Come prevenire un simile esito? Le ONG per i diritti umani invitano le autorità turche a far seguito alle loro raccomandazioni
A: M. Atilla Toros
General Directorate of Ankara Immigration Department
Çamlıca Mahallesi 122. Cadde No:4
Yenimahalle/ANKARA
e p.c.:
Relatore speciale sulla libertà di religione o di credo
Relatore speciale sui diritti umani dei migranti
Relatore speciale sulle questioni relative alle minoranze
Gruppo di lavoro sulla detenzione arbitraria
UNHRC in Turchia
HRWF/ CAP Liberté de conscience — Nel maggio 2023, la vicenda dei 104 rifugiati della Religione Ahmadi della Pace e della Luce (Ahmadi Religion of Peace and Light, AROPL) che si erano presentati al confine turco di Kapikule in cerca di asilo in Bulgaria, ma che erano stati bloccati e picchiati dalla polizia turca, è diventata una notizia internazionale. L'AROPL è una nuova religione riconosciuta a livello internazionale, registrata negli Stati Uniti d'America e con sedi nel Regno Unito e nella UE. Non va confusa con la comunità Ahmadiyya, di derivazione sunnita, perseguitata in Pakistan. I membri dell'AROPL sono considerati eretici sia nei Paesi sunniti che in quelli sciiti e sono gravemente perseguitati.
Alla fine il clamore per la vicenda suscitato dai media ha generato una dichiarazione delle Nazioni Unite in cui si ricordava alla Turchia che i rifugiati dell'AROPL avrebbero corso seri rischi se fossero stati espulsi e che l'obbligo di non rimandare i richiedenti asilo in Paesi dove potrebbero essere perseguitati o uccisi è “assoluto e inderogabile”. La mobilitazione internazionale ha permesso a 67 membri dell'AROPL di lasciare la Turchia, mentre 40 vi sono rimasti.
I restanti quaranta hanno cercato di rispettare scrupolosamente le leggi turche procedendo immediatamente alla legalizzazione del loro soggiorno. Poiché i loro casi inorigine erano stati gestiti nella città di Edirne, hanno chiesto all'ufficio immigrazione di Edirne se potevano presentare domanda di asilo in Turchia. Avendo ricevuto l'indicazione di poterlo fare, si sono stabiliti nella città di Edirne e hanno presentato domanda di asilo in Turchia, sostenendo di provenire dall'Iran e dall'Iraq (tranne uno proveniente dalla Palestina), dove sono particolarmente a rischio di detenzione a causa delle leggi sulla blasfemia. Le loro richieste di asilo sono state registrate e hanno ricevuto un permesso di soggiorno temporaneo in Turchia per un anno. Si sono organizzati per sopravvivere, dato che la maggior parte di loro aveva lasciato il proprio Paese d'origine in fretta e furia e con poco denaro. Hanno riunito le loro risorse e affittato una casa dove poter vivere in comune e prendersi cura dei membri più vulnerabili. Molti di loro hanno trovato lavoro a Edirne.
Il 14 luglio hanno ricevuto l'ordine di lasciare Edirne e di sparpagliarsi in 18 diverse città turche entro quindici giorni senza alcun sostegno abitativo. Se non si adegueranno, i loro permessi di soggiorno saranno revocati e potrebbero essere deportati nei loro Paesi d'origine (nonostante le Nazioni Unite abbiano chiesto alla Turchia di non farlo). Pur essendo ormai abituati a trattare con l'AROPL come una comunità rispettosa della legge e laboriosa, le autorità locali di Edirne hanno detto loro che la decisione è stata presa nella capitale Ankara e ci sono motivi di sicurezza per non tenerli riuniti in una città vicina ai confini con la Grecia e la Bulgaria. L'AROPL sospetta che anche l'opposizione alle sue dottrine religiose, denunciate come eretiche anche in Turchia, abbia avuto un peso in questa decisione.
La decisione costituisce una crisi umanitaria, poiché nessuno di questi 40 membri ha le risorse per trovare un alloggio in queste 18 città. Le risorse dei rifugiati sono appena sufficienti a pagare l'affitto di una casa a Edirne, dove vivono tutti insieme e dove investono tutte le loro modeste risorse. In poche parole, non hanno i soldi per affittare appartamenti in diciotto città diverse. Inoltre, i membri perderanno il loro lavoro e dovranno iniziare a cercarne uno nuovo in città che non conoscono. Questa decisione pone anche i membri più vulnerabili in una situazione impossibile. In molti casi, ai membri anziani e vulnerabili viene chiesto di trasferirsi da soli in altre città, dove saranno gli unici membri dell'AROPL presenti e dove non potranno contare sulla solidarietà e sul sostegno dei correligionari. Ad esempio, almeno quattro donne iraniane anziane e malate sono state messe a 15 ore di macchina di distanza dalla loro badante AROPL che parla la loro stessa lingua. Non parlano turco né inglese e non hanno quindi alcuna possibilità di sopravvivere in queste città. In un altro caso, un uomo di 60 anni con problemi cardiaci è stato messo a sette ore di distanza in auto dal più vicino correligionario del suo stesso Paese che parla la sua stessa lingua. In un altro caso, un uomo di 65 anni è stato messo con la figlia adolescente che non parla turco in una città a sé stante, dove non sarà in grado di trovare un lovoro che gli permessa di mantenere se stesso e la figlia.
A tutte queste obiezioni, la Turchia risponde che è un loro problema trovare una sistemazione. Il Paese non sembra avere un sistema di sostegno per i rifugiati, neppure collocandoli in campi temporanei come fanno altri Paesi. Questo mette il gruppo nella situazione impossibile di ritrovarsi senza casa, per strada o di rischiare di essere considerati clandestini e deportati nei loro Paesi d'origine.
Raccomandazioni per prevenire una crisi umanitaria
- Il gruppo chiede ad Ankara di riconsiderare la sua decisione, permettendo al gruppo di rimanere insieme a Edirne, dove il loro affitto è già stato pagato.
- Sono disposti a sottoscrivere qualsiasi accordo con l'amministrazione in cui garantiscono di non avvicinarsi mai al confine accettando di essere espulsi volontariamente in caso di violazione dell’accordo.
- Chiedono di poter rimanere insieme e poter continuare a prendersi cura dei loro membri vulnerabili.
Le organizzazioni e gli individui firmatari sono profondamente preoccupati per l'imminente crisi umanitaria che stanno affrontando i 40 richiedenti asilo della Religione Ahmadi della Pace e della Luce attualmente residenti a Edirne, in Turchia.
Come descritto nelle informazioni preliminari, a questi 40 rifugiati, fuggiti dalle persecuzioni, è stata concessa la residenza temporanea in Turchia dopo aver presentato domanda di asilo. Tuttavia, ora devono affrontare l'ordine di sparpagliarsi in 18 città diverse della Turchia entro la fine di luglio, senza alcun alloggio o sostegno finanziario.
Firmato da:
Bitter Winter
CAP Liberté de Conscience
Center for Studies on Freedom of Religion Belief and Conscience
Center for Studies on New Religions
European Federation for Freedom of Belief
Gerard Noodt Foundation for Freedom of Religion or Belief
Human Rights Without Frontiers
International Council for Diplomacy and Dialogue
Observatory of Religious Liberty of Refugees
Soteria International