Video e testo dell'intervento dell'avvocato Patricia Duval, membro del Comitato Scientifico di FOB, al Convegno Internazionale, Diritto e libertà di credo in Europa, un cammino difficile, tenuto a Firenze il 18-19 gennaio 2018.
Movimenti anti-sette e neutralità dello Stato: la FECRIS e le sue associazioni membro in Francia
La Federazione Europea dei Centri di Ricerca e di Informazione sul Settarismo (FECRIS) ha tre associazioni membro in Francia, tutte e tre finanziate per oltre il 90% del loro bilancio con fondi pubblici. La stessa FECRIS è stata finanziata quasi interamente dallo Stato francese, con un rapporto di oltre il 92% di finanziamento pubblico rispetto ai fondi ricevuti dai suoi membri privati, dal 2001.
Come sono state create queste associazioni e cosa stanno facendo
Negli anni 1980, in Francia hanno iniziato ad apparire associazioni private anti-sette, create da genitori che non erano d’accordo con la scelta dei propri figli maggiorenni di aderire a gruppi con credenze minoritarie. Tale era il caso dell’UNADFI (Unione Nazionale delle Associazioni per la Difesa della Famiglia e dell’Individuo) e del CCMM (Centro Contro le Manipolazioni Mentali).
La prima Associazione per la Difesa della Famiglia e dell’Individuo (“ADFI”) fu creata in Francia nel 1974 da un medico (Champollion) il cui figlio diciottenne si era unito alla “Chiesa dell’Unificazione”.
Il dott. Champollion e sua moglie studiarono i libri di base del gruppo e si trovarono in disaccordo con le credenze ivi esposte che contraddicevano le loro idee, poiché ritenevano che le pubblicazioni del gruppo contenessero affermazioni infondate sulla storia dell’umanità (fin dalla Creazione) e sull’esegesi biblica.
Il signore e la signora Champollion incontrarono altri genitori i cui figli si erano uniti alla Chiesa dell’Unificazione. Cominciarono ad avere lunghe discussioni con loro, Bibbia alla mano, per cercare di farli parlare della nuova fede che essi avevano abbracciato.
Poiché quei seguaci erano maggiorenni, non c’era alcuna possibilità di azioni legali, quindi costituirono la prima Associazione per la Difesa della Famiglia e dell’Individuo (ADFI), allo scopo di far pressione sulle autorità e farle schierare contro questo particolare gruppo.
Il primo statuto dell’ADFI del 1974 si poneva come obiettivo:
Questa associazione mira a mantenere e difendere tutti i valori della famiglia, in particolare l’unità e la coesione familiare e (aggiunto successivamente a mano) il rispetto dell’individuo.
La difesa dei valori familiari è il punto focale nella lotta dell’ADFI e la sua ragion d’essere: si assume che l’unità e la coesione familiari siano minate quando i membri della famiglia sono attratti da nuovi movimenti religiosi che li allontanano dalle convinzioni e dai valori condivisi in famiglia. In seguito è stato incluso nello statuto dell’ADFI il rispetto dell’individuo, poi sostituito con “integrità dell’individuo” nel 1975.
L’idea che l’integrità del figlio del dott. Champollion fosse stata violata dalla sua conversione e dal proselitismo del gruppo di Moon ha posto le basi per le teorie dell’ADFI e ha plasmato la sua lotta fino ad oggi. L’intero concetto di “vittima” associato ai seguaci di minoranze o credo religiosi, che è il leitmotiv dell’ADFI, si basa sull’idea che siano stati manipolati o soggiogati.In breve tempo l’ADFI ha incluso altre “sette” come Krishna, Guru Maharadji, ecc. La conversione a tali credenze è stata considerata dall’ADFI una violazione dell’integrità umana e perfino della dignità.
CCMM
Il CCMM, Centro Contro le Manipolazioni Mentali, fu creato nel 1981 da Roger Ikor, il cui figlio ventenne aderì allo stile di vita Zen Macrobiotico e in seguito si suicidò. Roger Ikor accusò il movimento Zen Macrobiotico per il suo suicidio e ciò diede origine alla sua successiva lotta contro le “sette” e al suo violento approccio a tale fenomeno. Egli dichiarò:
Dobbiamo colpire, distruggere queste sette che proliferano nella nostra decadenza. Quando abbastanza persone andranno a saccheggiare i locali delle sette, probabilmente loro [le autorità pubbliche] faranno qualcosa.
Creeremo il caos nei covi mortali delle sette. Gettate nello scompiglio ristoranti macrobiotici, centri di Krishna e simili. Poi forse le autorità pubbliche presteranno più attenzione.
Roger Ikor dichiarò apertamente di essere un libero pensatore (“libre-penseur”) o ateo. Aveva un approccio molto cinico verso le credenze religiose, fossero esse “sette” o religioni riconosciute. Nel 1980 ha dichiarato a Les Cahiers Rationalistes (rivista razionalista):
In verità ciò che colpisce, più delle differenze teoriche tra le sette, sono le loro caratteristiche comuni. Nove volte su dieci c’è un Padre Fondatore, un tizio che si fa avanti e afferma con convinzione: “Io sono il Figlio di Dio; io ho ricevuto la rivelazione.” In breve, Dio gli ha parlato da dietro una colonna, in una grotta o vicino alle sue pecore. Nelle possibili variazioni, invece di essere il Figlio di Dio, è il suo messia o perlomeno il suo profeta. […] Detto fra noi, su tutti questi punti si potrebbero trovare dei precedenti famosi, come Maometto, Cristo, Mosè…”
“No, fra sette e religioni non c’è una differenza nella natura o, piuttosto, nel principio; c’è solo una differenza nel livello e nelle dimensioni.” … “ Se dipendesse da noi, metteremmo fine a tutte quelle sciocchezze, sia a quelle delle sette, sia a quelle delle grandi religioni.”
Affermando che la libertà va di pari passo con una mente critica, il CCMM descrive il proprio ruolo come quello di informare, educare e allertare il pubblico sulle minoranze di religione o credo.
Il suo obiettivo è “opporsi a qualsiasi azione, collettiva o individuale, finalizzata con qualunque mezzo a penetrare, assoggettare o schiavizzare le menti delle persone”, che è la loro descrizione di ciò che fanno le “sette”.
A tal fine si sentono autorizzati a valutare le dottrine delle minoranze di religione o credo, per determinare se la natura di tali credenze identifica il gruppo in esame come una setta.
Ultimamente il CCMM ha sviluppato un nuovo settore di attività: le “psico-devianze” nelle religioni cristiane.
Il CCMM ha pubblicato il seguente invito a fornire testimonianze sul suo sito web:
Gruppo di Azione del CCMM di vittime psico-spirituali:
La necessità di essere presenti e visibili sul terreno del rispetto dei diritti umani e dei bambini, delle libertà individuali e del secolarismo si impone oggi con forza alle vittime delle deviazioni psico-spirituali.
Riunire le vittime dirette e indirette delle deviazioni particolarmente osservate nelle religioni cristiane, è divenuta una necessità per il CCMM.
Questo gruppo d’azione fa propria la missione di raccogliere testimonianze allo scopo specifico di essere una forza propositiva verso le autorità ecclesiastiche e politiche, per fornire loro argomenti indiscutibili e dar loro i mezzi per agire e assumersi le rispettive responsabilità.
A tal fine, il CCMM ha istituito un gruppo di sostegno privato: (numero di telefono e indirizzo e-mail).
Questa richiesta di testimonianze è rivelatrice. Innanzitutto perché mostra che il CCMM non possiede testimonianze su tali “devianze” e deve ricercarle, e in secondo luogo perché rivela la missione di cui il CCMM si ritiene investito nei confronti delle religioni e delle credenze, pur essendo finanziato con fondi pubblici.
L’appello alle “vittime dirette” è indirizzato agli apostati di tali movimenti, mentre con “vittime indirette” si intendono i parenti o gli amici che sono scontenti dell’adesione dei loro congiunti a un gruppo religioso minoritario, in questo caso specifico a un gruppo cristiano “deviante”.
GEMPPI
La terza associazione membro della FECRIS in Francia, il Gruppo di Studio sui Movimenti di Pensiero per la Prevenzione dell’Individuo (“GEMPPI”), è stata fondata nel 1988 ed ha un membro permanente che ne svolge l’attività, il suo Presidente, che è anche il Tesoriere della FECRIS.
Il GEMPPI è impegnato nell’analisi critica delle credenze delle minoranze di religione o credo.
Nell’ambito del suo “studio sui movimenti di pensiero”, nel 1995 il GEMPPI ha redatto l’elenco di 173 sette che è stato incluso in un rapporto parlamentare sulle sette. Questo elenco è stato fortemente criticato (includeva gruppi umanisti, buddisti, evangelici e anche cattolici) e i tribunali francesi hanno stabilito che non aveva alcun valore legale. In un decreto del 27 maggio 2005, il primo ministro Raffarin ha dato istruzioni ai ministeri e ai servizi statali di smettere di stigmatizzare alcuni movimenti come “sette” e di non usare più qualunque genere di elenco di “sette”.
Tuttavia, il GEMPPI continua a etichettare le fedi minoritarie come “sette” e afferma apertamente di valutare le credenze. Il suo scopo dichiarato è “lo studio di nuove credenze, l’aiuto, l’informazione e la prevenzione contro le sette”.
È dedicato alla difesa dei “consumatori” di credenze. Descrive il proprio obiettivo nel modo seguente:
Il GEMPPI può quindi essere considerato un difensore dei Diritti Umani e dei consumatori, specializzato in fedi religiose e terapie spiritualistiche.
E sostiene di perseguire tale obiettivo tramite le seguenti attività:
Innanzitutto, la nostra azione permette di bilanciare le informazioni su nuovi movimenti religiosi, fedi magiche, terapie spiritualistiche ed estremismo religioso, che in alcuni casi possono rappresentare un pericolo. Tutti questi movimenti hanno una forte tendenza a fare proselitismo e a realizzare affari, quindi usano la pubblicità. Pertanto noi agiamo come associazione di difesa dei consumatori, forniamo informazioni antitetiche per offrire la possibilità di un dibattito democratico e per consentire alle persone di fare una scelta libera e ponderata, in modo che non siano attratte in maniera disonesta o pericolosa, contro il proprio interesse, da suggestioni mentali.
Il GEMPPI sostiene quindi che il proprio ruolo sia di fornire informazioni critiche sui nuovi movimenti religiosi in modo che il “consumatore” non sia “ingannato”. La domanda è: come si possono utilizzare i fondi pubblici a tale scopo? Non è compito dello Stato, attraverso organizzazioni finanziate dallo Stato, consigliare le persone su ciò che dovrebbero credere o non credere.
La creazione della FECRIS
Dietro le pressioni lobbystiche da parte di queste associazioni anti-sette private, la Francia ha cominciato a finanziarle per combattere gli abusi presumibilmente commessi dalle cosiddette sette. In seguito alle loro pressioni, le autorità francesi hanno anche iniziato a finanziare l’iniziativa francese di una federazione europea volta a riunire gruppi simili in vari paesi dell’UE.
La FECRIS è stata creata a Parigi nel 1994 su iniziativa dell’Unione Nazionale delle Associazioni di Difesa delle Famiglie e degli Individui (“UNADFI”).
L’UNADFI ha costituito la FECRIS in base al diritto francese il 30 giugno 1994. Lo scopo ufficiale della FECRIS era di federare associazioni anti-sette in tutta Europa e rappresentarle presso le istituzioni europee per la difesa delle famiglie e degli individui contro le “organizzazioni settarie dannose”.
Anche se questo scopo suona lodevole, un’analisi più approfondita evidenzia che gli affiliati anti-sette della FECRIS in Francia:
- Caratterizzano come “setta” qualsiasi movimento religioso o spirituale minoritario con credenze che la FECRIS ritiene devianti da “ciò che solitamente si ritiene sia una religione”;
- Considerano la conversione a queste fedi come un’influenza indebita o una “cattura delle anime” e una violazione della dignità umana;
- Raccolgono testimonianze di famiglie o parenti di seguaci in disaccordo con la loro scelta di vita, per accusare tali gruppi di disgregazione familiare;
- Compilano archivi basati su dicerie, insinuazioni e sospetti, che vengono usati per stigmatizzare questi gruppi; e
- Continuano a essere finanziati dalle istituzioni pubbliche francesi per condurre una crociata ideologica.
Queste questioni sollevano serie preoccupazioni per quanto riguarda la libertà di coscienza e il dovere di neutralità dello Stato in materia di religione o credo, sia in virtù della Costituzione francese che del principio della laicità (separazione tra Chiesa e Stato e rispetto di tutte le fedi) e della Convenzione Europea per i Diritti dell’Uomo.
Nella Riunione sull’Implementazione della Dimensione Umana dell’OSCE, tenutasi a Varsavia dal 28 settembre al 9 ottobre 2009, la FECRIS ha fornito la seguente definizione di “culti” o “sette”:
La maggior parte dei culti si pone come religioni o organizzazioni “di fede” e sostiene di offrire ai propri aderenti una qualche forma di auto-miglioramento personale o spirituale. Mentre esistono molti casi limite ed è impossibile arrivare a definizioni assolute di quali organizzazioni si comportino come culti (sette), quelli che la FECRIS considera culti condividono le seguenti caratteristiche: reclutare i propri membri usando l’inganno, trattenerli per mezzo di varie forme di manipolazione e bullismo mentale e sfruttarli a beneficio finanziario o di altro tipo a favore della leadership del culto.
Le domande che sorgono sono: quando il proselitismo o la conversione a una fede dovrebbero essere considerati un “inganno”? Quando l’adesione continuata a una fede dovrebbe essere considerata una “manipolazione”? Quando le donazioni o il volontariato per il gruppo dovrebbero essere considerati “sfruttamento”?
Il concetto di inganno riguarda il diritto dei consumatori. Applicarlo, come fa la FECRIS, al concetto di “auto-miglioramento personale o spirituale”, equivale a imporre un obbligo sui risultati alle religioni o alle fedi. Tuttavia, le religioni o le fedi non sono vincolate ad alcun obbligo sui risultati. Anche se la FECRIS contesta la natura religiosa di tali minoranze, nessun movimento spirituale o filosofico, nessuna associazione per il miglioramento di sé – di fatto, neanche psicologi, medici e insegnanti – è soggetto ad alcun obbligo sui risultati, in base alla legge francese.
In realtà, il concetto di “inganno” potrebbe essere applicato a qualsiasi fede da parte dei non credenti. Questo concetto potrebbe essere applicato ai miracoli che si crede siano avvenuti nella religione cattolica, per esempio, o da parte degli apostati che hanno ripudiato la propria fede, allo stesso modo dei concetti di “manipolazione” e di “sfruttamento”.
Applicare questi concetti significherebbe formulare dei giudizi sulla validità delle convinzioni che sono inammissibili da parte di un’organizzazione finanziata dallo Stato, ai sensi della Costituzione francese che garantisce che la Repubblica rispetti tutte le credenze allo stesso modo. Tale valutazione delle convinzioni personali è inoltre inammissibile ai sensi della Convenzione Europea per la Salvaguardia dei Diritti dell’Uomo e delle Libertà Fondamentali (“la Convenzione” o “CEDU”) e di altri strumenti internazionali in materia di diritti umani, firmati e ratificati dalla Francia.
In una decisione storica del 10 giugno 2010, Testimoni di Geova di Mosca contro la Russia, la Corte Europea dei Diritti Umani ha ricordato la sua costante giurisprudenza in materia:
119. La Corte ricorda inoltre che il dovere di neutralità e imparzialità dello Stato gli vieta di valutare la legittimità delle convinzioni religiose o il modo in cui queste si esprimono o si manifestano (vedi …). Di conseguenza, lo Stato ha un ristretto margine di discrezionalità e deve avanzare seri e convincenti motivi per interferire con le scelte che le persone possono fare nell’attuare uno standard religioso di comportamento nell’ambito della loro autonomia personale.
Se lo Stato finanzia quasi interamente organizzazioni come la FECRIS e i suoi membri e dichiara una di esse di pubblica utilità (l’UNADFI), ne consegue che tali organizzazioni siano vincolate dallo stesso dovere di neutralità dello Stato francese. Altrimenti lo Stato elude il proprio obbligo finanziando organizzazioni private per portare avanti la sua lotta ideologica.
La domanda è allora: esistono ragioni serie e convincenti perché lo Stato francese interferisca con le scelte che i cittadini possono fare in materia di religione o credo?
Nella decisione di cui sopra, la Corte di Giustizia europea ha spiegato ulteriormente:
Un’ingerenza può essere giustificata alla luce dell’articolo 9, paragrafo 2, se le loro scelte sono incompatibili con i principi fondamentali della Convenzione, quali, ad esempio, il matrimonio poligamo o il matrimonio minorile (…) o una flagrante violazione della parità di genere (…), o se sono imposte ai credenti con la forza o la coercizione, contro la loro volontà.
E in questo caso la Corte ha rilevato che, a prescindere dal fatto che non esiste una definizione scientifica generalmente accettata di ciò che costituisce “controllo mentale”, i membri dei “Testimoni di Geova di Mosca” avevano testimoniato durante il processo di aver seguito le dottrine e le pratiche dei Testimoni di Geova di propria spontanea volontà. Di conseguenza, la Convenzione non poteva ammettere alcuna interferenza dello Stato russo sulla loro scelta di vita.
Contrariamente a questa giurisprudenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, la FECRIS e le sue associazioni membro ritengono che alcune credenze e dottrine siano degradanti per l’individuo in sé e che l’adesione a esse possa derivare solo da una “manipolazione mentale”. Seguendo il loro ragionamento, i seguaci consenzienti dovrebbero aver perso il proprio libero arbitrio.
Andando anche oltre, il Presidente della FECRIS ha affermato all’OSCE nel settembre del 2009 che i “culti” o le “sette” non sono “religioni” o addirittura “organizzazioni di credenze”.
Nel Manuale sul Diritto Europeo contro la Discriminazione, pubblicato dall’Agenzia dell’Unione Europea per i Diritti Fondamentali in collaborazione con la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (ECHR), è contenuta una sintesi della giurisprudenza della Corte in materia:
In una serie di casi riguardanti il diritto sostanziale alla libertà di religione e di credo sottoposti alla CEDU, la Corte ha chiarito che lo Stato non può tentare di prescrivere ciò che costituisce una religione o un credo e che tali nozioni proteggono “gli atei, gli agnostici, gli scettici e i non interessati”, proteggendo così chi sceglie di “avere o non avere credenze religiose e di praticare o non praticare una religione”. Questi casi mostrano anche che la religione o il credo sono essenzialmente personali e soggettivi, e non devono necessariamente riferirsi a una fede organizzata intorno alle istituzioni
Il manuale continua:
La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha sviluppato il concetto di “credo” nel contesto del diritto all’istruzione ai sensi dell’articolo 2 del protocollo 1 della CEDU, che stabilisce che lo Stato deve rispettare il diritto dei genitori di garantire che l’istruzione del figlio sia “conforme alle proprie convinzioni religiose e filosofiche”. La CEDU ha dichiarato:
‘Nel suo significato ordinario, il termine “convinzioni” di per sé non è sinonimo dei termini “opinioni” e “idee”, come quelli utilizzati nell’articolo 10 (…) della Convenzione, che garantisce la libertà di espressione, è più simile al termine “credenze” che compare nell’articolo 9 (…) che (…) denota opinioni che raggiungono un certo livello di cogenza, serietà, coesione e importanza.’
Pertanto, finché le minoranze religiose o di credo condividono opinioni con una certa coerenza, persistenza e coesione, nessuno Stato, nessuna istituzione pubblica e nessuna organizzazione sovvenzionata dal governo come la FECRIS può decidere che queste opinioni non siano vere e proprie credenze.
Un altro problema della FECRIS è che si tratta di un crogiolo di associazioni in tutta Europa con interessi costituiti diversi, se non addirittura contraddittori, che vedono l’opportunità di allearsi nella lotta contro le minoranze religiose.
In particolare, le associazioni aderenti alla FECRIS sostengono le chiese dominanti in diversi paesi e le aiutano a lottare contro le minoranze religiose che considerano concorrenti. Questo accade per esempio in Germania, Austria, Serbia e Russia.
Questo aspetto è stato sviluppato nel libro intitolato “Movimenti anti-sette e neutralità dello Stato - un caso di studio: la FECRIS” o nella versione francese “Les mouvements antisectes et la laïcité, le cas de la FECRIS” pubblicato da Università Europee. Entrambe le versioni possono essere ottenute dalla Human Rights Without Frontiers di Bruxelles.
In questo libro, studiosi e avvocati di cinque paesi europei hanno studiato il fenomeno e documentato come la collusione e il sostegno alle Chiese tradizionali per eliminare le minoranze religiose con finanziamenti pubblici sia una violazione del dovere di neutralità degli Stati europei in materia religiosa ai sensi del diritto internazionale sui diritti umani. Ma è anche una violazione del sacrosanto principio di laicité dello Stato francese, sancito dalla sua Costituzione.
Dott. Patricia Duval