di Alessandro Amicarelli — Oggi è la Giornata Internazionale 2021 che commemora le vittime di atti di violenza per motivi di religione o di credo.
Mentre la maggior parte degli osservatori internazionali posano gli occhi sul futuro dell'Afghanistan sotto il dominio dei talebani, pochi osservano le limitazioni dei diritti umani e delle altre libertà fondamentali in alcuni paesi democratici.
Tra le più grandi democrazie del mondo, sia l'India che il Pakistan sono responsabili di violazioni dei diritti umani e della libertà di religione e di credo dei loro cittadini e residenti a diversi livelli.
Anche nel continente europeo esistono situazioni preoccupanti.
Mentre il Regno Unito è notoriamente in prima linea per la difesa e la garanzia della libertà di religione e di credo per tutti, lo stesso non si può dire per esempio della Francia che ospita la FECRIS, la Federazione dei Centri di Ricerca e Informazione sulle Sette, che è particolarmente attiva nel esercitare pressioni sui legislatori, sia in Francia che all'estero, per far passare disegni di legge illiberali contro le minoranze religiose e spirituali in nome del laicismo alla francese chiamato "laïcité" e incurante del motto francese "Liberté, Egalité, Fratenité", declassato a vuoto slogan.
Nel corso degli anni, la Francia ha approvato una serie di leggi volte a distruggere le minoranze religiose e spirituali, danneggiando un certo numero di gruppi, appartenenti a tradizioni religiose o spirituali, sia tradizionali che nuove.
Recentemente la Francia è impegnata a cercare di fermare il cosiddetto "separatismo", storicamente chiamato "comunitarismo".
Riportando la nostra attenzione in Asia, oggi Human Rights Without Frontiers in collaborazione con il Cesnur, Centro per lo Studio delle Nuove Religioni, ha organizzato due Seminari sulla Violenza Amministrativa e sul caso Tai Jin Men, denunciando un caso fiscale che ha coinvolto il pacifico gruppo di QiGong Tai Ji Men. Un caso giudiziario lungo 25 anni si è concluso a favore di Tai Ji Men con una sentenza in cui si afferma che non c'è stata alcuna evasione fiscale, né alcun'altro reato e che il gruppo è totalmente a posto. Ciononostante, funzionari corrotti continuano a chiedere il pagamento di una cartella per l'anno fiscale 1992, che Tai Ji Men si rifiuta di pagare come ingiustificata, sulla base della sentenza emessa dal tribunale, e soprattutto per una questione di principio piuttosto che per l'importo della cartella stessa. Come conseguenza, le proprietà sono state confiscate e la vita pacifica di questa organizzazione, lodata a livello nazionale e internazionale, è stata compromessa. Taiwan è un paese democratico con una forte relazione con gli Stati Uniti e altri paesi che sono particolarmente interessati a proteggere i diritti che rientrano nella sfera della libertà di religione e di credo, e per questo motivo la persecuzione dei Tai Ji Men è totalmente poco chiara e inaccettabile, e deve essere fermata come stiamo chiedendo a livello internazionale come studiosi, professionisti, attivisti e anche in altri ruoli.
Questi casi testimoniano che dobbiamo essere vigili perché tutti i paesi, anche le democrazie, possono causare pericoli nei confronti delle minoranze religiose e spirituali che, al contrario, meritano rispetto e il riconoscimento delle loro libertà, mentre ovviamente rispettano la legge e le regole nei loro rispettivi territori. Il nostro augurio e la nostra speranza è che la pace e la giustizia prevalgano per tutti gli individui e i gruppi che affrontano difficoltà o persecuzioni in qualsiasi parte del mondo.