“Vietato pregare”, storie di intolleranza religiosa nell'Italia repubblicana

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Vietato pregare

“Vietato pregare” è a mio giudizio un libro fondamentale. L'inchiesta che abbiamo portato avanti con Agenzia e Quaderni Radicali, dal 2012 a oggi, ma anche l'azione della Federazione Europea per la Libertà di Credo è dal mio punto di vista direttamente collegata a questo testo. Spiega e conferma una serie di dati e analisi che avevamo avuto modo di approfondire insieme a Giuseppe Rippa, a Raffaella Di Marzio e ad altri, e che sono ben riassunti nella interrogazione parlamentare che Marco Perduca del Partito Radicale presentò nel 2012 per chiedere chiarimenti sulla Squadra Antisette. Chiarimenti che, naturalmente, non ha mai ricevuto.

Il libro di Andrea Maori offre il filo di collegamento tra il modello fascista e la situazione attuale. È sufficiente seguire la linea che traccia per avere gli strumenti necessari ad analizzare la continuità di regime in termini di laicità e libertà (ma anche pari opportunità) di credo e coscienza. I diritti di credenti, non credenti e atei, in Italia, non sono mai stati sullo stesso piano: questo è evidente. Possiamo dire purtroppo che il modello fascista è in parte sopravvissuto.

Il regime pone la Chiesa Cattolica in posizione di assoluta superiorità, con i Patti Lateranensi; mette al bando le altre confessioni, a cominciare dalla circolare Buffarini-Guidi del '35; questi gruppi, denominati “sette”, vengono sottoposti al rigido controllo dell'O.V.R.A.; e istituisce appositamente un reato, il reato di plagio, col codice Rocco. Tali aspetti del modello fascista non si può dire che siano scomparsi: il Concordato, i culti ammessi, il controllo di polizia sulle sette, il plagio.

Il Concordato è stato rivisto, ma la Chiesa Cattolica gode ancora di una posizione di supremazia assoluta rispetto alle altre confessioni, ai non credenti e agli atei. La legislazione sui culti ammessi è parzialmente ancora in vigore. C'è il sistema delle Intese, ovvero un gruppo religioso deve piacere al governo in carica se vuole ottenere dei riconoscimenti, altrimenti è regolamentato dalla legge sui culti ammessi. Riguardo al controllo di polizia, basta leggere questo libro per capire che si è mantenuto in modo poco egualitario.

Negli ultimi anni siamo andati oltre: oggi abbiamo addirittura una Squadra Anti-Sette, che ha come referente un prete cattolico, noto ai Radicali per essere stato il primo a scagliarsi contro Beppe Englaro, oltre che per il modo in cui lo ha fatto. È non solo un sacerdote della confessione maggioritaria, ma tutt'altro che un punto di riferimento in termini di laicità. E in merito al plagio, abolito grazie ai Radicali di Marco Pannella e a intellettuali come Pier Paolo Pasolini, per trent'anni si è tentato di reintrodurlo sotto forma di “reato di manipolazione mentale”, sempre tramite la propaganda sulle sette: anche in questa legislatura è stato ripresentato un DDL, il DDL 190.

“Vietato pregare” è un libro che va letto se si vuole capire che è successo tra ieri e oggi, come ha fatto il modello fascista a sopravvivere fino a questo punto. Ricordiamo che c'è una svolta importante negli anni Ottanta, quando subito dopo la revisione del Concordato nasce il primo gruppo antisette del Vaticano, il GRIS. Allo stesso modo, subito dopo l'abolizione del reato di plagio è fondato il primo gruppo antisette “laico”, che lotta per reintrodurre il reato di plagio col sostegno, dispiace dirlo, di alcuni esponenti del PC di allora.

Negli anni Ottanta, oltre alla revisione del Concordato e all'abolizione del reato di plagio, sono introdotte le prime Intese. Per capire bene cosa è successo nei quarant'anni che separano questa fase dalla caduta del regime fascista è indispensabile leggere i documenti che Andrea Maori ha faticosamente raccolto e magistralmente spiegato.

Perché, come dicevamo, c'è un filo preciso che collega il modello fascista alla situazione attuale. Vediamo infatti, nel libro di Andrea Maori, come inizialmente, negli anni Cinquanta e Sessanta, le “sette” che la polizia e l'Interno devono tenere sotto controllo sono i cristiani evangelici, gli stessi “pentecostali” che il fascismo aveva messo al bando e che furono sterminati nei lager. Il testo ci racconta che la tensione con i cristiani non cattolici sarà tale da provocare incidenti diplomatici con paesi amici come gli Stati Uniti, a maggioranza protestante.

Nei documenti ricorrono preti oltranzisti ed esponenti zelanti delle forze dell'ordine, pronti a segnalare il pastore che prega troppo forte o fa riunioni non autorizzate. Ma se seguiamo il filo che i documenti tracciano, vediamo come dopo la metà degli anni 70 l'attenzione si sposta dai gruppi evangelici ai movimenti spirituali di matrice orientale, dagli Hare Krishna a Osho, su cui interviene ancora da solo Marco Pannella. Gli unici che non cambiano mai la loro condizione sono i Testimoni di Geova, che non a caso sono tuttora indicati come “setta”, “culto distruttivo”, “gruppo abusante” etc. nelle relazioni di associazioni antisette che collaborano con la Polizia di Stato.

Ecco quindi che lo stigma di “setta” comincia ad assomigliare a quello a cui siamo abituati oggi. Si arriva agli anni Ottanta con questa situazione: la necessità di rivedere il Concordato e riconoscere i cristiani non cattolici; il reato di plagio, che viene improvvisamente abolito; e una serie di movimenti religiosi che stanno or ora spuntando nel nostro paese, dai gruppi Yoga a Scientology. Insieme ai Testimoni di Geova, sono questi i movimenti sui quali si andrà a stringere il controllo di polizia, grazie alla complicità di una parte della Chiesa che rifiuta ostinatamente la Chiesa post-conciliare, una parte del Parlamento che ancor più testardamente respinge il Parlamento post-costituzionale e, naturalmente, dei gruppi antisette.

Questi scoprono l'affare del secolo, nel senso che prendono fondi per un'emergenza che in realtà non esiste, tanto che nessuno è in grado di dire cosa effettivamente sia una setta: l'altro ieri i Pentecostali, ieri Sai Baba, oggi Scientology. Abbiamo a che fare con una definizione che cambia significato a seconda di chi la indossa, che non è in alcun modo funzionale ad affrontare i problemi sociali che possono riguardare la sfera religiosa dell'individuo o delle organizzazioni. D'altro canto, però, proprio per questo è estremamente funzionale al regime, perché si può applicare a chiunque, per un motivo o per un altro, si vuol colpire, annientare, mettere ai margini.

Per cui negli anni Ottanta arriviamo a una situazione tale che è semplice addossare l'accusa di setta un po' a tutti, e contemporaneamente al crollo della Prima Repubblica. Questo è un elemento vitale, perché l'unico vero elemento di discontinuità tra Prima e Seconda Repubblica è l'impennata del livello di cialtroneria. Quindi prevedibilmente arriviamo già ai primi anni Novanta con una storia di casi di setta infondati che continueranno per quasi trent'anni, prevalentemente ai danni di innocenti: chi era accusato di avere la setta satanica e in realtà la setta non c'era, chi era parte di un gruppo religioso messo alla gogna come setta pericolosissima e poi completamente assolto...

Insomma, trent'anni di grossolani errori giudiziari e di propaganda, da cui poi scaturiranno i servizi e le associazioni antisette, che a loro volta creeranno l'humus per le continue riproposizioni del DDL per il reato di manipolazione mentale, fino alla creazione della Squadra Antisette stessa, coordinata dal sacerdote di cui sopra e in costante collaborazione con referenti del mondo antisette. Inevitabilmente, questi acquistano un potere tale che, tramite una semplice segnalazione, possono far indagare una persona o un gruppo dicendo: “Ho preparato uno studio, ho raccolto decine di casi, quel movimento lì è una setta e pone i membri in stato d'incapacità tramite tecniche di manipolazione mentale”, provocando l'intervento immediato delle forze dell'ordine. Sembra incredibile, ma è successo.

Si pongono perciò due problemi fondamentali: da un lato l'attacco alla laicità dello Stato, l'assenza di pari opportunità e di un'effettiva tutela della libertà di religione e credo. Dall'altro, il fatto che mancano gli strumenti per combattere gli abusi in ambito religioso e tutelare i cittadini, perché tutto è seppellito da una propaganda fallimentare. Si arriva al paradosso che noi paghiamo per tenere in piedi la Squadra Antisette, senza aver chiaro a cosa serva, quanto costi e come operi, mentre i poliziotti non hanno i soldi per la benzina. Era poi la domanda principale che poneva Perduca al governo quando presentò l'interrogazione parlamentare, ovviamente.

In tutto questo una legge sulla libertà religiosa, nonostante i tentativi per discuterla fin dagli anni Ottanta, ancora non vede la luce. L'Italia si trova quindi in una situazione più grave di quello che sembra, in un momento in cui le tensioni dal punto di vista religioso sono diventate una questione cruciale dal punto di vista sociale, ma anche geopolitico, e noi non abbiamo gli strumenti per affrontarle. Basta pensare alla legge “antimoschee” voluta da Maroni in Lombardia, che non solo ha danneggiato tutti i luoghi di culto, anche quelli dei gruppi che hanno raggiunto regolare Intesa come gli evangelici, ma è proprio emblematica del modo con cui ci si rapporta al problema.

In realtà è ovvio che chiudere le moschee e costringere gli islamici a riunirsi in uno scantinato è un modo in cui di fatto si aiuta il terrorismo internazionale e non lo si combatte: però questa è la nostra mentalità, formata da un modello che non è mai venuto meno, figlio di quello fascista. Allora occorre una presa di coscienza in questo senso: anche la Federazione è nata con questo obiettivo e lavori come quello presentato qui rappresentano dei passi decisivi.

Vorrei concludere con una semplice riflessione: stiamo vivendo un momento di orribile tensione internazionale, in cui la religione ha purtroppo un ruolo centrale. Dall'altro lato, però, questo è anche un momento storico bellissimo per il dialogo interreligioso: cattolici ed evangelici che pregano assieme, la ferita millenaria tra ebrei e cristiani che dà segni di risanamento, anzi, possiamo dire che non sono mai stati così vicini... E, cosa non meno importante, per la prima volta c'è stata una presa di posizione netta da parte della maggioranza delle comunità islamiche nei confronti del terrorismo internazionale, dato che non si può ignorare in relazione alla gravità della minaccia.

Inutile menzionare il recente invito rivolto al papa affinché si rechi in visita alla moschea di Roma, e la sua fraterna reazione. Anche il dialogo tra credenti e non credenti sta attraversando, credo, una fase nuova: e non si può tacere il dato che la più popolare figura cattolica e la più popolare figura anticlericale degli ultimi dieci anni di fatto coincidano in quella del Santo Padre. È una cosa straordinaria, di cui non si può non tenere conto, sebbene sia sottolineata molto di rado.

Perciò credo, anche in virtù del prestigio e dell'interesse che ha suscitato il recente appuntamento di F.O.B. a Montecitorio grazie all'on. Ciocchetti, che se la drammaticità del momento ci indica i problemi e la gravità delle tensioni storiche che dobbiamo affrontare, è vero anche che questi elementi di superamento di tensioni storiche ci indicano la direzione in cui dobbiamo procedere.

Allora è in questo contesto che bisogna inquadrare gli odiosi residui del passato fascista, mai eliminati del tutto, e i tentativi reazionari di mantenere o restaurare ad ogni costo questo tipo di approccio. L'Italia si può presentare a questo inevitabile appuntamento con la storia senza superare la sua storia passata, e si rivelerà inadeguata sotto ogni punto di vista.

Gli orrori del terrorismo, la tragedia dei migranti: in tutto questo il diritto umano fondamentale alla libertà di credo e coscienza gioca un ruolo fondamentale. Non essere adeguati nel tutelare e limitare adeguatamente questo esercizio della libertà individuale espone il paese al rischio di trovarsi impreparato. Viceversa, imboccando la giusta strada credo che possiamo preparare un futuro migliore sulla base di questi elementi. Speriamo quindi che le istituzioni ci ascoltino e che momenti di riflessione fondamentali come questo possano presentarsi con una frequenza sempre maggiore.

Camillo Maffia


Segue il video dell'intervento di Raffaella Di Marzio, segretaria di FOB, nel quale dà lettura del testo di Camillo Maffia.

Per chi fosse interessato, questo è il link al video completo del dibattito.