Lungi dall’avallare qualsiasi presa di posizione politica in merito al conflitto in atto in Ucraina, consapevoli del vecchio adagio che ammonisce come “tra i due litiganti ci sia sempre un terzo che gode”, pubblichiamo questo articolo apparso su The Europe Times a firma Jan Leonid Bornstein, che illustra l’operato del movimento anti-sette nel fomentare l’intolleranza e la divisione tra religioni, culture e popoli.
Confidando in una rapida cessazione del conflitto, auspichiamo che vengano rimossi alla radice i fattori che minacciano una libera e pacifica convivenza dei popoli, e tra essi il nefasto movimento anti-sette.
In che modo il movimento anti-sette ha contribuito ad alimentare la retorica anti-ucraina russa
di Jan Leonid Bornstein — Dagli eventi di Maidan nel 2014, quando l'allora presidente Yakunovich fu costretto a dimettersi dopo grandi proteste nelle strade dell'Ucraina, il movimento paneuropeo anti-sette, guidato dalla Federazione Europea dei Centri di Ricerca e di Informazione sulle Sette e i Culti (FECRIS), ha partecipato alla macchina della propaganda russa che alla fine ha portato alla guerra in corso.
Nel 2013, dopo che l'Ucraina aveva abbracciato per alcuni anni una linea pro-europea e stava per firmare un accordo di associazione con l'UE che avrebbe strettamente integrato i legami politici ed economici tra l'UE e l'Ucraina, le forze di Putin hanno fatto pressioni su Yakunovich per far fallire l'accordo. Yakunovich, che era conosciuto come un leader corrotto filo-russo, ha ceduto e questo ha dato inizio a quella che è stata definita la rivoluzione di Maidan in Ucraina.
Contando sulle forze religiose contro l'Occidente
La rivoluzione di Maidan ha rappresentato una grave minaccia nella mente di Putin, che ha poi avviato una macchina propagandistica per screditare le nuove autorità. Da allora, la retorica russa contro le nuove forze democratiche ucraine al potere, che sicuramente non erano filo-russe, ha incluso accuse di neonazismo, ma anche di essere burattini delle democrazie occidentali che nascondono un'agenda anti-russa. Per la sua propaganda, la Russia contava in gran parte sulle sue "forze religiose", principalmente la Chiesa ortodossa russa, che aveva ancora un'influenza piuttosto importante in Ucraina.
I principali leader della Chiesa ortodossa russa, come il patriarca Kirill, hanno sempre sostenuto gli sforzi di Putin per sbarazzarsi delle forze filo-europee in Ucraina, accusandole di perseguitare i membri ortodossi ucraini affiliati al Patriarcato di Mosca (il che potrebbe essere in una certa misura vero, come è vero il contrario nei territori occupati dai russi in Ucraina), ma anche per minacciare l'unità della "vecchia Russia"[1], e lo stanno ancora facendo, come abbiamo potuto vedere di recente quando il patriarca Kirill ha accusato coloro che si oppongono alla guerra di Putin in Ucraina di essere le “forze del male”.
Alexander Dvorkin, «l’esperto sulle sette»
Il patriarca Kirill e Vladimir Putin hanno potuto contare anche sul movimento “anti-sette”, che in Russia è guidato dal vicepresidente della FECRIS Alexander Dvorkin, un teologo russo-ortodosso spesso presentato come un esperto sulle “sette” dalle autorità russe. FECRIS è un'organizzazione francese anti-sette con influenza paneuropea. Il governo francese fornisce la maggior parte dei finanziamenti della FECRIS, ed infatti è stata fondata da un'associazione anti-sette francese chiamata UNADFI (Unione Nazionale delle Associazioni per la Difesa delle Famiglie e degli Individui contro le sette) nel 1994.
All'inizio del nuovo governo ucraino che era stato eletto dopo le dimissioni di Yakunovich, il 30 aprile 2014 Alexander Dvorkin fu intervistato alla radio Voce della Russia, la principale Radio Governativa Russa (che pochi mesi dopo cambiò nome in Radio Sputnik). A Dvorkin, presentato come "attivista anti-sette e vicepresidente della Federazione Europea dei Centri di Ricerca e di Informazione sulle Sette e i Culti, l'organizzazione ombrello dei gruppi anti-sette in Europa", fu chiesto di commentare “l’agenda religiosa nascosta che stava dietro Maidan e la crisi ucraina”. Ha poi portato avanti la propaganda dello Stato russo in un modo molto interessante.[2]
Greco-cattolici, battisti e altre cosiddette sette prese di mira
In quell’intervista Dvorkin accusò per la prima volta la Chiesa Uniata, nota anche come greco-cattolica, di essere dietro la rivoluzione: «Ci sono diversi gruppi religiosi e diverse sette religiose che svolgono un ruolo piuttosto importante in quegli eventi. Prima di tutto, la Chiesa Uniata... ha svolto un ruolo molto importante e, direi, molto violento per molti sacerdoti uniati che vi predicavano con tutti i loro paramenti liturgici…». Quando l'intervistatore chiese a Dvorkin cosa poteva fare il Vaticano, dato che aveva invocato "la necessità di tornare a sostenere la pace in Ucraina", in risposta di Dvorkin spiegò che non poteva fare nulla, perché il Vaticano era ora guidato dai gesuiti, che nei secoli erano diventati molto filo-marxisti e favorevoli alla rivoluzione, aggiungendo: «Ebbene, l'attuale Papa Francesco non è proprio pro-rivoluzionario, ma il modo in cui si comporta mostra che ha accettato parte di questo retaggio».
Alexander Dvorkin con il clero della Chiesa ortodossa bulgara per discutere dell'Ucraina il 17 luglio 2019
Poi Dvorkin si scagliò contro i battisti, accusandoli di svolgere un ruolo importante nel Maidan e di essere molto nazionalisti in Ucraina. Inoltre accusò l'allora Primo Ministro Yatsenyuk di essere uno "scientologist nascosto", mentre finge di essere uniate: «C’erano molti resoconti dei media che lo definivano uno Scientologist... Se fosse stato dichiaratamente uno scientologist, ciò sarebbe stato molto grave. Ma comunque, almeno sapresti cosa aspettarti da lui. Ma quando una persona, in realtà Yatsenyuk, si definisce uniate greco-cattolico [mentre invece è uno scientologist], e c'è un sacerdote uniate che conferma che Yatsenyuk è uniate, credo che questo sia molto pericoloso». Poi, con una interessante teoria cospirazionista, congetturò sul fatto che questo era il modo usato dalla CIA per controllarlo, usando le tecniche di Scientology per “controllare il suo comportamento e controllare le sue azioni”.
Infine, ma non meno importante, Dvorkin si lanciò in un attacco a quello che definì "neopaganesimo", accusandolo di essere legato ai neonazisti, una retorica che ha assunto un significato molto importante nell'attuale propaganda russa, come possiamo vedere con la “denazificazione” auspicata oggi da Putin per giustificare la guerra in Ucraina.
Le lettere d'amore di Gerry Amstrong a Putin
Dvorkin non è ovviamente l'unico membro della FECRIS ad aver partecipato alla propaganda anti-occidentale russa. Tra gli altri, un membro americano della FECRIS, Gerry Amstrong, ha scritto due lettere a Putin che sono state pubblicate, una sul sito web della Chiesa ortodossa russa “proslavie.ru”[3] e l'altra sul sito web della filiale russa della FECRIS.[4] Amstrong è un ex-scientologist americano che è diventato un apostata della Chiesa di Scientology e che è fuggito in Canada per evitare un mandato di arresto dopo essere stato condannato da un tribunale americano per alcune delle sue attività anti-Scientology. Nella prima lettera, pubblicata il 2 dicembre 2014, afferma che dopo aver visitato la Russia, «su invito di persone della Chiesa ortodossa russa... sono diventato filo-russo». Aggiunge: «Non sono diventato anti-occidentale o anti-americano, anche se sono assolutamente contrario all'Occidente e all'ipocrisia della superpotenza degli Stati Uniti». Poi elogia Putin per aver offerto asilo a Edward Snowden e per essere «molto intelligente, ragionevole e presidenziale». Dopo essersi lamentato della sua condanna negli Stati Uniti, ringrazia Putin «per tutto ciò che i funzionari del vostro governo hanno fatto per facilitare la mia permanenza in Russia e poter comunicare ai vostri cittadini», nonché per essersi opposto a una decisione della Corte Europea dei Diritti Umani che aveva condannato la Russia per aver violato i diritti degli Scientologist. Poi incolpa l'Occidente per la sua "propaganda nera" contro il presidente della Russia.
Sebbene questa lettera non menzioni esplicitamente l'Ucraina, fu scritta alla vigilia della nuova era democratica ucraina ed è in linea con la retorica secondo cui la Russia è minacciata dalle ideologie e dai culti occidentali ed è l'ultimo baluardo per mantenere "una posizione morale" contro di essi.
Gerry Armstrong, Alexander Dvorkin, Archbishop Nikolai Chashin (al centro), Thomas Gandow e Luigi Corvaglia al convegno FECRIS a Salekhard, Siberia, il 29 settembre 2017 (Foto: yamalrpc.ru).
Nella sua seconda lettera a Vladimir Putin, pubblicata il 26 giugno 2018 sul sito web russo della FECRIS, Amstrong, presentato come un “attivista cristiano” e buon amico del signor Dvorkin – il quale, si dice, si sia occupato della traduzione del lettera in russo – inizia congratulandosi con Putin per la sua rielezione. Poi, prosegue congratulandosi con Putin per le sue azioni nella Crimea occupata: «Congratulazioni per l'apertura del ponte della Crimea al traffico veicolare. Mi congratulo con tutto il Paese per un risultato così straordinario. Questa è una benedizione sia per la Crimea che per il resto della Russia». Prende poi la difesa di Putin contro la campagna "dell'Occidente" scrivendo che è «pericolosa, crudele, ipocrita, irragionevole e basata su ovvi motivi ideologici».
La lettera prosegue: «Lo sai che ci sono persone in Canada e in altri paesi occidentali che non credono alla campagna diffamatoria contro di te, si rendono conto che è sbagliata, la vedono come una minaccia e ammettono persino che può essere usata come pretesto per innescare una guerra nucleare. D'altra parte è facile vedere che ci sono molte persone là fuori che vogliono che questa e altre minacce simili abbiano successo e crescano e, per farlo, pianificano, agiscono, pagano e vengono pagati per rendere questa minaccia efficace . Queste sono le stesse persone che stanno conducendo una campagna qui per diffamarti». Ancora una volta, questa è una retorica cospirativa di grande significato, perché attribuisce la responsabilità della guerra all'Occidente e alla sua cosiddetta "campagna diffamatoria", che sarebbe la causa alla base dell'obbligo di Putin di iniziare una guerra in Ucraina.
Il rapporto USCIRF sul movimento anti-sette in Russia
Nel 2020, la Commissione statunitense per la libertà religiosa internazionale (USCIRF) ha pubblicato un rapporto intitolato "Il movimento anti-sette e la regolamentazione religiosa in Russia e nell'ex Unione Sovietica”.[5] Il rapporto spiega che «Mentre il retaggio sovietico e la ROC [Russian Orthodox Church = Chiesa ortodossa russa] sono le principali influenze, gli atteggiamenti e gli approcci attuali nei confronti delle minoranze religiose derivano anche da altri fattori, inclusi gli sviluppi socio-economici post-sovietici, il desiderio di unità nazionale del regime di Putin, i timori della gente per la sicurezza della famiglia o il cambiamento in generale e le preoccupazioni transnazionali per quelli che sono percepiti come i pericoli dei nuovi movimenti religiosi (NRM)». Ironia della sorte, ciò porta alle radici del movimento anti-sette che ha sicuramente origine in Occidente.
Il rapporto chiarisce che dopo il 2009, «la retorica del movimento anti-sette e dello stato russo convergono nettamente nel decennio successivo. Facendo eco alle preoccupazioni di Putin sulla sicurezza spirituale e morale, Dvorkin ha affermato nel 2007 che i NMR "danneggiano deliberatamente i sentimenti patriottici russi”». Ed è così che è iniziata la convergenza e la Chiesa ortodossa russa e il movimento anti-sette sono diventati fondamentali nell'agenda propagandistica di Putin.
Parlando di Dvorkin il rapporto dice: «L’influenza di Dvorkin si è estesa anche al di fuori dell'orbita post-sovietica. Nel 2009, lo stesso anno in cui è stato nominato capo del Consiglio di esperti russo, è diventato anche vicepresidente della Federazione Europea dei Centri di Ricerca e di Informazione sulle Sette e i Culti (FECRIS), un'organizzazione francese anti-sette con influenza paneuropea. Il governo francese fornisce la maggior parte dei finanziamenti della FECRIS e il gruppo diffonde regolarmente propaganda negativa sulle minoranze religiose, anche in forum internazionali come la conferenza OSCE sulla Dimensione Umana. Il centro di Dvorkin è il principale collaboratore di FECRIS in Russia e riceve un significativo sostegno finanziario sia dalla ROC sia dal governo russo».
Poi, in un capitolo intitolato “Esportare l'intolleranza in Ucraina”, l'USCIRF prosegue: «Quando ha invaso la Crimea nel 2014, la Russia ha portato con sé il suo quadro di regolamentazione religiosa restrittiva, inclusa la simbiosi tra idee anti-sette e sicurezza nazionale. Il regime di occupazione in Ucraina ha spesso utilizzato le norme religiose per terrorizzare la popolazione in generale e per prendere di mira gli attivisti della comunità tartara di Crimea». Nella sua conclusione, il rapporto USCIRF chiarisce che «Alexander Dvorkin e i suoi collaboratori si sono ritagliati ruoli influenti nel governo e nella società, plasmando il discorso pubblico sulla religione in numerosi paesi».
La lotta del Donetsk e del Luhansk contro le cosiddette sette
È interessante notare che gli pseudo-stati del Donbass, Donetsk e Luhansk, sono stati gli unici luoghi al mondo che fanno della lotta alle "sette" un principio costituzionale. La rivista sulla libertà religiosa Bitter Winter ha concluso – da quella e da altre prove della loro brutale negazione della libertà religiosa – che «ciò che sta accadendo nella pseudo-'Repubblica popolare di Donetsk' e nella 'Repubblica popolare di Luhansk' è una chiara rappresentazione della distopica teocrazia ortodossa che gli ideologi di Putin hanno in mente per un "mondo russo" i cui confini si espandono continuamente».[6]
Inoltre, non è la prima volta che il movimento anti-sette in generale, e la FECRIS in particolare, sono legati alla propaganda nazionalistica e pro-guerra in Europa. In un rapporto pubblicato nel luglio 2005 e firmato da un avvocato francese e da Miroslav Jankovic, divenuto in seguito Funzionario dell’Ufficio Legale Nazionale dell'OSCE in Serbia, è stato sottolineato che il rappresentante della FECRIS in Serbia era il colonnello Bratislav Petrovic.[7]
I trascorsi della FECRIS in Serbia
Secondo il rapporto, il colonnello Bratislav Petrovic dell'esercito jugoslavo era anche un neuropsichiatra. Durante il regime di Milosevic, diresse l'Istituto di salute mentale e psicologia militare dell'Accademia militare di Belgrado. Da quella posizione si specializzò nella selezione e nella preparazione psicologica dei soldati dell'esercito di Milosevic prima che venissero mandati in guerra. Il colonnello Petrovic fu anche determinante nel trasmettere la propaganda di Milosevic secondo cui i serbi erano le vittime e non gli autori del genocidio in Bosnia, contrariamente a tutti i rapporti affidabili delle Nazioni Unite sull'argomento.
Il rapporto va oltre: «Petrovic sta ora applicando le sue tecniche psicologiche di indottrinamento alle minoranze religiose. Ma questo non è nuovo. Nel 1993, mentre in Croazia e in Bosnia era in corso la pulizia etnica e religiosa, Petrovic usò quella stessa ideologia per condannare le minoranze religiose all'interno della Serbia, accusandole di essere organizzazioni terroristiche ed etichettandole opportunisticamente come “sette”».
Il rapporto prosegue elencando tutte le cosiddette sette che furono prese di mira dalla FECRIS in Serbia: Battisti, Nazareni, Avventisti, Testimoni di Geova, Mormoni, Pentecostali, Teosofia, Antroposofia, Alchimia, Cabala, i centri Yoga, Meditazione Trascendentale, Centro Karma, Shri Chimnoy, Sai Baba, Hare Krishna, Falun Gong, Ordine Rosacroce, Massoni, ecc. Come si può vedere, Petrovic era ben lungi dall'essere a corto di sette contro cui combattere. Queste erano simili a quelle che sono state prese di mira dalla propaganda di Dvorkin e della ROC in Russia nel loro tentativo di giustificare la protezione dei "sentimenti patriottici russi" e della "sicurezza spirituale".
La FECRIS sostenuta da leader e chiese ortodosse in altri luoghi
Tale iniziativa della FECRIS fu sostenuta dalla Chiesa ortodossa serba, che, attraverso le parole del suo rappresentante, il vescovo Porfirije, indicò la necessità di avere “dati autentici nel denunciare una ad una le sette come gruppi che diffondono terrore spirituale e violenza”. Porfirije affermò anche che “la lotta contro questo male sarà più facile quando arriverà la legge sulle organizzazioni religiose”, riferendosi a un disegno di legge che lui e Petrovic avevano cercato di far modificare. L'emendamento che presentarono (ma che fu respinto) mirava a ridurre i diritti delle fedi minoritarie in Serbia. Ancora una volta, ciò è molto simile a quanto è accaduto in Russia, tranne per il fatto che in Russia la legge che limita i diritti delle minoranze religiose, per la quale la FECRIS esercitò pressioni, è stata approvata e ampiamente utilizzata contro i gruppi religiosi non violenti.
È interessante notare che il rappresentante della FECRIS in Bielorussia ha un link sul sito web di FECRIS che collega direttamente al sito web della Chiesa ortodossa bielorussa, che non è altro che un ramo della Chiesa ortodossa russa. Il rappresentante bulgaro della FECRIS, il “Centro per la ricerca sui nuovi movimenti religiosi”, pubblica sul proprio sito web gli appelli della Chiesa ortodossa bulgara a non tollerare le “riunioni non canoniche”.
Tuttavia, come affermato dal rapporto USCIRF 2020: «Dvorkin e i suoi associati non esercitano il monopolio sul pensiero e sull'opinione ortodossa, e voci dissenzienti all'interno della chiesa [ROC] hanno criticato il movimento anti-sette per aver fatto affidamento su teorie screditate e fonti non canoniche». Tali “voci dissenzienti” non sono state ascoltate in seno alla FECRIS.
NOTE
[1] ⬆︎ I Rus erano un gruppo alto-medievale, che visse nella Russia moderna, in Ucraina, in Bielorussia e in altri paesi, e sono gli antenati dei russi moderni e di altre etnie dell'Europa orientale.
[2] ⬆︎ Intervista ad Alexander Dvorkin su Voce della Russia, 30 aprile 2014 nel talk show “Questione scottante”.
[3] ⬆︎ https://pravoslavie.ru/75577.html
[4] ⬆︎ https://iriney.ru/poslevoennaya-eklektika/sajentologiya/ostanovit-ochernenie-rossii-otkryitoe-pismo-byivshego-sajentologa-vladimiru-putinu.html
[5] ⬆︎ https://www.uscirf.gov/publication/anti-cult-movement-and-religious-regulation-russia-and-former-soviet-union
[6] ⬆︎ https://bitterwinter.org/donetsk-and-luhansk-denying-religious-liberty/
[7] ⬆︎ Rapporto su ““La repressione delle minoranze religiose in Serbia: il ruolo svolto dalla Federazione Europea dei Centri di Ricerca e di Informazione sulle Sette e i Culti (FECRIS)” – 27 luglio 2005 di Patricia Duval e Miroslav Jankovic.
Fonte: The Europe Times