Francia: La “Legge contro il separatismo” prende di mira le “sette” ma anche l’Islam

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Marlène Schiappa

Di Massimo Introvigne — In Francia è ritornato l'anti-settarismo. I media di tutto il mondo hanno riportato l'annuncio del presidente Macron su una nuova legge contro il "separatismo", spiegandola come una misura contro l'Islam radicale. È certamente vero che l'Islam è preso di mira ma, non per la prima volta, una legge introdotta per combattere i gruppi radicali islamici viene poi utilizzata contro altri movimenti religiosi. La legge russa contro l'estremismo ne è un chiaro esempio.

Il “concetto generale” della legge è stato rivelato su Twitter dal Ministro degli Interni francese, Gérald Darmanin, in quanto è ormai sempre più diffuso nella politica mondiale. Pubblichiamo il documento twittato da Darmanin, per renderlo più facilmente accessibile.

La bozza annuncia la "fine dell’istruzione parentale" in generale, "tranne nei casi giustificati da condizioni mediche". Questa legge si rivolge ovviamente a un certo numero di comunità cristiane e non solo ai musulmani.

La bozza spiega anche che i luoghi di culto saranno posti sotto crescente sorveglianza e “preservati […] dalla diffusione di idee e dichiarazioni ostili alle leggi della Repubblica”. Ancora una volta, la legge non può prendere di mira i musulmani solo per ovvie ragioni costituzionali. Che dire di un prete o di un pastore che critica l'aborto o il matrimonio tra persone dello stesso sesso, che fanno parte delle leggi della Repubblica francese, ma, allo stesso tempo, afferma che certe “leggi della Repubblica” penalizzano i poveri e gli immigrati?

Nascosta in una legge apparentemente indirizzata alla radicalizzazione islamica c'è una norma che consente lo scioglimento di associazioni religiose e di altro tipo (non viene usato il termine russo "liquidata", ma la sostanza è pressoché la stessa) in caso di "attacchi alla dignità personale" e "uso di pressioni psicologiche o fisiche".

Leggendola, e considerando la tradizione francese anti-sette, ho immediatamente sospettato che questa legge verrà utilizzata contro i gruppi etichettati come "sette" e, "pressioni psicologiche", ricorda la vecchia idea di "lavaggio del cervello". Nel tweet di Darmanin il Ministro della Cittadinanza, Marlène Schiappa, era in copia.

Il 10 ottobre la Schiappa ha rilasciato un'intervista a Le Parisien confermando che "useremo le stesse misure contro le sette e contro l'Islam radicale". L'anno scorso, la missione ufficiale anti-sette francese MIVILUDES è passata dall'essere una struttura indipendente sotto il Primo Ministro a diventare parte del sistema anti-radicalizzazione del Ministero degli Affari Interni. Gli anti-sette hanno protestato sostenendo che questo potrebbe portare alla fine della MIVILUDES, ma la Schiappa ora spiega che con la nuova legge sarà rafforzata e passerà dalla mera “analisi” a un ruolo più attivo. L'ex politico e attivista anti-sette Georges Fenech e il presidente della più grande organizzazione anti-sette francese, l'UNADFI, Joséphine Lindgren Cesbron, diventeranno membri del MIVILUDES. La propaganda anti-sette sarà ulteriormente promossa. Tra i principali obiettivi indicati dalla Schiappa c'è quello di identificare le "sette" che potrebbero essere legalmente sciolte e bandite a causa di "attacchi alla dignità personale" e "all’uso di pressioni psicologiche o fisiche".

Gran parte del nuovo disegno di legge è costituzionalmente problematico, per non parlare di possibili interventi da parte della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo. Questi sviluppi confermano, tuttavia, che l'anti-settarismo è vivo e vegeto in Francia e che, come è accaduto in altri paesi, quella che viene introdotta come "una legge contro l'Islam radicale" può finire per prendere di mira un'ampia varietà di organizzazioni religiose.

Fonte: https://www.cesnur.org/2020/law-against-separatism-in-france.htm