UNADFI denunciata alla Corte dei Conti nazionale francese

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La nostra associata francese CAP LC (Coordination des Associations et des Particuliers pour la Liberté de Conscience, NGO con status consultivo ECOSOC) ha denunciato l'UNAFDI alla Corte dei Conti nazionale francese. Più volte la CAP LC ha denunciato l'operato dei movimenti anti-sette atto a limitare l'attività delle minoranze religiose a loro invise, se non ad eliminarle come previsto dalla controversa legge francese About-Picard (Law 2001-504 of June 12, 2001), o la legge russa Yarovaya sull'estremismo. Il 24 maggio 2021 la CAP Liberté de Conscience ha presentato un rapporto al Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite raccomandando di interrompere il finanziamento statale delle associazioni anti-sette, in particolare dell'associazione francese FECRIS finanziata dalla UNADFI.


UNADFI, l'associazione fondatrice della FECRIS è stata denunciata alla Corte dei conti nazionale francese per gravi irregolarità finanziarie e attività discriminatorie

Il 23 settembre 2021, l'associazione CAP LC (CAP Freedom of Conscience), una ONG europea laica con status consultivo presso le Nazioni Unite, ha presentato una denuncia alla Corte dei Conti nazionale francese (Cour des comptes - il tribunale incaricato di determinare se i fondi pubblici sono stati utilizzati correttamente) sull'associazione UNADFI (Union Nationale des Associations de Défense des Familles et de l'Individu victimes de sectes), la principale associazione fondatrice della Federazione Europea dei Centri di Ricerca e Informazione su Culti e Sette (FECRIS).

La Corte dei Conti francese

La Corte dei Conti francese (credits)


Il rapporto formale è stato presentato dallo studio legale De Guillenchmidt (Michel de Guillenchmidt è un ex giudice del Consiglio di Stato francese) e contiene diverse gravi accuse nei confronti dell'UNADFI.

L'UNADFI riceve più del 75% dei suoi fondi dal governo francese, una media di 155.000 euro all'anno. È per questo motivo che le finanze dell'UNADFI possono essere sottoposte a un controllo pubblico. Secondo il rapporto, nonostante tutti questi finanziamenti, l'UNADFI spende in modo così elevato, apparentemente senza alcun controllo finanziario, che ogni anno ha un deficit annuo che va dai 150.000 euro ai 285.000 euro. L'unica ragione per cui è ancora in grado di operare è che ha venduto il suo edificio nel 2013, per un importo di 1 milione e 750.000 euro e questo surplus viene utilizzato per coprire i deficit annuali. Tuttavia, questo edificio è stato pagato con fondi forniti dal governo, e a parte qualsiasi considerazione etica sul fatto che i soldi dei contribuenti vengano utilizzati per coprire il loro debito annuale, ciò si va ad aggiungere all'enorme quantità di denaro che l'associazione costa al contribuente.

Il rapporto evidenzia che oltre ad una cattiva gestione finanziaria, un altro problema deriva dal fatto che l'effettiva attività dell'UNADFI, in quanto utilizza fondi pubblici, non può essere quantificata correttamente, e sembra essere molto esigua rispetto ai costi sostenuti. Mentre l'UNADFI sostiene di lavorare per proteggere le vittime delle cosiddette "sette", la maggior parte del suo budget viene spesa a favore del suo personale e dei suoi amministratori. Ogni anno vengono pagati 250.000 euro ai suoi quattro membri dello staff full time e uno part time:

L'UNADFI opera quindi principalmente nel nulla, per garantire la propria esistenza e quella dei suoi dipendenti e amministratori - e i fondi pubblici vengono fagocitati senza che vi sia il minimo riscontro di un'attività effettiva, verificabile e misurabile, per non parlare di risultati concreti.

Il rapporto mette anche in evidenza che il denaro speso per pagare gli avvocati potrebbe alla fine andare nelle tasche dell'attuale presidente dell'UNADFI, Josephine CESBRON, poiché uno degli avvocati fissi dell'UNADFI è niente meno che suo marito, Jean-Baptiste CESBRON

Inoltre, un'intera sezione del rapporto è dedicata a quella che si presume essere la completa inefficacia dell'attività giudiziaria dell'UNADFI.

L'attività principale dell'UNADFI è quella di intentare cause penali di risarcimento (costituirsi parte civile) in casi per i quali il procedimento è già stato avviato. L'interesse di tali costituzioni di parte civile non è quindi evidente. L'UNADFI interviene più per cercare di giustificare la sua esistenza che per portare un reale valore aggiunto ai casi in corso.

In termini di attività effettiva, negli ultimi 10 anni sono intervenuti solo in 7 casi, e solo due di questi hanno avuto successo, mentre per gli altri, gli imputati sono stati assolti, e l'UNADFI è stata addirittura condannata per "abuso del diritto di intraprendere procedimenti legali", il che è costato una somma enorme al contribuente.

Un'altra sezione del rapporto affronta l'aspetto del mancato rispetto da parte dell'UNADFI dei regolamenti governativi in materia di finanziamenti pubblici. Sottolineando i difetti tecnici, questa sezione esorta la Corte dei Conti ad esaminare se ci sia o meno una " pesante violazione delle regole del finanziamento pubblico".

Infine, l'ultima parte del rapporto si sviluppa su come l'attività principale dell'UNADFI sia discriminatoria nei confronti di alcune minoranze religiose:

In primo luogo, l'azione dell'UNADFI è contraria ai principi repubblicani e agli standard convenzionali più elevati. È anche abbastanza sintomatico che l'UNADFI si opponga apertamente all'applicazione della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo. L'UNADFI ammette infatti che la sua ex presidente, Catherine Picard, "[...] deplora che la CEDU applichi l'articolo 9 della Convenzione Europea senza verificare chi sono gli accusati"!

(…)

Poi, l'azione dell'UNADFI rivela un abuso nell'utilizzo dei fondi pubblici. Un'associazione riconosciuta di pubblica utilità e finanziata quasi esclusivamente con fondi pubblici non dovrebbe poter svolgere impunemente attività discriminatorie e fare commenti apertamente discriminatori. L'UNADFI appare quindi più come uno strumento statale destinato a mettere la museruola a certe ideologie e credenze che non presenterebbero, tuttavia, alcun carattere illegale.

L'UNADFI ha fondato la FECRIS nel 1995. La FECRIS è stata recentemente condannata dal tribunale distrettuale di Amburgo, Germania, il 27 novembre 2000, per diffamazione contro i Testimoni di Geova. Nel 2020, l'USCIRF (United States Commission on International Religious Freedom), una commissione bipartisan del governo federale degli Stati Uniti ha identificato la sua ideologia come una delle principali minacce alla libertà religiosa internazionale, affermando anche che "il movimento anti-sette continua a condurre una campagna di disinformazione estremamente efficace nei confronti delle minoranze religiose con conseguenze devastanti per i loro diritti umani" (vedi il libro bianco L'ideologia anti-sette e la FECRIS: pericoli per la libertà religiosa).

Il rapporto completo in francese è disponibile qui.

Fonte: CAP LC