Unione Europea per i Diritti Umani. Secondo Dawn, la visita ha lo scopo di coordinarsi con il governo pakistano su importanti questioni relative ai diritti umani e di verificare i preparativi del Paese per la missione di monitoraggio del SPG+ prevista per giugno 2025.

L'UE ha detto al Pakistan di non dare per scontato il suo status di SPG+ perché il rispetto degli obblighi internazionali in materia di diritti umani è una condizione per ottenere le preferenze commerciali previste dal sistema. L'UE ha inoltre espresso le proprie preoccupazioni per le violazioni da parte del Pakistan del Patto internazionale sui diritti civili e politici, che il Paese ha firmato nel 2010.

L'UE ha espresso la sua preoccupazione per l'uso di tribunali militari per processare i manifestanti, una pratica che, a suo dire, non è compatibile con gli obblighi dell'ICCPR del Pakistan.

La revisione del ICCPR da parte del Comitato per i diritti umani delle Nazioni Unite alla fine del 2024 si è concentrata anche sulle violazioni del Pakistan per quanto riguarda la protezione delle minoranze religiose, compresa la comunità Ahmadiyya, e ha formulato alcune raccomandazioni concrete su come affrontare tali violazioni..

Relazionare la persecuzione agli obblighi internazionali

La persecuzione della comunità Ahmadiyya illustra chiaramente il mancato rispetto da parte del Pakistan degli impegni assunti con il Patto internazionale sui diritti civili e politici e con altri trattati internazionali. La 142a sessione del Comitato per i Diritti Umani ha espresso profonda preoccupazione per le leggi sulla blasfemia in vigore nel Paese e per la discriminazione sistemica subita dagli Ahmadi. CAP Liberté de Conscience e IHRC hanno partecipato attivamente a questa sessione, sollecitando una maggiore pressione internazionale sul Pakistan affinché rispetti i suoi obblighi.

La visita dell'inviato europeo offre un'opportunità cruciale per affrontare questi problemi. L'attenzione dell'UE per i diritti umani, in particolare nel contesto della missione di monitoraggio SPG+, sottolinea l'importanza di ritenere il Pakistan responsabile del trattamento riservato alle minoranze religiose. Le raccomandazioni del Comitato per i Diritti Umani delle Nazioni Unite, comprese quelle che riguardano specificamente la comunità Ahmadiyya, devono essere attuate senza indugio.

Un appello alla giustizia e alla responsabilità

The present persecution of the Ahmadiyya community reveals the necessity of Pakistan to meet its human rights responsibiliL'attuale persecuzione della comunità Ahmadiyya rivela la necessità del Pakistan di assumersi le proprie responsabilità in materia di diritti umani. Il governo del Pakistan dovrebbe agire subito per prevenire la violenza e la discriminazione contro la comunità Ahmadiyya e per proteggere i luoghi di culto degli Ahmadi e il loro diritto alla libertà di religione e di credo. In quanto firmatario dell'ICCPR e di altre convenzioni e trattati internazionali, il Pakistan è tenuto a proteggere questi diritti.

Inoltre, gli impegni assunti dal Pakistan nei confronti dell'Unione Europea nell'ambito dell'SPG+ implicano la necessità di apportare cambiamenti reali alla situazione delle violazioni dei diritti umani. La comunità internazionale, compresa l'UE, non dovrebbe smettere di assicurarsi che il Pakistan ponga fine alla persecuzione degli Ahmadi e di altre minoranze.

Fonte: CAP Liberté de Conscience