Giustizia negata: il caso di Tai Ji Men a Taiwan – un Libro Bianco

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Giustizia negata: il caso di Tai Ji Men a Taiwan – un Libro Bianco

Il 10 dicembre, in occasione della Giornata dei Diritti Umani 2020, si è tenuto un webinar per presentare il Libro Bianco a cura del CESNUR e di Human Rights Without Fronties “Giustizia negata: il caso di Tai Ji Men a Taiwan – un Libro Bianco”, che può essere letto qui di seguito e anche scaricato gratuitamente in formato PDF alla fine di questa pagina.

Massimo Introvigne, CESNUR, Centro per gli Studi sulle Nuove Religioni

Willy Fautré, Human Rights Without Frontiers

Rosita Šorytė, International Observatory of Human Rights of Refugees

Alessandro Amicarelli, avvocato, European Federation for Freedom of Belief

Marco Respinti, giornalista


Massimo IntrovigneMassimo Introvigne è un sociologo delle religioni italiano. È il fondatore e il direttore del Centro Studi sulle Nuove Religioni (CESNUR), una rete internazionale di studiosi di nuovi movimenti religiosi. Autore di una settantina di libri e di più di 100 articoli nel campo della sociologia della religione, dal 5 gennaio al 31 dicembre 2011 ha avuto, nell’ambito dell’OSCE (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa), il ruolo di “Rappresentante per la lotta contro il razzismo, la xenofobia e la discriminazione, con un’attenzione particolare alla discriminazione contro i cristiani e i membri di altre religioni”. Dal 2012 al 2015 è stato coordinatore dell’Osservatorio della Libertà Religiosa, istituito dal ministero italiano degli Esteri per monitorare lo stato della libertà religiosa a livello mondiale.

Willy FautréWilly Fautré, già capo missione nel gabinetto del ministero belga dell’Educazione e nel parlamento belga, è il direttore di Human Rights Without Frontiers, la ONG con sede a Bruxelles che ha fondato nel 1988. In questa veste ha svolto missioni di inchiesta sui diritti umani e sulla libertà religiosa in oltre 25 Paesi. Docente universitario nel campo della libertà religiosa e dei diritti umani, è autore di numerosi articoli sui rapporti fra Stato e religioni, pubblicati su periodici accademici. Organizza regolarmente convegni al Parlamento Europeo su diversi temi tra cui la libertà di religione e di credo, e per anni ha promosso la libertà religiosa nelle istituzioni europee, all’OSCE e all’ONU.

Rosita ŠorytėRosita Šorytė è entrata nel 1992 al ministero degli Esteri della Lituania e per 25 anni ha lavorato come diplomatico, fra l'altro all'UNESCO a Parigi e alle Nazioni Unite a New York. Nel 2011 è stata rappresentante della presidenza lituana dell’OSCE (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa) nell'Ufficio per le istituzioni democratiche e per i diritti umani di Varsavia. Nel biennio 2012-2013 ha presieduto il Gruppo di lavoro dell’Unione Europea (UE) sugli aiuti umanitari per conto della presidenza pro tempore lituana della UE. Attiva nel campo della libertà religiosa e in favore dei rifugiati costretti a lasciare i propri Paesi di origine a causa della persecuzione religiosa, è co-fondatrice e presidente dell'ORLIR, l’International Observatory of Religious Liberty of Refugees. È autrice di diversi articoli sulla libertà religiosa e su iniziative umanitarie di natura religiosa.

Alessandro AmicarelliAlessandro Amicarelli, socio e direttore della Obaseki Solicitors Law Firm di Londra, è avvocato (solicitor) delle Corti superiori di Inghilterra e Galles, nonché avvocato in Italia, specializzato sia in Diritto internazionale e diritti umani sia in Diritto dell’immigrazione e dei rifugiati. A lungo docente universitario in tema di diritti umani, ha insegnato, fra l’altro, nell’Università Carlo Bo di Urbino e nella Soochow University di Taipei, a Taiwan. È presidente e portavoce della European Federation for Freedom of Belief (FOB).

 

Marco RespintiMarco Respinti, italiano, è giornalista professionista, saggista, traduttore e conferenziere. Ha collaborato e collabora con diversi quotidiani e periodici, sia in versione cartacea sia online, in Italia e all’estero. Uno dei suoi libri, pubblicato nel 2008, ha per oggetto i diritti umani in Cina. Senior Fellow al Russell Kirk Center for Cultural Renewal, un’organizzazione educativa statunitense apartitica e senza fini di lucro che ha sede a Mecosta, nel Michigan, è anche socio fondatore e membro del consiglio direttivo del Center for European Renewal, un’organizzazione educativa paneuropea apartitica e senza fini di lucro che ha sede a L’Aia, nei Paesi Bassi.


1. Che cos’è il Tai Ji Men?

Il Libro Bianco tratta di un caso fiscale a Taiwan che ha importanti implicazioni a livello internazionale. È un notevole esempio dell’uso, o meglio dell’abuso, delle leggi fiscali contro gruppi spirituali che alcuni politici o burocrati governativi non approvano per qualsivoglia motivo. Per comprendere questo caso, alcuni di noi si sono recati a Taiwan (quando era ancora possibile, prima della pandemia del COVID-19). E tutti noi abbiamo continuato a intervistare via Zoom le persone coinvolte anche durante la pandemia, raccogliendo altresì documenti legali e reazioni da parte dei media taiwanesi.

Per comprendere il caso, sono necessarie alcune informazioni preliminari sul Tai Ji Men e il suo leader, il dottor Hong Tao-Tze.

Hong è nato a Taiwan nel 1944. Ha raccontato che nel 1950, quando aveva sei anni, un misterioso maestro, il Maestro Shang-Zhi, l’aveva accettato come dizi (discepolo) e all’età di 11 anni l’aveva iniziato alla saggezza antica di 6.000 anni del Tai Ji Men, la più importante menpai (simile a una scuola) del Daoismo esoterico, preparandolo per la sua futura opera come Gran Maestro (Zhang-men-ren) del Tai Ji Men.

Hong ha studiato medicina tradizionale cinese e filosofia e ha conseguito un dottorato nel 1991, rimanendo tuttavia consapevole che la sua missione era di tramandare la cultura del Tai Ji Men. Ha lavorato come imprenditore di giorno e, nel 1966, ha iniziato a insegnare agli studenti (dizi) di sera, fondando nello stesso anno la Tai Ji Men Qigong Academy, come accademia di Qi Gong esoterico, arti marziali e auto-sviluppo (in inglese self-cultivation: auto sviluppo armonico di spirito e corpo, ndt).

Per diversi anni questa continuò a essere un'attività part-time, il che non ne impedì l'espansione e il successo. In seguito, Hong decise di dedicare più tempo alle sue attività di insegnamento del Qi Gong esoterico e delle arti marziali. Nel 1987 lasciò del tutto le sue occupazioni imprenditoriali, il che si tradusse in un notevole aumento del numero di dizi. Nel 1995 c'erano già 12 accademie del Tai Ji Men. Nel 2016 ce n’erano 13 e oggi, nel 2020 ce ne sono 15 in tutto il mondo.

Nel 1996, per le ragioni spiegate più avanti nel secondo capitolo, un pubblico ministero di Taipei lanciò una campagna contro il Tai Ji Men. Hong fu accusato di truffa e violazione della Legge sulla Riscossione delle Tasse e fu arrestato (Tan, Ding e Huang 2016). Sebbene in seguito fosse stato prosciolto da tutte le accuse e avesse persino ottenuto un risarcimento a livello nazionale per la detenzione illegale subita, i casi giudiziari costrinsero il movimento a dedicare risorse significative alla difesa legale, rallentandone così l'espansione. Tuttavia, questo non ha impedito a Hong di esportare il movimento all'estero e, dal 2000, sono state aperte due accademie in California, a Walnut e Cupertino. Hong ha anche promosso iniziative di alto profilo per la pace nel mondo, un'attività che aveva già iniziato nel 1968 e ha portato la cultura tradizionale del Tai Ji Men all'estero attraverso migliaia di eventi culturali e spettacoli di arti marziali.

Nel 1999, Hong iniziò la sua collaborazione con l'Associazione dei Cittadini del Mondo (AWC), fondata nel 1975 da Douglas Mattern (1933-2011), un noto attivista americano per la pace e il disarmo, e ottenne lo status consultivo presso l’ECOSOC (Consiglio Economico e Sociale) delle Nazioni Unite. Mattern credeva che, unendo le forze in un'associazione internazionale, i comuni cittadini avrebbero potuto assistere efficacemente le istituzioni delle Nazioni Unite e cooperare nell’opera di risoluzione dei conflitti e della promozione della pace. Nel 2000, Mattern nominò Hong membro e Vice-Presidente Onorario dell'Advisory Board dell'AWC. Dopo la morte di Mattern nel 2012, il nuovo presidente dell'AWC, René Wadlow, un accademico francese nato negli Stati Uniti e specializzato in Studi sullo Sviluppo, nominò Hong come Vice-Presidente dell'organizzazione.

Hong has visited more than 100 countries and has become a familiar figure in international peace gatherings and initiatives held at the United Nations. When the year 2000 approached, Hong created a logo “Love of the World: A Wish for Peace,” symbolizing the five continents united for peace. On September 25, 1999, he proclaimed “Love of the World, A Declaration of Peace” and launched an endorsement campaign for this declaration. “Love of the World” was also the title of a song that was officially published on New Year’s Eve 1999 and became internationally popular thanks to an agreement with BBC.

Hong ha visitato più di 100 paesi ed è diventato una figura ben nota nei raduni internazionali sulla pace e nelle iniziative tenutesi alle Nazioni Unite. Con l’avvento dell'anno 2000, Hong creò il logo "Love of the World: A Wish for Peace" (Amore per il mondo: un desiderio di pace), che simboleggiava i cinque continenti uniti per la pace. Il 25 settembre 1999 proclamò: "Amore per il mondo, una dichiarazione di pace" lanciando una campagna a sostegno di questa dichiarazione. "Love of the World" era anche il titolo di una canzone che fu pubblicata a Capodanno del 1999 e divenne popolare a livello internazionale grazie a un accordo con la BBC.

Nel 2014, il Tai Ji Men faceva parte di una coalizione che lanciò il Movimento di un'Era di Coscienza. Hong crede che si potrebbe davvero realizzare un cambiamento positivo, se solo più esseri umani imparassero a "seguire la loro coscienza, pronunciare parole coscienziose, compiere atti coscienziosi e diffondere gli impatti positivi della coscienza per cambiare il mondo in meglio" (Association of World Citizens, Federation of World Peace and Love e Tai Ji Men Qigong Academy 2017, 42). L'iniziativa è stata lodata dagli uffici delle Nazioni Unite e dai capi di stato di diversi paesi.

Il Tai Ji Men non è un'organizzazione religiosa e, infatti, include dizi appartenenti a diverse religioni. Sebbene le sue origini siano radicate nel Taoismo esoterico, il Tai Ji Men non cerca di convertire i credenti di altre fedi al Taoismo. Insegna il Qi Gong, le arti marziali e l’auto-sviluppo a tutti quelli che hanno un interesse in queste discipline.

Hong insegna che il Taoismo comprende cinque menpai esoterici, ma il Tai Ji Men è il più antico e il più elevato. Il cuore della visione spirituale del mondo del Tai Ji Men è l'armonia tra yin e yang, cielo e terra, cuore (corpo) e qi (energia). Quest’armonia faceva parte della purezza originale degli esseri umani. Era andata perduta, ma può essere ripristinata attraverso esercizi volti a nutrire tre aspetti della salute: fisico, mentale e spirituale; purificando i cuori e coltivando l’indole morale.

Attraverso una serie di tecniche di Qi Gong e kung fu, alcune delle quali esoteriche, ai dizi viene insegnato a mobilitare le energie positive dell'universo, sia coltivandole sia applicandole alla propria salute e auto-sviluppo. Il kung fu è generalmente inteso, in particolare dagli occidentali, come un sistema di arti marziali. Mentre le arti marziali fanno parte degli insegnamenti e delle pratiche del Tai Ji Men, Hong insegna che la nozione tradizionale cinese di kung fu è molto più ampia e comprende una vasta gamma di pratiche, sia essoteriche sia esoteriche.

Un tema importante per il Tai Ji Men, che risuona con diffuse preoccupazioni a Taiwan, è la preservazione dell'essenza della cultura tradizionale cinese. In particolare, durante gli anni della Rivoluzione Culturale in Cina (1966-1976), quando i tesori della civiltà e della cultura tradizionale cinese furono distrutti, molti taiwanesi si consideravano i custodi di un patrimonio culturale a rischio di andare perduto per sempre nella Cina continentale. Hong insegna che la cultura del Tai Ji Men, erede di una tradizione tramandata da sei millenni, preserva la saggezza della Cina tradizionale e la offre all'umanità nel suo insieme per migliorarne la salute fisica, mentale e spirituale.

Che il Tai Ji Men svolga un ruolo importante nel preservare e divulgare la cultura tradizionale cinese, un ruolo che avvantaggia enormemente l'immagine internazionale di Taiwan, è stato riconosciuto dalle più alte autorità politiche locali. Ad esempio, Lee Teng-Hui (1923-2020), presidente della Repubblica di Cina (ROC, cioè Taiwan) tra il 1988 e il 2000, dichiarò che, "Negli ultimi 35 anni dalla sua fondazione, il Tai Ji Men ha sostenuto i suoi obiettivi di lealtà, devozione filiale, amore per il paese e per la società, unendo persone affini per promuovere arti marziali, cultura tradizionale e buoni valori sociali. È ammirevole!”.

Il successore di Lee, Chen Shui-Bian, che ha servito come presidente di Taiwan tra il 2000 e il 2008, affermò che “Il Tai Ji Men è un antico menpai del Qi Gong e delle arti marziali tramandate di generazione in generazione. È come una grande, affettuosa famiglia. Tutti i dizi sono energici e sani, fisicamente e mentalmente. Sotto la guida di Zhang-men-ren, i dizi non solo praticano l'auto-sviluppo, ma diffondono anche gentilezza per aiutare il mondo attraverso scambi culturali internazionali. Incoraggiano l'amore per il mondo, promuovendo l'idea di amore e pace in tutto il mondo".

Il successivo presidente di Taiwan, Ma Ying-Jeou, in carica tra il 2008 e il 2016, dichiarò: “Ogni volta che vediamo il Tai Ji Men, vediamo energia, calore e amore. Ammiriamo tutti la compassione del Dr. Hong e vorremmo vedere il Tai Ji Men praticato in tutto il mondo. Lasciamo che Taiwan si distingua e lasciamo entrare il mondo".

L'attuale presidente taiwanese, Tsai Ing-Wen, in carica dal 2016, ha affermato che "Sotto la guida di Zhang-men-ren, il Tai Ji Men ha partecipato attivamente a eventi internazionali, ha svolto azioni diplomatiche a favore dei cittadini e ha aumentato la visibilità globale di Taiwan. Spero che anche in futuro il Tai Ji Men, sotto la guida del Dr. Hong, continuerà a operare con il governo. Usiamo la nostra influenza positiva e facciamo  progredire Taiwan con continui avanzamenti. Lasciamo che il mondo veda Taiwan (“How Top Taiwanese Officials Publicly View Tai Ji Men” 2020).

Infatti, con oltre 3.000 spettacoli in più di 100 paesi, il Tai Ji Men è diventato un efficace ambasciatore internazionale per Taiwan. Fin dai suoi inizi, il Tai Ji Men non ha mai sollecitato né ricevuto fondi pubblici. Le sue attività sono autofinanziate da Hong e dai suoi dizi.

La cultura tradizionale cinese, secondo Hong, si concentra sull'etica, sulla correttezza e sulla coscienza. Questi sono valori universali che, se adeguatamente compresi e applicati, garantirebbero la pace nel mondo e una civiltà basata sulla fratellanza e sull'amore universale. La promozione dell'amore e della pace in tutto il mondo è considerata dal Tai Ji Men una parte essenziale dell'auto-sviluppo.

Ai dizi viene prima insegnato l'amore e la pace per se stessi, ma gradualmente la portata della pace e dell'amore si estende all'intero universo. Secondo Hong, esercizi fisici appropriati hanno sempre effetti anche sulla dimensione mentale e spirituale.

Il Tai Ji Men non è una religione e non ha rituali religiosi. I membri praticano il qi gong e la meditazione individualmente su base quotidiana. Una volta la settimana, la maggior parte dei dizi partecipa a una sessione in cui si condividono riflessioni e si apprendono diversi tipi di kung fu, un concetto, come accennato in precedenza, che include le arti marziali ma non solo.

Alcuni dizi, in particolare giovani uomini e donne che hanno già ricevuto una solida base di arti marziali, si allenano per spettacoli pubblici, offerti in tutto il mondo in occasione di eventi internazionali. Ad esempio, il gruppo Love of the World Cultural Goodwill conta diverse migliaia di artisti. Si è esibito, tra l'altro, alle Olimpiadi di Sydney nel 2000 e alla cerimonia di apertura dell'Universiade di Taipei il 19 agosto 2017. Tra i 268 dizi che si sono esibiti in quel giorno, alcuni erano veterani che si erano già esibiti a Sydney nel 2000.

L'addestramento per tali esibizioni non è solo funzionale alla produzione di spettacolari presentazioni di arti marziali, ma ha uno scopo spirituale. Allenandosi per esibirsi in eventi in cui si promuovono amore e pace, i dizi sviluppano se stessi. A sua volta, il pubblico, godendo delle esibizioni e della buona energia irradiata, scopre e comprende gradualmente la cultura del Tai Ji Men.

Nella cultura tradizionale cinese, si suonava una campana per segnalare l'inizio e la fine di una giornata lavorativa. Il suono della campana ha anche un significato spirituale in molte religioni orientali e occidentali. Hong ha progettato e supervisionato la costruzione della Campana della Pace e dell'Amore nel Mondo, che è stata suonata per la prima volta a Singapore nel 2000. Oggi esistono due campane e girano il mondo, dove il Tai Ji Men invita i leader politici, culturali e religiosi mondiali a suonarle. Hong insegna che “suonare la Campana con un cuore sincero farà sì che l'energia positiva e la pace riempiano la terra. Questa è la responsabilità e la missione mondiale del Tai Ji Men” (Tai Ji Men Qigong Academy 2000, 22).

La campana è un artefatto sacro e simbolico. Il suo supporto ha cinque colori: verde, rosso, giallo, bianco e blu. Rappresentano l'armonia dei cinque continenti, così come i cinque elementi secondo la tradizione cinese, ovvero legno, fuoco, acqua, metallo e terra. Sulla parte superiore della campana c'è una sfera di cristallo nota nel movimento come "Palla di Fuoco del Drago". La sfera di cristallo è sostenuta da due teste di drago, che simboleggiano giustizia, forza e saggezza. In cima alla Campana ci sono gli otto trigrammi del classico cinese I Ching, il Libro dei Mutamenti, che nascono dall'interazione di yin e yang e corrispondono anche agli otto elementi dell'universo (terra, cielo, vento, tuono, montagna, lago, acqua e fuoco).

Intorno alla parte superiore della Campana è inscritto il testo di "Love of the World, A Declaration of Peace". Il corpo della Campana presenta quattro tipi di animali: il mitico qilin con un corno, messaggero di stabilità e prosperità; leoni che giocano con un fiocco di nastri, simboli di sicurezza e felicità; fenici, simbolo celeste di pace e draghi che inseguono una perla, a significare armonia e ricerca di un mondo libero da dolore e paura. Sui quattro lati della campana, una decorazione comprende sedici pomelli, per un totale di sessantaquattro, rappresentanti le sessantaquattro leggi della natura. La campana include anche le firme dei leader mondiali che l'hanno suonata.

Hong è il fondatore della Tai Ji Men Qigong Academy ed è riconosciuto come l'attuale capo (Zhang-me- ren/Shifu) dell'antico menpai del Tai Ji Men, una tradizione vecchia di 6.000 anni e della filosofia yin e yang.

Come accennato in precedenza, ci sono tredici Accademie a Taiwan, più due negli Stati Uniti, entrambe in California. Sebbene non esistano Accademie, i singoli dizi praticano il Tai Ji Men Qi Gong anche in Canada, Singapore, Malesia, Regno Unito, Paesi Bassi e altri paesi.

Hong dedica gran parte del suo tempo a insegnare agli studenti e intervistare ciascuno di loro prima che siano accettati come dizi. C'è un'antica cerimonia dopo l'accettazione. I dizi mostrano la loro gratitudine a Hong offrendo doni nelle cosiddette "buste rosse", com’è tradizione nelle scuole cinesi di Qi Gong. Tali doni vengono consegnati durante la cerimonia di accettazione e in importanti feste cinesi, o in modo irregolare. Tutti capiscono che questo fa parte di una relazione personale che i dizi hanno con il loro Shifu.

Il Tai Ji Men diffonde le sue idee anche attraverso la serie TV d’interesse pubblico "Energy Family", di cui finora sono stati prodotti più di 1.000 episodi. Sono disponibili sul sito Web del Tai Ji Men e sono stati concessi in licenza a diverse reti televisive in tutto il mondo.

All'inizio del suo servizio come Gran Maestro dell'Accademia di Tai Ji Men, Hong iniziò a viaggiare per il mondo per conto della causa della pace e dell'amore nel mondo. Le diverse associazioni e organizzazioni che ha fondato includono sia dizi del Tai Ji Men che persone che non fanno parte di Tai Ji Men.

2. Tai Ji Men perseguitato e vendicato, 1996-2007

La libertà religiosa è qualcosa che Taiwan ha ottenuto solo attraverso un percorso accidentato. Nel 1996, principalmente per ragioni politiche e in coincidenza con la prima elezione diretta del presidente di Taiwan, il governo ha represso i movimenti religiosi e spirituali accusati di sostenere i partiti politici dell'opposizione. Sono stati accusati di essere xie jiao, un termine che ha una lunga storia in Cina e talvolta è tradotto come "sette". In realtà, significa "insegnamenti eterodossi" e, sin dall'era Ming, ha indicato gruppi che i poteri politici consideravano ostili (Wu 2016, 2017). La campagna ha preso di mira anche il Tai Ji Men, sebbene non si sia mai schierato politicamente.

L'ostilità contro il Tai Ji Men è stata alimentata anche da velenose lettere inviate alle autorità. Nel novembre 1996, gli uffici dei procuratori del distretto di Kaohsiung e del distretto di Hsinchu hanno indagato sulle accuse mosse al Tai Ji Men, senza rilevare alcuna violazione della legge. Di conseguenza, hanno archiviato il caso.

Tuttavia, il 19 dicembre 1996, il procuratore Hou Kuan-jen della procura distrettuale di Taipei ignorò le conclusioni dei suoi colleghi secondo cui il Tai Ji Men era innocente, avviando una sua indagine. Quel giorno, Hou ordinò a centinaia di poliziotti armati e investigatori di fare irruzione e perquisire 19 proprietà, tra cui le strutture di Tai Ji Men e le residenze dei dizi in diverse parti di Taiwan. In questa operazione era accompagnato da giornalisti, fotoreporter e troupe televisive. Hou divenne molto popolare tra i media, e si godette la luce dei riflettori. Era una "relazione reciprocamente vantaggiosa", e fu soprannominato il "Rambo Giudiziario".

Hong era ancora sotto interrogatorio quando il canale CTV già stava annunciando la notizia che il leader di Tai Ji Men era stato accusato di truffa. La sera del 19 dicembre, Hong fu arrestato. Sua moglie e due dizi furono arrestati il 23 e 24 dicembre. Hong e i beni di sua moglie, comprese le proprietà private non legate al Tai Ji Men, furono congelate.

Era chiaro che Hou aveva messo in moto una vendetta personale contro Hong e il Tai Ji Men, come fu in seguito riconosciuto dal Control Yuan di Taiwan, uno degli organismi incaricati di controllare le attività illegali da parte di funzionari pubblici. Nel frattempo, i dizi di Tai Ji Men hanno vissuto una tragedia.

Alcuni discepoli furono sottoposti a interrogatori disumani che durarono più di 24 ore. Chiu Mei-ying ricorda che un inquirente le chiese di andare con lui nel loro ufficio di zona per l'interrogatorio senza nemmeno conoscere il suo nome. Le disse di non avere il diritto di arrestarla, poiché non aveva fatto nulla d’illegale, ma la minacciò. Non appena lei entrò nell'Ufficio di Hsinchu, alcune investigatrici la afferrarono per le braccia e la portarono in una piccola stanza, dove ebbe inizio un’estenuante serie di interrogatori.

La mattina della vigilia di Natale, le residenze di cinque dizi di Tai Ji Men – Wen-Hsiu-chen (1955-1999), Li Cheng-wen, Chang Wan-ting, Chen Tiao-hsin (1943-2014) e Peng Li-chuan – furono perquisite per ordine del procuratore Hou. Questi dizi furono anche portati in un ufficio del Bureau of Investigation per essere interrogati per ore.

Alcune delle tragiche conseguenze di questo spettacolo mediatico-giudiziario sono state che alcuni praticanti del Tai Ji Men sono diventati capri espiatori a scuola e sul posto di lavoro, altri hanno perso il lavoro e alcune famiglie sono andate in pezzi.

Wen Hsiu-chen rimase sorpresa quando la sua casa fu improvvisamente invasa e perquisita dagli investigatori, che poi la prelevarono per l'interrogatorio. Suo marito si arrabbiò per le notizie negative apparse sulla stampa relative alla perquisizione e, dopo aver scoperto che aveva frequentato le strutture di Tai Ji Men, la chiuse fuori di casa. Questo episodio traumatico causò a Wen un enorme stress mentale e fisico e portò alla rottura della sua famiglia. Inoltre, lei era un alto dirigente presso una nota casa editrice, ma dopo essere stata menzionata nelle notizie della stampa, fu retrocessa dal suo datore di lavoro. L'ostilità e lo stress vissuti hanno avuto un impatto sulla sua salute ed è morta meno di tre anni dopo.

Li Cheng-wen aveva dichiarato: “Vengo da una famiglia dignitosa, la mia gestione degli affari interpersonali è ampiamente riconosciuta dai miei supervisori e colleghi. Sono stato entusiasta di aiutare gli altri e ho usato il mio tempo libero per lavorare come volontario in un ospedale per oltre dieci anni. È stata una cosa inaspettata che all’alba della vigilia di Natale, diversi uomini feroci e robusti venissero da noi con un mandato, perquisendo scatole e armadi. Non solo non sono stati in grado di dire i motivi della perquisizione, ma neanche di indicare quali prove stavano cercando. In seguito, senza fornire alcun motivo, sono stato portato via contro la mia volontà, lasciando mia moglie e mio figlio di cinque anni confusi e spaventati. Ho appreso in seguito che avrei potuto rifiutarmi di andare con loro se non mi avessero mostrato un avviso di interrogatorio. Tuttavia, la maggior parte dei cittadini rispettosi della legge non sa come proteggere i propri diritti umani fondamentali".

Anche la casa di Peng Li-chuan fu perquisita dal procuratore Hou quella mattina della vigilia di Natale del 1996. Lei era un'insegnante di scuola elementare che era diventata un dizi di Tai Ji Men nel 1993. Non le fu fornito un motivo per la perquisizione, né fu accusata di qualcosa.

Poco dopo, fu portata contro la sua volontà in un ufficio di zona del Bureau of Investigation per l'interrogatorio. Dalle 8:00 di mattina a mezzanotte, il procuratore Hou cercò di costringerla ad accusare Hong. Picchiava spesso sulla scrivania per intimidirla, ma lei rifiutò di rilasciare false dichiarazioni. Di conseguenza fu messa in isolamento. Né la sua famiglia né la sua scuola furono informate del suo arresto e suo figlio di sette mesi e sua suocera handicappata rimasero senza di lei. Per suo marito, colleghi e studenti, era misteriosamente e tragicamente scomparsa. Erano in ansia e la cercarono dappertutto, ma senza alcun successo. Più tardi, la preside della sua scuola presentò una richiesta d’informazioni alla Procura Distrettuale di Taipei per sapere dove si trovava. Finalmente, il 31 dicembre 1996, ricevette una risposta, dove si confermava che da sette giorni si trovava in isolamento nel centro di detenzione di Tucheng. A quanto pare, qualcuno aveva falsificato la sua firma sul mandato di cattura.

Peng fu incriminata per la prima volta dal procuratore Hou il 28° giorno della sua detenzione. Lei riferisce che la prima cosa che le disse fu: "So che sei innocente". Lo pregò in lacrime di liberarla perché sua figlia e sua suocera avevano bisogno di lei a casa. Tuttavia, invece, la minacciò di prolungare la sua detenzione in isolamento, sperando che facendo pressioni su lei, avrebbe testimoniato contro Hong. Durante i suoi 40 giorni di detenzione, fu interrogata solo tre volte. In due occasioni, il suo avvocato non fu informato e l'interrogatorio ebbe luogo senza la sua assistenza.

Peng afferma che durante gli interrogatori il procuratore Hou distorceva le sue risposte. E che disse anche al cancelliere di registrare la sua versione distorta delle sue risposte. Queste trascrizioni falsificate dovevano essere usate in tribunale per incriminare Hong.

Il 31 gennaio 1997, Peng fu portata al Bureau of Investigation a Hsin Tien per essere sottoposta a un test al poligrafo. Lei rispose a ogni domanda in modo sincero e sperava che ciò avrebbe favorito il suo caso, poiché non aveva commesso alcun crimine. Alla fine della verifica, non fu informata del suo esito. Il 1° febbraio, il procuratore Hou la rilasciò su cauzione, ma avvertendola di non divulgare nulla sulla sua detenzione.

Nel suo atto di accusa il procuratore Hou la accusò di "aver mentito nelle [sue] risposte a tutte le domande importanti", affermando che era sua convinzione che fosse collusa con altri imputati per "realizzare una truffa per conto di Qi Gong" (ironicamente, un'accusa usata frequentemente nella Cina continentale per condannare membri di nuovi movimenti religiosi a pesanti pene detentive). Tuttavia, non c'era traccia del test al poligrafo nei documenti presentati alla corte.

Dopo essere stata rilasciata su cauzione, Peng dovette affrontare la pressione negativa della stampa e la mancanza di sostegno da parte di amici e parenti. Questo caso ebbe un impatto sulla sua carriera e su quella di suo marito, poiché non ottenne la promozione che meritava e lei fu costretta a ritirarsi dall'insegnamento, un lavoro che amava.

Mentre il procuratore Hou stava conducendo le indagini, Hong fu detenuto per quasi quattro mesi. Durante questo periodo, il dottor Hong fu trasferito in diversi centri di detenzione e messo intenzionalmente in cella con criminali violenti e persone affette da una pesante tossicodipendenza per procurare paura nella mente del dottor Hong e per farlo incastrare da alcuni di questi criminali.

Questa strategia era intenzionale, poiché il procuratore Hou avrebbe poi chiesto ai compagni di cella di Hong di testimoniare contro di lui. Tali testimonianze consistevano spesso in calunnie contro il Tai Ji Men e il suo leader. Nel corso dei 117 giorni di detenzione preventiva, prima della pubblicazione dell'atto di accusa, Hong fu interrogato dal procuratore Hou solo tre volte per un totale di 29 minuti. Gli furono poste 13 domande in tutto. Durante l'interrogatorio, il pubblico ministero fu molto duro e scaraventò documenti, picchiò sui tavoli, inveì ad alta voce, intimidì e coartò Hong, le cui richieste di presentare al pubblico ministero prove documentali a lui favorevoli, utili a chiarire il caso, furono respinte.

Inoltre, durante la sua detenzione, Hong scrisse più di dieci dichiarazioni particolareggiate, per un totale di decine di migliaia di parole, che dovevano essere inviate alla corte per revisione, ma i documenti più importanti – tre motivi con cui chiedeva al pubblico ministero le evidenze dell’indagine – furono nascoste da Hou e mai presentate alla corte. Di conseguenza, Hong continuò a rimanere in carcere e il giudice non accettò di rilasciarlo fino a quando l'avvocato di Hong, Lee Chao-Hsiung non fornì con urgenza queste tre dichiarazioni e le prove pertinenti. Durante l'intero processo, il procuratore Hou non informò Lee delle accuse nei confronti di Hong, il che mise Lee nell’impossibilità di esercitare i suoi diritti come avvocato difensore.

Inoltre, le condizioni di vita che Hong sopportò durante la detenzione causarono un deterioramento della sua salute. Era tenuto in celle umide e fredde. La trapunta nuova di zecca inviata dal suo dizi fu sostituita da una vecchia e sporca, che si sospettava fosse stata manipolata e che rese il corpo di Hong così pruriginoso da costringerlo a graffiarsi rompendo la pelle e rendendogli difficile addormentarsi. Alla fine, i suoi piedi divennero così gonfi e doloranti che riusciva a malapena a camminare. Esisteva anche la preoccupazione che i suoi piedi, a causa del danno subito, avrebbero dovuto essere amputati. Durante la seconda udienza, il giudice notò che i suoi piedi e le ginocchia erano gonfi e gli chiese di sedersi durante l'udienza e fu rilasciato su cauzione subito dopo la fine dell'udienza.

Durante le indagini, il procuratore Hou continuò a far fluire ai media notizie negative sul movimento di Tai Ji Men, violando il principio secondo cui un'indagine della procura dovrebbe essere mantenuta riservata. Ciò ebbe un impatto sulla percezione del pubblico in generale riguardo a questo gruppo prima dell'inizio del processo in tribunale. L'intenzione era di disintegrare l'organizzazione e creare conseguenze devastanti.

Durante i quattro mesi di questa indagine furono pubblicati oltre 400 articoli stampa sensazionalistici e più 70 storie furono trasmesse da oltre 12 stazioni televisive che riferivano del caso utilizzando le informazioni rilasciate dal procuratore Hou. Ciò non solo ha portato a una versione unilaterale della storia, ma, come accennato in precedenza, ha anche ostracizzato i dizi di Tai Ji Men dalle loro comunità e, in alcuni casi, ha spezzato delle famiglie.

Come, ad esempio, quando un consigliere comunale apparve su "Big Scandal", un programma televisivo, diffondendo false informazioni sulla bandiera commemorativa che Hong aveva dato ai suoi dizi. Sebbene la bandiera fosse stata data gratuitamente, fu detto che "per ogni bandiera erano stati fatti pagare da 10.000 a 30.000 NT $ [da 340 a 1020 dollari USA]. Inoltre, i cappelli erano fatti da e per i dizi stessi ed erano gratuiti; tuttavia, fu detto che "erano stati fatti pagare 50,000 NT $ [1700 dollari USA]" per ogni cappello. Affermazioni oltraggiose come queste hanno dato forza alle accuse del procuratore Hou di attività fraudolenta da parte dei Tai Ji Men.

Il procuratore Hou ha anche promosso un'associazione anti-sette delle cosiddette vittime di Tai Ji Men, che in seguito è stata giudicata da diversi tribunali taiwanesi come un’organizzazione fittizia, che aveva creato falsi reclami. Tsai Chang-pin, il presidente dell'associazione anti-sette, dichiarò di essere stato truffato di 30 milioni di NT $. Tuttavia, in un'udienza tenuta il 20 luglio 2001 presso il Tribunale Distrettuale di Taipei, il giudice Chao Tz-jung ritenne che Tsai avesse mentito. Alla fine Tsai ammise che l'accusa era falsa.

Il 19 settembre 2001, davanti al Tribunale Distrettuale di Taipei, Tseng Pi-yun, vicepresidente dell'associazione anti-sette, ammise di aver usato i nomi dei suoi due figli e quelli di 19 amici e familiari, per poter affermare, falsamente, di aver subito danni superiori a 3 milioni di NT $ a causa delle attività di Tai Ji Men. In effetti, Tseng finì per essere perseguita lei stessa per contraffazione di documenti.

Tsai Chia-lung, un altro membro dell'organizzazione anti-sette, presentò diverse denunce e inviò persino una lettera a Kung Ling-cheng, l'ex direttore generale dell'Agenzia della Polizia Nazionale, sostenendo falsamente di essere stato truffato per centinaia di migliaia di dollari dal Tai Ji Men. Il 5 giugno 2002, il Tribunale Distrettuale di Taipei rigettò tutte le accuse. Era diventato evidente che l'associazione anti-sette, piuttosto che il Tai Ji Men, fosse la vera organizzazione fraudolenta.

Il 15 aprile 1997, il procuratore Hou incriminò Hong e tre membri di Tai Ji Men per aver messo in  esistenza uno xie jiao. Accusò anche Hong di "allevare goblin", che nel folklore cinese (e nei film) significa evocare uno spirito che poi ti servirà e compirà azioni malvagie. È qualcosa di totalmente estraneo alle pratiche del Tai Ji Men. Stando alle sue dichiarazioni pubbliche, sembrava essere il procuratore Hou quello che credeva davvero nei goblin.

Hou rese noto ai media il suo atto d’accusa il 16 aprile. Non sorprende che l'affermazione di Hou, contenuta nell’atto di accusa, secondo cui Hong "allevava goblin" sia stata fortemente criticata dai media, dal pubblico e dalla comunità giuridica. La mattina del 17 aprile, con i media al seguito, Hou guidò gli investigatori in una perquisizione alla ricerca di prove dell’allevamento di goblin presso le strutture del Tai Ji Men a Taan, Nankang, Shulin e Kaohsiung. Alla fine dei loro sforzi, trovarono solo una spada di legno di pesco come prova per sostenere che Hong aveva allevato goblin. Tuttavia, era solo un regalo dei suoi dizi e non aveva nulla a che vedere con il caso. Presentata inizialmente ai media con grande clamore, la spada è stata infine dimenticata e mai presentata alla corte come prova (Tan, Ding e Huang 2016, 92).

Nel pomeriggio del 17 aprile, il pubblico ministero chiese per la prima volta a Hong: "Hai allevato goblin?" Ovviamente, Hong respinse l'accusa. Il 18 aprile, all'inizio del processo presso il Tribunale Distrettuale di Taipei, i dizi di Tai Ji Men si riunirono per sostenere Hong, con striscioni che dicevano: "Nessun Goblin, solo amore”.

Infine, il 26 maggio dello stesso anno, il tribunale gli concesse la libertà su cauzione. Circondato da una marea di giornalisti in un corridoio del Tribunale Distrettuale di Taipei, Hong dichiarò: “Non so come si allevano i goblin. Non commetto alcuna truffa o evasione fiscale. Tutto quello che faccio è lecito. Finché i miei dizi desidereranno imparare, continuerò a insegnare".

Il 25 aprile 1997, Hou inviò una lettera al Ministero degli Interni chiedendo lo scioglimento del Tai Ji Men. Il 21 maggio 1997, Hou inviò lettere simili a otto contee e governi della città di Taiwan per "ordinare" lo scioglimento di Tai Ji Men. Il 18 giugno 1997, Hou inviò altre lettere al Dipartimento dei Lavori Pubblici della città di Taipei e al Governo della Contea di Taipei chiedendo la sospensione di acqua ed elettricità alle strutture del Tai Ji Men e l'esecuzione del suo "ordine di scioglimento". Gli ordini di chiusura e scioglimento contenuti nelle lettere di Hou furono revocati nel dicembre 1999.

In effetti, l'intero caso del procuratore Hou alla fine collassò. Il 25 settembre 2003, Hong e i suoi co-imputati furono prosciolti da tutte le accuse dal Tribunale Distrettuale di Taipei. Il 13 dicembre 2005 l'Alta Corte di Taipei confermò in appello il verdetto di primo grado favorevole al Tai Ji Men. Il 13 luglio 2007, la sezione penale della Corte Suprema di Taiwan pronunciò l'assoluzione definitiva degli imputati del Tai Ji Men, dichiarandoli innocenti da tutte le accuse. A Hong e ai suoi co-imputati fu concesso un risarcimento nazionale per ingiusta detenzione.

A partire dal 2000, il Control Yuan, il ramo del governo di Taiwan incaricato di gestire gli abusi commessi dai dipendenti del governo, avviò un'indagine sulle violazioni della legge da parte del procuratore Hou nel caso del Tai Ji Men. Già prima del verdetto finale del procedimento penale, il 4 marzo 2002, il Control Yuan ritenne Hou colpevole di otto gravi violazioni della legge nel corso del processo contro il Tai Ji Men. Il Ministero della Giustizia reagì ai ritrovamenti del Control Yuan affermando che Hou non sarebbe stato sanzionato immediatamente, poiché era più opportuno attendere la conclusione del procedimento penale. La sentenza definitiva del procedimento penale fu emessa il 13 luglio 2007. Il Ministero della Giustizia e l'Alto Ufficio della Procura di Taiwan affermarono che il termine di prescrizione per l'azione disciplinare contro Hou era scaduto il 18 giugno 2007 e che il pubblico ministero Hou non poteva più essere punito. Tuttavia, l'Ufficio dell'Alto Procuratore di Taiwan emise nuovamente un mandato di comparizione per Hong, sua moglie e diversi dizi il 30 ottobre 2007, il 17 dicembre 2007, il 22 febbraio 2008 e il 6 marzo 2008 per indagare sul comportamento del procuratore Hou. È evidente che l'affermazione secondo cui "l’azione disciplinare si era prescritta il 18 giugno 2007" era solo una scusa.

Le più alte corti e autorità di Taiwan avevano concluso che non esisteva alcuna "setta", alcuna truffa, alcuna violazione del Tax Collection Act … e nessun goblin. Chiesero che fossero presentate le scuse a Hong e al Tai Ji Men e che il procuratore Hou fosse punito per i suoi illeciti. Il caso sembrava essersi concluso e che il Tai Ji Men fosse ora libero di dedicare le sue energie alle attività spirituali e culturali. Purtroppo così non è stato.

3. Il caso fiscale continua, 2007–2020

Un effetto secondario delle azioni nocive del procuratore Hou è rimasto. Istigato da Hou, il National Tax Bureau (NTB) aveva accusato Hong di evasione fiscale.

Qual era la base di queste accuse? Come accade nella maggior parte dei movimenti spirituali, i discepoli (dizi) offrono denaro in dono a Hong, che riconoscono come il loro shifu, o maestro. Come accennato in precedenza, questi regali sono contenuti nelle cosiddette buste rosse. Il National Tax Bureau sostenne che il contenuto delle buste rosse non doveva essere considerato un regalo, ma una quota d’iscrizione per ricevere una formazione in una cosiddetta "scuola cram", in altre parole una scuola in cui gli studenti s’impegnano nello studio intensivo di una materia per un breve periodo. I regali non sono tassabili, mentre lo sono le tasse scolastiche delle scuole cram.

A Taiwan, ci sono decine di migliaia organizzazioni di arti marziali e religiose, e nessun altro maestro è tassato per aver accettato doni monetari o elemosine dai discepoli (un agente del fisco lo aveva anche dichiarato pubblicamente in tribunale). Il Ministero dell'Istruzione di Taiwan, che ha l'autorità di regolamentare direttamente le scuole cram, ha dichiarato tre volte, dal 1997 al 2000, che il Tai Ji Men non era una scuola cram.

Il caso fiscale fa parte delle azioni del procuratore Hou che, come abbiamo visto, erano state censurate dal Control Yuan poiché eccedenti i suoi poteri e meritevoli di un'appropriata sanzione. Una presunta violazione della legge sulla riscossione delle tasse era parte dell’atto d'accusa del 1997 di Hou contro Hong, sua moglie e tre dizi. L'unica prova che aveva offerto era una testimonianza di Shih Yue-sheng, un esattore che non aveva mai indagato personalmente sul Tai Ji Men, ma che aveva falsamente dichiarato che si trattava di una scuola cram. Aveva anche affermato falsamente che il saldo dei conti coinvolti era di 3,1 miliardi di NT $. Come emerse in seguito, erano in realtà solo 610.000 NT $.

Non solo Hou ha accusato Hong e sua moglie di evasione fiscale nel suo procedimento penale. Ha anche istigato il National Tax Bureau ad agire contro Hong e sua moglie, chiedendo la riscossione di tasse retroattive e di pesanti multe. Nell'ottobre 1997, il National Tax Bureau ha emesso accertamenti fiscali per gli anni dal 1991 al 1996, sulla base delle affermazioni di Hou e di quelle di Shi. È importante sottolineare che il National Tax Bureau non ha condotto alcuna indagine indipendente, ma si è basato solo sul procedimento penale pendente. Solo nel 2004 un rappresentante del National Tax Bureau di Taipei ammetterà durante un'udienza in tribunale che il Tai Ji Men non è una scuola cram, e solo nel 2012 ciò è stato riconosciuto nei documenti ufficiali dalla stessa agenzia.

Dal 1998, Hong ha chiesto un condono amministrativo al Comitato per le Petizioni e gli Appelli del Ministero delle Finanze contro quelli che riteneva essere accertamenti fiscali inappropriati e illegali. Nel 1999 e nel 2000, sia il Ministro delle Finanze di Taiwan, Yen Ching-chang, sia i viceministri delle finanze, Wang The-shan e Wang Jung-chou, dichiararono pubblicamente che poiché il procedimento fiscale del Tai Ji Men derivava da un procedimento penale, se Hong e i suoi coimputati saranno assolti in sede penale, anche le rivendicazioni fiscali saranno ritirate.

Nel frattempo, nel 2002, seguendo le istruzioni del Ministero delle Finanze, il National Tax Bureau condusse un sondaggio tra i dizi del Tai Ji Men per determinare se consideravano i loro contributi come doni o come tasse scolastiche. Tutti i 206 dizi scelti a caso risposero di considerare i loro contributi come doni. Tuttavia, il Tax Bureau di Taipei dichiarò che solo nove intervistati avevano chiaramente indicato che i loro contributi erano doni, mentre il Tax Bureau dell'Area Centrale dichiarò che solo cinque li avevano indicati come doni. La dichiarazione era falsa, ma il National Tax Bureau si rifiutò di rendere pubbliche le risposte del sondaggio. Sulla base della falsa dichiarazione del National Tax Bureau sul sondaggio, il 17 giugno 2003 il Comitato per le Petizioni e gli Appelli del Ministero delle Finanze respinse la richiesta di condono amministrativo presentata da Hong.

Il 29 agosto 2003, a Hong fu chiesto di fornire una garanzia contro l'imminente azione esecutiva. Poiché tutti i suoi beni erano ancora congelati a seguito delle azioni del procuratore Hou, Hong non fu in grado di fornire altre proprietà come garanzia. Il 15 ottobre 2003, il congelamento dei beni fu revocato dal Tribunale Distrettuale di Taipei. Le parti (Tai Ji Men e l'Ufficio delle Imposte) avevano acconsentito a utilizzare questi beni come garanzia e per legge l'Ufficio delle Imposte non poteva trasferire il caso all'agenzia di esecuzione per attuare l’esecuzione coatta. Tuttavia, in realtà, il National Tax Bureau di Taipei e l'Agenzia per l'Esecuzione Amministrativa avevano prelevato denaro dal conto bancario di Hong e venduto azioni senza che Hong e sua moglie ne avessero data l’autorizzazione o ne fossero a conoscenza. Solo due anni dopo, un'ordinanza del tribunale li obbligò a restituire questi beni a Hong e sua moglie.

Come accennato nel capitolo precedente, dal 2003 al 2007 tre successivi verdetti hanno assolto Hong e i suoi co-imputati da tutte le accuse penali. Il Ministero delle Finanze aveva promesso che una sentenza definitiva favorevole a Hong e al Tai Ji Men avrebbe posto fine al procedimento fiscale. Tuttavia, questo non è successo. Hong e i suoi co-imputati sono stati assolti con una sentenza definitiva e hanno persino ricevuto un risarcimento nazionale per detenzione illegale, ma nessuno si è scusato ufficialmente e apertamente con Hong in nome del governo e il National Tax Bureau ha continuato a sostenere che il denaro nelle buste rosse era una retta scolastica camuffata, mantenendo validi gli accertamenti fiscali. Si noti che la sentenza della Corte Suprema del 2007, che assolveva Hong e i suoi co-imputati da tutte le accuse penali, dichiarava esplicitamente che non erano colpevoli di evasione fiscale e che le buste rosse date a Hong erano doni e, come tali, esentasse.

Il 2 settembre 2009, il Control Yuan prese nuovamente in esame il caso del Tai Ji Men concludendo che il National Tax Bureau aveva commesso sette gravi violazioni della legge. Ma il National Tax Bureau ignorò completamente queste conclusioni e continuò a tassare Hong illegalmente.

Il 6 agosto 2009 la Corte Suprema Amministrativa di Taiwan si pronunciò a favore di Tai Ji Men. Il 17 giugno 2010, la manipolazione del sondaggio condotto nel 2002 fu denunciata in un'udienza pubblica dello Yuan Legislativo, cioè il Parlamento di Taiwan. Il 1° luglio 2011, l'Ufficio Presidenziale di Taiwan dichiarò che il National Tax Bureau doveva occuparsi del caso in base alla sentenza del tribunale. Il 9 dicembre 2011, Lin Join-sen, Segretario Generale dello Yuan Esecutivo, ovvero il governo di Taiwan, organizzò un incontro interministeriale sul caso del Tai Ji Men, dove fu concordato che si sarebbe dovuto fare un nuovo sondaggio e che il National Tax Bureau avrebbe dovuto agire in base i suoi risultati.

Il 16 dicembre 2011 il National Tax Bureau concordò con le risoluzioni della riunione interministeriale e avviò un sondaggio aperto su Internet e sui giornali. I risultati, resi pubblici il 19 febbraio 2012, rivelarono che erano state intervistate 7.401 persone e che tutte avevano risposto che consideravano il contenuto delle buste rosse come doni.

Il National Tax Bureau aveva promesso che avrebbe agito in linea con i risultati del sondaggio, ma reagì proponendo di considerare il 50% del denaro ricevuto nelle buste rosse come doni e il 50% come rette. Questo ovviamente non favoriva il Tai Ji Men e non era coerente con i risultati inequivocabili del sondaggio.

Il Tai Ji Men iniziò così un altro lungo percorso alla ricerca di possibili ricorsi amministrativi, con il sostegno di legislatori, altre autorità pubbliche e organizzazioni per i diritti umani in tutto il mondo. Il 3 settembre 2013, il Tai Ji Men iniziò col presentare un ricorso amministrativo al Comitato per le Petizioni e gli Appelli del Ministero delle Finanze. Fu velocemente respinto il 18 novembre. Il Tai Ji Men quindi portò il caso davanti all'Alta Corte Amministrativa di Taipei, che il 24 marzo 2015 stabilì che il National Tax Bureau non aveva dimostrato che i soldi nelle buste rosse derivassero da tasse scolastiche. Il 9 luglio 2015 il National Tax Bureau fece ricorso e la Suprema Corte Amministrativa rigettò il suo ricorso rinviando il caso al National Tax Bureau per una "appropriata risoluzione".

Il National Tax Bureau, tuttavia, mantenne validi gli accertamenti fiscali per gli anni dal 1991 al 1996, costringendo così Tai Ji Men a intraprendere un’altra serie di azioni.

Da questa lunga e dolorosa lotta, il Tai Ji Men è emerso di nuovo vittorioso. Nel 2018, la Suprema Corte Amministrativa ha stabilito che il Tai Ji Men è un menpai di qigong, di arti marziali e auto-sviluppo e che il contenuto delle buste rosse era un dono. I fondamenti in base ai quali il National Tax Bureau aveva emesso gli accertamenti fiscali furono nuovamente cancellati.

Sfortunatamente, questa non era la fine delle tribolazioni del Tai Ji Men. Dopo la sentenza emessa nel 2018 dalla Suprema Corte Amministrativa, il National Tax Bureau ha accettato di azzerare gli accertamenti fiscali per gli anni 1991, 1993, 1994, 1995 e 1996. Ma, sulla base dell'affermazione che per il 1992 la Suprema Corte Amministrativa nel 2016 aveva emesso una sentenza definitiva, ha mantenuto in vita gli accertamenti fiscali per il 1992, comprese le sanzioni.

Sia i dizi che l'opinione pubblica taiwanese capirono che si trattava di una vendetta politica, conseguenza delle azioni illecite del National Tax Bureau. Chiaramente, quello che è successo nel 1992 non era differente da quanto successo negli altri anni e la giustizia aveva ordinato di trattarlo allo stesso modo. L'argomento tecnico secondo cui, rispetto al 1992, la Suprema Corte Amministrativa aveva pronunciato una sentenza definitiva nel 2006, avrebbe dovuto essere superato. È un principio generale di diritto che le sentenze "definitive" palesemente sbagliate possono sempre essere oggetto di riesame, se si deve amministrare la giustizia.

Nessun appello da parte di politici, studiosi o organizzazioni per i diritti umani taiwanesi o internazionali ha fermato questa vendetta. Nemmeno i tribunali furono ascoltati. Il 5 maggio e il 23 luglio 2020, l'Alta Corte Amministrativa di Taipei ha scritto due volte al National Tax Bureau per l'Area Centrale, chiedendo loro di considerare il 1992 come gli altri anni trattati. Tutto ciò è stato inutile. Nell'agosto 2020, nonostante le massicce proteste pacifiche di piazza a Taiwan e gli appelli delle ONG internazionali a luglio e agosto, le proprietà appartenenti a Hong sono state sequestrate e messe all'asta, quindi confiscate dopo che l'asta era andata deserta.

Il 19 settembre, mentre le proteste continuavano, una volontaria per la riforma fiscale, la signora Huang, è stata arrestata e accusata di diffamazione per aver mostrato un cartello con il quale accusava di corruzione i burocrati responsabili del caso fiscale. L'episodio è stato condannato da diversi eminenti studiosi taiwanesi del diritto e da leader religiosi in un forum tenutosi durante la Giornata Internazionale della Pace delle Nazioni Unite presso l'Ospedale Universitario Nazionale di Taiwan sul tema "Fermare la violenza di stato, plasmare la pace per l'ambiente giuridico e fiscale di Taiwan".

Può sembrare che questa battaglia abbia solo a che fare con il denaro, ma non lo è per il Tai Ji Men. Solamente in costi legali, in ventiquattro anni di lotte, ha speso più di quanto avrebbe pagato se si fosse accordato con il National Tax Bureau. Non ha transato per motivi di coscienza e di giustizia. Sottoscrivendo una transazione, avrebbe ammesso di essersi reso colpevole di evasione fiscale, qualcosa che è sia contro i suoi principi che alla verità dei fatti.

D'altra parte, possiamo sospettare che si trattasse davvero di una questione di denaro per alcuni burocrati. In caso di presunta evasione fiscale, viene loro concesso un bonus sugli accertamenti fiscali. E qualcuno l’ha ottenuto sugli accertamenti fiscali emessi per l’anno 1992 nei confronti del Tai Ji Men.

Non sorprende che studiosi e attivisti per i diritti umani di tutto il mondo abbiano alzato la voce a sostegno del Tai Ji Men. Il loro non è un caso poco importante fondato su tecnicismi. Ha ampie implicazioni, sia per Taiwan che per il mondo. Significativamente, già nel 2005, il Control Yuan aveva elencato il caso del Tai Ji Men come uno dei più importanti casi di violazione dei diritti umani.

4. Perché il caso fiscale di Tai Ji Men è importante

Taiwan sta attraversando un momento difficile della sua storia. Ha bisogno di amici a livello internazionale e beneficia anche della sua meritata immagine pubblica di paese in cui, a differenza della Cina continentale, i diritti umani e la libertà di credo sono rispettati.

Il caso del Tai Ji Men è una reliquia di un'epoca passata, quando la libertà religiosa non era ancora pienamente rispettata a Taiwan. La meschina vendetta fiscale contro il Tai Ji Men, tuttavia, solleva dubbi sul fatto che i problemi del passato siano stati completamente risolti ed è dannosa per l'immagine internazionale di Taiwan.

Il fatto che le proprietà di Tai Ji Men siano state sequestrate e messe all'asta alla vigilia dell'istituzione della Commissione Nazionale per i Diritti Umani di Taiwan il 1° agosto 2020, è stata una sfortunata coincidenza che ha contribuito a dare l'impressione che la retorica ufficiale sia in contrasto con il comportamento di qualche burocrate mascalzone.

Nell'ottobre 2020 la pubblicazione di un "rapporto ombra" sui diritti umani a Taiwan, ha evidenziato come le azioni delle autorità fiscali nel caso del Tai Ji Men abbiano violato diverse disposizioni della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e del Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici. Taiwan non è un membro delle Nazioni Unite, il che rende difficile, se non impossibile, sottoporre i casi sui diritti umani al Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite (Jacobsen 2020).

Tuttavia, è sempre utile ricordare che uno dei principali estensori della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, Chang Peng Chun (1892-1957), rappresentava la Repubblica di Cina, cioè Taiwan. Mentre Taiwan lotta per ottenere il riconoscimento internazionale che merita, dovrebbe sentire l'obbligo morale di rispettare il sistema internazionale dei diritti umani che ha contribuito a costruire.

Il caso del Tai Ji Men ha anche implicazioni internazionali. È una tentazione perpetua per i politici e altri al potere perseguitare le minoranze religiose e spirituali che per qualsiasi motivo non gradiscono, abusando del sistema fiscale.

La Corte Europea dei Diritti Umani è solo una delle numerose autorità che hanno più volte stabilito che gli accertamenti fiscali non possono essere utilizzati per discriminare i movimenti religiosi e spirituali che un governo non approva.

Nel 2011, pronunciandosi a favore dei Testimoni di Geova in un caso intentato contro la Francia, la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo ha dichiarato che le tasse non possono essere utilizzate come strumento per perseguitare gruppi che un governo ha etichettato come "sette". La Corte ha proseguito spiegando che considerare e tassare come pagamenti le offerte in denaro che i devoti hanno fatto ai loro leader o organizzazioni spirituali, che sono ovviamente doni, è un tipico modo che alcuni governi usano per discriminare i movimenti che non amano. Ma questo è illegale ai sensi del diritto internazionale sui diritti umani (Corte Europea dei Diritti dell'Uomo 2011). Verdetti in casi paralleli sono stati emessi a favore della religione Aumista del Mandarom e della Chiesa Evangelica della Pentecoste a Besançon, etichettate anch’esse come "sette" e discriminate in Francia utilizzando le tasse come strumento (Corte Europea dei Diritti Umani 2013a, 2013b).

Il caso va anche oltre la religione. Viviamo in un'epoca di crisi globali, in cui i governi hanno bisogno di riscuotere soldi dalle tasse. Sebbene ciò sia comprensibile, è importante garantire i diritti dei contribuenti di ottenere la riparazione di sentenze ingiuste o illegali da parte dei burocrati fiscali, e un giusto processo quando necessario.

L'intera credibilità del sistema fiscale si basa sulla fiducia dei contribuenti che le procedure siano eque. Il Tai Ji Men non combatte solo per se stesso. Solleva questioni cruciali di giustizia, libertà di credo e diritti umani. L'ingiustizia perpetrata nei suoi confronti è un'ingiustizia contro tutti noi. Questo è il motivo per cui dovremmo essere tutti preoccupati per il caso Tai Ji Men.

Riferimenti

Association of World Citizens, Federation of World Peace and Love, and Tai Ji Men Qigong Academy. 2017. Call for Global Action: A Sustainable Future. Taipei: Tai Ji Men Qigong Academy.

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European Court of Human Rights. 2013a. Association des Chevaliers du Lotus d’Or c. France. January 31. http://hudoc.echr.coe.int/eng?i=001-116118.

European Court of Human Rights. 2013b. Église Evangélique Missionnaire et Salaûn c. France. January 31. http://hudoc.echr.coe.int/eng?i=001-116116.

“How Top Taiwanese Officials Publicly View Tai Ji Men.” 2020. Video. https://youtu.be/v_R5q0ieygE.

Jacobsen, Kenneth A. 2020. “Abrogating the Rule of Law: The Tai Ji Men Tax Case in Taiwan.” The Journal of CESNUR 4(5):101–120.

Tai Ji Men Qigong Academy. 2000. One World. Taipei and Temple City, CA: Tai Ji Men Qigong Academy.

Tan, Min-Yuan, Ding, Ping-Fan, and Huang, Ching Bai. 2016. Revelation. Twenty Years of Oppression and Injustice: A History of Human Rights Struggles. Taipei: Grand Justice Publishing.

Wu, Junqing. 2016. “Words and Concepts in Chinese Religious Denunciation: A Study of the Genealogy of Xiejiao.” The Chinese Historical Review 23(1):1–22.

Wu, Junqing. 2017. Mandarins and Heretics: The Constructions of “Heresy” in Chinese State Discourse. Leiden: Brill.

 

 Justice Denied: The Tai Ji Men Case in Taiwan - A White Paper