Lettera aperta delle ONG alla Santa Sede sulla visita di Papa Francesco in Iraq

Sezione:
Basilica di San Pietro in Vaticano

S.E. Cardinal Pietro Parolin
Palazzo Apostolico Vaticano
Segretario di Stato della Santa Sede
00120 Via del Pellegrino
Città del Vaticano

 

4 Marzo 2021

Eminenza,

come membri della società civile irachena e di ONG internazionali, accogliamo con soddisfazione la visita apostolica di Sua Santità Papa Francesco in Iraq nel marzo 2021. In questo momento critico della storia del Paese, la visita rappresenta un'importante opportunità per promuovere la pace e la tolleranza, riunendo le comunità etno-religiose e ispirando un'azione collettiva per prevenire ulteriori atrocità come quelle che hanno causato tanta sofferenza per generazioni.

Per molti secoli il ricco tessuto delle comunità etno-religiose della regione è stato creato in condizioni ampiamente pacifiche, ma in tempi più recenti i gruppi minoritari hanno affrontato livelli crescenti di persecuzione e attacchi violenti a causa del loro credo religioso. I genocidi in corso hanno costretto le comunità a fuggire dalle loro patrie ancestrali, sciogliendo i legami che uniscono le persone in questa culla della civiltà.

L'abuso della Sharia ha portato all’emarginazione istituzionalizzata delle minoranze non-Musulmane in Iraq, e questo è stato esacerbato dai tentativi di Saddam Hussein di cambiare la demografia dello stato iracheno.

L'intervento del 2003 guidato dagli Stati Uniti ha gravemente destabilizzato le relazioni intercomunitarie, portando al collasso dello stato, alla guerra di religione e alla proliferazione di ideologie estremiste e gruppi armati.

La popolazione Cristiana si è ridotta oggi a sole 300.000 persone. Negli ultimi anni altre comunità minoritarie come Yazidi, Sabean-Mandaeans, Turkmen, Kak'ais e Shabak hanno affrontato minacce esistenziali.

Dall'agosto 2014, il gruppo terroristico Da'esh, noto anche come Stato Islamico dell'Iraq e della Siria (ISIS), ha sfruttato la mancanza di libertà religiosa per lanciare una campagna genocida contro le minoranze etno-religiose in Iraq. La violenza mirata ha cercato di cancellare del tutto la presenza delle minoranze religiose in Iraq, e in particolare degli Yazidi, condannati dall'ISIS come adoratori del diavolo. L'ISIS ha giustiziato coloro che rifiutavano la conversione religiosa e ha distrutto innumerevoli santuari, chiese, templi e altri siti culturali.

La minaccia di future atrocità da parte di Da'esh rimane chiara e presente nonostante la sconfitta territoriale del gruppo terroristico. In tutto l’Iraq continuiamo a sentire discorsi di odio contro le minoranze, promulgati da religiosi estremisti, e l'intolleranza rimane profondamente radicata a causa della mancanza di educazione sulle altre religioni e sui diritti umani. I recenti cambiamenti demografici nelle pianure di Ninive sono stati accompagnati da una maggiore presenza di gruppi di miliziani nella regione. L'inadeguatezza dei servizi e delle infrastrutture di base, insieme alla continua minaccia alla sicurezza, lasciano le comunità con un senso di mancanza di speranza e disperazione.

Accogliamo con soddisfazione gli sforzi già compiuti per salvaguardare la libertà religiosa in Iraq, come la Dichiarazione Interreligiosa sulle Vittime dell'ISIL, approvata dai leader religiosi delle comunità Cristiana, Sunnita, Sciita e Yazidi, e sostenuta dall'UNITAD e dall'Ufficio delle Nazioni Unite per la Prevenzione del Genocidio. Tuttavia, senza giustizia e responsabilità per le atrocità del passato, le comunità religiose continueranno ad essere vittime di persecuzioni e della minaccia di continue violenze.

La visita di Sua Santità Papa Francesco in Iraq è un'opportunità ideale per promuovere la cooperazione e l'unità di intenti tra il governo dell'Iraq, il governo regionale curdo, i leader religiosi e la più ampia comunità internazionale al fine di affrontare in modo completo i bisogni delle comunità colpite. Ci permettiamo di suggerire alle parti interessate di intraprendere i seguenti passi:

  1. Adottare una legislazione che garantisca risarcimenti per i sopravvissuti al genocidio di Da'esh e renda giustizia alle vittime.
  2. Mettere in atto accordi politici e di sicurezza che proteggano le comunità etno-religiose nelle loro patrie di origine da future atrocità e cambiamenti demografici. Oltre a ricostruire le aree distrutte a Sinjar, Tel Afar e nelle pianure di Ninive, devono essere forniti servizi di base e opportunità di sostentamento per incoraggiare le comunità a far ritorno alle loro case.
  3. Fornire supporto terapeutico psicosociale ai sopravvissuti, in particolare alle donne e ai bambini, per favorire la reintegrazione sociale.
  4. TCambiare le leggi che colpiscono la religione e la dignità delle minoranze religiose, come l'Articolo 26 della legge sulla carta nazionale unificata n. 3 del 2016.
  5. Promuovere l'educazione religiosa in tutto l'Iraq attraverso eventi e attività culturali che informino la popolazione sulle comunità minoritarie; integrare l'educazione sulle minoranze religiose nel programma scolastico iracheno per combattere la disinformazione.
  6. Che le Nazioni Unite agevolino una conferenza di approfondimento per ampliare l'approvazione della Dichiarazione Interreligiosa da parte di altre comunità religiose.

Sinceramente,

i sottoscritti:

  1. Air Bridge Iraq - Luftbrücke Irak
  2. American Islamic Congress
  3. Asia-Pacific Centre for the Responsibility to Protect `
  4. Assyrian Policy Institute
  5. CAPNI Organization
  6. Center for Justice and Accountability
  7. Civil Development Organization
  8. Coalition for Genocide Response
  9. CSW
  10. Darfur Women Action Group
  11. EMMA Organization for Human Development
  12. European Federation for Freedom or Belief
  13. European Interreligious Forum for Religious Freedom
  14. Eyzidi Organization for Documentation
  15. Eziden Weltweit e. V.
  16. Freedom House
  17. Free Yezidi Foundation
  18. Genocide Watch
  19. Hammurabi Human Rights Organization
  20. Harikar
  21. Hawar.help
  22. International Christian Foundation for Democracy
  23. International Coalition for the Responsibility to Protect
  24. Iraqi Institution for Development
  25. Jiyan Foundation for Human Rights
  26. Joint Help for Kurdistan
  27. Masarat
  28. Middle East Concern
  29. Montreal Institute for Genocide and Human Rights Studies
  30. Mosaic Middle East
  31. Nadia’s Initiative
  32. Observer Human Rights Center
  33. PAX
  34. Project Abraham
  35. Religious Freedom Institute
  36. Refcemi
  37. Shlomo Organization for Documentation
  38. Springs of Hope Foundation
  39. Soteria International
  40. TAJDID Iraq Foundation for Economic Development
  41. Tuly NGO for Turkmen Affairs
  42. Turkmen Rescue Foundation
  43. World Federalist Movement/Institute for Global Policy
  44. Voice of Ezidis
  45. Yazda
  46. Yazidi Legal Network

Fotografia a inizio pagina: Basilica di San Pietro in Vaticano (Credits: Alvesgaspar, CC BY-SA 4.0)