Summit Internazionale sulla Libertà Religiosa: perché è stato un grande successo

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Massimo Introvigne

1.000 leader religiosi e attivisti si sono riuniti per continuare il lavoro che l'ambasciatore Sam Brownback ha svolto a favore della libertà religiosa.

di Massimo Introvigne — Una volta c'erano le Ministeriali per promuovere la libertà religiosa, dove il Dipartimento di Stato americano invitava i ministri stranieri di decine di paesi per riunirsi e discutere di libertà religiosa. Una volta c'era anche un ambasciatore generale degli Stati Uniti per promuovere la libertà religiosa internazionale, che sotto l'amministrazione Trump era l'ex governatore Sam Brownback.

Finora, l'amministrazione Biden non ha nominato un ambasciatore generale per la libertà religiosa, né ha organizzato altre ministeriali sul tema. Ma questo non ha impedito all'ambasciatore Brownback, ora in veste di attivista privato, di continuare il suo lavoro e di riunire 1.000 leader religiosi e dei diritti umani a Washington DC per un vertice internazionale sulla libertà religiosa il 13-15 luglio 2021.

Non si è trattato di nostalgia politica per le attività della passata amministrazione, ma di un evento veramente internazionale e bipartisan. Anche il Segretario Blinken ha parlato, via video, e ha annunciato che sarà presto nominato di nuovo un ambasciatore generale per la libertà religiosa internazionale. Il messaggio del Summit è stato che, pur continuando a sostenere le iniziative a favore della libertà di religione o di credo da parte del Dipartimento di Stato, la società civile può e deve farsi carico di questa nobile causa.

Katrina Lantos Swett, l'ex presidentessa della Commissione USA per la Libertà Religiosa Internazionale (USCIRF), ha co-presieduto l'evento con Brownback. Quest'ultimo ha insistito che è tempo di andare oltre la semplice nozione di "tolleranza", costruendo rapporti d’amore tra diverse tradizioni religiose.

Ambassador Brownback

L'ambasciatore Brownback al summit, qui con i dizi (discepoli) di Tai Ji Men


Nelle sessioni principali e negli eventi collaterali, gli oratori hanno parlato della persecuzione religiosa nel mondo, con la Cina come caso più eclatante, ma sono state presentate anche situazioni meno note. Per esempio, un argomento importante è stato il destino dei Cristiani in Iraq. Le statistiche sono oggetto di controversie, ma potrebbero essersi ridotti a 400.000 rispetto al milione e mezzo di venti anni fa. I Cristiani, così come gli Yazidi, hanno molto sofferto delle persecuzioni dell'ISIS, ma una molteplicità di fattori spiega la loro difficile situazione.

Un partecipante significativo è stato il Metropolita Hilarion di Volokolamsk, presidente del Dipartimento per le Relazioni Ecclesiastiche Esterne del Patriarcato di Mosca. La Russia ha criticato gli sforzi degli Stati Uniti in difesa della libertà religiosa, poiché hanno denunciato la persecuzione russa dei Testimoni di Geova e di altre minoranze, evidenziando il sostegno dato alla discriminazione delle minoranze da parte della Chiesa Ortodossa Russa. Brownback ha visto la partecipazione di Hilarion come un gradito passo avanti per un dialogo sulla situazione in Russia e sul ruolo della Chiesa Ortodossa, oltre alla cooperazione già esistente in difesa dei Cristiani del Medio Oriente.

Il cardinale Cattolico Romano Timothy Dolan di New York, che presiede il Comitato della Conferenza Episcopale degli Stati Uniti per la Libertà Religiosa, durante la cena ufficiale ha parlato dei problemi di libertà religiosa che esistono anche in Occidente. "I nostri nemici – e il loro nome è Legione (ndr: Matteo (8:28-34), ha detto – ci sminuiscono come fanatici autoreferenziali che vogliono soltanto proteggere i propri privilegi e diritti, soffocando il progresso illuminato". Infatti, ha osservato il cardinale, è impossibile portare avanti in modo credibile le rivendicazioni della libertà religiosa a livello internazionale se non è pienamente protetta in patria.

Brownback ha promesso di mantenere la libertà religiosa come una questione veramente bipartisan e come pietra miliare della politica estera degli Stati Uniti.

Bitter Winter è stato un partner del Summit, e ha anche partecipato a un evento collaterale sul caso Tai Ji Men a Taiwan.

Brownback ha anche annunciato il piano di tenere un altro vertice internazionale sulla libertà religiosa negli Stati Uniti, preceduto da vertici regionali in Medio Oriente e in Asia.

Fonte: Bitter Winter

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