Continua e sistematica persecuzione della comunità musulmana Ahmadiyya in Pakistan

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Associazione membro di FOB, CAP Liberté de Conscience – ONU Ginevra, Evento a margine dell’Esame Periodico Universale (UPR): Sintesi sulla persecuzione continua e sistematica della comunità musulmana Ahmadiyya in Pakistan

13 novembre 2017 – GINEVRA: Oggi, l’associazione membro di FOB, Coordination of Associations and Individuals for Freedom of Conscience (CAP), ha tenuto presso il Palazzo delle Nazioni un evento a margine dell’Esame Periodico Universale (Universal Periodic Review - UPR) del Pakistan da parte del Consiglio delle Nazioni Unite per i Diritti Umani. L’evento ha preso in esame le sfide che le comunità religiose devono affrontare in Pakistan, in particolare le leggi draconiane anti-Ahmadi e sulla Blasfemia che lo stato utilizza da oltre 40 anni per perseguire le comunità religiose.

Alla presenza di rappresentanti di ONG internazionali e di varie Missioni ONU, questo evento quanto mai opportuno ha evidenziato la difficile situazione della comunità musulmana Ahmadiyya. Dichiarato non musulmano nel 1974 dalla Costituzione pakistana, il movimento è tra le comunità religiose più emarginate del mondo. L’odio basato sulla fede e la discriminazione contro la comunità vengono propagati dai livelli più alti del governo pakistano.

Recentemente, in Pakistan, tre membri della comunità musulmana Ahmadiyya sono stati condannati a morte con false accuse di blasfemia.

Questa crescente persecuzione promossa dal governo preoccupa particolarmente in vista delle prossime elezioni generali del 2018. L’evento ha posto doverosamente l’attenzione sul fatto che gli Ahmadi in Pakistan si trovano ad affrontare un’apartheid elettorale diversa da qualsiasi altro cittadino del paese, ed è l’unica comunità privata dei diritti elettorali in Pakistan.

L’evento, a cui ha preso parte un gruppo internazionale di esperti, ha ricevuto messaggi di sostegno da parte del Dott. Ahmed Shaheed, Inviato Speciale ONU per la Libertà di Religione, che ha sottolineato la necessità di azioni urgenti per far cessare la persecuzione sistematica dei musulmani Ahmadi in Pakistan che, ha fatto notare, è “ufficialmente sancita” dalla legge. Ha aggiunto che la persecuzione ha avuto un impatto su tutte le comunità e ha fatto appello al Pakistan affinché metta pienamente in vigore le raccomandazioni dell’UPR.

Anche il deputato Jim Shannon, presidente del gruppo parlamentare britannico per la libertà internazionale di religione o di credo (UK All Party Parliamentary Group for International Freedom of Religion or Belief) e il deputato Siobhain McDonagh, presidente del gruppo parlamentare britannico per la comunità musulmana Ahmadiyya (Chair of the All Party Parliamentary Group for the Ahmadiyya Muslim Community UK) hanno inviato messaggi di sostegno sollecitando la cessazione di tutta la discriminazione religiosa in Pakistan.

Tra i relatori figuravano Sir Iftikhar Ayaz, Presidente del Comitato Internazionale dei Diritti Umani, il Dott. Aaron Rhodes, Presidente del Forum per la Libertà Religiosa in Europa, Mahmood Ahmad, Segretario Generale della Associazione Ahmadiyya degli Avvocati Musulmani degli USA e Baseer Naveed della Commissione Asiatica per i Diritti Umani.

L’evento è stato moderato da Thierry Valle, Presidente di CAP Liberté de Conscience che ha inoltre sottolineato l’importanza del problema dicendo:

“Questo evento a margine ha stabilito che il Pakistan, a 70 anni dalla sua costituzione, non è ancora all’altezza della visione che Jinnah aveva del Pakistan come nazione, con la completa libertà di religione per tutti.

Il governo pakistano deve agire per porre fine alle leggi Federali che prendono di mira la comunità musulmana Ahmadiyya e alla persecuzione quotidiana che devono affrontare Cristiani, Sciiti, Ahmadi e altre comunità”.

Fonte: http://www.freedomofconscience.eu/united-nations-the-denial-of-religious-freedom-in-pakistan/