Il 10 marzo si commemorano gli eventi del 1959. La politica del PCC nei confronti dei gruppi etnici e religiosi minoritari non è purtroppo cambiata.
di Tashi Samdup — I tibetani di tutto il mondo commemorano la Giornata della Rivolta Tibetana il 10 marzo di ogni anno, per ricordare la rivolta Tibetana del1959 contro l'invasione da parte della Repubblica Popolare Cinese. Da quel giorno, molti tibetani, compreso Sua Santità il Dalai Lama, hanno dovuto trovare rifugio in India. Il 28 aprile 1959, a Dharamshala, in India, è stato fondato un governo in esilio, chiamato Amministrazione Centrale Tibetana (CTA).
Le atrocità cinesi contro i tibetani continuano senza sosta da quel giorno, prendendo di mira il libero esercizio della religione, il rispetto fondamentale della dignità umana, e la libertà di usare la lingua tibetana e preservare l'identità culturale tibetana. Il destino sconcertante delle ragazze Buddiste laiche tibetane e delle suore violentate di routine nei campi di rieducazione, proprio come le donne Musulmane nello Xinjiang, mostra la crudeltà sistematica della politica del PCC contro le identità culturali, i gruppi religiosi e le minoranze etniche. Sembra che in Tibet gli orrori della Rivoluzione Culturale non siano ancora finiti.
Ma i tibetani non sono rimasti inattivi. Sono stati creati molti gruppi per rivendicare rispetto e libertà. Alcuni sono noti a livello internazionale per la loro estrema efficacia.
Lhasa, marzo 2021: la polizia aumenta la sorveglianza prima del 10 marzo.
Il Tibetan Youth Congress (TYC), fondato il 7 ottobre 1970 a Dharamshala, India, è un'organizzazione internazionale non-governativa che sostiene la libertà del Tibet dalla Cina. Questo gruppo ha giocato un ruolo fondamentale nella promozione della Giornata della Rivolta Tibetana e nella difesa di un Tibet libero. Fin dalla sua fondazione, l'organizzazione ha ispirato i giovani tibetani a mobilitarsi per l'identità e la libertà della loro terra. Nel 2008, quando le proteste dei tibetani nella Regione Autonoma del Tibet sono arrivate all'attenzione del mondo, e il governo cinese ha dovuto affrontare diverse domande riguardanti i diritti umani, i membri della TYC hanno protestato durante la staffetta della torcia delle Olimpiadi estive 2008.
Students for a Free Tibet (SFT), fondata nel 1994, è una rete globale di studenti e attivisti che lavorano per i diritti umani e la libertà del popolo tibetano. SFT è stato un assiduo organizzatore di proteste nel giorno della Rivolta Tibetana in diversi paesi. I gruppi locali di SFT sono stati i principali organizzatori del Tibetan Independence Day il 13 febbraio di ogni anno. Le donne tibetane hanno anche fatto voto di lottare contro le violazioni cinesi dei diritti umani in Tibet. Il 10 settembre 1984 si è formato in India un influente gruppo di donne, la Tibetan Women's Association (TWA).
un'etichetta standard del PCC per chi si oppone al suo regime, anche se le loro attività sono state e rimangono del tutto pacifiche.
Celebrazione del giorno della Rivolta Tibetana a Taiwan (credits).
Recentemente, rivolgendosi a un grande raduno a Dharamshala, Lobsang Sangay, Sikyong (cioè Presidente) dell'Amministrazione Centrale Tibetana, ha dichiarato che la leadership della lotta tibetana per la libertà sta passando a una nuova generazione di tibetani, sia in Tibet che in esilio. Ha detto che "è la giovane generazione di tibetani in Tibet che chiede chiaramente e a gran voce la propria identità, libertà e unità. La nuova generazione di tibetani in esilio partecipa a sforzi simili". Sangay ha anche sottolineato la necessità di una "strategia a lungo termine per rafforzare e sostenere la loro lotta", aggiungendo che "dobbiamo costruire autonomia nel mondo tibetano, nel pensiero e nell'azione". Ha esortato a combinare l'educazione moderna con i valori tradizionali per assicurare basi più solide per la continuazione del movimento per la libertà del Tibet.
In precedenza, il Dalai Lama aveva indicato che la politica cinese del Tibet è un fallimento, che danneggia l'immagine della Cina stessa, come molti intellettuali hanno sottolineato. Sua Santità ha avuto anche l'occasione di commentare che “i comunisti fanno il lavaggio del cervello, torturano, corrompono e uccidono, ma lo spirito tibetano non è stato spezzato. La determinazione del popolo tibetano è molto forte, quindi ci sono molte ragioni per essere fiduciosi riguardo al futuro".
62 anni dopo la rivolta del 1959, è ora che la Cina la smetta di violare i diritti umani in Tibet e ripristini il totale rispetto dell'identità culturale e della libertà di religione dei tibetani. Tutto il mondo sta guardando.
Fonte: Bitter Winter
Tashi Samdup, ex segretario del Congresso regionale della gioventù tibetana, Capitolo Vijayawada (AP), India, è consigliere ed ex segretario della Comunità Tibetana in Italia.