Un appello a Russia e Ucraina per il rilascio dei prigionieri di coscienza

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L'Ufficio Europeo per l'Obiezione di Coscienza (EBCO) ha pubblicato un rapporto annuale che chiede il rilascio di tutti i prigionieri di coscienza in Ucraina, compresi quelli detenuti nei territori occupati dalla Russia e coloro che hanno subito abusi a causa della pesante mobilitazione militare ai fini della guerra difensiva ucraina contro l'aggressione russa. Il rapporto elenca 15 nomi di obiettori di coscienza che devono essere immediatamente rilasciati dall'Ucraina, compresi quelli imprigionati dopo essere stati condannati e detenuti in custodia cautelare ai sensi degli articoli 336 (elusione della leva) e 402 (disobbedienza) del Codice penale ucraino, e quelli detenuti nelle unità militari; si sottolinea che il numero completo di obiettori detenuti sembra essere significativamente più alto e ammonta almeno a qualche centinaio. Il rapporto menziona anche che i Testimoni di Geova riferiscono di 7 prigionieri di coscienza detenuti dall'Ucraina e che tra i 183 Testimoni di Geova detenuti dalla Russia per le loro convinzioni, compresa l'obiezione di coscienza, 14 sono detenuti in Crimea.

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EBCO Annual Report 2024

I difensori dei diritti umani chiedono anche di proteggere il diritto all'obiezione di coscienza al servizio militare in tempo di guerra e di permettere agli obiettori di servire la società in modo pacifico. L'obiezione di coscienza al servizio militare è un diritto umano fondamentale che deve essere protetto, ricorda l'EBCO. È inerente al diritto umano alla libertà di pensiero, coscienza e religione, sancito dall'articolo 18 del Patto Internazionale sui diritti civili e politici (ICCPR), dall'articolo 10 della Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea e da altri trattati sui diritti umani.

Il Rapporto annuale 2024 dell'EBCO sull'obiezione di coscienza al servizio militare in Europa viene pubblicato in un momento di crescente militarizzazione globale, si legge nel comunicato stampa. Dalla ripresa del servizio di leva in Europa agli impatti devastanti delle guerre in corso, la protezione e il sostegno agli obiettori di coscienza sono più urgenti che mai. Il rapporto di quest'anno documenta le persistenti violazioni dei diritti degli obiettori di coscienza - in particolare in Russia, Ucraina, Bielorussia, Turchia, Cipro e Grecia – e le minacce all'esercizio del diritto all'obiezione di coscienza nel quadro del Consiglio d'Europa.

L'EBCO è solidale con tutti i prigionieri di coscienza e con chi si oppone in modo non violento alla guerra e alla militarizzazione in tutto il mondo, e rimane attivamente impegnato nella campagna internazionale #ObjectWarCampaign, a sostegno degli obiettori di coscienza russi, bielorussi e ucraini e a favore della loro protezione e del loro asilo nei Paesi dell'UE.

L'EBCO chiede alla Federazione Russa di rispettare il diritto all'obiezione di coscienza, di porre fine alla coscrizione e alla propaganda militare, di smilitarizzare l'istruzione nei territori ucraini occupati e di perseguire la completa smilitarizzazione.

L'EBCO esorta inoltre l'Ucraina a sostenere questo diritto in tempo di guerra e a cessare la persecuzione degli obiettori e dei loro sostenitori, tra cui il membro del Consiglio dell'EBCO Yurii Sheliazhenko.

L'EBCO accoglie con favore la chiara dichiarazione della Commissione di Venezia nel suo parere amicus curiae, relativo al caso di Dmytro Zelinsky, secondo cui nessun obiettore può essere costretto a portare le armi. FREE CIVILIANS ha pubblicato il parere e i quaccheri lo hanno tradotto in ucraino per la Corte Costituzionale dell'Ucraina.

Obiettori repressi dalla Russia nei territori occupati dell'Ucraina

Secondo il rapporto dell'EBCO, War Resisters' International, in collaborazione con Connection e.V. e il Movimento Pacifista Ucraino ha informato le Nazioni Unite che, in violazione dell'articolo 51 della IV Convenzione di Ginevra, la Russia impone la schedatura e la coscrizione militare obbligatoria, l'indottrinamento militare dei bambini nelle scuole, la propaganda e la pressione ad arruolarsi nei territori occupati illegalmente dall'Ucraina, mediante detenzioni arbitrarie, torture ed esecuzioni.

Il rapporto fornisce un link a un database di 875 Testimoni di Geova erseguitati dalla Russia per le loro convinzioni, compresa l'obiezione di coscienza. Secondo questo database, tra il numero totale dei 183 prigionieri di coscienza, 14 sono detenuti in Crimea, uno (Vitaliy Burik) agli arresti domiciliari e altri imprigionati: Aleksandr Dubovenko, Sergey Filatov, Yuriy Gerashchenko, Artem Gerasimov, Viktor Kudinov, Aleksandr Litvinyuk, Vladimir Maladyka, Sergey Parfenovich, Vladimir Sakada, Igor Shmidt, Viktor Stashevskiy, Sergey Zhigalov e Yevgeniy Zhukov.

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JW prisoners of conscience in Crimea

I 14 Testimoni di Geova detenuti in Crimea


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JW prisoners of conscience in Ukraine

Testimoni di Geova detenuti in Ucraina



Yurii Sheliazhenko - Three years after the start of the war in Ukraine


Violazioni sistematiche dei diritti umani in Ucraina

Il rapporto dell'EBCO solleva diverse importanti preoccupazioni riguardanti l'Ucraina e fornisce raccomandazioni mirate sui problemi esistenti. Sottolinea che ci sono prigionieri di coscienza come Mykhailo Adamovych, Vladyslav Bezsonov, Taras Bratchenko, Tymur Chyzhov, Serhii Ivanushchenko, Andrii Khomenko, Andrii Kliuka, Vitalii Kryushenko, Serhii Nechayuk, Ihor Nosenko, Oleksandr Radashko, Serhy Semchuk, Andrii Skliar, Oleksandr Solonets, Vasyl Volosheniuk ed è urgente il loro immediato rilascio, così come il rilascio di tutti gli obiettori di coscienza imprigionati in istituti di pena o detenuti in strutture militari, condannati o detenuti in custodia cautelare; è inoltre preoccupante che alcuni obiettori di coscienza siano incriminati per vari reati, quando in realtà queste persecuzioni sono perpetrate unicamente a caysa della loro religione o credo.

Tra le principali preoccupazioni, l'imposizione alla società dell'ideologia che sia un dovere di tutti combattere una guerra difensiva nell'esercito o sostenere l'esercito, sopprimendo e non tollerando in tal modo il dissenso pacifista, che mina il pluralismo religioso, e convinzioni e il controllo democratico civile. L'EBCO raccomanda di prendere in seria considerazione le proposte degli obiettori di coscienza di contribuire, attraverso azioni non violente e un lavoro pacifico, alla resilienza della società civile democratica che soffre a causa degli attacchi dell'esercito russo.

L'EBCO è preoccupato per la revoca, durante l'attuale stato bellico, di ogni riconoscimento, e per la precedente mancanza di pieno riconoscimento, del diritto all'obiezione di coscienza al servizio militare, prima, durante o dopo il servizio militare, indipendentemente dalle convinzioni su cui si basa l'obiezione, o dall'appartenenza a chiese o altre organizzazioni. Si suggerisce di intensificare gli sforzi per introdurre una legislazione sul servizio alternativo non militare in tempo di guerra nel Parlamento e nel gruppo di lavoro interdipartimentale incaricato di redigere gli emendamenti. Le esenzioni selettive dal servizio di leva introdotte di recente per alcuni membri del clero, nel tentativo di tranquillizzare le Chiese, non solo si basano sulla loro classificazione come “lavoratori essenziali” senza riconoscimento dell'obiezione di coscienza, ma mirano apparentemente a creare divisione tra le Chiese, per incentivare il clero ad astenersi dal sostenere la piena protezione del diritto dei fedeli regolari all'obiezione di coscienza.

La punizione degli obiettori di coscienza continua attraverso la persecuzione, la discriminazione, la detenzione o addirittura la tortura e i trattamenti inumani, nonché le campagne mediatiche ostili, riferisce l'EBCO. Secondo un dictum della Corte Suprema, l'obiezione di coscienza è trattata come un' elusione della leva punibile per legge. Anche quando l'obiettore può essere considerato un lavoratore essenziale, come nel caso di Valentyn Adamchuk, un Pentecostale che lavora nella metropolitana di Kiev e ha partecipato al ripristino dei trasporti dopo gli attacchi dei droni e dei missili russi, i reclutatori dell’esercito, invece di appoggiare la richiesta di concessione di un periodo come riservista, hanno insistito per la sua mobilitazione, sapendo che è un obiettore di coscienza, e poi con palese mancanza di rispetto per i diritti umani hanno falsamente denunciato alla polizia “l'elusione della leva”, che ha portato a una rapida condanna a 3 anni di carcere. L'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani ha documentato il reclutamento forzato di cinque obiettori di coscienza (nel rapporto, ssi vedano i paragrafi 90 e 91), tutti detenuti dai militari, minacciati con violenza e inviati in prima linea; tutti hanno riferito di aver subito maltrattamenti e torture, quattro di loro sono stati picchiati, soffocati e trascinati per terra. FREE CIVILIANS ha riferito in precedenza che i pacifisti ucraini avevano denunciato torture durante la mobilitazione, citando casi analizzati e pubblicati da Forum 18 e da altre fonti.

Le pratiche di coscrizione forzata e di registrazione obbligatoria all'esercito (“busificazione”) continuano, portando a casi di percosse e decessi nei centri di reclutamento militare. A coloro che non hanno la matricola militare viene impedito l'accesso al lavoro, all'istruzione (istituti di istruzione superiore) e ai servizi pubblici (come i servizi consolari all'estero). questo include anche accuse di negligenza nei confronti dei militari incaricati dei piani di reclutamento, che mettono sotto pressione i reclutatori e incentivano il ricorso a metodi aggressivi. Tra le indagini relative agli abusi terminate nel 2024 con l'incriminazione di alcuni reclutatori militari, vi sono stati pestaggi crudeli a Vinnytsia, detenzioni arbitrarie a Sambir (regione di Leopoli), torture a Ternopil ed estorsione di tangenti ai posti di blocco sotto la minaccia di detenzione arbitraria e mobilitazione nella regione di Odessa. Ulteriori indagini sono state avviate in seguito ad alcuni decessi avvenuti nei centri di reclutamento. I reclutatori dell’esercito continuano a impedire ai coscritti di richiedere assistenza legale e, secondo quanto riferito, esercitano pressioni sui membri dell'ordine degli avvocati in casi delicati. Nel settembre 2024, il Comitato delle Nazioni Unite sulle Sparizioni Forzate ha criticato la detenzione arbitraria da parte dell'Ucraina di militari di leva, compresi gli obiettori di coscienza, alcuni dei quali sono stati tenuti in isolamento, e ha sollecitato un'indagine completa su tutte le accuse, un'azione penale nei confronti dei responsabili e il risarcimento delle vittime.

Le denunce di incostituzionalità della legislazione che consente di punire l'obiezione di coscienza, di discriminare gli obiettori e di negare il servizio alternativo in tempo di guerra, presentate dagli ex prigionieri di coscienza Dmytro Zelinsky (rilasciato nel maggio 2025) e Vitalii Alekseienko (rilasciato nel maggio 2023), sono in stallo presso la Corte Costituzionale dell'Ucraina, che attualmente non è in grado di decidere nel merito a causa dei ritardi nella nomina di nuovi giudici. FREE CIVILIANS ha pubblicato un articolo sul ricorso presentato da Alexeienko.

I rifugiati ucraini in età di leva stanno oggetto di tentativi volti a costringerli a ritornare in Ucraina o a essere espulsi attraverso il diniego dei servizi consolari per la mancanza di una registrazione militare aggiornata, l'assenza dell'applicazione militare Reserve+ sui loro smartphone o la mancanza di un codice corretto al suo interno, nessuna eccezione per gli obiettori di coscienza. Molti di questi uomini vivono in Europa da decenni e hanno perso completamente i legami con l'Ucraina, compreso il fatto di non avere conti bancari in banche ucraine - eppure l'identificazione bancaria (BankID) è un elemento chiave per l'autorizzazione nell'applicazione Reserve+. Il rifiuto di rilasciare o rinnovare i passaporti internazionali ucraini, necessari per la proroga dei permessi di soggiorno, causa l'impossibilità di rinnovare i permessi di soggiorno, la perdita dello status giuridico e il rischio di deportazione. Le restrizioni sui servizi consolari costituiscono una forma di coercizione, in quanto gli uomini sono costretti a tornare in Ucraina e ad affrontare il rischio di arruolamento forzato, oppure a rimanere all'estero senza documenti personali validi, il che limita fortemente la loro libertà di movimento, il diritto a una residenza e l'accesso alla protezione legale. Ciò potrebbe richiedere agli Stati europei di riconoscere come validi i passaporti ucraini scaduti, poiché, come sostenuto nella petizione degli ucraini al Parlamento Europeo n. 1453/2024, queste restrizioni sul rilascio dei passaporti sono una violazione dei diritti umani.

Riferendo di circa 15 prigionieri di coscienza e di altri casi di violazione dei diritti umani ben documentati, la maggior parte dei quali già noti a livello internazionale, l'EBCO avverte che potrebbero essere molto più numerosi i casi di procedimenti giudiziari, detenzioni preliminari, condanne, imprigionamenti, detenzioni arbitrarie e trattamenti crudeli nei confronti degli obiettori di coscienza, come suggeriscono le statistiche dei procedimenti giudiziari e dei tribunali, nonché gli elenchi noti dei nomi di persone che pregano per centinaia di obiettori di coscienza perseguitati nelle chiese ucraine. Il rapporto sottolinea la resistenza popolare spontanea su larga scala alla leva militare in Ucraina, con oltre 6 milioni di uomini idonei che non si sono sottoposti alla registrazione obbligatoria ai fini dell'arruolamento, nonostante le minacce di severe punizioni. Purtroppo, questa riluttanza a combattere la guerra raramente coincide con la consapevolezza del diritto umano all'obiezione di coscienza e con la disponibilità all'azione nonviolenta necessaria per fermare l'aggressione russa e garantire la resistenza della popolazione civile e la democrazia in Ucraina, che potrebbe essere un modo legittimo di servire pacificamente il Paese invece di contribuire allo sforzo bellico. Nei casi riportati dall'EBCO, gli obiettori hanno dimostrato la loro sincerità chiedendo un servizio alternativo non militare e appartenendo a chiese i cui insegnamenti proibiscono l'uso delle armi; il numero di membri di tali chiese e organizzazioni religiose, secondo il gruppo di lavoro interdipartimentale incaricato di redigere la legge sul servizio alternativo in tempo di guerra, potrebbe ammontare a 500.000.

Prigionieri di coscienza in Ucraina

Il rapporto illustra i dettagli dei casi di prigionieri di coscienza in Ucraina, sollecitandone l'immediato rilascio.

Tre Testimoni di Geova sono detenuti in custodia cautelare con l'accusa di disobbedienza per essersi rifiutati di prendere le armi dopo la coscrizione forzata: Mykhailo Adamovych è detenuto nel Corpo di Guardia della Polizia Militare della Regione di Chernihiv; Andrii Klyuka è detenuto nel Centro di Detenzione di Khmelnytskyi; Oleksandr Radashko è detenuto nel Centro di Detenzione di Ivano-Frankivsk. Come informa il sito web della loro chiesa, “tra il gennaio e il marzo del 2025, i militari hanno trasportato con la forza i fratelli Mykhailo Adamovych (40 anni), Yaroslav Bodnarchuk (28 anni) e Oleksandr Radashko (35 anni) in strutture militari, il che equivale a un inizio de facto del servizio militare secondo la legge ucraina”. Quando questi fratelli si sono opposti per motivi di coscienza e si sono rifiutati di indossare l'uniforme o di prendere le armi, sono stati accusati di aver rifiutato gli ordini della legge militare e sono stati arrestati. Mykhailo e Oleksandr rimangono in detenzione preventiva in attesa del processo; Yaroslav è stato rilasciato su cauzione. Se condannati, potrebbero scontare dai cinque ai dieci anni di carcere". Abusi analoghi ha subito Volodymyr Baranov di cui FREE CIVILIANS ha riferito in precedenza, anch'egli attualmente rilasciato su cauzione.

Vladyslav Bezsonov, Avventista del Settimo Giorno di 28 anni di Poltava, ha completato il servizio alternativo nel 2016-2018 e nel 2024, dopo essere stato fermato e aver ricevuto una chiamata di leva, ha presentato una richiesta di servizio alternativo non militare invece della mobilitazione. Il 26 aprile 2024 l'Amministrazione militare regionale di Poltava ha respinto la richiesta, scrivendo in risposta che l'esame di tali richieste è sospeso per il periodo in cui vige la legge marziale o al momento in cui vengono adottati i regolamenti del servizio alternativo sotto la legge marziale. In seguito è stato arbitrariamente fermato in strada, trasportato con la forza al centro di reclutamento, non gli è stato permesso di telefonare ai parenti, ha subito pressioni e minacce, ed è stato arruolato nonostante la reiterata obiezione di coscienza e il rifiuto di prendere le armi o di indossare l'uniforme, e da allora è detenuto in un'unità militare.

Taras Bratchenko, Evangelico, che ha completato un istituto biblico nel 2015 e frequenta la Chiesa Evangelica New Beginning che proibisce l'uso delle armi, è stato arruolato nel 2023 e autorizzato a svolgere mansioni diverse dal combattimento in una guardia di frontiera come fuochista, scaricatore di automobili e raccoglitore di legna da ardere. L'11 aprile 2024 è stato arrestato senza la possibilità di essere rilasciato su cauzione presso il centro di detenzione preventiva di Cherkasy e accusato di disobbedienza per essersi rifiutato di rispettare l'ordine di prendere le armi e partire per la zona di combattimento. È stato condannato a 6 anni di carcere.

Tymur Chyzhov , Battista e Vasyl Volosheniuk, un pastore battezzato nel 2006 e un membro del coro battezzato nel 2012 nella Chiesa Evangelica Cristiana Battista di Vifaniya, che proibisce l'uso delle armi, con l'inizio dell'invasione russa si sono trasferiti da Mariupol al villaggio di Budyatichi, nella regione di Volyn, e sono stati portati con la forza in un'unità militare dai reclutatori il 29 gennaio 2024. Era stato loro promesso e pattuito di prestare servizio senza armi, uniforme e giuramento, ma dopo l'arruolamento il comandante ha ordinato loro di prendere le armi; si sono rifiutati, sono stati accusati di disobbedienza e a maggio sono stati incarcerati, poi rilasciati su cauzione e avvertiti che è loro dovere, dopo il rilascio, tornare all'unità militare e continuare a prestare servizio. Tornati a casa, hanno tentato di lasciare l'Ucraina senza successo, sono stati arrestati e detenuti nell'istituto penitenziario di Lviv n. 19 nel giugno 2024 con l'accusa aggiuntiva di diserzione. Il 22 novembre 2024, il Tribunale della città di Sheptytsky della regione di Lviv li ha giudicati non colpevoli di diserzione ma di disobbedienza e li ha condannati entrambi a 5 anni di carcere. Il 28 febbraio 2025 la Corte d'Appello di Lviv ha confermato la sentenza, citando l'opinione della Corte Suprema secondo cui nessun credo religioso può giustificare l'elusione del servizio di leva, in una sentenza alquanto contraddittoria che ammette, citando le prove dell'accusa, che agli obiettori è stato ordinato, e si sono rifiutati, di portare le armi, ma sostenendo poi che i doveri che sono stati incaricati di svolgere non erano presumibilmente legati all'uso delle armi. Gli obiettori hanno presentato un ricorso per Cassazione.

Serhii Ivanushchenko, Testimone di Geova di 48 anni, contro il quale era stato aperto un procedimento il 22 febbraio 2024, è stato processato con il numero 573/406/24 presso il Tribunale di Bilopilia e condannato a tre anni di reclusione il 28 marzo. Fermamente convinto che i servitori di Dio non debbano più “imparare la guerra” (Isaia 2:4), si è presentato davanti alla commissione di leva e ha rifiutato rispettosamente di prestare il servizio militare, si legge su un sito web dei Testimoni di Geova. Ivanushchenko aveva già prestato servizio nell'esercito come ufficiale medico, ma in seguito non era più stato in grado di sopportare la vista del sangue (per ragioni non legate alla sua fede). Aveva ricevuto il battesimo come Testimone di Geova nel novembre del 2023, che la Corte ha considerato sospettosamente recente, nonostante la difesa abbia insistito che non fosse  stato fatto per evitare il servizio militare. Il verdetto e la sentenza sono stati confermati il 18 novembre dalla Corte d' Appello di Sumy, con effetto immediato. In effetti, la sentenza è stata eseguita il 12 febbraio 2025. Attualmente è detenuto nella colonia penale n. 117 di Pervomayska, nella regione di Kharkiv. In una nuova inquietante sentenza, la Corte Suprema ha confermato la pena detentiva per Ivanushchenko, sostenendo che tutti dovrebbero partecipare alla guerra.

Il 28 luglio 2024, nel caso no. 583/3259/24 il Tribunale Distrettuale di Okthyrka, nella Regione di Sumy, ha condannato Andrii Khomenko, un anziano Testimone di Geova, a tre anni di reclusione. Da studente, prima di convertirsi, l'imputato aveva seguito un corso militare per sottufficiali, che lo rendeva passibile di mobilitazione prioritaria. Lui e sua moglie, Iryna, hanno due figli. Come famiglia, studiano regolarmente la Bibbia e ne condividono i pensieri di conforto e speranza con le persone della loro comunità. Subito dopo l'inizio della guerra nel 2022, Andrii si è offerto volontario per aiutare gli sfollati a trovare un alloggio e a procurare farmaci per gli anziani. Motivato dalle sue sincere convinzioni religiose, Andrii ha richiesto un servizio civile alternativo quando è stato chiamato alle armi nel marzo 2024, racconta il sito web dei Testimoni di Geov. La sua richiesta è stata respinta ed è stato condannato a tre anni di carcere per la sua obiezione di coscienza. Il verdetto e la sentenza sono stati confermati il 23 dicembre dalla Corte d' Appello di Sumy. Successivamente Khomenko è stato imprigionato nel Centro di detenzione di Sumy il 4 febbraio 2025. Il suo ricorso in Cassazione è pendente presso la Corte Suprema, l'udienza è prevista per il 25 settembre 2025. Poco prima della sua incarcerazione, Andrii ha dichiarato: “Sono fiducioso che anche nelle peggiori circostanze, Geova sarà sempre lì a sostenermi e a darmi la pace interiore”.

L'8 luglio, il Testimone di Geova Vitalii Kruyshenko è stato condannato a tre anni di reclusione dal Tribunale di Bilopilia. Dopo aver ricevuto una chiamata alle armi nell'aprile 2024, le convinzioni personali di Vitalii lo hanno spinto a chiedere rispettosamente un servizio civile alternativo, si legge sul sito web della sua chiesa. Dopo due rinvii, il 13 gennaio 2025 il suo appello è stato respinto. La sentenza è stata resa esecutiva il 28 gennaio. Kruyshenko sta attualmente scontando la sua pena nel Centro di detenzione di Sumy.

Serhii Nechayuk, obiettore di coscienza di 35 anni e padre di due figli, è stato condannato il 10 dicembre 2024 dal Tribunale Distrettuale di Yarmolynetskyi della Regione di Khmelnytskyi (caso n. 689/2280/23) a tre anni di reclusione, ha perso l'appello presso la Corte d'Appello di Khmelnytsky il 17 febbraio ed è stato incarcerato nella Colonia Penale di Kolomyia n. 41, Regione di Ivano-Frankivsk, il 5 marzo 2025. Il suo ricorso in Cassazione è pendente presso la Corte Suprema, ma la data dell'udienza non è ancora stata fissata. Mentre si preparava a scontare la sua pena detentiva di tre anni, Serhii ha detto: "Le preghiere sincere dei miei fratelli e sorelle in mio favore dimostrano che non sono solo. Geova è con me".

Ihor Nosenko, insegnante in una scuola sabbatica e capo del Dipartimento per il Ministero della Famiglia nella comunità di Verkhovyna della Conferenza della Bucovina della Chiesa Avventista del Settimo Giorno, ex cameraman del canale televisivo avventista Nadiya (Speranza), è stato arruolato il 3 dicembre 2024 nonostante la sua obiezione di coscienza al servizio militare e la richiesta di un servizio alternativo non militare; In tribuaale ha contestato la coscrizione . È stato accusato di disobbedienza per il suo rifiuto di prendere le armi e imprigionato nell'istituto penitenziario n. 12 di Ivano-Frankivsk dove è attualmente è detenuto in custodia cautelare.

Serhy Semchuk, 32 anni, Battista di Leopoli, obiettore di coscienza, l'8 maggio 2024 è stato condannato dal Tribunale Distrettuale Dzerzhinsky di Kharkiv a cinque anni di reclusione per disobbedienza (ai sensi dell'articolo 402 del Codice Penale ucraino) per essersi rifiutato di imbracciare le armi, nonostante la sua richiesta di prestare servizio non armato fosse stata inizialmente accettata. Il 30 settembre, il suo appello è stato respinto dalla Corte d' Appello di Charkiv. È stato arrestato sul posto di lavoro nel gennaio 2025 e portato in carcere a Lviv, dove ha trovato almeno un altro obiettore di coscienza, un Pentecostale.

Andrii Skliar, Avventista del Settimo Giorno e obiettore di coscienza, è stato torturato dai reclutatori dell’esercito e arruolato con la forza nel novembre 2024. Gli hanno tirato il naso, gli hanno storto il dito mignolo, lo hanno strozzato fino a fargli quasi perdere i sensi. Attualmente è ancora detenuto nel centro di addestramento militare di Desna, nonostante i ripetuti appelli della Conferenza di Kiev della Chiesa Avventista del Settimo Giorno che ne chiede il rilascio. Continua a rifiutarsi di imbracciare le armi, di prestare giuramento militare, di indossare un'uniforme o di accettare uno stipendio come soldato, nonostante le pressioni e le continue richieste di subordinarsi alla disciplina militare.

Il pastore Oleksandr Solonets della Chiesa “Hram Vidnovlennya” (Tempio della Restaurazione) di Kherson, che ha svolto un servizio alternativo non militare nel 2016-2019, è stato arruolato con la forza a un posto di blocco nella regione di Chernivtsi mentre si occupava di un gruppo di adolescenti in corso d riabilitazione. È detenuto in un'unità militare e ha fatto ricorso contro il suo arruolamento. La sua comunità di fede ha registrato un video per chiedere il suo rilascio, ma rimane detenuto in un'unità militare e i suoi comandanti respingono tutti gli appelli e ignorano il diritto umano all'obiezione di coscienza al servizio militare.

Storie scioccanti di torture

Oltre alla storia del prigioniero di coscienza Andrii Skliar, descritta sopra, il rapporto dell'EBCO racconta altre storie scioccanti di torture inflitte agli obiettori di coscienza, attualmente accusati di crimini di dubbia natura nei confronti della disciplina militare e rilasciati su cauzione. Nell'aprile 2025, il Comitato delle Nazioni Unite contro la Tortura, notando che l'Ucraina ha adottato alcune misure per rispettare il diritto umanitario internazionale e il diritto internazionale dei diritti umani nel contesto del conflitto armato e dell'occupazione in corso, ha espresso preoccupazione per i rapporti che indicano presunti abusi commessi dai funzionari incaricati dell’arruolamento nei confronti di civili e coscritti, compresi gli obiettori di coscienza, in contrasto con gli articoli 1-2, 12-14 e 16 della Convenzione contro la tortura e altre pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti.

L'Avventista Pavlo Halagan, 49 anni, era stato fermato per la prima volta il 10 gennaio 2024 e aveva presentato una richiesta scritta di trasferimento al servizio civile alternativo. Il 5 giugno è stato fermato arbitrariamente dagli agenti dell'Ufficio reclutamento di Perechin, trattenuto per sei ore e poi trasferito all'una di notte a un'unità militare nella regione di Rivne. Dopo aver dichiarato nuovamente la sua obiezione di coscienza e aver chiesto il trasferimento al servizio civile alternativo, è stato riportato all'Ufficio regionale di reclutamento della Zakarpattia a Uzhhorod, dove gli è stata negata l' assistenza di un avvocato. La notte dell'8 giugno è stato portato in un'unità militare a Cherkasy, dove ha trovato altri dieci obiettori di coscienza: nove Testimoni di Geova e un Battista. Tutti quanti hanno nuovamente presentato dichiarazioni chiedendo un servizio civile alternativo. La notte del 9 giugno sono stati improvvisamente rilasciati “da soli nel cuore della notte, dopo l'una di notte, durante il coprifuoco, in un'altra città, senza documenti di identificazione personale, senza soldi, senza preavviso”. Una volta tornato a Uzhhorod, Halagan ha presentato una denuncia alla polizia distrettuale contro i funzionari dell'Ufficio regionale di reclutamento della Zakarpattia.  L'11 giugno è stato convocato da Ihor Tyschuk, capo dell'Ufficio di reclutamento di Uzhhorod. Descrive di aver sentito “le urla frenetiche e disumane” di un uomo di origine ungherese, picchiato, torturato e mutilato dai funzionari per costringerlo a firmare un documento. “Per tutto quel giorno”, continua, "ho ricevuto pressioni psicologiche e morali dai funzionari della filiale di Uzhhorod dell'Ufficio di reclutamento, che mi hanno portato a un esaurimento nervoso. Dopo di che mi hanno legato al letto con delle catene e hanno iniziato a torturarmi fisicamente, a colpirmi e a picchiarmi. (...) I colpi inferti erano diretti al corpo e alla testa, mi picchiavano con mani, pugni e piedi". I funzionari lo hanno poi costretto a firmare una dichiarazione, che ha rilasciato “in stato di shock ed emozione dopo i gravi abusi fisici, le brutali torture, le mutilazioni, le vertigini, in uno stato di estrema spossatezza fisica, l'incapacità di valutare la realtà per prendere la decisione giusta, l'incapacità di vedere chiaramente ciò che è scritto in una stanza buia a causa della malattia dei miei occhi (glaucoma)”. In seguito ha presentato denunce scritte alla polizia, alla polizia militare e all'ufficio del pubblico ministero, ma nessuno ha accettato di occuparsene.

Il Battista Kirill Berestovoi, 36 anni, sfollato da Pokrovsk nella regione di Donetsk, si è presentato all'Ufficio reclutamento di Khmelnitskyi il 1° luglio per aggiornare i suoi dati. Ha dichiarato la sua obiezione di coscienza, ha fornito la documentazione della sua appartenenza al Consiglio delle Chiese Battiste e ha chiesto il trasferimento al servizio civile alternativo. Ignorandolo, l'ufficio di reclutamento lo ha inviato la sera stessa a un'unità militare in Zakarpattia, dove ha ripetuto la sua richiesta senza successo. Alle 23, riferisce, "un comandante mi ha afferrato per il collo e mi ha trascinato fuori dalla tenda, in un luogo completamente buio. Mi ha colpito alla testa e al petto. Gli ho chiesto di smettere, ma ha continuato". La tortura è continuata per circa mezz'ora; al mattino è stato riportato nell'unità, senza aver ricevuto cibo per tutto questo tempo. In seguito non solo ha rifiutato ogni paga, ma anche il cibo della mensa, dichiarando uno sciopero della fame; più di una volta è stato necessario l'intervento medico. Ha documentato la sua denuncia sotto forma di video, a seguito del quale gli è stato confiscato il cellulare. Alla fine è stato minacciato di essere perseguito ai sensi dell'articolo 402 del Codice penale ucraino (disobbedienza) per essersi rifiutato di indossare l'uniforme militare. La Polizia militare di Kiev ha successivamente affermato di aver indagato sulle denunce di Berestovoi, ma di averle ritenute “non comprovate”.

Il Pentecostale Oleksy Kamiennoi, 27 anni, è stato sequestrato dai funzionari dell'Ufficio di reclutamento del distretto di Kamianets-Podilsky, nella regione di Khmelnitsky il 12 giugno e portato in un'unità militare, nonostante la sua richiesta di essere trasferito al servizio civile alternativo. Dopo 24 giorni di trasferimento da un'unità militare all'altra, è stato riportato all'Ufficio di reclutamento, dove nel pomeriggio del 5 luglio è stato picchiato da due ufficiali prima di essere rilasciato.  “Mi hanno picchiato con le mani e i piedi sulla schiena, sul corpo e sulla testa”, ha detto Kamiennoi in una dichiarazione scritta. Quando è svenuto, gli è stata versata dell'acqua fredda per rianimarlo, e poi le torture sono riprese. “Il pestaggio è stato accompagnato da prepotenze e abusi nei miei confronti, le persone che mi picchiavano insistevano perché rinunciassi alla mia fede in Dio, dicevano continuamente che la fede in Dio è un'illusione”. In seguito ha sporto denuncia alla polizia, all'Ufficio di Stato per le indagini e al Commissario Parlamentare per i Diritti Umani, ma tutti hanno negato l'esistenza di prove. Sostiene di temere per la sua vita.

Kamennoi riferisce di conoscere almeno altri quattro obiettori di coscienza locali - Battisti e Pentecostali - che sono stati minacciati e torturati con percosse, uno di loro due volte a settembre. Un Pentecostale è stato trattenuto per cinque settimane presso l'ufficio di reclutamento in agosto e settembre. Un Battista di cui non si conosce il nome è stato convocato per la mobilitazione dall'Ufficio di reclutamento di Ivano-Frankivsk durante l'estate. Nonostante la sua insistenza sul fatto che, per motivi di coscienza, non era in grado di prestare giuramento militare o di prestare servizio con le armi, è stato portato in un campo di addestramento militare dove, per una decina di giorni, si è cercato di spezzare la sua volontà, anche negandogli il cibo. È stato poi trasferito all'Ufficio di reclutamento, dove è stato trattenuto per altri due giorni prima di essere rilasciato, apparentemente senza che fosse previsto un procedimento giudiziario nei suoi confronti. Un altro Pentecostale detenuto in un'unità militare nella regione di Rivne - che è stato torturato con percosse quando è stato arrestato la prima volta - ha descritto le condizioni nell'unità militare come “schiavitù moderna”. “Hanno cercato di spezzarmi: hanno esercitato e stanno esercitando pressioni psicologiche, mi hanno rinchiuso in una fossa fredda per tre giorni e in una cella di isolamento”. Un altro rapporto racconta di soldati che hanno fatto indossare con la forza l'uniforme militare a un obiettore di coscienza che si era rifiutato di indossarla.

Il rapporto dell'EBCO e le sue raccomandazioni generali

Ogni anno, l'EBCO pubblica il Rapporto annuale sull'obiezione di coscienza al servizio militare in Europa, avvalendosi dei contributi di governi nazionali, istituzioni per i diritti umani, ONG e reti di solidarietà. Il rapporto viene presentato al Parlamento Europeo, all'Assemblea Parlamentare e al Commissario per i Diritti Umani del Consiglio d'Europa e alle autorità statali competenti, ogni volta accompagnato da una serie di raccomandazioni mirate. Le sue raccomandazioni generali, applicabili a tutti gli Stati europei, sono indicate nel rapporto:

  1. se già non è stato fatto, abolire il servizio militare obbligatorio e nel frattempo astenersi dal perseguire o perseguire in altro modo gli obiettori di coscienza, coloro che li sostengono o che sostengono l'obiezione di coscienza, senza che sia richiesta alcuna ulteriore azione da parte di tali persone; oppure -secondo - fornire un servizio alternativo non punitivo e non discriminatorio di natura puramente civile, che non deve essere asservito al sistema militare, ma progettato e gestito con la partecipazione degli obiettori di coscienza;
  2. riconoscere per legge il diritto all'obiezione di coscienza al servizio militare, compreso il diritto all'obiezione di coscienza a tutte le forme di arruolamento, istruzione e addestramento obbligatori ai fini della coscrizione in tempo di pace e in tempo di guerra, e garantire che sia possibile per tutti gli obiettori di coscienza evitare l'arruolamento nelle forze armate e che tutti i membri in servizio delle forze armate o i riservisti possano ottenere il rilascio senza sanzioni nel caso in cui sviluppino obiezioni di coscienza, e che i diritti civili, economici e politici degli obiettori di coscienza siano pienamente tutelati;
  3. riconoscere l'obiezione di coscienza come parte vitale del pluralismo e della libertà di religione e di credo nella società democratica, garantire la consapevolezza della legittimità dell'obiezione di coscienza tra i funzionari e nell'opinione pubblica, e garantire la non discriminazione degli obiettori di coscienza, che non dovrebbero essere sottoposti a campagne di incitamento all’odio ed essere considerati colpevoli del reato di elusione del servizio di leva, o di qualsiasi altro reato, e costretti a provare la loro innocenza;
  4. cessare immediatamente qualsiasi reclutamento nelle forze armate di persone di età inferiore ai 18 anni e interrompere qualsiasi addestramento di tipo militare di tali persone;
  5. accogliere le domande di asilo di tutte le persone che cercano di sottrarsi al servizio militare in qualsiasi Paese in cui non esistono disposizioni adeguate per gli obiettori di coscienza, e in particolare quando rischiano di essere costretti a partecipare a conflitti armati;
  6. diminuire le spese militari e aumentare le spese a favore della società, e mettere a disposizione dei cittadini con obiezioni di coscienza strumenti per specificare che nessuna parte delle tasse das loro pagate è destinata alle spese militari;
  7. introdurre l'educazione alla pace in tutti i settori del sistema educativo e impedire qualsiasi forma di militarizzazione dei programmi di studi;
  8. adottare misure adeguate per gli obiettori di coscienza e impedire azioni violente nei loro preparativi istituzionali e legali per qualsiasi tipo di emergenza e risposta alle minacce percepite per la pace, ricordando che legittimi scrupoli di coscienza potrebbero impedire a un numero significativo di civili di sottomettersi al sistema militare, e che in nessun caso un obiettore di coscienza può essere obbligato a portare o usare armi, anche per la legittima difesa del Paese.

Fonte: civilni.media