Il governo deve fronteggiare l'ira per essersi opposto alla marcia delle donne in Pakistan

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Women displaying placards during Aurat March 2019

Di Aftab Alexander Mughal — Le organizzazioni della società civile, compresi i gruppi per i diritti delle donne, hanno condannato la proposta del ministro del governo di vietare la "marcia delle donne (Aurat March)". Anche i politici conservatori e una sezione dei media sostengono la proposta. L'8 marzo, in occasione della Giornata internazionale della donna, sono previste varie marce, raduni ed eventi femminili.

In generale, le donne in Pakistan affrontano disuguaglianze di genere, emarginazione, violenza, molestie e discriminazione. Secondo Nazakat Hussian, fondatrice di Digital Time Communication, i comportamenti e gli stereotipi generali contro le donne prevalenti nella società scoraggiano molte donne dalla partecipazione attiva ed effettiva alle attività sociali, politiche ed economiche. “Tuttavia, nonostante le sfide, le donne in Pakistan hanno dimostrato una grande capacità di recupero. Molte sono diventate degli esempi superando le sfide”, scrive in un quotidiano locale.

La Aurat March è un appuntamento annuale in cui migliaia di donne, commerando la Giornata internazionale della donna l'8 marzo, prendono parte a manifestazioni marciando, radunando e organizzando altri eventi simili in tutto il paese facendo sentire la loro voce per rivendicare i diritti fondamentali e opporsi alla violenza contro le donne. Queste manifestazioni hanno una tradizione in Pakistan, ma la prima marcia delle donne organizzata ufficialmente, fortemente osteggiata dai gruppi conservatori, si è tenuta nel 2018.

In una società conservatrice, ogni anno la marcia delle donne affronta l'ostilità dei gruppi e dei partiti politici fondamentalisti, in particolare Tehreek-e-Insaf (PTI) di Imrak Khan, Jamaat Ulema-e-Islam (JUI – F) e Jammat-e-Islami (JI).

Il ministro federale per gli affari religiosi e l'armonia interreligiosa, Noor-ul-Haq Qadri, ritiene che gli slogan sollevati durante gli eventi della festa della donna siano "non islamici" e dovrebbero essere vietati. Il 9 febbraio il ministro ha scritto una lettera al primo ministro Imran Khan in merito alla sua proposta. Lo stesso Imran Khan è un politico conservatore che ha rilasciato un paio di dichiarazioni negative e non favorevoli sulla libertà delle donne.

Insieme agli attivisti per i diritti umani, alcuni politici progressisti si sono opposti fermamente all'approccio regressivo del ministro. La senatrice Sherry Rehman del Partito popolare pakistano si è opposta alla proposta del ministro e ha detto in un suo tweet: "Stai cospirando per privare le donne della loro libertà e dei loro diritti".

Tuttavia, i partiti politici conservatori, tra cui Jamaat Ulema-e-Islam e Jammat-e-Islami, hanno sostenuto l'idea del ministro. Il presidente del Consiglio degli ulema del Pakistan e rappresentante speciale del Primo ministro per l'armonia religiosa, Hafiz Muhammad Tahir Mahmood Ashrafi, ha affermato domenica che la “Aurat March" dovrebbe rispettare i valori, le leggi e i sentimenti del popolo pakistano.

Gli organizzatori della “Aurat March" sono determinati a organizzare manifestazioni l'8 marzo, Giornata internazionale della donna. Il tema della marcia di quest'anno è "Asal Insaaf (reimmaginare la giustizia)." Il tema si concentra sulla prevenzione e sulla cultura della cura invece di guardare al diritto penale come soluzione a ogni problema della società. Domenica, gli organizzatori hanno discusso il tema in un incontro con degli avvocati, che hanno condiviso alcuni suggerimenti utili.

I gruppi della destra religiosa musulmana tendono a mettere in relazione tutto con la religione. In qualità di ministro federale, Noor-ul-Haq Qadri ha affermato che gli striscioni, i cartelli e gli slogan della marcia non riflettono le norme della società pakistana o gli standard politici e religiosi. Ha suggerito che invece la giornata potrebbe essere celebrata come la "Giornata dell'Hijab", concentrandosi sulla discriminazione degli intransigenti indù contro le donne musulmane in India. In alcuni stati indiani, le ragazze musulmane non possono indossare l'hijab nelle istituzioni educative.

Il 21 febbraio, il Daily Times, un quotidiano pakistano in lingua inglese, si è opposto alla richiesta del ministro e ha affermato: "Non ci si può aspettare che l’uso della nozione di Hijab come antitesi a un movimento nazionale porti alcun contributo costruttivo sul tavolo".

Ironia della sorte, i gruppi conservatori sostengono la libertà di scelta per le donne musulmane in India, ma si oppongono agli stessi diritti delle donne musulmane pakistane. Mentre i sostenitori della linea dura vogliono un Pakistan conservatore, l’Aurat March è un passo avanti verso un Pakistan democratico e progressista in cui nessuno dovrebbe essere discriminato per motivi di genere, etnia e religione. La battaglia ideologica è in corso. Solo il tempo dirà chi vince.


Aftab Alexander Mughal è il direttore di Minority Concern Pakistan (Regno Unito) ed ex segretario esecutivo della Commissione Giustizia e Pace della Leadership dei Superiori Maggiori Religiosi in Pakistan.

Foto: Nawab Afridi