L'intolleranza nasconde sempre una debolezza

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Steno Sari

di Steno Sari — Per libertà religiosa si intende la possibilità di credere a quello che più aggrada, come anche di non credere, e include spesso la lotta contro il dogmatismo, il pregiudizio e l'intolleranza. È costata nel corso della storia un incalcolabile numero di vite, bruciate in sanguinosi conflitti di religione. Salvaguardare questa libertà riguarda l'essenza della dignità umana e può essere giustamente considerata la cartina di tornasole per il rispetto di tutti gli altri diritti e libertà fondamentali, poiché ne è la sintesi e la chiave di volta. Per questo motivo la maggior parte delle carte costituzionali dei paesi occidentali, come anche la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani dell'ONU, tutelano il diritto di professare liberamente la propria fede, di esercitarne il culto e di farne propaganda. Un diritto che include la libertà di cambiare religione o fede se lo si desidera.

Ciononostante la libertà di credo rimane tuttora una delle libertà più violate, in quanto tocca i sentimenti più profondi di molti che considerano le persone di altre fedi una minaccia. Secondo un rapporto sulla libertà religiosa nel mondo, sono decine le nazioni in cui "la continua penalizzazione dell'espressione religiosa si traduce nella completa negazione dei diritti e delle libertà e include detenzioni a lungo termine senza un giusto processo, stupri e omicidi".

L'intolleranza, di qualunque stampo sia, dipende invariabilmente da sentimenti di superiorità alla base dei quali vi è però incertezza e senso di inferiorità; in effetti, un timore derivante dalla debolezza. Per rimanere in Europa, con la caduta del muro di Berlino e il crollo dell'URSS, il problema si sperava fosse ormai solo un ricordo lontano. Invece, anche in Russia stiamo purtroppo assistendo ad una recrudescenza dell'intolleranza nei confronti delle minoranze religiose.

A tutti deve essere permesso di poter esprimere le proprie convinzioni, naturalmente nel rispetto di quelle altrui. Proteggere le comunità oppresse ed emarginate affinché venga tutelato il diritto fondamentale di credere ai propri dettami religiosi è condizione imprescindibile per una società libera e giusta. Qualcuno può pensare che in Italia oggi il problema non esista e che la tolleranza verso chi la pensa diversamente sia ben consolidata. Ma non potrebbe darsi che ciò sia dovuto non tanto al riconoscimento dei diritti altrui quanto a un generale spirito di apatia e di indifferenza religiosa?

Articolo apparso su Libero del 23 gennaio 2023 e ripubblicato con l'autorizzazione dell'autore.

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