L’utilizzo improprio del fisco per perseguitare le minoranze spirituali

Sezione:
Christine Mirre

Le esperienze francesi e taiwanesi non sono isolate. La tattica di usare il sistema fiscale (molto spesso già opprimente per tutti i cittadini) è utilizzata praticamente ovunque. Stigmatizzare come evasore l’obiettivo della propria aggressione ha l’evidente scopo di renderlo impopolare e giustificare la limitazione dei suoi diritti. Oggi pubblichiamo questa interessante analisi di Christine Mirre, vicedirettrice della nostra consociata CAP-LC (Coordination des Associations et des Particuliers pour la Liberté de Conscience), una ONG accreditata dall'ECOSOC delle Nazioni Unite. Christine Mirre tiene frequentemente conferenze sulla libertà religiosa, anche in occasione di eventi delle Nazioni Unite. Il seguente documento è stato presentato al webinar internazionale "Education, Conscience, and Tax Justice: Reflecting on the Tai Ji Men Tax Case in Taiwan" del 24 gennaio 2021.


Come le tasse possono essere impropriamente utilizzate per perseguitare le minoranze spirituali

È interessante notare che la repressione fiscale dei movimenti spirituali è iniziata in Francia e a Taiwan nello stesso anno, il 1996.

di Christine Mirre — In Francia, come attivisti per i diritti umani e la libertà religiosa, abbiamo sperimentato come le leggi fiscali siano utilizzate per colpire i gruppi spirituali. Questa politica francese ha forti somiglianze con il caso del Tai Ji Men a Taiwan.

Le tasse come strumento di discriminazione religiosa

Nel 1996, l'allora governo taiwanese diede inizio a una repressione dei gruppi etichettati come "xie jiao" o "sette", che, secondo la maggior parte degli studiosi che hanno studiato la vicenda, fu motivata da ragioni politiche. Questa repressione ha coinvolto anche il Tai Ji Men, sebbene non si fosse schierato politicamente.

In Francia, sempre nell'anno 1996, una Commissione Parlamentare d'Inchiesta ha redatto una blacklist di gruppi spirituali classificati come "sette". 172 gruppi furono così criminalizzati e fu istituita una politica di repressione contro questi movimenti spirituali.

In seguito a questa Commissione Parlamentare d'Inchiesta, il Ministero della Giustizia pubblicò una circolare in cui evidenziava gli strumenti che i magistrati potevano usare contro le associazioni qualificate come "sette" dalla Commissione. Al numero 4 della circolare possiamo leggere: "Violazioni del regolamento generale sulle imposte, e in particolare la frode fiscale (articolo 1741 del CGI)". Nello stesso anno, il Ministero dell'Interno pubblicò anche una circolare per evidenziare le possibili incriminazioni relative al reato di evasione fiscale come arma di lotta contro le "sette".

Negli anni seguenti, ad essere attaccati dal fisco francese furono i Testimoni di Geova nel 1997, l'Associazione Religiosa del Tempio delle Piramidi nel 1995, l'Associazione dei Cavalieri del Loto d'Oro (legata allo stesso movimento, la Religione Aumista del Mandarom, dell'Associazione del Tempio delle Piramidi) nel 1995, e la Chiesa Evangelica Pentecostale di Besançon in 1996.

Tutte queste associazioni furono dichiarate "truffaldine" dal fisco, e condannate a pesanti rettifiche fiscali, fino a diversi milioni di euro nel caso dei Testimoni di Geova.

Dopo aver esaurito tutti i ricorsi legali in Francia, tutti questi gruppi spirituali hanno presentato ricorsi alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo, che ha dato loro ragione. In tutti questi casi, la Corte Europea ha condannato la Francia per violazione dell'articolo 9 della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo (Diritto alla Libertà di Pensiero, di Coscienza e di Religione).

Il caso dei Testimoni di Geova

Mi concentrerò qui sul caso più rappresentativo, quello dei Testimoni di Geova. L'Associazione francese dei Testimoni di Geova aveva chiesto che l'esenzione fiscale applicabile alle donazioni e ai lasciti a favore delle associazioni locali o nazionali costituite allo scopo di organizzare e gestire il culto religioso e le congregazioni religiose autorizzate, continuasse ad essere loro applicata anche dopo il 1993, come lo era stata per tutti gli anni precedenti a questa data.

Secondo le autorità l'Associazione francese dei Testimoni di Geova non aveva presentato la dichiarazione richiesta dall’agenzia delle imposte ed era stata sottoposta a una procedura di tassazione automatica per i doni "manuali" che aveva ricevuto. Secondo l’agenzia delle imposte, i doni "erano stati rivelati alle autorità fiscali nel corso dei controlli contabili ai quali era stata sottoposta".

Il termine "rivelato" è una parola chiave nel linguaggio amministrativo francese in materia fiscale. Implica che la "divulgazione" è stata una mossa volontaria dell'Associazione, il che per le autorità significava che aveva accettato di essere tassata sul denaro ricevuto. In realtà, non è così. La verifica non era stata richiesta dall'Associazione francese dei Testimoni di Geova, ma le era stata imposta dall’agenzia delle entrate e non poteva essere rifiutata.

Inoltre, non esiste alcun obbligo legale di dichiarare le donazioni manuali al fisco. C'è stata una chiara manipolazione della terminologia amministrativa per mettere alle strette l'Associazione francese dei Testimoni di Geova e, come è emerso in seguito, per stroncarla economicamente. Ciò mostra un'altra somiglianza con il caso di Tai Ji Men.

Nel maggio 1998, l'Associazione ha ricevuto la notifica di un ulteriore accertamento fiscale, per l'equivalente di circa 45 milioni di euro. L'Associazione ha precisato che le tasse richieste riguardavano "donazioni", da parte di 250.000 persone in quattro anni.

Sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo

Dopo aver esaurito tutti i ricorsi in Francia, nel 2005 l'Associazione ha deciso di appellarsi alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo.

Nella sua sentenza del 30 giugno 2011, la Corte Europea ha constatato una violazione dell'articolo 9 (Diritto alla Libertà di Religione), rilevando che la cartella esattoriale supplementare "era relativa alla totalità delle donazioni manuali ricevute dall'Associazione, sebbene esse rappresentassero la principale fonte del suo finanziamento. Poiché le sue risorse operative erano state tagliate, l’Associazione non era più in grado di garantire concretamente ai suoi seguaci il libero esercizio della loro religione".

Con una sentenza del 5 luglio 2011, la Corte ha stabilito che la Francia doveva annullare la cartella esattoriale supplementare e rimborsare i 4.590.295 euro di tasse indebitamente richieste dal fisco, che l'Associazione dei Testimoni di Geova aveva pagato sotto costrizione, più 55.000 euro per costi e oneri legali. La sentenza è stata emessa solo in francese.

La Corte Europea ha emesso sentenze simili a favore di altre tre associazioni etichettate come "sette" e aggredite dagli enti fiscali francesi.

Conclusione

Purtroppo, possiamo notare che la stessa strategia è stata usata in Francia e a Taiwan per vessare i gruppi spirituali che, per differenti motivi, sono invisi agli stati o ai burocrati.

Non riuscendo a trovare alcuna trasgressione o reato, gli Stati hanno deviato le loro stesse norme fiscali per minare movimenti pacifici come i Testimoni di Geova e altri in Francia e il Tai Ji Men a Taiwan.

I casi francesi decisi dalla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo, tuttavia, possono essere un motivo di speranza per i dizi di Tai Ji Men. Dimostrano che, sebbene sia una lotta lunga e difficoltosa, è possibile vincerla.

Fonte: Bitter Winter