Diritti umani, FOB all'OSCE chiede chiarimenti su “legge anti-moschee” e Squadra Anti-sette

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Alessandro Amicarelli - OSCE 2015

“Lo Stato italiano faccia chiarezza sulla 'legge anti-moschee' lombarda e sulla Squadra Anti-sette della Polizia di Stato”: così Alessandro Amicarelli, portavoce di FOB (European Federation for Freedom of Belief), ha rilasciato il suo statement all'assemblea plenaria dell'OSCE/ODIHR a Varsavia (guarda il video).

Se da un lato le polemiche sulla normativa leghista in materia di luoghi di culto hanno suscitato clamore in tutta Europa per via della penalizzazione delle religioni minoritarie e della criminalizzazione dell'Islam, dall'altro è il terzo anno di seguito che l'Italia riceve presso l'OSCE/ODIHR richieste di chiarimenti in merito a questo dipartimento singolare, istituito nel 2006 con una circolare firmata dall'allora capo della Polizia, che hanno seguito le tre interrogazioni parlamentari sollevate nel nostro paese. La Squadra Anti-sette infatti, pur non avendo mai sgominato finora alcun gruppo pericoloso, ha causato invece vari casi di malagiustizia e suscitato perplessità in merito al suo unico referente, un prete cattolico noto per le sue posizioni in materia di laicità e diritti civili, e alle sue collaborazioni con movimenti “anti-sette” affiliati alla discussa organizzazione francese FECRIS, accusata trasversalmente a livello internazionale di violare la libertà religiosa.

FOB esprime sconcerto in merito alla risposta immediata del rappresentante del governo italiano, che non ha fornito alcuna rassicurazione in merito alla “legge anti-moschee” approvata in Lombardia, e ha rivendicato invece la necessità di una Squadra Anti-sette della Polizia di Stato per via di non meglio identificate “sette sataniche”. Dalla triste vicenda dei “Bambini di Satana” (risarciti con centomila euro pro capite per ingiusta detenzione) a oggi, non un solo caso di “setta satanica” in Italia ha mai trovato alcun riscontro in tribunale: al contrario, più di un innocente ha subito custodia cautelare e gogna mediatica pur non avendo commesso alcun crimine, mentre l'unica vicenda di cronaca (“Bestie di Satana”, 2004) non aveva alcuna dimensione religiosa, spirituale o (volendo usare un termine che il Consiglio d'Europa ha raccomandato di non utilizzare per via della sua natura confusa e discriminatoria) “settaria”; non essendoci pertanto alcuna esigenza legata alla sicurezza dei cittadini, perché i contribuenti italiani finanziano un dipartimento di polizia che tiene sotto controllo solo alcuni movimenti religiosi e non altri, sull'unica base di una definizione di “sette” affidata a sacerdoti oltranzisti e a gruppi controversi?