Migliaia di membri della Chiesa di Dio Onnipotente (Church of Almighty God, CAG) sono stati incarcerati in Cina nel quadro di un ulteriore giro di vite contro le organizzazioni religiose non autorizzate. Secondo statistiche sommarie, più di trecentomila membri della CAG sono stati incarcerati in Cina dall’inizio della persecuzione degli anni 1990 a oggi. Molti sono stati torturati e almeno trenta sono morti in carcere in circostanze sospette, secondo un rapporto appena pubblicato dalla CAG e rilanciato da numerose organizzazioni internazionali per i diritti umani. Negli ultimi giorni, abbiamo assistito a una serie di attacchi giornalistici senza precedenti contro la CAG, pubblicati simultaneamente in Corea, Hong Kong e Taiwan, che sembrano essere una risposta alla pubblicazione di questo rapporto.
La CAG è un nuovo movimento religioso fondato in Cina nel 1991. Insegna che Gesù è ritornato sulla Terra e si è incarnato come Dio Onnipotente in una persona tuttora vivente oggi. Sostiene pure che le profezie contenute nella Bibbia predicono la fine del regime comunista in Cina – che cadrà da solo: la CAG non propone nessun tipo di rivoluzione o ribellione. Per queste sue idee la CAG, che secondo fonti del governo cinese ha almeno tre milioni di membri, è stata oggetto di una massiccia persecuzione in Cina a partire almeno dal 1995.
Più tardi, il regime cinese ha iniziato ad accusare la CAG di vari crimini, compresa l’organizzazione di tumulti nel 2012, fondati sulla profezia secondo cui il mondo sarebbe finito in quell’anno, e l’omicidio di una donna in un McDonald nella città cinese di Zhaoyuan nel 2014. La campagna mediatica di questi giorni ripete queste accuse, benché studi scientifici abbiano dimostrato che si tratta di fake news diffuse ad arte per screditare la CAG. In effetti, il gruppo responsabile per l’omicidio del 2014 usava il nome “Dio Onnipotente” ma non era parte della CAG e le sue idee religiose erano diverse. E anche studi ostili alla CAG hanno concluso che, benché alcuni suoi fedeli attendessero la fine del mondo per il 2012, questa credenza non era sostenuta dai dirigenti, non era parte degli insegnamenti della CAG, e non ha causato nessun tumulto.
La campagna insiste anche sul fatto che alcune Chiese cristiane considerano la CAG “eretica”. Da secoli le religioni si scambiano accuse di eresia: fa parte del normale corso delle controversie religiose, ma non ha nulla a che fare con la libertà religiosa che i Paesi democratici riconoscono a tutte le religioni a prescindere dalla loro “ortodossia”. Si ripete pure che la CAG è una “setta”: una parola screditata, che la maggioranza degli studiosi occidentali non usa più e di cui il regime cinese si serve per giustificare evidenti violazioni della libertà religiosa.
Il fatto che numerosi articoli contro la CAG siano stati pubblicati in pochi giorni non può essere una coincidenza. Sembra piuttosto parte di uno sforzo del regime cinese per nascondere le sue violazioni, che continuano a essere condannate da organizzazioni internazionali, di trattati sulla libertà religiosa che pure ha sottoscritto.
I membri della CAG che vivono all’estero meritano la simpatia dei Paesi che li ospitano. Il loro statuto di rifugiati dev’essere riconosciuto, giacché il semplice fatto di fare parte della CAG o di essere trovato in possesso di letteratura della CAG è considerato in Cina motivo sufficiente per essere arrestato – o peggio.
Chiediamo anche ai media responsabili di consultare la letteratura scientifica sulla CAG che comincia a essere disponibile, senza farsi semplicemente eco delle fake news diffuse dal regime cinese.
28 novembre, 2017
CAP Freedom of Conscience – Coordination of Associations and Individuals for Freedom of Conscience
CESNUR – Center for Studies on New Religions
EIFRF – European Interreligious Forum for Religious Freedom
FOB – European Federation for Freedom of Belief
FOREF – Forum for Religious Freedom Europe
HRWF – Human Rights Without Frontiers
ORLIR – International Observatory of Religious Liberty of Refugees
Soteria International – Spiritual Human Rights
CHNK – Citizens’ Coalition for Human Rights of Abductees and North Korean Refugees