I "filtri per le sette" in Germania: istituzionalizzazione della narrativa anti-sette

Sezione:
European Commission HQ in Brussels

Nonostante sia una palese violazione della Direttiva 2014/24/EU del 16 Febbraio 2014, a distanza di quasi 30 anni, in Germania è ancora attivo il “Filtri per le sette”. Il Professor Massimo Introvigne aveva già evidenziato questa grave violazione nel 2021.

Il filtro per le sette è stato inventato nel 1995 da Ursula Caberta, un'anti-cultista e ed ex parlamentare assunta dalla città-stato di Amburgo come professionista “esperta”di Scientology. Amburgo ha adottato il “filtro per le sette” per i dipendenti e le imprese che hanno rapporti con la città e ne ha raccomandato l'uso alle imprese private locali. Nel corso degli anni, gli Scientologist hanno avviato una buona dozzina di procedimenti legali contro la città di Amburgo, vincendoli costantemente, fino ad arrivare al Tribunale Amministrativo Federale. Nel 2017 Amburgo ha rinunciato a promuovere il “filtro per le sette” presso le aziende private, ma continua a utilizzarlo nell'amministrazione comunale.


La segregazione religiosa sistematica e di massa, tollerata dall'Unione Europea per 10 anni

Di Willy Fautré, direttore di Human Rights Without Frontiers — Il 5 ottobre 2024, 512 gare d'appalto pubbliche presentate dalla Germania all'UE, relative ai primi nove mesi dell'anno, sono state accettate e pubblicate dal Portale per la Trasparenza delle Gare d'Appalto della UE, malgrado la loro natura palesemente discriminatoria.

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German segregation

(Dall'articolo pubblicato su The European Times)


La loro peculiarità era che contenevano una “dichiarazione di tutela dell'offerente” nei confronti di uno specifico gruppo religioso che doveva essere obbligatoriamente compilata e firmata su un “modulo 2496” affinché l'offerta fosse valida.

Una delle 512 gare d'appalto riguardava “servizi per la progettazione e la costruzione del previsto scavo di puntellamento per il nuovo centro della Clinica di Norimberga” (rif. 598098-2024). Un'altra riguarda la “fornitura di energia elettrica per la Neue Materialien Bayreuth GmbH nel 2025 e 2026” (rif. 637171-2024). Ci si può chiedere cosa c'entri l'affiliazione religiosa degli offerenti con le gare d'appalto della UE e perché la UE approvi questo criterio di esclusione per l'accesso alle gare d'appalto della UE invece di respingere le discutibili offerte tedesche.

L'entità del problema: oltre 3173 casi

Questa segregazione sistemica che per 10 anni ha violato la Direttiva 2014/24/EU del 16 Febbraio 2014 e la sua portata sono tuttavia ben note, in quanto le informazioni sui contratti superiori a 140.000 euro devono essere e sono pubbliche.

Statistiche sulle gare d'appalto dal 2014 al 2024: 81 nel 2014, 156 nel 2015, 173 nel 2016, 163 nel 2017, 215 nel 2018, 284 nel 2019 294 nel 2020, 370 nel 2021, 432 nel 2022, 493 nel 2023 e 512 nel 2024. Totale: 3173.

Questi fatti e cifre sono stati presentati alla Conferenza sulla Dimensione Umana dell'OSCE di Varsavia il 7 ottobre 2024 e caricati sul loro sito web.

La Direttiva Sugli Appalti Pubblici prevede al primo paragrafo che "L'aggiudicazione di appalti pubblici da parte o per conto delle autorità degli Stati membri deve essere conforme ai principi del Trattato sul Funzionamento dell'Unione Europea (TFUE), in particolare (...) parità di trattamento, non discriminazione, riconoscimento reciproco, proporzionalità e trasparenza".

L'imposizione di requisiti legati alla fede negli appalti pubblici è una grave violazione della Carta Europea dei Diritti Umani e della Convenzione Europea dei Diritti Umani. Tale requisito dovrebbe essere eliminato senza indugio dalle gare d'appalto della UE oppure le proposte presentate dalla Germania dovrebbero essere respinte.

La comunità religiosa presa di mira dalla Germania in questo caso di segregazione è la Chiesa di Scientology, che è riconosciuta come comunità religiosa o di credo nell'Unione Europea e in altri Paesi in cui esiste tale status giuridico, tranne che in Germania, nonostante un certo numero di pronunce giudiziarie.

Fonte: The European Times

Foto inizio pagina: Sede Commissione Europea a Bruxelles (Wikimedia)