Francia/Russia: la branca russa della FECRIS dietro la persecuzione delle minoranze non ortodosse in Russia

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Pubblichiamo il seguente comunicato di HRWF, che descrive e dettaglia bene quanto FOB segnalava già da tempo, ossia le pressioni e la manipolazione delle informazioni operate dalla FECRIS e dai suoi emissari per mettere al bando le confessioni religiose "indesiderate". FOB sta svolgendo un'inchiesta approfondita su questo argomento, soprattutto per le sue ramificazioni internazionali e le conseguenze negative che l'operato di certe associazioni produce a danno dei diritti umani e nell'esasperare un clima già teso a causa della continua disinformazione sull'origine dei ripetuti atti di terrorismo.


Da anni il cartello francese di gruppi anti-sette viene finanziato (quasi interamente) dal governo di Parigi il quale, in virtù del principio di laicità, dovrebbe invece porsi in modo neutrale rispetto alle questioni religiose.

  • Il concetto di “sicurezza spirituale”
  • Estremismo, ma la violenza non c’è
  • La Chiesa Ortodossa di Russia ha salutato con favore la messa al bando dei Testimoni di Geova
  • Un’associazione russa federata della FECRIS: Il Centro di Ricerca e Studi Religiosi di Sant’Ireneo
  • Il coinvolgimento della FECRIS nella campagna di odio contro le minoranze religiose in Russia
  • Tradito il principio francese di laicità
  • Conclusioni

HRWF (12.06.2017) – «La persecuzione delle minoranze non ortodosse, vuoi di provenienza estera vuoi prive di una presenza “storica” in Russia, si fonda sulla filosofia della “sicurezza spirituale” che viene portata avanti dal Cremlino, dalla Chiesa Ortodossa di Russia e dal braccio russo della Federazione Europea dei Centri di Ricerca e Informazione sul Settarismo (FECRIS), che ha sede in Francia», ha dichiarato l’avvocato francese Patricia Duval in occasione di un convegno sulla libertà religiosa tenuto in Russia ed organizzato unitamente dall’on. Hannu Takkula (Finlandia) e da Human Rights Without Frontiers in data 6 Giugno presso il Parlamento Europeo a Bruxelles.

Il concetto di “sicurezza spirituale”

Nel documento intitolato Concezione della Sicurezza Nazionale per l’anno 2000, il governo Putin dichiarò:

«Assicurare la sicurezza nazionale nella Federazione Russa significa anche salvaguardare il suo retaggio morale e spirituale così come le tradizioni storiche e il tenore di vita, e preservare l’eredità culturale di tutti i popoli della Russia. Deve esistere una politica governativa tale da mantenere il benessere spirituale e morale della popolazione, proibire la messa in onda di trasmissioni che promuovano la violenza o gli istinti fondamentali, e contrastare l’impatto negativo di associazioni religiose e missionarie provenienti dall’estero»

Quest’accezione spirituale della sicurezza nazionale ebbe inizio con l’adozione della legge federale russa sulla sicurezza, nel Marzo 1992. Una legge che rappresentò un netto cambio di direzione rispetto al vecchio modello sovietico di sicurezza. Il primo articolo della legge enfatizza l’importanza dei «valori spirituali»: questo, nel 1992, stava a significare la fine dell’ateismo militante sovietico e della persecuzione dei credenti da parte dello stato.

Tuttavia, i successivi sviluppi finirono per soffocare i principi liberali stabiliti nel periodo post-sovietico con la Legge per la Libertà di Coscienza e le Associazioni Religiose del 1997; i fatti più recenti hanno definitivamente mandato in pensione il breve periodo di libertà religiosa goduto dalla Russia a seguito della legge del 1990 sulla Libertà di Culto. La legge del 1997, tanto quanto la posizione ideologica e le politiche successivamente adottate dalle autorità russe, presero tutte quante le mosse dal desiderio di assicurare la “sicurezza spirituale” della Russia mediante la rivendicazione di un ruolo dominante della Chiesa Ortodossa russa nella salvaguardia dei valori morali e della sicurezza dell’intero paese.

Non appena la legge del 1990 sancì la tutela della libertà di coscienza, un gran numero di missionari si riversò in Russia, nella convinzione che il vasto territorio dell’ex unione sovietica dovesse essere tutto da evangelizzare. [1]

In 1996, the Metropolitan Kirill of Smolensk and Kaliningrad commented on the problem of proselytism facing the Russian Orthodox Church (ROC). It was thought that Nel 1996, il metropolita di Smolensk e Kaliningrad, Kyrill, commentò il problema del proselitismo cui la Chiesa Ortodossa Russa si trovava di fronte. Secondo la sua opinione, i gruppi fautori di proselitismo non erano d’aiuto per la Chiesa Ortodossa, al contrario remavano contro di essa, «come dei pugili sul ring, con i loro muscoli ben pompati, a menar colpi».[2] Questo “attacco” era ordito ai danni dei valori religiosi e patriottici del paese. Un po’ alla volta, fra la gente si diffuse e si consolidò la concezione secondo cui i “non Ortodossi” si potessero definire come coloro che tentano di demolire e distruggere l’unità spirituale delle persone e la fede ortodossa; i “non Ortodossi” venivano dunque visti come «colonizzatori spirituali che, con le buone o con le cattive, cercano di strappare via gente dalla loro chiesa».[3]

Gli alti prelati della Chiesa Ortodossa ritenevano che l’identità culturale russa in quanto nazione di religione ortodossa stesse andando in mille pezzi. Come affermano Wallace Daniel e Christopher Marsh: «A meno che il governo non riaffermasse la fede tradizionale russa per contrastare l’aggressivo operato di altri gruppi religiosi e delle sette – sosteneva il patriarca [Alexei II] – restavano ben poche speranze di rinnovamento delle tradizioni spirituali russe».[4]

E così, in un’atmosfera di questo genere in cui la Chiesa Ortodossa si riteneva sotto attacco tanto quanto la stessa cultura russa, Boris Yeltsin firmò la legge del 1997 che stabiliva una differenza fra religioni tradizionali e non tradizionali.[5]

Da allora, il concetto di “sicurezza spirituale” come facente parte della sicurezza nazionale è stato strumentalizzato dalla politica e dalla magistratura per mettere dei paletti ai diritti delle minoranze non ortodosse di origine straniera e per criminalizzare le loro credenze, i loro insegnamenti, le loro pubblicazioni religiose e le loro attività pacifiche. Le accuse vengono montate sulla base della legge del 2002 contro l’estremismo, che nel 2006 fu modificata eliminando il fattore violenza.

Estremismo, ma la violenza non c’è

Il 2006 fu un anno cruciale in cui la legge contro l’estremismo violento fu oggetto di alcuni emendamenti: da quel momento, per stabilire se una persona fosse colpevole di estremismo, non era più necessario che ai suoi atti fosse associata della violenza oppure l’istigazione alla violenza, come ha commentato l’avvocato Duval.

La legge così modificata venne criticata dal Comitato per i Diritti Umani delle Nazioni Unite (il 28 Aprile 2015), dal Comitato di Vigilanza della Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa (il 14 Settembre 2012), e dalla Commissione Europea per la Democrazia basata sulle Leggi, meglio nota come Commissione Venezia (1 June 2012) che fecero appello alla Russia affinché rettificasse quella legge in modo tale da prevedere nel giudizio un fattore di violenza o di odio.

L’emendamento della legge aveva infatti spalancato la porta a interpretazioni arbitrarie e dissennate del concetto di estremismo, e quindi alla criminalizzazione della libertà di pensiero, di espressione, di culto e di associazione, pertanto alle irruzioni di polizia, alle accuse artificiose, agli arresti e alle condanne ai danni di fedeli di gruppi pacifici come i Testimoni di Geova, gli Scientologist, nonché i seguaci di Tablighi Jamaat e di Said Nursi. I loro movimenti e le loro pubblicazioni furono tutte vittima di messa al bando. Addirittura, lo scorso 20 Aprile ai Testimoni di Geova è stata imposta la confisca dei beni e la messa al bando sull’intero territorio nazionale, ad opera della Corte Suprema.

La Chiesa Ortodossa russa saluta con favore la messa al bando dei Testimoni di Geova

La Chiesa Ortodossa russa ha apostrofato i Testimoni di Geova come una setta pericolosa, totalitaria e dannosa, ed ha appoggiato la loro messa al bando dalla Federazione Russa.

«La loro dottrina contiene un gran numero di falsi insegnamenti. Essi distorcono l’insegnamento di Cristo e interpretano scorrettamente il Nuovo Testamento. Essi non credono in Gesù Cristo e in Dio il Salvatore, non riconoscono la dottrina della Santa Trinità, pertanto non possono in alcun modo essere definiti Cristiani». Così Hilarion, vicario del sinodo per le Relazioni Esterne e metropolita di Volokolamsk, ha dichiarato alla TV Russia-24 nel corso del programma “La Chiesa e il Mondo”.

Alcuni alti rappresentanti della FECRIS ed il suo braccio russo hanno giocato un ruolo di primo piano nella campagna contro le minoranze non ortodosse di origine estera e in favore dell’adozione di politiche repressive miranti alla loro eliminazione.

Aleksander Dvorkin, Vice-Presidente della FECRIS, è anche l’attivista “anti-sette” più in vista in Russia. Fu nominato nel 2009 dal Ministro della Giustizia russo a dirigere il Consiglio ministeriale per la conduzione di studi e analisi sui fenomeni religiosi, con l’incarico di indagare le attività, le dottrine, le decisioni al vertice, le pubblicazioni e le pratiche cultuali di qualsiasi associazione religiosa registratasi come tale, e quindi raccomandare al ministero quali provvedimenti prendere.

Dvorkin è anche il direttore del Centro di Ricerca e Studi Religiosi Sant’Ireneo, associazione russa facente parte della FECRIS.

Un’associazione russa facente parte della FECRIS: Centro di Ricerca e Studi Religiosi Sant’Ireneo

Il Centro di Ricerca e Studi Religiosi Sant'Ireneo, associazione russa facente parte della FECRIS, fu fondata nel 1993 con il beneplacito del patriarca di Mosca e dell’intera Russia, Alexei II. Il Centro ingloba anche la facoltà missionaria dell’Università San Tikhon di Mosca, il cui obiettivo è «diffondere informazioni credibili sulle dottrine e le attività delle sette totalitarie e dei culti distruttivi». A tale scopo, «gli addetti del Centro conducono attività di ricerca, di consulenza, danno conferenze e realizzano pubblicazioni in collegamento con gli enti statali e i mass media». Da allora, Dvorkin è presidente di tale centro affiliato alla Chiesa Ortodossa russa.

Il Centro di Ricerca e Studi Religiosi Sant'Ireneo, è capofila della Associazione Russa dei Centri per lo Studio delle Religioni e Sette(RATsIRS). Il presidente del RATsIRS è sempre lo stesso Dvorkin, vicepresidenti sono l’arciprete Alexander Novopashin e l’arciprete Alexander Shabanov; il segretario esecutivo è un altro sacerdote nonché professore associato, padre Lev Semenov.

Oltre al Centro di Ricerca e Studi Religiosi Sant'Ireneo, vi è anche una rete globale di cosiddetti “comitati di genitori” e altri gruppi simili, in Russia e nella CSI, la maggior parte dei quali sono via via diventati membri del russo RATsIRS  (alcuni sono addirittura sezioni missionarie delle diocesi ortodosse) e hanno nominato dei rappresentanti del RATsIRS all’estero.

L’associazione facente parte della FECRIS in Russia, e le sue affiliate, sono tutte finanziate dalla Chiesa Ortodossa Russa e hanno dato battaglia agli Evangelici, Pentecostali, Mormoni, Baha’i, Testimoni di Geova, membri del Falun Gong, Scientologist, ecc.

La “riabilitazione” dei seguaci di “religioni non tradizionali”

Un gran numero di centri facenti parte della Associazione russa guidata da A. Dvorkin sono dei “centri di riabilitazione” per seguaci di “religioni non tradizionali”.

Spinti delle rispettive famiglie, i seguaci sono indotti a recarsi presso questi centri di riabilitazione per essere “delucidati” sui pericoli delle sette, su come le sette manipolano la loro mente, e sulla necessità di accettare la religione ortodossa perché, secondo loro, se si crede veramente in Cristo si viene protetti dalle varie sette.

Menzioniamo qui alcuni di questi centri:

Centro di riabilitazione delle vittime di religioni non tradizionali presso il dipartimento missionario della diocesi di Stavropolskaya e Vladikavkasskaya. Località: Russia, Novopavlovsk.

Tale centro dichiara sul proprio sito Internet: «Obiettivo del dipartimento è aiutare le persone ad acquisire una vera, reale Fede in Dio e nella Chiesa».

Centro di riabilitazione delle vittime di religioni non tradizionali presso la Chiesa di Nostra Signora “Gioia di tutti i sofferenti”. Località: Mosca, Russia.

La «riabilitazione» viene messa in atto da due sacerdoti e da un laureato presso l’università ortodossa di San Tikhon (dove insegna Alexandr Dvorkin).

Centro di riabilitazione delle vittime delle sette presso il Monastero della Santa Trinità. Località: Kursk, Russia.

Sacerdoti e psicologi lavorano lì per “riabilitare” i seguaci.

Centro di riabilitazione delle vittime di religioni non tradizionali nel nome di San Giuseppe e di San Volotsk.

Questo centro opera sotto l’egida della diocesi ortodossa della città di Yekaterinburg.

– Per quanto riguarda il Centro di Ricerca e Studi Religiosi Sant’Ireneo, associazione russa confederata FECRIS, in un articolo sul suo sito Internet istituzionale viene spiegato in che modo ci si occupa delle persone “intrappolate dalle sette”:  il procedimento per uscirne mediante una guida esterna richiede uno psicologo, i parenti e uno “specialista di sette”, per stimolare il pensiero critico  nei confronti della “setta” e far piazza pulita della dipendenza emotiva dalla stessa. Dopo di che la persona viene passata al catechista ortodosso, preferibilmente un prete, che offre le vere alternative religiose ed ideologiche.

Questo sembra più un remake delle tecniche di “deprogrammazione”, già dichiarate fuorilegge negli USA, adoperate negli anni 1980 per rimediare al presunto “lavaggio del cervello” da parte delle comunità religiose. Lo “stimolare il pensiero critico” nei confronti della setta si ottiene bombardando il seguace con disinformazione e dati fuorvianti nei confronti del gruppo cui aveva aderito. Dopo di che, la fase successiva è una “riprogrammazione” attuata presso i “centri di riabilitazione” ad opera dei preti ortodossi, così che i seguaci di religioni non tradizionali i cui credi sono già stati destabilizzati mediante la “stimolazione del pensiero critico”, vengano poi persuasi a conformarsi invece alla “vera” religione.

Tradito il principio francese di laicità

La FECRIS è stata fondata in Francia e viene finanziata dal governo francese, la cui Costituzione e le cui leggi contemplano un’assoluta separazione fra lo Stato e le religioni, nel rispetto del credo di tutti quanti. Il vicepresidente della FECRIS è attualmente Alexandr Dvorkin, il crociato anti-sette russo di maggior spicco e il principale istigatore dietro alla diffusione del termine “sette totalitarie”, un’espressione utilizzata dagli apologeti della “sicurezza spirituale” per etichettare dei gruppi religiosi pacifici come potenziali minacce alla Chiesa Ortodossa.

L’associazione russa confederata FECRIS che fa capo ad Alexandr Dvorkin è un organo della stessa Chiesa Ortodossa ed ha ricevuto la benedizione del Patriarca di Mosca e di tutta la Russia, Alexei II. Le più importanti organizzazioni che fanno parte dell’associazione russa confederata alla FECRIS sono guidate da sacerdoti ed arcipreti ortodossi radicali, oppure dipendono dai dipartimenti missionari delle diocesi ortodosse. Costoro indirizzano i seguaci delle religioni non tradizionali ai vari “centri di riabilitazione” nei quali verranno rieducati alla “giusta” religione, quella ortodossa.

La domanda è: in che modo la FECRIS può venire finanziata dallo stato francese e sovvenzionare tali attività in Russia?

Conclusione

La Convenzione Europea per i Diritti Umani sancisce il diritto alla libertà di religione e di credo, che a sua volta stabilisce il dovere da parte degli stati sovrani di mantenere una posizione neutrale rispetto alle questioni religiose. Sia la federazione Russa sia la Francia hanno sottoscritto tale Convenzione e sarebbero dunque tenute a rispettare i suoi dettami.

Ad onta di quel patto, la motivazione da parte russa per la messa al bando di un gran numero di movimenti non violenti è strettamente collegata alla filosofia della sicurezza spirituale che comprende il rigetto per la diversità religiosa a vantaggio dell’omogeneità religiosa, la difesa della Chiesa Ortodossa rispetto ai nuovi movimenti religiosi che fanno proselitismo, nonché la tutela dei valori tradizionali della Russia rispetto alla contaminazione con valori non benvenuti in quanto provenienti dall’estero.

La lotta di Mosca contro i gruppi religiosi di origine straniera e contro il finanziamento estero di associazioni russe per i diritti umani che sono ONG ma vengono amministrativamente ridenominate “agenzie estere”, è fonte di fortissima preoccupazione per la comunità internazionale favorevole ai diritti umani, perché tutti quei provvedimenti legali (ma antidemocratici) messi in campo dal governo russo hanno l’unico obiettivo di fare tabula rasa nel panorama religioso.

Un’intera comunità di fedeli, ben 177.000 Testimoni di Geova, è stata messa al bando, alcuni suoi membri sono stati messi in prigione e separati dai loro figli, la loro incolumità non è più garantita. Alcuni hanno cominciato ad emigrare nell’Unione Europea. Anche delle persone facenti parte della Chiesa di Scientology sono state perseguite e incarcerate, la polizia irrompe armata nelle loro chiese mentre le loro associazioni vengono messe in liquidazione. Gruppi pacifici di Musulmani di origine straniera, come Tablighi Jamaat e Said Nursi, sono stati messi al bando mentre un gran numero dei loro seguaci sono stati arrestati o condannati a diversi anni di prigione.

L’Unione Europea è pronta ad accogliere tutti quei rifugiati dalla Russia?

Il Consiglio d’Europa è realmente in grado di fare in modo che i suoi stati membri si attengano agli obblighi pattuiti con la Convenzione?

[1] Witte, Bourdeaux, Proselytism and Orthodoxy in Russia. Wipf and Stock Publishers. 1999. Page 73. http://www.jstor.org/stable/1465916?seq=1#page_scan_tab_contents

[2] Payne, “Spiritual Security, the Russian Orthodox Church and the Russian Foreign Ministry: Collaboration or Cooptation?”, Journal of Church and State, Vol. 52, No. 4 (Autumn 2010), pp. 712-727

[3] Ibid.

[4] Ibid.

[5] Ibid.

(Fonte: http://hrwf.eu/france-fecris-russian-branch-behind-the-persecution-of-n…)