Per fermare il terrorismo islamico, si discriminano i movimenti religiosi non Musulmani

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Massimo Introvigne

Si approvano leggi con il pretesto di combattere il radicalismo islamico. Vengono poi utilizzate contro pacifici religiosi etichettati come "fondamentalisti" o "sette".

di Massimo IntrovigneUna relazione introduttiva alla Riunione Speciale della Tavola Rotonda sulla Libertà di Religione o di Credo in Belgio "La nuova legislazione fiamminga sulla religione: Un motivo di preoccupazione", 2 giugno 2021.

La nuova legislazione fiamminga sulla religione e le dichiarazioni dei politici sulla sua introduzione sono un altro esempio di quello che sta emergendo come un affascinante, anche se paradossale, fenomeno sociale e politico: la discriminazione di alcune religioni non Musulmane con il pretesto di combattere il terrorismo basato sull'Islam ultra-fondamentalista.

In diversi paesi europei, attacchi terroristici da parte di gruppi e individui che affermano di agire sulla base di un'interpretazione ultra-fondamentalista dell'Islam (che non è condivisa dalla maggior parte dei Musulmani) hanno fatto centinaia di vittime e sconvolto l'opinione pubblica. I politici preoccupati per i loro voti hanno capito che " si dovrebbe fare qualcosa".

La prima reazione è stata quella di introdurre una legislazione contro il "fondamentalismo islamico". Questo raramente si rivela efficace, perché le organizzazioni ultra-fondamentaliste responsabili del terrorismo come al-Qa'ida e lo Stato Islamico operano nella clandestinità. Una legge che vieti le organizzazioni "estremiste" non le colpirebbe. Sono già proibite ovunque come gruppi criminali.

Non esiste alcuna prova che vietare altri gruppi islamici conservatori aiuterebbe a combattere il terrorismo. Non c'è nemmeno alcuna prova che proibire l'uso del velo o dei costumi da bagno di pudicizia islamica alle donne musulmane avrebbe qualche effetto sul terrorismo. Ho studiato il terrorismo ultra-fondamentalista e ho pubblicato diversi libri sulla questione, trattando tra l'altro la personalità dei terroristi responsabili di alcuni degli attacchi più sanguinosi. Solo una manciata di loro faceva parte di organizzazioni conservatrici o era stata educata in moschee conservatrici. Alcuni, come diversi membri del commando di al-Qa'ida, erano rampolli di famiglie ricche, in alcuni casi educati in esclusive scuole private internazionali. Recentemente, lo Stato Islamico ha reclutato via Internet immigrati disperati ed emarginati, persone con poca conoscenza della teologia islamica e senza legami con alcuna organizzazione musulmana.

Al contrario, le leggi contro l'Islam conservatore possono inimicarsi i Musulmani, e rendere il reclutamento da parte delle organizzazioni terroristiche più facile piuttosto che più difficile. Sappiamo tutti che le questioni sul terrorismo possono cambiare rapidamente, ma è un dato di fatto che finora l'Italia ha avuto zero attacchi terroristici da parte di Musulmani ultra-fondamentalisti (ne abbiamo avuti alcuni da parte di Palestinesi motivati politicamente nel secolo scorso, ma questa era un'altra storia). Come studioso e membro dell'ex Comitato per l'Islam in Italia del Ministero dell'Interno, sono stato spesso intervistato sul perché questo accada. Sono convinto che l'atteggiamento conciliante adottato dai diversi governi italiani nei confronti dei musulmani abbia contribuito significativamente a rendere infruttuoso il reclutamento da parte delle organizzazioni terroristiche nel nostro paese.

Esiste anche un altro problema con le leggi che prendono di mira l'Islam conservatore. Esse incontrano immediatamente problemi costituzionali. Le costituzioni, per non parlare della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo, proibiscono leggi che individuano una religione specifica. I politici devono quindi inquadrare le loro leggi in termini generali, prendendo di mira le religioni "separatiste" (una parola preferita in Francia) o "estremiste".

Vengono così introdotte delle leggi, vendute ai parlamenti e agli elettori come strumenti necessari per "combattere l'Islam radicale". Una volta approvate, hanno poco o nessun effetto sull'Islam radicale o sul terrorismo. Tuttavia, sono usate per vessare e discriminare i movimenti religiosi pacifici.

Questa sta quasi diventando una legge sociologica. Le Fiandre, dove la legge è promossa come necessaria dopo la crescita dell'Islam radicale e i sanguinosi attacchi terroristici a Bruxelles, non sono il primo caso. In Russia, le leggi contro "l'estremismo" create dopo l'11 settembre sono state ampliate dopo uno dei più orribili attacchi terroristici moderni, l'assedio della scuola di Beslan del 2004, che ha lasciato 334 morti, la maggior parte dei quali bambini, per permettere al governo di mettere fuori legge le organizzazioni religiose colpevoli non solo di violenza fisica, ma anche di estremismo "verbale". Sostenere che la propria religione è migliore o superiore alle altre religioni era considerato un test chiave con cui stabilire se si trattava di estremismo. La legge non è stata usata per mettere al bando al-Qa'ida o le organizzazioni cecene colpevoli di terrorismo (erano già bandite), ma ha portato a vessare pacifici gruppi Musulmani come i seguaci del mistico turco Said Nursi, e religioni non mussulmane come i Testimoni di Geova o la Chiesa di Scientology (i Testimoni di Geova sono stati messi fuori legge nel 2017; decine di loro sono in carcere).

In Danimarca, all'inizio di quest'anno è stato affermato che era necessaria una legge che obbligasse tutte le religioni a tradurre in danese i loro sermoni e a pubblicarli in anticipo per impedire i sermoni istigatori degli imam radicali. Cattolici e Protestanti hanno subito obiettato che quelli che ne avrebbero veramente sofferto sarebbero stati gli immigrati e altre comunità Cristiane che si occupano di minoranze linguistiche. Gli imam più radicali non sarebbero stati colpiti, poiché operano comunque in modo clandestino.

Nella regione italiana della Lombardia, fu approvata una legge che rendeva estremamente difficile per le comunità religiose non Cattoliche essere autorizzate ad aprire nuovi luoghi di culto. Fu soprannominata la "legge anti-moschee", ma in realtà i Musulmani in Lombardia, la maggior parte dei quali erano poveri immigrati, non erano molto interessati a costruire moschee. La legge, invece, colpì molto la comunità Evangelica in piena espansione.

In Francia, la legge sul "separatismo" è ancora in discussione, ma è un altro esempio lampante di come una legge apprezzata da certi media poiché terrebbe presumibilmente sotto controllo l'Islam radicale, sarebbe in realtà facilmente utilizzata per discriminare le piccole comunità Cristiane e i gruppi etichettati come "sette". In particolare, come nel caso del progetto di legge fiammingo, potrebbe imporre limitazioni ai gruppi che hanno bisogno di essere sostenuti economicamente dai loro correligionari all'estero.

Alla fine, in Francia, è stato sollevato il velo, e abbiamo capito che il paradosso non era una conseguenza involontaria di un approccio dilettantesco al problema dell'Islam ultra-fondamentalista. Ci è stato detto, con tante parole, che vendere agli elettori una legge "contro l'islam radicale" e usarla poi contro i gruppi religiosi non islamici era del tutto intenzionale. La signora che ricopre il ruolo di Ministro Delegato alla Cittadinanza presso il Ministero dell'Interno, Marlène Schiappa, ha detti ai media francesi in modo forte e chiaro che la legge è destinata anche a, e sarà usata contro, i gruppi classificati come "sette".

Così, alla fine il gatto è uscito dal sacco. Quello a cui stiamo assistendo è un'enorme frode. Con un linguaggio islamofobico inquietante, si incita l'opinione pubblica contro il fantasma dell'"Islam radicale" e si dice che si dovrebbero adottare misure eccezionali. Forse non tutti, ma alcuni di coloro che le propongono sono consapevoli che queste misure saranno notevolmente inefficaci contro il radicalismo Islamico e il terrorismo. Tuttavia, continuano a volerle approvare, in primo luogo per ragioni elettorali, e in secondo luogo, perché hanno intenzione di usarle contro gruppi che potrebbero definire "arci-conservatori" (comprese le chiese Evangeliche e Pentecostali di successo) e sette. Se dovessero dichiarare apertamente la loro antipatia contro una religione di grande coinvolgimento, se non la religione in generale, le loro proposte genererebbero più reazioni ostili che un reale interesse, e probabilmente fallirebbero. Sventolando la bandiera rossa del "terrorismo islamico", invece, potrebbero riuscire a far passare leggi che nascondono una diversa intenzione.

Fonte: Bitter Winter