TIBET: l’ipocrisia sfacciata del Partito Comunista Cinese

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Bandiera tibetana

A seguito dell’invasione del Tibet Orientale da parte delle truppe di Mao, eufemisticamente chiamate Esercito Popolare di Liberazione, il 23 maggio 1951 fu firmato un accordo di 17 punti tra i rappresentanti del Tibet e le autorità della Cina rivoluzionaria, con cui i tibetani riconoscevano la sovranità cinese sul Tibet sotto la minaccia che altrimenti tutto il Tibet sarebbe stato invaso. Nella ricorrenza dei 70 anni dall’accordo, il presidente cinese Xi Jinping si è recato in Tibet per legittimare l’operato persecutorio del suo regime e dei suoi predecessori.

«Tutte le regioni e le genti di tutte le etnie in Tibet marceranno verso una vita felice” ha detto Il presidente cinese con enfasi propagandistica nella sua prima visita ufficiale di venerdì 23 luglio in Tibet da quando è salito al potere nel 2013» (fonte RaiNews.it).

“Liberare” un popolo (quello tibetano) opprimendolo più di quanto facessero in precedenza i suoi governanti (in Tibet, fino ad allora, era in vigore l’istituto giuridico della servitù della gleba), soffocando nel sangue qualsiasi dissidenza dal pensiero unico del PCC e di fatto “uccidendo” lingua, cultura e religione millenarie che costituiscono l’identità dei tibetani, non è certo segno di progresso e di libertà. Ne è una prova eloquente il nuovo Codice di Condotta descritto in un articolo apparso sul sito della  International Campaign for Tibet il 14 luglio di quest’anno, che denuncia un'ulteriore storia di repressione e limitazione alla libertà di religione.


Un codice di condotta proibisce ogni forma di religiosità ai membri tibetani del PCC

Un nuovo codice di condotta per i membri del partito comunista cinese nella Regione Autonoma del Tibet proibisce esplicitamente ai membri del partito ogni forma di religiosità, sia nella vita pubblica che in quella privata.

Campagna Internazionale per il Tibet (14.07.2021) — Questo codice di condotta, che si compone di sei punti ed è attualmente in prova, è significativo per essere forse il primo regolamento di partito che dettaglia in modo chiaro e completo i tipi specifici di religiosità proibiti ai membri del partito nella TAR (Tibetan Autonomous Region). Esempi di condotta esplicitamente proibita includono indossare rosari o immagini religiose, inoltrare o linkare materiale religioso online e circumambulare montagne e laghi.

I membri del partito sono anche tenuti ad assumere un ruolo attivo nel propagandare la posizione antireligiosa del partito, consigliando ai parenti di ridurre al minimo il loro sentimento religioso, evitare di allestire altari o appendere immagini religiose nelle case, e di richiedere l'approvazione del partito prima di invitare personale religioso a celebrare riti per avvenimenti tradizionali come matrimoni e funerali.

La Campagna Internazionale per il Tibet (ITC) ha ottenuto copia del codice di condotta, che circola tra i membri del partito dall'aprile 2021. L'ICT ritiene che il "Codice di condotta per i membri del partito comunista nella regione autonoma del Tibet per non credere nella religione” sia specificamente rivolto ai membri tibetani del PCC, nonostante il titolo ufficiale del documento lo definisca come applicabile a tutti i membri del partito comunista nella TAR.

Secondo i media ufficiali, in varie parti della TAR è attualmente in corso una campagna per lo studio e la promozione di una stretta osservanza del codice di condotta da parte dei membri del partito.

Sullo sfondo di un crescente numero di nuove leggi per controllare e limitare le pratiche Buddiste Tibetane e contenere la diffusione del Buddismo Tibetano nel cuore della Cina, il codice di condotta recentemente pubblicato per i membri del partito della TAR, definisce in modo univoco ciò che non è ammissibile per i membri tibetani del partito nella TAR. Il codice non solo proibisce ai membri del partito ogni forma di religiosità (sia celata che palese) a livello individuale, ma estende questo obbligo, come consiglieri del partito, anche alla loro famiglia e alla società in generale. Obbligando i membri del partito a consigliare ai loro familiari e parenti di non partecipare ad attività religiose, il partito apparentemente mira a creare un impatto diretto su oltre il 50% della società tibetana nella TAR affinché non creda nel Buddismo Tibetano.

Il codice di condotta, che elenca le forme di religiosità proibite ai membri del partito nella TAR e il loro obbligo in quanto consiglieri di partito, copre i seguenti punti:

  1. Non indossare rosari e statuette sul corpo.
  2. Non tatuarsi scritture o simboli religiosi sul corpo.
  3. Non affiggere simboli religiosi negli uffici o su veicoli ufficiali.
  4. Non partecipare a studi religiosi e canti religiosi di gruppo.
  5. Non donare denaro e materiali ai monasteri.
  6. Non partecipare a visite rituali religiose e pellegrinaggi.
  7. Non ricevere l'ordinazione, non fare offerte religiose.
  8. Nessun ritiro religioso o spirituale.
  9. Nessuna circumambulazione di montagne e laghi.
  10. Non invitare monaci e suore a celebrare divinazioni o preghiere per i membri della famiglia o attribuire nomi ai bambini.
  11. Non inoltrare o condividere audio, video, informazioni religiose o scritture religiose.
  12. Non mandare i bambini in monasteri come monaci e suore, non mandarli in luoghi di culto religioso o scuole gestite da religiosi.
  13. No al 14° Dalai Lama.

Gli obblighi dei membri del partito tibetano verso i membri della famiglia e della società sono:

  1. Suggerire ai membri religiosi della famiglia e i parenti a ridurre al minimo il loro sentimento religioso.
  2. Consigliarli di non allestire altari in casa, collocare oggetti religiosi o appendere immagini religiose o foto di personalità religiose.
  3. Consigliare ai membri della famiglia e ai parenti di non partecipare ad attività religiose o di farlo il meno possibile.
  4. In caso di attività rituali (come matrimoni e funerali) si deve chiedere il permesso alla sezione del partito prima di invitare personale religioso a svolgere attività religiose.
  5. Impedire prontamente ai membri della famiglia e ai parenti stretti in viaggio all'estero di partecipare a un’udienza con il 14° Dalai Lama o partecipare alle varie cerimonie e attività religiose organizzate dal 14° Dalai Lama e dalla sua "cricca". Riferire al partito se non si è riusciti a fermarli.
  6. Istruire il pubblico religioso a trattare la religione in modo consapevole, a cambiare le sue usanze e ridurre l'influenza della religione.

L'articolo completo in lingua inglese può essere letto su International Campaign for Tibet

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