Da anni desta serie preoccupazioni la situazione delle minoranze religiose in Russia, dove le istituzioni accademiche di alto livello e gli intellettuali di larghe vedute si trovano a coesistere con integralisti secondo cui la difesa della tradizione ortodossa russa debba realizzarsi mediante la distruzione delle religioni minoritarie.
Famigerato in tal senso – e di nuovo, da anni – un certo Alexander Dvorkin dirige un centro “anti-sette” a Mosca e collabora con attivisti anti-sette da tutto il mondo sotto l’egida di un ente noto come FECRIS. Sebbene di rado venga preso sul serio all’estero, Dvorkin ha mostrato di poter rappresentare un pericolo serio per le minoranze religiose in Russia, ad esempio sguinzagliando contro di loro le sue conoscenze presso i mass media e presso istituzioni altrimenti rispettabili.
Una delle ossessioni di Dvorkin è l’Induismo. Costui non si è mai ripreso dallo scherno di cui è stato oggetto a livello internazionale nel 2012, dopo aver appoggiato la messa al bando come “libro estremista” della versione del Bhagavad Gita edita da ISKCON (Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna). Dvorkin crede che, tramite la meditazione e i riti, i maestri Indù possano “ipnotizzare” o “fare il lavaggio del cervello” a degli ingenui seguaci cristiani e così tramutarli nottetempo in indù. Eppure gli studiosi di religione, tanto quanto i tribunali nell’occidente, hanno abbandonato molto tempo fa le teorie sul lavaggio del cervello in quanto pseudoscientifiche.
Uno dei principali bersagli di Dvorkin è il maestro indù Sri Prakash Ji, che vive in Russia dal 1990 ed ha non solo un cospicuo seguito di cittadini russi, ma anche un gran numero di discepoli in altri paesi. Ciò che sembra preoccupare maggiormente Dvorkin è il fatto che Sri Prakash ha osato sfidare il suo centro anti-sette presso un tribunale in Russia, ed ha ottenuto (il 10 Dicembre 2018) una dichiarazione ufficiale nella quale si sanciva che alcune affermazioni da parte loro erano realmente diffamatorie. Ancor più inaccettabili agli occhi di Dvorkin sono i progetti di Sri Prakash per la costruzione di un tempio indù a Mosca.
Così Dvorkin ha dato inizio a una campagna mediatica contro Sri Prakash e le sue presunte pratiche “ipnotiche”, richiedendo che venga espulso dalla Russia, paese in cui il maestro indù risiede con la sua famiglia da 29 anni, pacificamente.
È lampante che le attività di Dvorkin non rappresentano né esprimono l’opinione della maggioranza dei cittadini russi e dei fedeli della chiesa ortodossa russa. Al contrario, il popolo russo conosce la propria tradizione e la propria identità e non trae alcun beneficio dai comportamenti bigotti ai danni delle minoranze, degli Indù o degli Indiani. Per questi motivi, le più importanti istituzioni della Russia dovrebbero urgentemente prendere le distanze dall’operato di Dvorkin nella questione intorno a Sri Prakash.
23 luglio 2019
Asociación por la Defensa de la Tolerancia y los Derechos Humanos
CAP-LC – Coordination des Associations et des Particuliers pour la Liberté de Conscience
CESNUR – Center for Studies on New Religions
EIFRF – European Inter-Religious Forum for Religious Freedom
Fedinsieme
FOB – European Federation for Freedom of Belief
FOREF – Forum for Religious Freedom Europe
Fundación para la Mejora de la Vida, la Cultura y la Sociedad
Gerard Noodt Foundation for Freedom of Religion or Belief
HRWF – Human Rights Without Frontiers
LIREC – Center for Studies on Freedom of Belief, Religion and Conscience
ORLIR – International Observatory of Religious Liberty of Refugees
OPR - Osservatorio sul Pluralismo Religioso
Soteria International - Spiritual Human Rights
Stephen Eric Bronner
Board of Governors Professor of Political Science
Director of Global Relations
Executive Committee of the UNESCO Chair for Genocide Prevention
Center for the Study of Genocide and Human Rights (CGHR)