Uno dei tragici aspetti della pandemia da COVID-19 è la limitazione delle libertà individuali pressoché a tutte le latitudini. In alcuni paesi ciò si somma alle deplorevoli e biasimate limitazioni alla libertà di credo. Il rapporto 2020 sulla persecuzione dei Testimoni di Geova in Russia narra di una lunga storia di abusi che non accennano a diminuire, anzi, sembrano inasprirsi sempre più.
A testimonianza di ciò, pubblichiamo l’articolo di Olga Sibireva, responsabile del progetto Religion in Secular Society presso il SOVA Center for Information and Analysis con sede a Mosca.
Nuove restrizioni nella legge religiosa russa: cosa dovrebbero aspettarsi i credenti?
di Olga Sibireva, 23 dicembre 2020 — In Russia, la discriminazione religiosa è spesso indirizzata ai nuovi movimenti religiosi e alle organizzazioni Protestanti, e questa tendenza, nel corso degli anni, non ha fatto che intensificarsi. Le politiche statali sempre più rigide nei confronti delle minoranze religiose si manifestano, principalmente, a livello legislativo.
La legge russa sulla libertà di coscienza e sulle associazioni religiose fornisce norme di base per la vita religiosa. È stata adottata nel 1997 e da allora, quasi a ritmo annuale, ha subito modifiche; molti di questi emendamenti hanno peggiorato la situazione della libertà di religione e di credo in Russia.
Alla fine del 2018, il Ministero della Giustizia ha annunciato nuovi emendamenti volti a imporre nuove restrizioni alla libertà di religione o credo. Il progetto di legge è stato ufficialmente presentato alla Duma di Stato (il parlamento russo) nel luglio 2020. Gli autori di questi nuovi emendamenti affermano che il progetto di legge rafforzerà la lotta della Russia contro l'estremismo religioso. Ma quali sono queste nuove disposizioni? cosa causeranno? e perché vengono criticate sia da laici credenti che da esperti?
I nuovi emendamenti vietano ai gruppi religiosi di avere contatti con persone sospettate di finanziare il terrorismo e con cittadini stranieri e apolidi la cui permanenza in Russia è dichiarata indesiderabile, o le cui attività sono considerate estremiste dai tribunali russi. A queste persone è vietato essere leader o membri di organizzazioni religiose in Russia. Questo stesso divieto pone restrizioni agli individui i cui conti bancari sono stati congelati dalla Commissione Interdipartimentale Russa sul Finanziamento del Terrorismo. Questa Commissione può congelare i fondi di organizzazioni e individui su cui esistono informazioni che suggeriscono il loro coinvolgimento in attività terroristiche, anche quando non esiste una base giuridica per includerli nell'Elenco dei Terroristi e degli Estremisti gestito dal Servizio Federale di Monitoraggio dei Finanziamenti (Rosfinmonitoring).
In precedenza, queste norme erano in vigore per le organizzazioni senza scopo di lucro, ma i nuovi emendamenti estendono queste norme alle organizzazioni religiose. Sebbene la lotta al terrorismo sia di per sé un legittimo e impellente interesse del governo, inteso a proteggere i diritti umani e la sicurezza pubblica, l'intricata vaghezza di queste disposizioni può portare a interferenze arbitrarie nelle attività delle minoranze religiose e dei gruppi religiosi impopolari, mascherate da sforzi per contrastare il terrorismo.
Gli emendamenti complicano anche la segnalazione dei gruppi religiosi: attualmente, un gruppo religioso è tenuto a notificare al Ministero della Giustizia le proprie attività ogni tre anni. Se gli emendamenti saranno adottati, i gruppi religiosi saranno costretti a farlo ogni anno.
Inoltre, gli emendamenti suggeriscono che i sacerdoti e i dipendenti di organizzazioni religiose che hanno ricevuto un'educazione spirituale all'estero, saranno obbligati a sottoporsi e superare una ricertificazione e rieducazione in Russia. Infine, gli emendamenti cambierebbero il termine "membro" di un gruppo religioso in "partecipante".
La Chiesa Ortodossa Russa è l'unica organizzazione religiosa che ha sostenuto il nuovo disegno di legge. I rappresentanti di altre organizzazioni religiose considerano il progetto di legge una minaccia alla libertà di religione e le sue norme un tentativo dello Stato di aumentare la sua possibilità di interferire con le attività interne delle organizzazioni religiose. Inoltre, secondo molti leader delle minoranze religiose, i nuovi emendamenti non saranno d’aiuto nella lotta contro l'estremismo, perché i veri estremisti e terroristi di solito non cercano l'appartenenza formale a organizzazioni religiose ufficiali.
La ricertificazione obbligatoria delle persone istruite all'estero e la sostituzione del termine “membro di un gruppo religioso” con “partecipante” hanno provocato una grande discussione pubblica. Le organizzazioni religiose e i difensori dei diritti umani vedono come un pericolo la sostituzione del termine "membro di un gruppo religioso" con "partecipante", perché i credenti, almeno i Cristiani, considerano il concetto di "membro della chiesa" molto importante. Continueranno a usare questa frase anche se la parola "partecipante" richiesta è scritta nei documenti ufficiali della loro organizzazione o gruppo, ma questa incongruenza da sola può creare ulteriori ostacoli all'esercizio della libertà religiosa, inclusa la negazione della registrazione per le organizzazioni religiose che non si attengono a tali cambiamenti.
Come ha osservato il vescovo Sergei Ryakhovsky, presidente dell'Unione Russa dei Cristiani di Fede Evangelica (Pentecostali):
La triste esperienza avuta con la condotta delle forze dell'ordine ... ci dice che i funzionari delle forze dell'ordine non saranno in grado di comprendere i dettagli. Per loro, tutti coloro che parteciperanno a una funzione o anche a un amichevole tea party, in cui si parla della Bibbia, staranno partecipando ad attività religiose. Se di loro tra c'è una persona che è stata identificata come membro di un'organizzazione estremista vietata, anche se ha già scontato la sua pena, allora la chiesa (o il gruppo religioso) sarà considerato un violatore della legge.
Il requisito per la ricertificazione è semplicemente eccessivo. È ovvio che se le organizzazioni religiose non hanno ancora introdotto tale procedura, significa che riconoscono come valide le qualifiche del clero istruito al di fuori della Russia. Quindi, non esiste nemmeno il motivo per lo Stato di mettere in dubbio queste qualifiche. Per alcune organizzazioni religiose non è importante dove esattamente una persona abbia ricevuto la sua educazione spirituale. Ad esempio, il presidente del Congresso Ebraico Russo, Yuri Kanner, ha sottolineato che "nel Giudaismo, l'istituzione scolastica in cui ti sei laureato non è così importante come il nome del rabbino che ti ha consacrato per essere un rabbino".
In questa situazione, la richiesta dello Stato di ricertificazione e rieducazione del clero costituisce un'interferenza negli affari interni delle organizzazioni religiose. La vaghezza di queste disposizioni, compresa la mancanza di regole che disciplinano l'istituzione che eseguirà la ricertificazione e la relativa procedura, può comportare l'abuso di queste disposizioni da parte delle forze dell'ordine.
La ricertificazione obbligatoria significa anche che ogni leader religioso o sacerdote straniero sarà tenuto a ricevere la conferma della sua istruzione dalle autorità russe e lo stato disporrà di un'ampia discrezionalità per non approvare questa istruzione e, quindi, impedire a qualsiasi sacerdote indesiderabile di svolgere il suo ministero in Russia. Ciò può portare a una situazione in cui, ad un certo punto, alcune organizzazioni religiose potrebbero non avere alcun sacerdote perché le principali scuole spirituali delle loro religioni si trovano fuori dalla Russia. Le organizzazioni Buddiste hanno persino inviato una lettera alla Duma di Stato per spiegare che i membri del clero dei buddisti russi
non hanno la possibilità di ricevere un'istruzione professionale aggiuntiva nella Federazione Russa a causa dell'assenza di organizzazioni scolastiche religiose corrispondenti al loro credo, registrate in Russia in conformità con la Legge Federale sulla Libertà di Coscienza e le Associazioni Religiose.
I legislatori russi sostengono che la ricertificazione obbligatoria proteggerebbe i credenti russi dai predicatori estremisti. Ma come osserva il vescovo Sergei Ryakhovsky, "i predicatori clandestini non hanno bisogno di permessi, certificazioni, ecc." Damir Mukhetdinov, il Primo Vicepresidente dell'Amministrazione Spirituale dei Musulmani della Federazione Russa, ha aggiunto he i sostenitori dei movimenti radicali "sono convinti oppositori del principio stesso della centralizzazione dell'attività religiosa ... quindi essi stessi evitano di prestar servizio in strutture religiose consolidate e di grandi dimensioni". Il vicario dell'Arcidiocesi Cattolica Romana della Madre di Dio a Mosca, Kirill Gorbunov, ha espresso la sua posizione, comune a molti gruppi religiosi minoritari: “Lo Stato non dovrebbe interferire negli affari interni dell'educazione del clero. Finché non violano la legge, questo compito dovrebbe essere lasciato alle religioni stesse".
Anche il capo del dipartimento legale della Chiesa Ortodossa Russa, la badessa Ksenia Chernega, che sostiene tutti gli altri emendamenti, ritiene che il punto sulla ricertificazione obbligatoria dovrebbe essere cambiato. A suo parere, la ricertificazione "dovrebbe essere soggetta solo a quei sacerdoti e persone del clero formato all'estero che inizieranno a svolgere attività religiose e didattiche nel Paese dopo l'entrata in vigore della nuova legge".
Nel dicembre 2020 la Duma di Stato ha adottato il progetto di legge in prima lettura; le proposte delle organizzazioni religiose sembravano non aver fatto alcuna differenza in quella versione e non sono state prese in considerazione. Sergei Gavrilov, Presidente della Commissione per lo Sviluppo della Società Civile, delle Organizzazioni Pubbliche e Religiose, promette che l'emendamento sulla ricertificazione del clero sarà modificato in seconda lettura. Ovviamente gli altri emendamenti saranno approvati nella loro forma attuale e le nuove restrizioni entreranno presto in vigore.
Fonte: talkabout.iclrs.org