Sostegno ai richiedenti asilo della Chiesa di Dio Onnipotente

Sezione:
Chiesa di Dio Onnipotente

Lettera della European Freedom of Religion or Belief Roundtable a sostegno dei richiedenti asilo della Chiesa di Dio Onnipotente

A tutti i deputati del Parlamento Europeo

A tutti gli ambasciatori degli Stati della UE presso l’UE

Bruxelles, 23 luglio 2019

Copie a:

Jan Figel, inviato speciale della UE per la libertà religiosa
Ahmed Shaheed, relatore speciale delle Nazioni Unite (ONU) sulla libertà religiosa

Oggetto: richiedenti asilo della Chiesa di Dio Onnipotente (CDO)

Onorevoli deputati del Parlamento Europeo, Egregi ambasciatori,

Scriviamo come gruppo informale di organizzazioni e di studiosi, leader religiosi e laici, sostenitori dei diritti umani e professionisti.

Una delle nostre preoccupazioni è la situazione dei rifugiati che fuggono dalla persecuzione religiosa. Sfortunatamente le legittime preoccupazioni sull’immigrazione si traducono spesso in una generale ostilità sociale nei confronti dei rifugiati, la cui situazione è ovviamente diversa dalla situazione dei migranti economici. I richiedenti asilo per motivi religiosi sono donne e uomini che rischierebbero la loro libertà e vita se ritornassero nel proprio Paese di origine.

Questa lettera si riferisce a un caso specifico, quello dei richiedenti asilo provenienti dalla Cina che appartengono alla Chiesa di Dio Onnipotente (CDO), un nuovo movimento religioso cristiano in Cina appunto brutalmente perseguitato. Il rapporto pubblicato il 21 giugno dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti d’America sulla libertà religiosa nel mondo per l’anno 2018 riportava affermazioni secondo cui nel solo 2018 le «autorità cinesi hanno arrestato 11.111 dei suoi fedeli» e «hanno sottoposto 525 persone alla “tortura o all’indottrinamento forzato”». Il rapporto menziona anche i casi di tre fedeli della CDO che sono stati torturati a morte mentre si trovavano in detenzione. Secondo le statistiche aggiornate della CDO, a oggi almeno 105 fedeli della Chiesa sono stati «perseguitati a morte».

L’USCIRF (U.S. Commission on International Religious Freedom) ha analogamente notato nel propriño Rapporto annuale del 2019 che «nel 2018, il governo cinese ha perseguitato e arrestato migliaia di seguaci della Chiesa di Dio Onnipotente. Nel corso dell’anno molti di quelli detenuti […] hanno subito torture e altri abusi, che in alcuni casi hanno provocato morti o inspiegabili sparizioni durante la custodia».

L’Ufficio dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, che sintetizza le affermazioni delle ONG sulla Revisione Periodica Universale 2019 della Cina, ha affermato che «tra il 2014 e il 2018, il monitoraggio, l’arresto e la persecuzione messi in atto dal Partito Comunista Cinese hanno causato la fuga dalle proprie case di almeno 500mila cristiani appartenenti alla Chiesa di Dio Onnipotente (CDO) e diverse centinaia di migliaia di famiglie sono state distrutte».

I firmatari di questa lettera non prendono alcuna posizione di natura teologica, ma difendono i diritti umani dei credenti di tutte le fedi o di nessuna fede. Notiamo, d’altra parte, che una solida letteratura accademica ha chiarito che la Chiesa di Dio Onnipotente è stata accusata dalla propaganda cinese di crimini che non ha mai commesso e che le stesse Nazioni Unite interpretano l’articolo 18 della Dichiarazione universale dei diritti umani, sulla libertà di pensiero, di coscienza o di religione, affermando che «l’Articolo 18 non si applica soltanto alle religioni tradizionali. […] [Le Nazioni Unite] considerano con preoccupazione qualsiasi tendenza volta a discriminare qualsiasi religione o convinzione per qualsiasi motivo, incluso il fatto che siano state appena istituite (Commento generale n. 22).

A tutto giugno 2.322 fedeli della Chiesa di Dio Onnipotente hanno chiesto asilo nei Paesi dell’Unione Europea (e altri 33 in Svizzera). Sebbene alcune recenti decisioni giudiziarie siano incoraggianti, finora l’asilo è stato concesso solo a 265 di loro, ovvero l’11,4%, paragonato al 100% di decisioni favorevoli della Nuova Zelanda e al 73% del Canada, altri due Paesi a cui i fedeli della Chiesa di Dio Onnipotente chiedono spesso asilo. Nell’Unione Europea 307 rifugiati hanno ricevuto ordini rimpatrio e rischiano ogni giorno di essere rimandati in Cina, 227 di loro si trovano in Francia. Alcuni sono stati effettivamente espulsi. Studiosi e ONG hanno documentato che quando coloro che vengono espulsi giungono in Cina normalmente vengono arrestati o «scompaiono». Questo è il caso di una donna di nome Zhao Xueliang, espulsa dalla Germania il 31 agosto 2018, che ha suscitato proteste da parte della Croce Rossa, della Chiesa Evangelica tedesca (EKD) e diverse ONG.

Sebbene questi Paesi non facciano parte dell’Unione Europea, la situazione dei rifugiati della Chiesa di Dio Onnipotente è drammatica nella Corea del Sud e in Giappone. In tali Paesi i richiedenti asilo sono rispettivamente 1.038 e 276. Nessuno di loro è stato accolto e centinaia sono a rischio di espulsione da Paesi dove in genere il tasso di concessione dell’asilo è tra i più bassi al mondo.

L’asilo non viene concesso da commissioni e tribunali in Europa e altrove per quattro ragioni principali, nessuna delle quali persuasiva. In alcuni casi, nonostante il numero rilevante e crescente di documenti internazionali che la denunciano, le autorità non sono ben informate sulla situazione generale della persecuzione religiosa in Cina. In altri le autorità non hanno familiarità con la Chiesa di Dio Onnipotente e la sua persecuzione in Cina, o si basano su false informazioni fornite dalle ambasciate cinesi o da informazioni obsolete sul Paese di origine (COI). Alcune autorità richiedono prove del fatto che il richiedente asilo sia stato perseguitato personalmente, mentre le convenzioni internazionali affermano chiaramente che una ragionevole «paura della persecuzione» è sufficiente. Altri considerano il fatto che il rifugiato abbia ottenuto un passaporto valido una prova del fatto che non è stato perseguitato, ignorando la letteratura sulle possibili scappatoie fornite dal sistema cinese e sulla diffusa corruzione in un Paese in cui i fuggitivi possono ottenere un passaporto e la compiacenza di funzionari di frontiera all’aeroporto purché abbiano denaro e conoscenze.

Per i rifugiati della Chiesa di Dio Onnipotente essere rimandati in Cina non significa solo che non saranno liberi di professare la propria fede. Rischieranno seriamente l’arresto, la «tortura e altri abusi» e la «morte», per citare nuovamente il Rapporto annuale 2019 dell’USCIRF.

Esortiamo rispettosamente i membri del Parlamento Europeo e gli ambasciatori ad ascoltare la voce dei senza voce e a chiedere ai propri Paesi di accettare i rifugiati della Chiesa di Dio Onnipotente, assicurandosi che il principio di non respingimento sia rispettato in tutti i Paesi e che le vittime non siano rimandate dai loro aguzzini.

Esortiamo inoltre rispettosamente i Paesi dell’Unione Europea a farsi interpreti di queste preoccupazioni nei Paesi amici in cui la situazione dei rifugiati della Chiesa di Dio Onnipotente è drammatica, tra cui la Corea del Sud e il Giappone.

Saremo lieti di fornire ulteriori documenti e incontrarvi di persona.

Cordiali saluti.


firmato:

Organizzazioni:

AFN – All Faiths Network – UK

ADHRRF – Association for the Defense of Human Rights and Religious Freedom

Bitter Winter Magazine

CAPLC – CAP Freedom of Conscience

CESNUR – Center for Studies on New Religions

EIFRF – European Interreligious Forum for Religious Freedom

FOB – European Federation for Freedom of Belief

FOREF – Forum for Religious Freedom Europe

Gerard Noodt Foundation for Freedom of Religion or Belief

HRWF – Human Rights without Frontiers International (Bruxelles)

LIREC – Center for Studies on Freedom of Belief, Religion and Conscience

ORLIR – International Observatory of Religious Liberty of Refugees

Verenigingskerk van Nederland

 

Persone fisiche:

Stephen Eric Bronner
Membro del Consiglio di Amministrazione, Professore di Scienze Politiche (Rutgers University)
Direttore delle relazioni mondiali e presidente del Comitato esecutivo del Centro per la prevenzione dei genocidi e per lo studio del genocidio e dei diritti umani dell’UNESCO (CGHR)

Jamil Maqsood
Direttore per Bruxelles e per l’Europa orientale dell’International Human Rights Council

Vivian Wang
Coordinatore Association for the Defense of Human Rights and Religious Freedom (ADHRRF)

Frans de Wolff
Chiesa protestante dei Paesi Bassi

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