Lo Stato “Protettivo” e l'applicazione della legge francese About-Picard

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Video dell'intervento del Prof. Susan Palmer dell'Università di Concordia (Montreal), al Convegno Internazionale Diritto e libertà di credo in Europa, un cammino difficile, tenuto a Firenze il 18-19 gennaio 2018. Il video è in inglese con sottotitoli in italiano.

La legge francese sul “lavaggio del cervello” (legge About-Picard)

Applicazioni recenti dell’abuso di debolezza nella “guerra alle sette” in Francia

La legge About-Picard (spesso definita dalla critica internazionale “legge francese sul lavaggio del cervello”) è stata approvata dall’Assemblea Nazionale nel maggio del 2001. Prende il nome dai suoi fondatori: il senatore Nicholas About e Catherine Picard, deputato socialista dell’Assemblea Nazionale. Un movimento antisette sponsorizzato dal governo aveva continuato a crescere in Francia fin dalla metà degli anni ’90, in seguito a una serie di suicidi di massa perpetrati dal “Tempio del Sole” in Quebec, Svizzera e Francia che avevano inorridito la nazione e dato il via a battage mediatico sulle sette di tono assai sensazionalista da parte della stampa francese.

La legge About-Picard, secondo Catherine Picard, era stata concepita per “rafforzare la prevenzione dei movimenti settari che attaccano i diritti dell’uomo e le libertà fondamentali”. Il suo scopo era di controllare e reprimere le sette, consentendo allo Stato di perseguire i leader delle “sette” (etichettati in Francia come “guru”) che (presumibilmente) danneggiano i propri seguaci con il potere della manipolazione mentale. La legge About-Picard creò una nuova categoria di reato chiamata “abuso di debolezza” (abus de faiblesse), ossia lo sfruttamento di seguaci vulnerabili da parte degli spietati leader carismatici delle “sette”, la cui influenza arrivava inesorabilmente a generare varie forme di devianza sociale: frode, abuso fisico e psicologico, suicidio di massa, malattia mentale, pedofilia, riciclaggio di denaro sporco e abuso della professione medica. I leader delle sette giudicati colpevoli di “abus frauduleux de l’etat d’ignorance ou de faiblesse” [abuso fraudolento dello stato di ignoranza o debolezza] potrebbero essere soggetti a una pena detentiva di cinque anni e multe fino a 750.000 euro.

Movimenti francesi antisette e meccanismi di controllo sociale

I due principali gruppi antisette sponsorizzati dal governo, l’UNADFI [1] e la MIVILUDES [2], hanno contribuito ad aiutare le presunte vittime a far valere le accuse ufficiali. Nel 2008 la MIVILUDES ha creato una speciale squadra di polizia per rispondere ai reati commessi dalle sette, addestrato a condurre incursioni contro “le sette”. È stato chiamato Cellula d’Assistenza e Intervento in Materia di Derive Settarie (CAIMADES). In cinque dei casi qui elencati [3], è stato condotto un raid di tipo militare dal CAIMADES, un’unità dell’Ufficio Centrale per la Repressione della Violenza contro le Persone (OCRVP) della Direzione Centrale della Polizia Giudiziaria (DCPJ). Il “dominio di competenza” dell’OCRVP sono i reati violenti, elencati sul suo sito web come: omicidio, stupro, pornografia, pedofilia, cadaveri non identificati, rapimenti e “dérives sectaires” (traducibile con “derive settarie” o “danni causati dalle sette”).

L’ascesa del movimento antisette patrocinato dal governo, in seguito alla tragedia del Tempio del Sole, è già stata ben documentata e ampiamente dibattuta. Lo scopo di questa presentazione è invece di concentrarsi sulla legge About-Picard e sul reato di “abuso di debolezza”, seguirne l’applicazione negli ultimi diciotto anni e cercare di valutarne l’efficacia nella repressione dei movimenti settari (les sectes) in Francia. A tal fine, ho raccolto dati su trentadue casi in cui leader di sette sono stati accusati di manipolare o sfruttare la debolezza dei loro seguaci (abuso di debolezza) e perseguiti dai tribunali francesi. Nella conclusione dell’articolo presenterò i miei risultati, sperando di far luce sui vari “impatti” di questa legge, sui presunti autori di abuso di debolezza e, più in generale, sullo stato della libertà di religione in Francia.

Metodologia

Dopo aver interpellato diversi avvocati francesi ed essere stata informata che non esisteva una fonte centralizzata in cui trovare un elenco di tutti i casi di About-Picard dal 2001, mi sono rivolta a vari gruppi per i diritti umani, come La Coordination des Associations et Particuliers pour la Liberté de Conscience (CAP) e Le Centre d’Information et de Conseil des Nouvelles Spiritualités (CICNS), per avere informazioni su cinque casi. La maggior parte dei casi elencati di seguito, comunque, sono stati ricavati da articoli pubblicati dai media, su giornali francesi o da articoli in siti web antisette come unadfi.org e prevensectes.com.

È quasi imbarazzante rivelare il mio “metodo socio-scientifico” di raccolta dati, consistente nel fare ricerche su Google per parole chiave come “guru”, “setta” e “abuso di debolezza”. Il risultato è stato una gran quantità di articoli sensazionalistici che descrivevano allegramente il più recente esposto o lo smascheramento di un guru o “manipolatore”. In cinque casi, sono riuscita a mettermi in contatto con i cosiddetti “guru” accusati di abuso di debolezza e ho condotto interviste che hanno portato alla luce dei dettagli sulla loro situazione, ma negli altri 27 casi ho dovuto fare affidamento sulle notizie dei media con le loro versioni esagerate, incomplete e distorte dei “fatti”. Pertanto, i risultati della mia indagine sono incompleti e, nei casi in cui mi sono dovuta affidare alle notizie dei media, alcuni dei resoconti dei casi sono probabilmente inattendibili.

La prima applicazione della legge: Arnaud Mussy, 2002-2004

La prima applicazione della legge del 2001 risale all’ottobre 2004, quando Arnaud Mussy fu processato dinanzi al Tribunal Correctionel di Nantes con l’accusa di “abuso di debolezza”. Come profeta/leader di una piccola setta chiamata Néo-Phare, fu accusato della manipolazione mentale di un seguace vulnerabile, cosa che lo spinse a suicidarsi. Arnaud Mussy fu giudicato colpevole, condannato a tre anni di carcere (poi amnistiati) e multato per 115.000 euro.

Questo processo ebbe molta pubblicità in Francia, perché possedeva un valore giuridico e la condanna di Mussy possedeva un valore pedagogico, poiché era un avvertimento per tutti i “leader delle sette” di smettere di fare il lavaggio del cervello, e per tutti i cittadini francesi di smettere di unirsi alle sette. Nelle parole dell’avvocato difensore di Mussy “questa non è una condanna di poco conto (neutrale). Contiene un avvertimento molto forte! In essa troviamo la prima giurisprudenza”.

Nel 2005 ho incontrato Arnaud Mussy e il suo carismatico fratello gemello, Olivier Mussy, nel loro appartamento a Nantes e, sulla base dell’intervista, ho trattato l’analisi del caso Néo-Phare in un capitolo del mio libro The New Heretics of France (Oxford University Press, 2011). [4]

Il caso di Neelam Makhija, un turista indo-canadese

Nell’agosto del 2016 si è messo in contatto con me Neelam Makhija (70 anni), ingegnere elettronico in pensione e ricco uomo d’affari. Makhija è originario dell’India e ha cittadinanza canadese, ma non parla una sola parola di francese. Non aveva mai sentito parlare della legge About-Picard fino a quando non fu arrestato e rimase sconcertato dalle accuse di abuso di debolezza. Mi espresse le sue lamentele per il fatto di essere stato per due anni sotto “arresto francese”, impossibilitato a tornare a Bombay per visitare i suoi nipoti e a occuparsi della sua attività ingegneristica a Toronto. Si era appellato al CAP, il gruppo per i diritti umani di Parigi, che lo aveva indirizzato al mio libro, The New Heretics of France. Dopo aver ricevuto la sua documentazione, l’ho intervistato e sono rimasta molto colpita dalla sua storia:

Nel novembre del 2014 Neelam Makhija era in visita in Francia come turista, per trascorrere una vacanza con la sua amica Jaanu che lavora come life coach, astrologa e insegnante di meditazione a Lione. Era la terza volta in quattro anni che le faceva visita e, come suo solito, si era offerto di aiutarla in uno dei suoi seminari sulla meditazione, prima di partire con lei per la Spagna per la loro vacanza annuale. “Mi sono offerto di aiutarla nelle piccole cose; principalmente raccoglievo fazzolettini sporchi, cucinavo i pasti, pulivo la sala di meditazione, spostavo materassi, scaricavo il furgone, aprivo finestre, accendevo candele…”. Durante questo seminario venne presentata la meditazione Mystic Rose elaborata da Osho (alias Bhagwan Shree Rajneesh). A metà della settimana del seminario, una squadra di gendarmi, armati di pesanti caschi e giubbotti in kevlar, fece irruzione alle 7 del mattino nella casa privata in cui stava la coppia e li arrestò. In seguito, l’avvocato di Makhija identificò questa squadra di polizia come inviata dalla CAIMADES (Cellula d’Assistenza e Intervento in Materia di Derive Settarie), una speciale forza di polizia istituita nel 2008 dalla missione interministeriale francese “antisette” MIVILUDES, specificamente addestrata per riconoscere e reprimere “sette” e culti. Makhija commentò: “Erano tutti armati e si comportavano come se stessero salvando i presenti da una situazione molto pericolosa”. Quando gli agenti della CAIMADES portarono la coppia in prigione, Neelam sentì che essi spiegavano al carceriere: “Fanno parte della setta di Osho, il guru del sesso”. Makhija e la sua amica, Jaanu, furono tenuti in cella separatamente (in custodia) per otto settimane. Quando gli domandai “Perché così a lungo?”, Makhija rispose “Perché eravamo stranieri e il giudice istruttore era troppo impegnato per occuparsi di noi; in Francia non c’è Habeas Corpus”. (Sarebbe infatti trascorso un anno prima che i due amici potessero incontrarsi o comunicare di nuovo.)

Makhija parla sei lingue hindi ma non il francese, quindi non riuscì a leggere le pagine e pagine di accuse emesse contro di lui. Il traduttore a lui assegnato gli spiegò, come da lui riportato “che avevo usato tecniche fraudolente per manipolare menti deboli, per frodare i loro soldi, che avevo usato tecniche indiane e avevo creato una misteriosa atmosfera indiana per influenzare queste persone, che avevano menti deboli; che ero un grande leader della setta del guru indiano del sesso, Osho”.

Dopo essere stato interrogato per 3-4 ore senza alcun avvocato, Makhija venne condotto da Lione in una prigione di Fontainebleau, dove fu interrogato per altri tre giorni, con un traduttore e senza avvocato. Il suo denaro, le sue carte di credito, il suo computer e i suoi documenti di viaggio furono confiscati; l’unico cibo disponibile era qualche panino col pesce, ma lui è vegetariano.

Makhija protestò sul fatto di non essere un guru: “Ho detto loro che sono un ingegnere di professione, non ho alcuna esperienza nel guidare gruppi di meditazione e nel formare le persone. Non parlo francese, non ho ricevuto dei soldi e non conoscevo nessuno dei suoi clienti”. In seguito, Makhija scoprì che una donna proveniente da un’influente famiglia di Lione, che aveva frequentato il seminario di mediazione di Aashti nel 2011, era stata fonte di notevole preoccupazione per suo marito e per suo padre (un illustre generale) al suo ritorno, per via dei “cambiamenti nella sua personalità”, quindi loro avevano presentato denuncia all’organizzazione antisette locale: l’ADFI. Il generale usò la propria influenza politica per convincere un giudice a ordinare intercettazioni telefoniche su Aashti. Dopo sette settimane di prigione, Makhija incontrò il giudice istruttore. Gli chiese della sua spiritualità indiana. Lui spiegò che aiutava solamente una vecchia amica e, chiese, giacché non parlava una parola di francese, in che modo avrebbe potuto “manipolare” i clienti di Aashti? (Il giudice scrisse successivamente nel suo rapporto che Neelam Makhija “manipolava le persone attraverso il suo silenzio”.) Le accuse più specifiche contro Makhija sostenevano che egli “si nascondeva dietro la filosofia indiana e creava un’atmosfera misteriosa usando incenso, candele, musica e tecniche indiane”. Makhija spiegò al giudice che i clienti di Aashti portavano i loro CD per la musica di sottofondo, che lui non aveva mai portato né selezionato alcuna delle musiche e che candele e incenso erano stati acquistati da Aashti all’IKEA. Makhija si oppose all’affermazione secondo cui “si nascondeva dietro la filosofia indiana”. Confermò al giudice istruttore di provenire dall’India e di essere orgoglioso della sua cultura. Era cresciuto in una famiglia che si dilettava con la meditazione e frequentava le lezioni dei guru di passaggio; non per affari, ma per diletto. Obiettò sul modo in cui la parola sanscrita “guru” veniva adoperata in Francia. Nella tradizione indù guru significa “maestro di verità”, un essere illuminato. I grandi filosofi dei Veda e delle Upanishad, Sankara e Patanjali, erano alcuni dei famosi “guru” dell’India. Eppure, in qualche modo, nei secoli XX° e XXI°, in Francia, la parola “guru” era arrivata a significare una sorta di viscido venditore di olio di serpente che truffa il suo seguace con tecniche di lavaggio del cervello e che dovrebbe essere rinchiuso.

“Ho spiegato [al giudice] che la maggior parte degli indiani ha uno o più guru nella propria vita, che avevo avuto sei guru, quindi perché scegliere Osho? Ricordo che da bambino ero a casa di mia nonna a Poona e Osho teneva lezioni quotidiane a casa della sua vicina, così noi andammo a sentirlo… una volta. Ho visitato l’ashram di Osho due volte. Ho grande stima di Osho e dei suoi insegnamenti; in India è venerato come un grande filosofo e i suoi libri sono nella biblioteca del parlamento indiano. Però Osho non ha mai visitato la Francia, non ha mai parlato francese e non ha mai menzionato la Francia in nessuno dei suoi famosi Discorsi. Tuttavia, qualche burocrate ignorante del MIVILUDES, nella sua visione razzista, ha deciso che Osho è una ‘setta’ (qualsiasi cosa significhi). Nella logica del MIVILUDES, in realtà dovrei essere considerato un membro della ‘setta’ Ramana, dove ho trascorso gli ultimi sei inverni. Per me, come indiano, questo non ha senso.”

Makhija ha detto di essersi reso conto che il giudice istruttore non lo stava ascoltando. “Conosco la legge britannica, quella canadese e quella statunitense. In Francia però si usa un sistema diverso. In primo luogo qualcuno si lamenta, poi il procuratore (giudice dell’accusa) elabora le imputazioni penali. In seguito, sceglie un giudice istruttore (solitamente un amico) il cui compito è trovare prove a sostegno delle accuse formulate. Sembra non si usi nemmeno per un minuto il concetto di ‘innocente fino a prova contraria’.”

Makhija ha fatto notare che tutti e tre i suoi avvocati difensori l’hanno avvisato che quella procedura d’indagine non era né neutrale, né vincolata a un termine di tempo. “Dissero che comunque non c’era niente che potessero fare. ‘Questa non è Londra, è Lione’, dissero. ‘Noi avvocati difensori abbiamo difficoltà a difendere i nostri clienti’. Di fatto, l’assistente del mio avvocato mi ha avvisato: ‘Una volta che sei stato accusato di abuso di debolezza, beh, fattene una ragione; sei morto. Non c’è niente che tu possa fare’.”

Ventinove ex-clienti di Jaanu sono stati rintracciati dagli avvocati dell’UNADFI, i quali hanno presentato denunce di abuso di debolezza per loro conto e, nella maggior parte dei casi, a loro insaputa o senza il loro consenso. Nel marzo 2015 il giudice istruttore li aveva interrogati tutti e ventinove. Ognuno di loro ha dichiarato di non avere alcuna lamentela contro Jaanu, anzi di aver tratto benefici dai suoi seminari. La maggior parte di loro ha detto di non aver mai incontrato Neelam Makhija. I pochi che l’avevano incontrato dissero di non aver mai comunicato con lui perché non parlava francese.

Secondo Makhija, la risposta del giudice è stata: “Ma questo dimostra che hanno subìto il lavaggio del cervello! Una delle caratteristiche dell’abuso di debolezza è che le vittime non si rendono conto di essere manipolate”. [5] Arrivati a luglio 2015, alla corte d’appello, è stato completamente chiarito che nessuna delle 29 vittime aveva alcuna lamentela. Sono state stralciate dal caso e tre nuove “vittime” sono state trovate per sostituirle. Tutte e tre hanno però dichiarato di non avere lamentele contro Jaanu o Neelam Makhija. Ciò nonostante, il procuratore ha raccomandato al giudice istruttore di incriminare Jaanu e Makhija per aver manipolato mentalmente le tre nuove vittime. Di conseguenza, l’indagine sarebbe andata avanti ancora per almeno un altro anno, fino a quando fosse stato possibile fissare un’udienza in tribunale. Makhija ha osservato: “Questo prolungherà il mio arresto in Francia di un altro anno”.

Per 22 mesi Neelam Makhija è stato accusato di aver cospirato con Aashti per truffare del denaro ai suoi clienti (un’accusa frequentemente rivolta ai terapeuti). Quest’accusa è però stata abbandonata dalla Corte d’Appello, quando gli avvocati della difesa hanno presentato documenti bancari che dimostravano l’assenza di collegamenti fra i conti bancari delle parti in causa. Dopo aver trascorso quasi due mesi in prigione, Makhija è stato liberato a fronte del pagamento di 50.000 euro di cauzione, in aggiunta alla confisca di 6.000 dollari dei suoi fondi per i viaggi. I suoi avvocati hanno richiesto un permesso, affinché potesse visitare la sua famiglia in India e occuparsi delle attività della sua azienda in Canada, ma tale richiesta è stata respinta. Alla fine, il 2 giugno 2017, il caso di Neelam Makhija è giunto in tribunale. Tutte le accuse sono state fatte cadere e lui ha finalmente potuto lasciare la Francia.

Ventiquattro casi di abuso di debolezza riportati dai media, 2002-2017

La singolare storia di Neelam Makhija mi ha spinto a cercare altri casi di abuso di debolezza. La CAP, l’Organizzazione Non Governativa per i diritti umani di Parigi, era a conoscenza solo dei cinque casi di cui si stava occupando al momento ma, quando ho digitato le parole “guru”, “setta” e “abus de faiblesse” in Google, sono venuti a galla 24 nuovi casi. Sono rimasta sorpresa nel constatare che non era menzionata nessuna delle “sette” più grandi, di maggior successo e maggior fama in Francia (Scientology, Mandarom, Testimoni di Geova, Soka Gakkai). Nemmeno veri “guru” importanti provenienti dall’India, come Amma o Ravi Shankar, sono stati presi di mira. La maggior parte degli accusati si occupava di cure alternative o di psicoterapia e le loro attività apparivano piuttosto modeste. La maggior parte erano anziani, di età superiore ai 65 anni.

TABELLA 1

Nome, Professione/Gruppo

Città

Anno

Pena

Arnaud Mussy, Neo-Phare

Nantes

2004

3 anni (sospesi), 
115.000 €

Vescovi Raeliani (2)

Lione

2000???

Accuse ritirate

Communauté des Béatitudes

Aveyron

2005

Accuse ritirate

Lucien Engelmayer, Dianova

Tolosa

2007

5 anni, 375.000 €

Claude David, Gens de Bernard

Tolosa

2007

4 mesi, 10.000 €

Gsouria M. “Angelina”

Parigi

2008

 

Sean O’Neill, scisma di ISKCON

Valbonne

2009

15 anni

Thierry Tilly, artista della truffa

Monflanchino

2009

10 anni

Robert Le Dinh, comunità

Ariege

2010

2 anni

Sophie Berlamont, Centre de Biodynamisme

Nyons

2010

5 anni (1 anno sospeso)

Philippe Lamy, Villa Panthere

Libourne

2011

 

Eliane Deschamps, Amour et miséricorde

Digione

2011

 

Luce Barbe, La Ferme de deux soleils

Servance

2012

 

Hervé Granier, La Bresse

Vosgi

2012

15 anni, 300 €

Francoise Dercle, Parc d’accueil

Lisieux

2013

5 anni, 440.000 €

Claude Alonso “ZEUS”

Guyan-mastres, Libourne

2013-15

2 anni

Gabriel Loison, terapeuta 
L’Université de la Nature

Località sconosciuta

2014

14 anni

“Una coppia” Energie renouvelable

Roézé-sur-Sarthe

2014

 

“Un magnétiseur de la Drôme”

Valence

2014

 

Neelam Makhija, turista indiano

Lione

2014-17

Accuse ritirate

Jaanu”, astrologa, life coach

Lione

2014

 

André Biry, Psicoanalisi oggettiva

Parigi

2015

5 anni (nel 1997)

Augustin Valencourt, Marie Porte du Ciel

La Reunion

2015

 

Christian Ruhaut, artista/istruttore di yoga

Nantes

2015

 

Jacques Masset, psicoanalista junghiano

Ugine

2015

5 anni, 1 €

Papa Sané, imam musulmano

Saint-Louis

2016

 

Etienne Guillé, Biochimico Grande Mutation

Parigi

2016

 

Benoit Ting, psicoanalista terapeuta umano

Parigi

2016

1 anno, 238.000 €

Mélite Jasmin, sacerdotessa vudù

Val d’Oise

2016

3 anni, 93 €

Marie-Catherine Phanekham, kinesiologa

Parigi

2016

1 anno (sospeso), 300.000 €

Yannick, pastore pentecostale

Nemour

2017

8.000 €

Nella Tabella 1 [6] sono elencati 32 casi di abuso di debolezza. Sono indicati il nome e il titolo onorifico (se disponibile) dell’imputato principale. In molti casi le mogli, i compagni, i familiari o gli assistenti sono stati accusati come complici. Le date indicate si riferiscono all’anno in cui la storia è stata pubblicata per la prima volta. Per molti di questi casi non sono ancora disponibili informazioni più dettagliate sulle date di arresto, sulla loro apparizione di fronte alla corte d’appello o sulle decisioni della corte suprema. Nella colonna dei “risultati” sono indicate le pene detentive e le ammende inflitte ai condannati. Le accuse tipiche che accompagnano il reato di abuso di debolezza vengono discusse di seguito.

I gruppi e i “guru” presi di mira

1. Psicoanalisti e terapeuti.

Sulla base delle descrizioni fornite dai media, sembra che sei dei cosiddetti “guru” rientrino nella categoria degli psicoterapeuti o psicoanalisti. Ciò non sorprende, dato che nell’aprile 2012 la MIVILUDES ha prodotto una guida pratica, Santé et dérives sectaires (Salute e derive settarie), che si rivolgeva alle “derive settarie” degli “pseudo-terapeuti”. [7]

Benoit Yang Ting era uno psicanalista freudiano e specialista della “memoria ritrovata”, i cui clienti si lamentavano degli onorari esorbitanti e del fatto che inducesse “ricordi” traumatici d’incesto che avevano danneggiato i loro rapporti familiari. Jacques Masset era uno psicologo junghiano i cui clienti si lamentavano delle sue estorsioni di denaro e prestazioni sessuali. Celine Godfroy era una terapista dell’urlo primordiale il cui uso di nudità rituali e farmaci psichedelici provocò lamentele da parte dei suoi clienti. Gabriel Loison, la cui precedente associazione, Les Jardins de Nature, era sulla lista Guyard delle sette francesi nel 1996, è stato arrestato con la sua compagna con l’accusa di stupro, aggressione sessuale e corruzione di un minore, in base a eventi verificatisi durante un seminario sul sesso tantrico nel 2011. Il Dott. Claude David, psicanalista e dichiaratamente omosessuale, è stato il fondatore e direttore di Gens de Bernard, una comune terapeutica cattolica di stile monastico vicino a Tolosa. È stato incriminato per aggressioni fisiche e sessuali a minori, abuso di debolezza aggravato, violenza, violazione della fiducia e della segretezza. Gsouria (“Angelina”) era una psicoterapeuta e una “voyante” (veggente) parigina che faceva pagare 100 euro le sue consultazioni; i cui clienti si lamentavano del fatto che avesse indotto in essi dei falsi ricordi di incesto. Élisabeth Saccucci è stata accusata di aver falsificato le proprie credenziali di terapeuta. André Biry, uno “psicanalista oggettualista”, è stato arrestato nel luglio 2015 e accusato di riciclaggio di denaro dopo che ha tentato di trasferire 500.000 euro fuori dal paese. Gli ex clienti si sono lamentati del fatto che si era fatto pagare onorari esorbitanti per i suoi inefficaci trattamenti per la fertilità.

La MIVILUDES li bersaglia:

PARIGI – La manipolazione mentale che caratterizza le derive settarie è, nella maggior parte dei casi, opera di pseudo-terapeuti difficilmente identificabili, come chiarisce la MIVILUDES nella sua nuova guida pratica che sarà pubblicata mercoledì.

2. Profeti di associazioni spirituali e di nuove religioni collettive

Sette di questi casi coinvolsero i leader di NMR, profeti con pretese carismatiche. La maggior parte di questi cosiddetti “guru” sono stati incriminati per aver estorto denaro e lavoro volontario ai propri seguaci, atto interpretato come “abus de faiblesse au sein d’un groupement sectaire” (abuso di debolezza in seno a un gruppo settario). Hervé Granier, leader messianico e clown di un gruppo senza nome di dieci seguaci, fu accusato di stupro di una quattordicenne che riconobbe come sua “sposa divina” . È stato anche accusato di “abuso di debolezza in seno a un gruppo settario” per aver richiesto lavoro volontario e denaro ai suoi seguaci al fine di finanziare l’associazione. Francoise Dercle ha fondato una comune ed è stata accusata di aver rubato 400.000 euro ai suoi seguaci, di averli costretti al lavoro volontario e averli coinvolti in rituali sessuali perversi e degradanti. Philippe Lamy, ipnotizzatore, canalizzatore spiritualista e proprietario di un sex club o “club libertin” chiamato Villa Panthère, è stato accusato per abuso di professione medica, abuso di debolezza e aggressioni sessuali. Luce Barbe, fondatrice di una fattoria biologica, ha condotto un programma di volontariato durante l’estate, invitando gli studenti a lavorare in frutteti e orti per la produzione di prodotti biologici. L’accusa sosteneva che avesse indotto falsi ricordi d’incesto nei suoi seguaci e convinto i giovani ad abbandonare le loro famiglie e gli studi per restare a lavorare per lei. È stata incriminata per lavoro dissimulato, frode e abuso di debolezza. Il dottor Etienne Guillé presenta un caso insolito. Era un illustre biochimico, professore e ricercatore del DNA al CNRS e ha fondato un’associazione di successo chiamata Grande Mutation. Ha tenuto serie di conferenze controverse che combinavano concetti spirituali e teorie scientifiche della fisica quantistica, della biologia molecolare e della biochimica. Il suo obiettivo dichiarato era esplorare il segreto dell’immortalità fisica per mezzo della scienza. Sono emersi reclami riguardo ai suoi metodi di guarigione alternativi, poiché scoraggiava i pazienti affetti da cancro dal sottoporsi alla chemioterapia, promuovendo l’uso del pendolo. Fu inoltre accusato di incoraggiare i propri seguaci a staccarsi dalle famiglie e fu accusato di due suicidi.

3. Movimenti cattolici laici

Quattro di questi casi sono caratterizzati da leader che potrebbero essere identificati come devoti mistici cattolici, veggenti alla guida di circoli di preghiera cattolici per la rivitalizzazione o fondamentalisti: Eliane Deschamps, Augustin Valencourt, due leader della Communauté des Béatitudes e Robert Le Dinh.

4. Religioni degli immigranti

Tre degli imputati (Mélite Jasmin, Papa Sané, Sean O’Neill) potrebbero essere descritti come “sacerdoti” di religioni esotiche che sono state importate in Francia. Mélite Jasmin è una sacerdotessa vudù che sembrava seguire comuni pratiche vudù, familiari a un pubblico caraibico (ad esempio, macellazione di polli nel suo cortile, schizzare sangue sui suoi clienti e far pagare del denaro per rituali di guarigione sciamanica). È stata condannata a quattro anni di carcere; anche le sue due figlie, che le facevano da assistenti, sono state incriminate. Papa Sané era un imam musulmano senegalese che viveva con la moglie e 17 discepole. Sean O’Neill era un devoto di Krishna che si staccò dall’ISKCON per creare il proprio ashram, composto di ragazze nell’età dell’adolescenza che ha addestrato a essere le sue gopi. Tra le accuse c’era quella di aver “imposto un regime vegetariano alle sue vittime” e di averle costrette ad “andare per strada a convincere altri giovani ad aderire”. Tra il 2008 e il 2010 è stato condannato a 15 anni di carcere per lo stupro di tre adolescenti.

5. Altri casi

Esistono altri casi che non rientrano in nessuna delle categorie di cui sopra. François Ruhaut è un artista e insegnante di yoga. Lui e la sua compagna sono stati accusati di abuso di debolezza e di aver costretto i suoi studenti di yoga a partecipare a rituali sessuali “fuori dalla norma”. Thierry Tilly è un caso sconcertante; è stato descritto dai media come un approfittatore della fiducia, che ha rovinato una famiglia benestante intessendo una rete di teorie della cospirazione e appropriandosi indebitamente della loro fortuna. Lucien Engelmajer era un rabbino ebreo che fondò il famoso centro di riabilitazione dalla droga Dianova, vicino a Tolosa. Basato su un’organizzazione sociale comunitaria, Dianova è stato bollato come “setta” e Engelmajer è stato accusato di “abuso di debolezza”, “abuso della fiducia”, “ricettazione”, “riciclaggio di denaro” e “abuso di beni sociali”. È stato anche accusato di stupro di minori (che ha negato) e convocato dalla Corte d’Assise. Visto che viveva in Sud America il processo ha scarsa influenza su di lui ed è morto nel 2007 all’età di 87 anni nell’uragano Dean, lo stesso anno della sua condanna presso il Tribunale penale di Tolosa per abuso di debolezza e accuse connesse.

Conclusione

Le critiche alla legge About-Picard mosse da gruppi per i diritti umani, avvocati e accademici, me compresa, rappresentano diverse prospettive disciplinari: sociologiche, politiche, giuridiche e psicologiche.

1. La prospettiva della Sociologia delle Religioni

Per gli studiosi che hanno familiarità con il campo degli studi comunitari, molti degli aspetti difficili riscontrati in queste “sette”, descritti come danni (derive settarie) derivanti dall’uso di tecniche di manipolazione mentale, imposte dai guru ai loro seguaci deboli di mente per i propri scopi narcisistici, potrebbero essere identificati come modelli familiari riscontrati in comunità intenzionali. Molti degli esempi di abuso contenuti nelle lamentele degli ex membri potrebbero essere considerati esempi di ciò che la sociologa americana Rosabeth Moss Kanter ha definito “i sei meccanismi dell’impegno”. [8] Essi includono i seguenti modelli quotidiani o regole comuni di vita comunitaria:

Sacrificio (rinuncia a beni e lussi mondani); investimento (donazioni finanziarie e volontariato); rinuncia (interruzione dei legami con la famiglia e gli amici al di fuori della comunità); mortificazione (umiliazione rituale per la sottomissione dell’ego). La Kanter sostiene che questi modelli siano onnipresenti nelle utopie comunalistiche di successo e definisce il “successo” come ottenibile in un tempo di oltre 25 anni. Molte delle denunce sono state presentate da ex membri. È noto che il lavoro volontario (lavare piatti e panni sporchi, pulire o spazzare i pavimenti) è comunemente praticato nei monasteri (dove il lavoro domestico è una sorta di “culto”), negli ashram indù e nei sangha buddisti (dove il lavoro domestico è spiegato come “karma yoga” ed è impregnato di una qualità meditativa). Appare straordinario che nell’ultimo decennio si sia assistito a svariate incursioni della polizia in gruppi spirituali, semplicemente perché qualche ex-membro si era lamentato di essere stato costretto a lavare troppi piatti (come nel caso dei raid in stile militare su Ananda ad Assisi (Italia), su MISA in Romania e su varie comunità spirituali in Francia e Belgio, accusate di lavoro dissimulato).

2. La prospettiva politica

Dal punto di vista degli studi politici, il fatto che la legge About-Picard sia stata votata dall’Assemblea Nazionale suggerisce che la Francia abbia abbracciato l’ideale dello “Stato protettivo” (uno Stato che anticipa e impedisce i danni ai suoi cittadini), in contrapposizione al tipo di “Stato del laissez-faire” di Barker, di cui Regno Unito, Danimarca e Olanda sono esempi. [9] Le organizzazioni, create dal movimento antisette sovvenzionato dallo Stato francese (l’UNADFI), che ricevono fondi come “servizio pubblico”, e le “missioni interministeriali” di MILS e MIVILUDES sono un’altra indicazione del fatto che la Francia sia uno “Stato protettivo”.

3. La prospettiva degli studi legali e giudiziari

Diverse caratteristiche dei procedimenti giudiziari nelle cause per abuso di debolezza sembrano mettere in discussione i principi della presunzione di innocenza e dell’imparzialità del tribunale. In primo luogo, c’è la questione dell’autenticità e dell’attendibilità delle presunte vittime di abuso di debolezza. Basta che un solo cliente o ex-membro presentino un reclamo contro l’ex terapeuta o maestro spirituale alla sede locale dell’ADFI. Questo è sufficiente per dare l’avvio a indagini e/o arresti, come messo in evidenza da un articolo di Le Monde (“Seule une victime peut déclencher une enquête”, Le Monde, 18 novembre 2009). Sorgono dubbi sui moventi di alcune delle sedicenti “vittime” nel momento in cui si scopre che sono genitori iperprotettivi, ex innamorati disprezzati e gelosi, oppure colleghi competitivi.

Il secondo problema è che gli avvocati ingaggiati dall’UNADFI (che, come servizio pubblico, riceve finanziamenti statali) o dalla MIVILUDES possono presentare denunce per conto delle presunte vittime, senza il loro consenso e perfino a loro insaputa. Quando le cosiddette “vittime” protestano sul fatto di non essere vittime, la risposta della corte spesso consiste nell’interpretare la loro negazione come una prova di lavaggio del cervello, dal momento che il le persone che hanno subito il lavaggio del cervello non si rendono conto di averlo ricevuto. [10] Un’altra strategia, se la loro dichiarazione viene accettata, è che il procuratore trovi ulteriori “vittime”. Nel caso di Jaanu (l’amica di Neelam Makhija), lei ha fatto notare che, siccome la polizia aveva messo sotto controllo il suo telefono per oltre un anno, erano state incluse fra i suoi potenziali clienti, considerati sue “vittime”, persone che avevano semplicemente sbagliato numero chiamando il suo cellulare e avevano subito riagganciato; si trattava di completi estranei che non aveva mai incontrato e con cui non aveva mai parlato.

In terzo luogo, è in discussione l’imparzialità dei giudici francesi. Il MIVILUDES organizza annualmente seminari di formazione sul “fenomeno delle sette”, al fine di sensibilizzare i giudici sui pericoli delle sette. Questo viene chiaramente affermato nel rapporto della MIVILUDES del 2004 al Primo Ministro. Da sette anni la Scuola Nazionale per Magistrati (ENM) organizza un seminario di una settimana sulle sette, tenuto dal capo della Sezione sulle Sette del Dipartimento degli Affari Criminali e delle Amnistie. Il seminario è rivolto ai magistrati e al personale delle varie amministrazioni giuridiche. La MIVILUDES ha anche fatto notare di avere contatti regolari con i magistrati designati come corrispondenti in seno a ciascuna Corte d’Appello. Se i magistrati francesi sono istruiti ad assumere atteggiamenti antisette e prospettive distorte, in preparazione ai casi che coinvolgono i “leader delle sette”, appare improbabile che questi ultimi ricevano un’udienza equa e imparziale in tribunale.

4. La prospettiva psicologica

Infine, il concetto di lavaggio del cervello è presente in modo notevole nel delitto di abuso di debolezza. Il concetto di abuso di debolezza si basa sulla controversa teoria del lavaggio del cervello, chiamata “manipolazione mentale” o “emprise mentale” in Francia.

Il concetto di “lavaggio del cervello” risale agli anni ’50. Fu concepito dopo l’improvvisa e inspiegabile conversione dei militari americani all’ideologia comunista durante la guerra di Corea, in seguito alla loro incarcerazione nei campi di prigionia. Due psicologi americani intervistarono questi uomini per indagare sulla loro conversione, pubblicando i risultati della loro ricerca nel 1961. Le loro conclusioni (basate sulla teoria neo-freudiana) sono state che il processo di lavaggio del cervello combina pressione sui propri compagni, incarcerazione, minacce e pestaggi; i militari sono quindi stati “costretti e in seguito convinti”. La validità scientifica della teoria sul lavaggio del cervello è stata messa in discussione da psicologi e sociologi, poiché essa non supera la prova del principio di falsificabilità di Karl Popper, l’intrinseca verificabilità di qualsiasi ipotesi scientifica. Il “lavaggio del cervello” è anche una delle voci reperibili nel testo “Enciclopedia delle pseudoscienze: dai rapimenti di alieni alla terapia di zona”. [11] Anche se il pubblico americano continua ad accettare il lavaggio del cervello come se fosse un fatto scientifico tale da fornire una semplice spiegazione psicologica per l’improvvisa conversione di un individuo a un movimento religioso o politico radicale, fin dagli anni ’80 la comunità scientifica e i tribunali hanno scartato la teoria del lavaggio del cervello perché priva di rigore scientifico. L’imprecisione della teoria sul lavaggio del cervello e la difficoltà di provare o smentire le sue affermazioni collocano il presunto autore di abuso di debolezza in quella che Makhija ha descritto come una situazione “kafkiana”. Come dimostra l’esperienza di Makhija, i processi tendono a essere piuttosto lunghi. Possono essere necessari da tre a otto anni prima che siano risolti. A quanto mi risulta, vi sono solo tre casi in cui le accuse di abuso di debolezza sono state respinte. [12]

La legge del 2001, fin dalla sua entrata in vigore, era controversa ed è stata criticata da avvocati, magistrati, gruppi per i diritti umani e sociologi delle religioni per il suo intrinseco pregiudizio “antisette” e per il suo affidamento su una teoria “pseudo-scientifica” screditata. La sua formulazione si basa su tre ipotesi stereotipate “antisette”: primo, che tutte le sette, come le bande organizzate e i cartelli, siano intrinsecamente e ineluttabilmente inclini ad attività dannose e criminali; secondo, che i “leader delle sette” tendano a essere “manipolatori” che hanno in qualche modo imparato una misteriosa, irreparabile tecnologia di controllo mentale, persuasione coercitiva o lavaggio del cervello, su cui si basano per convertire, controllare e sfruttare i propri seguaci; e, in terzo luogo, che tutti i “membri delle sette”, avendo subito il lavaggio del cervello, siano “vulnerabili”, deboli, psicologicamente indifesi, quindi non possano essere ritenuti responsabili per le loro deplorevoli decisioni e debbano essere protetti dallo Stato.

È importante conoscere il contesto sociale e politico della legge del 2001, nata dall’attivismo del “movimento antisette”, sponsorizzato dallo Stato francese, che ha istituito una serie di missioni interministeriali ai più alti livelli del governo, il cui esplicito obiettivo è quello di “combattere le sette”. Di conseguenza, nella legge About-Picard si trova un forte pregiudizio contro le nuove religioni alternative.

Si potrebbe sostenere che vi siano aspetti positivi nella legge. Consente allo stato di penalizzare gli ipnoterapisti specializzati nella pratica controversa della memoria ritrovata, quelli che inducono “false memorie” nei loro clienti, che spesso portano alla distruzione dei rapporti familiari. Però gli aspetti negativi della legge About-Picard sono abbastanza chiari. La legge si basa su una nozione irrealistica di nuova religione, creata e promossa da lobbisti e attivisti “antisette”, i quali scelgono volontariamente di ignorare la gran quantità di dati e le complesse teorie sui nuovi studi religiosi reperibili nel campo delle scienze sociali. Mancando una comprensione delle nuove religioni, sui loro diversi tipi, sui loro modelli di sviluppo e sulle loro caratteristiche di base, inevitabilmente fallisce nella sua missione di controllare o sradicare le sette in Francia. In secondo luogo, la legge mina la libertà religiosa dei cittadini francesi (e, nel caso di Neelam Makhija, dei turisti in visita), prendendo di mira chi è fuori dagli usuali schemi spirituali. Ciò include non solo i carismatici profeti dei NMR, ma anche i terapeuti d’avanguardia che esplorano e incorporano nella loro pratica tecniche radicali per la psicoterapia, che potevano essere scioccanti o “all’avanguardia” nel 1960, come l’“urlo primordiale” di Janov e la terapia Gestalt di Fritz Perls. Queste tecniche sono attualmente molto utilizzate in Nord America e in Europa occidentale, però in Francia sono considerate tecniche di manipolazione mentale utilizzate per disorientare, sfruttare e danneggiare persone deboli e suggestionabili. Infine, la legge si rivolge agli esperti religiosi delle comunità di immigrati, ai ministri pentecostali africani, alle sacerdotesse vudù e agli sceicchi e imam degli ordini sufi musulmani. Questi leader servono i bisogni spirituali del loro gregge esattamente come farebbero nei loro paesi, ma improvvisamente si trovano a essere bollati come devianti in Francia ed etichettati come manipolatori e guru, col risultato che africani, haitiani e musulmani non si sentono benvenuti e trovano più difficile integrarsi nella società francese.


NOTE

 [1] ⬆︎ L’Union Nationale des Associations de Défense des Familles et de l’Individu (UNADFI) è un’associazione francese antisette fondata nel 1974, riconosciuta come associazione di pubblica utilità con decreto del 30 aprile 1996 e sovvenzionata direttamente dallo Stato francese.

 [2] ⬆︎ Missione Interministeriale di Vigilanza e Lotta contro le Derive Settarie.

 [3] ⬆︎ Questi casi sono: Centro per l’Insegnamento del Biodinamismo, Celine Godfroy, Gsouria, Papa Sané, Grande Mutation.

 [4] ⬆︎ La ricerca è stata condotta grazie a una borsa di studio dell’SSHRC (Consiglio di Ricerca per le Scienze Sociali e Umanistiche) per l’analisi del movimento antisette francese intitolata “Le sette francesi nel contesto sociale: uno studio sulla gestione francese dei nuovi movimenti religiosi” (borsa di ricerca standard per le scienze sociali e umanistiche del governo federale del Canada, 2005-2008).

 [5] ⬆︎ Questo potrebbe sembrare ridicolo e anche “inventato”, ma il giudice del processo ad Arnaud Mussy ha fatto un’affermazione simile in risposta alle dichiarazioni dei Peralta, che negavano di essere vittime e affermavano di non essere mai stati manipolati da Mussy.

 [6] ⬆︎ Si fa notare che questo è uno studio ancora in corso; ho fatto molto affidamento su rapporti dei media, che tendono a sensazionalizzare, esagerare e distorcere i fatti. Tuttavia, la tabella è uno strumento utile. Indica il tipo di professioni o gruppi presi di mira, in quali anni sono avvenuti i fatti e le sanzioni inflitte. Questi dati sono ulteriormente elaborati e analizzati più avanti.

 [7] ⬆︎ romandie.com, AFP, 11 aprile 2012.

 [8] ⬆︎ Rosabeth Moss Kanter: Impegno e Comunità. Comuni e utopie nella prospettiva sociologica. Impegno e organizzazione sociale: studio dei meccanismi d’impegno in comunità utopiche. American Sociological Review, Vol. 33, N. 4 (Agosto 1968), pag. 499-517.

 [9] ⬆︎ Intervento di Eileen Barker alla riunione del Progetto Religione e Diversità, il 26 ottobre 2017, presso l’Università di Ottawa.

 [10] ⬆︎ Un esempio di questo può essere trovato nel mio resoconto del processo ad Arnaud Mussy in The New Heretics of France (2011). I coniugi Peralta, che caddero durante un’arrampicata su roccia, sono stati nominati dal procuratore come “vittime” di Mussy. Quando l’avvocato di Mussy ha presentato le loro dichiarazioni alla corte, in cui negavano di aver mai tentato il suicidio o di essere stati manipolati da Arnaud Mussy, la risposta è stata: “Questo dimostra che sono stati manipolati”.

 [11] ⬆︎ William F. Williams, Routledge, 2013

 [12] ⬆︎ Nell’aprile 2005, Myriam e Pascal Michelena, ex membri della Communauté des Béatitudes, hanno depositato una denuncia per frode e abuso di debolezzae contro la comunità, respinta dal giudice nel 2008. L’altro caso riguarda un esorcista della Chiesa ucraina di Elven, apparso nei media del marzo 2011.