Grazie all’enorme e instancabile lavoro di Bitter Winter, rivista specializzata sulla libertà religiosa e i diritti umani in Cina, e del suo direttore prof. Massimo Introvigne, sempre più fedeli della Chiesa di Dio Onnipotente (CDO, in inglese Church of Almighty God, CAG) trovano asilo in Italia. Anche FOB e il suo presidente Alessandro Amicarelli, avvocato specializzato in diritto internazionale e dei diritti umani, diritto dell'immigrazione e dei rifugiati, hanno dato il loro contributo nel tempo, dal convegno Diritto e libertà di credo in Europa: un cammino difficile ai vari interventi e ricorsi che Amicarelli ha presentato anche fuori dall’Italia. Segue la traduzione di un estratto dell’articolo di Introvigne pubblicato sul sito web di Human Rights Without Frontiers.
Un tribunale di Roma stabilisce che i richiedenti asilo della Chiesa di Dio Onnipotente meritano la massima protezione
Bitter Winter (27.06.2024)/ Estratti — Il 14 giugno scorso, con una sentenza esemplare che doveva giudicare la richiesta di asilo di un membro della CDO, rappresentato dagli avvocati specializzati Amalia Astori e Laura Bondi, il Tribunale di Roma ha risposto al ricorso definendo la richiesta "meritevole del più alto livello di protezione" e citando come "fonti attendibili" "Bitter Winter", alcuni rapporti degli Stati Uniti e di altri governi e una dichiarazione del compianto sociologo Pier Luigi Zoccatelli, che è stato vicedirettore del CESNUR, l'organizzazione madre di Bitter Winter. È significativo e commovente che, poche settimane dopo la sua morte, Zoccatelli sia stato ancora in grado di aiutare i richiedenti asilo e forse di salvare delle vite. Come dicevano i Romani di un tempo, "mortuus adhuc loquitur", a volte chi ci ha preceduto nella morte parla ancora con una voce potente ed efficace. Il caso riguardava una donna dello Shanxi che si era unita alla CDO nel 2013.
Anche i suoi genitori erano membri della CDO e come tali perseguitati. Quando la loro appartenenza alla chiesa proibita è venuta alla luce, la donna è stata espulsa dalla sua università, sebbene l'università non sapesse che lei fosse una devota della CDO. Si è nascosta ma, con l'aumentare delle persecuzioni contro la CDO, è fuggita in Italia nel dicembre 2018.
In Italia, una commissione amministrativa, forse influenzata dalla propaganda cinese, le ha negato l'asilo. La donna si è appellata al Tribunale di Roma, che ora le ha dato ragione.
Citando fonti governative italiane, che a loro volta fanno riferimento a "Bitter Winter", a "uno studio del sociologo Pier Luigi Zoccatelli" e ai rapporti del Dipartimento di Stato americano sulla libertà religiosa (che citava anche Bitter Winter), il Tribunale ha innanzitutto respinto l'obiezione comune secondo cui, se fossero davvero perseguitati, i membri della CDO non dovrebbero essere in grado di ottenere un passaporto e superare i test di riconoscimento facciale negli aeroporti internazionali. I giudici hanno affermato che "la corruzione dei funzionari pubblici è estremamente diffusa e quindi non è molto difficile ottenere un passaporto per l'espatrio anche per i membri della Chiesa di Dio Onnipotente. Molti membri della Chiesa di Dio Onnipotente potrebbero quindi essere sfuggiti al sistema di sorveglianza del governo e della polizia cinese. Secondo Zoccatelli, i controlli negli aeroporti cinesi possono essere inefficienti e i sistemi di rilevamento facciale stessi possono essere facilmente aggirati".
Inoltre, il Tribunale ha riconosciuto «la politica repressiva adottata dalle autorità governative cinesi nei confronti di tutti i movimenti religiosi che non sottostanno alla registrazione e al controllo da parte dello Stato» e l'interpretazione estensiva dell'Articolo 300 del Codice penale cinese contro gli xie jiao (movimenti vietati dal governo cinese) da parte dei tribunali cinesi. «Nello specifico», spiega il Tribunale, «per quanto riguarda i credenti della Chiesa di Dio Onnipotente, le fonti riportano che: “essere attivi a qualsiasi titolo nella Chiesa di Dio Onnipotente è considerato un crimine in Cina, ed espone [un credente] a severe pene detentive". Il tribunale osserva inoltre che "ci sono almeno due casi di seguaci della Chiesa di Dio Onnipotente espatriati in Corea del Sud che sarebbero stati torturati dalle autorità cinesi al loro ritorno in Cina».
Il Tribunale rileva inoltre che in Cina «vengono forniti incentivi economici e ricompense a chiunque fornisca informazioni sui cristiani e sui membri della Chiesa di Dio Onnipotente. Nelle auto e nei mezzi di trasporto dei cristiani sono stati installati dispositivi elettronici per tracciare i loro spostamenti. Gli studenti delle università, delle scuole medie e delle scuole elementari sono sottoposti a un Questionario sulla Fede per consentire alle autorità di sapere qual è il loro credo e quello delle loro famiglie».
«In conclusione», afferma il Tribunale, «ritenendo fondato il timore di persecuzione per motivi religiosi vissuto dalla ricorrente, il ricorso deve essere considerato meritevole di accoglimento, con riferimento alla più alta forma di protezione».